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LUCA RIPOSA A PADOVA
tratto dal n. 10 - 2000

La mostra ospitata nel Museo Diocesano di Padova

Un ponte tra Oriente e Occidente



di Giovanni Ricciardi


Prende occasione dal congresso internazionale dedicato alla figura di san Luca evangelista anche la mostra a lui dedicata, ospitata nel Museo Diocesano di Padova dal 14 ottobre 2000 al 6 gennaio 2001, promossa dalla diocesi e dall’abbazia di Santa Giustina, con il contributo della Regione Veneto, della Provincia e del Comune di Padova.
Articolata in due grandi sezioni, una dedicata all’Occidente e l’altra alla grande tradizione orientale, la mostra, attraverso oltre cento opere d’arte provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, mette in luce i diversi volti di Luca: scrittore del Vangelo e degli Atti degli apostoli; medico; pittore, secondo una lunga e durevole tradizione. Antichissimi papiri, mosaici, pregiate miniature, dipinti su tela e tavola, icone, arazzi, oreficerie documentano e illustrano la tradizione dei testi dell’Evangelista e la storia della devozione al santo presso le comunità cristiane di Oriente e di Occidente, a partire dagli inizi del cristianesimo. È infatti questo uno degli aspetti principali dell’esposizione, lo scambio tra Oriente e Occidente, che documenta, tramite il passaggio di modelli iconografici e stilistici dall’una all’altra delle due culture e talvolta attraverso la loro fusione, la tradizione ecumenica legata alla venerazione di Luca.
Si trovano esposti, nella sezione occidentale, numerosi papiri e codici, dal III secolo alla piena età medioevale, che riportano il Vangelo e gli Atti degli apostoli, a sottolineare la preminenza dell’Evangelista sugli altri aspetti che caratterizzano la figura di Luca. A questi segue un’amplissima raccolta di raffigurazioni di Luca, tra le quali in particolare il ritratto a mosaico risalente al secolo XIII, dai tratti marcatamente orientali, reliquia del distrutto ciclo musivo dell’antica San Pietro, e alcune delle rare attestazioni iconografiche che lo raffigurano quale medico, professione, testimoniata dalle parole dell’apostolo Paolo, che gli valse l’elezione a patrono delle facoltà di medicina e degli operatori del settore. Significativa è anche l’iconografia che rappresenta Luca quale pittore della Vergine, inizialmente radicata nella tradizione orientale, ma che fiorisce anche in Europa e, a partire dal Quattrocento, si diffonde in area fiamminga. Sono esposti in questa sezione anche pregevoli reliquiari, di epoche diverse, e in particolare alcuni esemplari appartenenti alla Chiesa padovana, testimonianti la venerazione riservata a Luca dalla città che, secondo la tradizione, ne conserva le spoglie.
Anche la sezione dedicata alla tradizione orientale espone una scelta di codici, evangeliari bizantini e armeni dei secoli XI-XIV, che recano a capo del Vangelo di san Luca la figura dell’Evangelista e provengono dalle più importanti raccolte italiane di manoscritti orientali. Ma, in questa sezione, i pezzi più rari e straordinari sono alcune antiche e venerate icone dei secoli XI-XIV, provenienti dalle collezioni della Macedonia, a testimonianza della tradizione orientale (che risale all’VIII secolo, quando gli imperatori d’Oriente ordinarono la distruzione delle immagini sacre) che vuole Luca pittore, cioè autore dei veri ritratti della Vergine e di Cristo, dai quali sarebbe discesa tutta la grande tradizione delle icone mariane e degli stessi ritratti di Cristo. Questa tradizione si è presto diffusa anche in Occidente, e in particolare in Italia. Ne è esempio la Madonna “costantinopolitana” di Santa Giustina a Padova. Tra queste opere, le più belle esposte nella mostra sono la Vergine “advocata”, conservata a Roma (Palazzo Barberini, secolo XIII) e proveniente da un monastero romano, e il Trittico del Salvatore di Viterbo.


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