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I DIECI ANNI DI ECCLESIA DEI
tratto dal n. 11 - 1998

«Forme liturgiche diverse non sono contro l’unità»

Unità nella fede, libertà nei riti, carità in ogni cosa


In occasione dei dieci anni del motu proprio Ecclesia Dei, il cardinale Joseph Ratzinger ha partecipato a una tavola rotonda organizzata da cattolici fedeli alla messa di san Pio V


di Gianni Cardinale


Ha compiuto dieci anni il 2 luglio la Pontificia Commissione «Ecclesia Dei», il dicastero vaticano fondato da Giovanni Paolo II con l’omonimo motu proprio con il compito di cercare di «facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose finora in vario modo legati alla Fraternità fondata da monsignor Marcel Lefebvre, che desiderino rimanere uniti al successore di Pietro nella Chiesa cattolica, conservando le loro tradizioni spirituali e liturgiche». Non sono mancate iniziative per ricordare l’avvenimento. Il 15 giugno Giovanni Paolo II ha invitato a pranzo i vertici del dicastero (il cardinale Angelo Felici, presidente, e monsignor Camille Perl, segretario). Erano anni che non accadeva. Questa volta, forse, oltre che l’anniversario ha influito sulla particolare attenzione pontificia anche il fatto che in Polonia, territorio che finora ne era immune, si fa sempre più vivace la presenza del movimento lefebvriano, cosa di cui si sono lamentati i presuli locali durante le visite ad limina svolte nei primi mesi dell’anno. A fine ottobre poi, sempre per il decennale, migliaia di sacerdoti (appartenenti a realtà come la Fraternità sacerdotale San Pietro e l’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote) e fedeli tradizionalisti, ma non lefebvriani, sono venuti in pellegrinaggio a Roma. L’avvenimento ha avuto ampio risalto sui mass media francesi (tre articoli benevoli su Le Figaro, uno, critico, su Le Monde). Provenienti soprattutto dalla Francia, dagli Stati Uniti – presente anche il vescovo di Scranton (Pennsylvania), James C. Timlin – e dalla Germania i pellegrini tradizionalisti il 26 ottobre sono stati ricevuti in udienza da Giovanni Paolo II il quale nel suo discorso ha comunque ribadito che «spetta in primo luogo ai vescovi, in comunione con il successore di Pietro, esercitare con fermezza e chiarezza la guida del gregge, affinché la fede cattolica sia salvaguardata ovunque». Una delle indicazioni presenti nel motu proprio Ecclesia Dei è quella, indirizzata ai vescovi, di essere larghi nel concedere l’indulto, la possibilità cioè, ai fedeli che ne facessero richiesta, di partecipare ad una messa secondo il rito cosiddetto di san Pio V o tridentino. E proprio sulla questione dell’indulto non mancano attriti, soprattutto in Francia, ma anche negli Stati Uniti, tra fedeli tradizionalisti e vescovi che si rifiutano di concederlo. Di questo problema si è discusso nell’appuntamento forse più importante del pellegrinaggio tradizionalista, la tavola rotonda tenutasi il 24 ottobre nell’Hotel Ergife (con circa 2500 fedeli presenti) cui hanno partecipato l’abate di Sainte-Madeleine-du-Barroux, dom Gérard Calvet, il presidente dell’associazione internazionale Una Voce, Michael Davies, il professore tedesco Robert Spaemann e, ospite d’onore, il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Moderatore dell’incontro è stato monsignor Perl. E proprio da questo incontro sono tratti i documenti pubblicati in queste pagine, e cioè l’introduzione del cardinale Ratzinger, l’intervento di dom Gérard in cui si chiedono ulteriori richiami perché i vescovi riluttanti concedano l’indulto, e ampi brani della replica del porporato tedesco. Pubblichiamo inoltre una breve intervista concessa dallo stesso Ratzinger ed una dell’arcivescovo francese Jean-Louis Tauran, “ministro degli Esteri” della Santa Sede. Nell’intervento di risposta a dom Gérard Calvet e nell’intervista, il cardinale Ratzinger, pur mostrando comprensione per le richieste dell’abate e per quelle – simili – di Davies, ha ribadito di non prevedere ulteriori interventi della Santa Sede su questo argomento. In effetti negli ultimi mesi erano filtrate indiscrezioni riguardo a due nuovi documenti vaticani: uno per sollecitare i vescovi ad una maggiore disponibilità nel concedere l’uso della messa tridentina, l’altro di più esplicita condanna del movimento lefebvriano. Entrambi sono stati, per il momento, rinviati. Da una parte infatti non si vuole ferire alcuni episcopati particolarmente riluttanti ad applicare l’indulto. Dall’altra non si vuole rompere definitivamente i ponti con i seguaci di monsignor Lefebvre.


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