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ELEZIONI DEL 18 APRILE 1948
tratto dal n. 03 - 1998

Lo spettro dell’astensione



Uno scritto inedito di Mario Scelba


Nella lotta elettorale che si chiuderà il 18 aprile non è in gioco la scelta di una maggioranza parlamentare che dovrà governare il Paese nei prossimi cinque anni; ma, per la eventualità di una vittoria del Fronte comunista, è in gioco il regime democratico, la libertà, l’indipendenza del popolo italiano.
Poiché nessun dubbio vi è sulla essenza del cosiddetto Fronte popolare, paravento dietro cui si nasconde il Partito comunista; e nessun dubbio circa la sorte che i Fronti comunisti riservano alla democrazia e alla libertà dei popoli.
L’esempio di Praga è l’ultima e la più clamorosa manifestazione di quel che un popolo deve attendersi dalla vittoria del Fronte pseudodemocratico.
COMUNISMO o DEMOCRAZIA: è questa la scelta che il popolo italiano è chiamato a fare; è per questo che alle elezioni del 18 aprile guardano non soltanto gli italiani ma tutto il mondo.
Il Fronte popolare è comunismo; chi vota Garibaldi vota per il comunismo e chi vota per il comunismo sa cosa vuole.
La Cecoslovacchia ha aperto gli occhi anche ai ciechi.
Ormai non vi sono più scuse o attenuanti; nessuno potrà dire io non lo sapevo. Si tratta di scegliere e di volere. Vuole l’elettore un regime comunista? Voti Garibaldi.
Ma l’Italia non vuole un regime comunista; e ciò sanno i capi comunisti. Se i comunisti fossero stati convinti che il popolo italiano desidera un governo comunista si sarebbero presentati col loro nome, la loro bandiera, il loro contrassegno: falce e martello e stella sovietica. Garibaldi è l’inganno teso all’elettore. In Sicilia, nelle elezioni regionali, non ci fu qualche contadino o qualche vecchietta che votò Garibaldi, credendo di votare per san Giuseppe, perché così gli avevano fatto credere i propagandisti comunisti? Oggi, nell’Abruzzo, attivisti comunisti si sono messi a fare, per le campagne, la propaganda contro il comunismo per far votare comunismo. Dicono all’elettore ancora sano e cristiano: «Tu non vuoi il comunismo come non lo voglio io; ebbene, perché il comunismo non trionfi vota Garibaldi». Piccola truffa di agit-prop stipendiati, voi direte, che può attaccare in qualche campagna. Non è così: la truffa è stata tentata prima, in grande stile contro tutto il popolo italiano presentando il comunismo col volto di Garibaldi nascondendo la stella rossa sotto il tricolore italiano.
Scoperti, i comunisti, nel loro gioco, essi si presentano per quel che sono: la calunnia, il falso, la menzogna, l’intimidazione che costituiscono gli elementi quasi connaturali della propaganda comunista.
Ieri l’Unità pubblicava la fotografia di una circolare riguardante una pretesa insurrezione; la circolare era falsa e lo sapevano da 15 giorni. Il giorno avanti lo stesso giornale aveva pubblicato un documento circa la fornitura di zucchero per miliardi mai avvenuta. E poi camuffarsi da uomini di pace, da sinceri, unici democratici. E poiché la Democrazia cristiana è in prima linea nella lotta contro la frode comunista e per salvare all’Italia la libertà, non c’è da meravigliarsi se contro la Democrazia cristiana e i suoi uomini si scagli con maggior virulenza l’insulto, la calunnia e la menzogna comunista.
L’astensione dal voto è atto di viltà e diserzione; e non tanto perché lo dice la legge e come tale punita; ma appunto per le conseguenze di ordine politico e morale che dalla astensione dal voto in questo particolare momento possono derivare al Paese.
Vi sono in giro nei mercati rionali, nei tram e negli uffici, attivisti comunisti i quali vanno seminando timore e panico. «Non andate a votare,» dicono, «chi ve lo fa fare; c’è la possibilità di buscarsi qualche legnata, saranno botte ed anche peggio». La cosa è sussurrata più che detta. Reagite contro questa propaganda, che giunge persino nelle case, smascherando la donnetta, che si aggira nei mercati o il signore distinto nell’autobus. Sono pagati per questo mestiere.


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