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VATICANO
tratto dal n. 01 - 2003

La quarta Giornata mondiale della famiglia

A Manila con una speranza


Intervista con il cardinale Alfonso López Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, sul prossimo incontro nelle Filippine: «È un Paese che mi ha colpito per una testimonianza di fede semplice e commovente». Sullo sfondo anche la crisi internazionale e la speranza che si trovino vie d’uscita pacifiche


di Gianni Cardinale



È un gennaio di grande attività per il Pontificio Consiglio per la famiglia. Il 25 e 26 si celebra a Manila la Giornata mondiale della famiglia, mentre è in uscita un monumentale Lexicon dei termini ambigui e discussi, riguardanti le questioni etiche, usati in ambito Onu. Per saperne qualcosa di più, 30Giorni ha intervistato il cardinale colombiano Alfonso López Trujillo, 67 anni, dal 1990 alla guida del dicastero istituito nove anni prima da Giovanni Paolo II. «La prima Giornata mondiale della famiglia» ci spiega il porporato «ebbe luogo a Roma nel 1994, e segnò forse l’inizio di una nuova modalità di incontro col Papa, arricchito da testimonianze dei partecipanti e da alcune esibizioni artistiche (anche se – è bene ricordarlo sempre – questi incontri devono essere concentrati sul messaggio di speranza che vogliono trasmettere, non devono ridursi ad uno show, ad uno spettacolo; la Chiesa non è spectaculum nel senso ordinario del termine, ma è portatrice della speranza, della buona novella). La seconda è stata celebrata a Rio de Janeiro nel 1997; il momento più partecipato si fece nel celebre stadio calcistico Maracana. La terza si è svolta a Roma nel 2000, nell’ambito del grande Giubileo; ci furono circa 300mila persone, nonostante una pioggia inclemente. Ora siamo alla quarta edizione, che il Papa ha voluto si celebrasse a Manila, nelle Filippine, il baluardo della Chiesa cattolica in Asia, il grande continente non cristiano. È un Paese che mi ha grandemente colpito per una testimonianza di fede semplice e commovente: nei grandi centri commerciali tutti si fermano due volte al giorno per recitare l’Angelus. Altrove sarebbe incredibile».

Per la prima volta a questa Giornata mondiale della famiglia non parteciperà Giovanni Paolo II.
ALFONSO LÓPEZ TRUJILLO: Per risparmiargli ulteriori fatiche non sarà presente, ma il suo messaggio centrale verrà diffuso via satellite alla cerimonia di apertura del sabato pomeriggio, quando avrà modo anche di colloquiare con i fedeli. A causa del fuso orario, questo tipo di collegamento non sarà possibile per la messa della domenica.
Prima della Giornata mondiale vera e propria, viene celebrato un convegno teologico-pastorale…
LÓPEZ TRUJILLO: Sì, avrà come relatori importanti capi-dicastero della Curia romana come il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino, il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto di Propaganda Fide, il vescovo Joseph Cordes, presidente del Consiglio «Cor unum», il vescovo Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense e preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per gli studi su matrimonio e famiglia. Avrebbero dovuto parteciparvi circa 12mila fedeli provenienti da tutto il mondo. Grazie soprattutto alla mobilitazione di movimenti ecclesiali come i focolarini, i neocatecumenali, i carismatici e altri. Ma il numero forse sarà inferiore a causa dei timori di attacchi terroristici maturati dopo gli attentati di Bali dell’ottobre scorso. Attacchi che hanno causato la chiusura – speriamo temporanea – di alcune ambasciate a Manila.
Si tratta di un allarme giustificato?
LÓPEZ TRUJILLO: Il terrorismo c’è, e può colpire ovunque. Ma non credo proprio che a Manila ci siano rischi speciali. Anzi.
Apriamo una breve parentesi sulla drammatica situazione in Terra Santa e sui venti di guerra contro l’Iraq…
LÓPEZ TRUJILLO: Nutro una resistente speranza che la pace possa regnare nella terra dove è nato Gesù. Anche se per ora non se ne vedono le premesse. A Nazareth abbiamo in cantiere l’apertura di un Centro internazionale per la famiglia. Tutto è pronto ma non si può cominciare a costruirlo per la situazione critica che si vive lì. Riguardo al minacciato attacco contro Baghdad, si tratta di una guerra che non vorrei mai vedere. Avrebbe come conseguenza, tra l’altro, lo svilupparsi di un terrorismo ancora più universale. Il cardinale Angelo Sodano recentemente ha ricordato che la guerra preventiva non è un’ipotesi accolta nelle Nazioni Unite. Per la crisi irakena è necessaria una via di uscita pacifica.
Alla Giornata di Manila ci sarà anche una presenza ecumenica?
LÓPEZ TRUJILLO: Sarà una presenza significativa. Parteciperanno infatti famiglie ortodosse del patriarcato di Mosca e anche un rappresentante personale del patriarca rumeno Teoctist, con cui stiamo preparando un incontro ecumenico per tutta l’Europa centrorientale.
Eminenza, qual è il valore e lo scopo di questi incontri mondiali delle famiglie?
LÓPEZ TRUJILLO: Innanzitutto debbo ricordare che si tratta di un’idea del Papa, nata sulla scia delle Giornate mondiali della gioventù. Vuole essere un momento forte di evangelizzazione. Perché il futuro del mondo si giocherà sull’humanum. Se questo mondo diventerà degno dell’uomo, immagine di Dio, oppure no. E, in questo senso, un tema decisivo ci sembra proprio quello della famiglia. Non è un caso che anche nell’opinione pubblica, nei fori internazionali come l’Onu, nei parlamenti, non c’è argomento che susciti più controversie che quello legato ai temi della famiglia e della vita. Il nostro tentativo è quello di promuovere quindi una prima evangelizzazione, che occorre nell’Asia non cristiana, ma anche una nuova evangelizzazione in quelli che erano i cosiddetti Paesi cristiani e che ora sono ormai secolarizzati. La neopaganizzazione dilaga infatti non solo in Europa ma anche in America Latina, particolarmente nelle grandi città e in alcuni parlamenti che hanno dimenticato l’identità culturale e cristiana dei nostri popoli. Questa disumanizzazione presenta diversi aspetti. Pensi che l’Europa sta vivendo un vero e proprio inverno demografico: l’Italia e la Spagna, se continueranno ad avere l’attuale tasso di natalità, nel 2050 vedranno ridursi la popolazione di un quarto. In Brasile ci sono almeno cinque progetti per rendere più accessibile l’aborto; in Argentina, nella grande municipalità di Buenos Aires, hanno approvato una legge che regolarizza le coppie di fatto; in Cile si vuole introdurre il divorzio ed è stato già approvato l’uso della pillola del giorno dopo; in Colombia c’è un progetto per allargare il diritto d’aborto e per legalizzare le coppie omosessuali. In pratica, in ogni Paese latinoamericano sono in atto tentativi di introdurre leggi contro la famiglia e la vita.
Una famiglia palestinese tra le macerie della loro casa a Hebron

Una famiglia palestinese tra le macerie della loro casa a Hebron

Ed è proprio per contrastare questi tentativi che il dicastero da lei presieduto organizza periodicamente degli incontri con gruppi di politici…
LÓPEZ TRUJILLO: Sì, abbiamo avuto già due incontri continentali per i politici europei e altri quattro per quelli latinoamericani, l’ultimo dei quali si è svolto a Buenos Aires nel 1997 e ha visto la partecipazione di circa 450 legislatori del continente. In questi incontri cerchiamo di sensibilizzare i parlamentari cristiani, ma non solo, sui temi della famiglia e della vita. Per il 2003 abbiamo in programma un quinto incontro in America del Sud (a Santo Domingo o in Cile) e un terzo incontro anche in Europa, a Roma. A tale proposito, in questo gennaio abbiamo in cantiere un incontro preparatorio con parlamentari italiani appartenenti a varie aree politiche.
Passiamo ora al Lexicon di imminente uscita, e che ha già suscitato un grande interesse sulla stampa…
LÓPEZ TRUJILLO: Quattro anni fa abbiamo avuto un incontro con alcune Organizzazioni non governative (Ong), le quali ci hanno manifestato la difficoltà di lavorare nei forum internazionali, dove la maggioranza delle espressioni usate è difficile da capire e dove il linguaggio usato è nuovo e spesso ambiguo. E così, per aiutare coloro che lavorano in questi forum a capire meglio cosa c’è dietro queste nuove terminologie, è nata l’idea di creare un Lexicon sui termini ambigui e discussi, relativi a famiglia, vita e questioni etiche. Il volume è già in stampa, è di circa mille pagine ed è pubblicato dalle edizioni Dehoniane di Bologna. Si tratta di un lavoro cui hanno collaborato un’ottantina di autori provenienti da una ventina di Paesi. Sono già in cantiere edizioni in lingua spagnola, francese ed inglese. Non saranno semplici traduzioni del testo italiano, verranno infatti arricchite da ulteriori contributi di specialisti locali.
Può farci qualche esempio di questi termini trattati nel Lexicon?
LÓPEZ TRUJILLO: Le voci-chiave trattate sono 78. Fra queste troviamo gender, che letteralmente vuol dire “genere” maschile o femminile, ma che nei forum internazionali viene usato per significare un femminismo ideologico radicale. Oppure il termine reproductive rights, che in realtà viene usato per propagandare non il diritto alla riproduzione, ma all’aborto libero. In questi termini infatti c’è spesso una valenza orwelliana, il loro valore è l’esatto opposto del loro significato letterale. Prendiamo ad esempio la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro la donna, la Cedaw, secondo l’acronimo inglese. Bene, sembra una cosa molto buona, molto giusta: le donne infatti non devono essere discriminate. Ma se si scava un po’ si viene a sapere che questa Cedaw servirebbe a proteggere la donna dal matrimonio e dal partorire i figli, che secondo l’ideologia femminista sarebbero addirittura due forme di schiavitù…


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