Carlo Di Cicco, il nuovo vicedirettore de L’Osservatore Romano,
è giornalista professionista dai primi anni Settanta. È nato
63 anni fa a Valleluce, popolosa frazione, ricca di storia, di
Sant’Elia Fiumerapido, provincia di Frosinone e diocesi
dell’abbazia territoriale di Montecassino. È stato obiettore
di coscienza al servizio militare, dell’ultimo gruppo di obiettori
prima della depenalizzazione dell’obiezione e della legge sul
servizio civile. Per questo è rimasto detenuto per alcuni mesi a
Forte Boccea. Per una decina di anni poi ha diretto il bollettino di Pax Christi, quando questa
realtà ecclesiale era guidata dai vescovi Luigi Bettazzi e Tonino
Bello. È stato redattore capo all’agenzia Asca, responsabile per
l’informazione sociale e vaticana. Ha collaborato con numerose
testate giornalistiche, quotidiane e periodiche, e con riviste
specializzate. Ha avviato e curato per la parte giornalistica Vidimus Dominum, il primo
quotidiano internazionale on line sulla vita consacrata. Molto vicino alla spiritualità
di don Bosco, ha curato una delle rubriche di punta del Bollettino Salesiano, intitolata
“Il punto giovani”. Con l’Asca ha realizzato in Italia la prima esperienza di informazione
quotidiana sulle politiche sociali, ambientali e il volontariato. Sposato e
padre di due figli, è autore dei libri I
guardiani dei sogni con il dito sul mouse. Educatori nell’era
informatica (libro-intervista con l’allora
rettor maggiore dei Salesiani Juan Edmundo Vecchi, Elledici, 1999, tradotto
in spagnolo, portoghese, sloveno) e Don Luigi
Della Torre (Queriniana, 2007). Ha collaborato
inoltre al dizionario La comunicazione:
dizionario di scienze e tecniche, curato da
Lever, Rivoltella, Zanacchi (Eri – Elledici – Las, 2002).
Particolarmente apprezzato è stato poi il suo fortunato volume Ratzinger-Benedetto XVI e le conseguenze dell’amore (Memori, 2006).