E se avessimo perso?
di Carlo Bo
È abbastanza facile ricordare e dire il
significato della vittoria del 18 aprile del 1948. È uno scenario
abbastanza studiato, esaltato e condannato molte volte. Più
difficile invece immaginare e calcolare quello che sarebbe stata la nostra
vita in caso di sconfitta o di non-vittoria. La difficoltà dipende
dai limiti delle nostre informazioni e dalla violenza delle passioni umane,
di cui gli storici e i cronisti raramente tengono conto. Tutto sta nel
trovare il centro di equilibrio psicologico e morale, evitando così
le scorciatoie comode e le ritorsioni insuperabili delle nostre idee e
delle rispettive appartenenze politiche. Comunque una cosa si può
già dire, e cioè che senza quell'avvenimento la nostra vita
sarebbe stata diversa. Alla luce dei fatti la somma delle colpe e degli
errori è apparsa e appare ai nemici della Dc come un fatto positivo,
un’ancora di salvezza offerta a una famiglia umana preda del
disordine e della violenza. Inutile aggiungere che questi sono calcoli
puramente e strettamente umani, mentre il giudizio spetta a un giudice ben
più cosciente e responsabile di poveri esseri come noi schiacciati
dalla realtà.