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DOCUMENTO
tratto dal n. 06 - 2003

Rimini, Sabato santo, 19 aprile 2003

La forza di Dio è la gioia del suo popolo


Appunti dal saluto conclusivo di Luigi Giussani al Triduo pasquale di Gioventù studentesca


di Luigi Giussani


L’apostolo Giovanni col capo appoggiato sul braccio di Gesù, Tilman Riemenschneider, particolare dell’altare dell’ultima cena, Sankt-Jacob, Rothenburg ob der Tauber (Germania)

L’apostolo Giovanni col capo appoggiato sul braccio di Gesù, Tilman Riemenschneider, particolare dell’altare dell’ultima cena, Sankt-Jacob, Rothenburg ob der Tauber (Germania)

Ti ringrazio, don Giorgio, perché mi dai la parola in un momento impressionante per la vita di tutti questi nostri amici, giovani amici, e per la risposta che il cuore nostro, il cuore di ognuno di noi, sente di dover cercare per donarla in una grande ripresa di fraternità universale.
Forse impareremo anche nella nostra amicizia a dare tempo e profondità di esperienza al nostro rapporto con la Bibbia, che è il libro che il Signore ha voluto stabilire per illustrare, per illuminare, quello che dalla Bibbia viene animato e chiarito.
All’inizio del libro con cui la Bibbia parla del profeta Abramo che ha realizzato l’immensità del dramma religioso di questo popolo consacrato dalla grandezza di Dio, ci accorgeremo – camminando pagina per pagina, una pagina dopo l’altra, camminando di parola in parola, di pensiero in pensiero – di tutto quello che il Signore ha inteso dire all’uomo, agli uomini che lo cercano, all’uomo che sta ad ascoltare la sua voce, al dramma dell’uomo.
La questione è molto semplice: Dio risponde alla necessità che l’uomo ha provando quanto la sua esperienza venga motivata, ingrandita, resa robusta e forte, quanto più egli segue la parola di Dio. Mi son permesso accettare di darvi il benvenuto per indicarvi una frase, un pensiero con cui Dio fa dire all’uomo, fa raccontare all’uomo, tutto ciò che lo interessa (la ricerca dell’umano ha come “interesse” ciò per cui val la pena vivere, altrimenti sarebbe inutile l’esistenza dell’uomo e specialmente inutile il parlar di Dio): «L’uomo cerca la felicità», dice la Bibbia.
«L’uomo cerca la felicità», il compimento di una serietà intensa e felice. Qual è il metodo con cui Dio “persegue” l’uomo, cioè crea degli esseri nella storia, introducendoli al significato di tutto? Da quando il Signore ci prende per le spalle e ci spinge in avanti, da quel momento non c’è più nulla che possa sostituire il dono di Dio nella vita.
Forse sarebbe buona cosa che voi vi impegnaste, impegnaste con voi i vostri sacerdoti o le persone mature, più adulte, affinché chiariscano le parole e le frasi dette, usate da Dio. Per esempio, farete una grande réclame (come un gran vociare) quando cercherete di inventare risposte alle vostre esigenze, e troverete invece che risposte se ne danno esclusivamente se si mette la testa sulle spalle di Cristo.
La forza dell’uomo è tutta concentrata nella ricerca di soddisfazione, di felicità. Ora, Dio non solo esiste in questi sentimenti, ma è in questi sentimenti la Sua risposta, la Sua presenza, quella Presenza per cui uno dice: «È così!».
La forza del Signore è la nostra gioia. La formula con cui gli antichi profeti ebrei hanno concentrato l’attenzione di tutti i loro seguaci, dei loro conoscenti, è così ristabilita in una unità di evidenza, con quella stessa forza e con quella chiarezza con cui don Giorgio andava anche oggi parlando della nostra sequela a Cristo: seguire Cristo! Perché seguire Cristo si può, inevitabilmente si deve.
«La forza di Dio è la gioia del suo popolo». «La forza di Dio è forza del suo popolo». Son parole che tutta la nostra vita è chiamata a capire, ad abbracciare e a portare dovunque si sia. Aiutiamoci a portare insieme, aiutiamoci a lasciare operare insieme questa forza di Dio che è gioia per l’uomo: la forza del Signore è la gioia del suo popolo.


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