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EDITORIALE
tratto dal n. 11 - 1999

Tra archivi e spioni



Giulio Andreotti


Il sommarsi di saggi politici redatti consultando archivi di recente apertura (vedi Urss e Usa) e altre carte già appartenenti – salvo conferme di autenticità – a disciolti servizi segreti rendono questo finale del secondo millennio particolarmente interessante e vivace. Mi permetto tuttavia richiamare, ad ogni buon fine, un principio di ottica elementare: troppa luce non illumina ma acceca.
Per analogia penso al problema della cosiddetta epurazione dal fascismo, quando cadde il “regime”. Si misero sotto tiro più di un milione di italiani, accatastando piccoli burocrati che avevano ottenuto una promozione, valorizzando o addirittura inventandosi una partecipazione alla Marcia su Roma, con personaggi responsabili di atti di violenza compresa la somministrazione punitiva di olio di ricino. In questa valanga di indiziati, le procedure si arenarono e alla fine, in nome della pacificazione nazionale, il guardasigilli Togliatti promosse una assoluzione generale, escludendo solo gli autori di efferate sevizie (qualche sevizia semplice veniva amnistiata).
Analizzando i problemi odierni mi sembra che occorra distinguere tre ordini di questioni. La prima concerne i finanziamenti dell’Urss al Partito comunista italiano in un contesto mondiale di erogazioni di Mosca a tutti i movimenti fratelli, compresi (e in posizioni quantitative di testa) i comunisti americani. Che tutto questo fosse avvenuto era arcinoto e si erano anche avute anticipazioni conoscitive di vario tipo. Il libro di Riva e Bigazzi (Oro da Mosca, editore Mondadori) raccoglie però una documentazione poderosa di tutta questa munificenza sovietica, esplicata con l’iscrizione in bilancio, anno per anno, così come noi facciamo con gli enti sovvenzionati. Non mancano curiosità specifiche. Ne cito alcune. Riservate indagini furono svolte nel 1953 dal Cremlino per sapere se Togliatti, che già aveva riscosso la cospicua quota annuale, fosse al corrente di una richiesta dell’onorevole Di Vittorio, fatta nella sua veste sindacale, ma con specifica motivazione delle spese elettorali da affrontare. Il tutto gestito attraverso l’ambasciata sovietica di Roma. Vi sono state poi esigenze straordinarie, come il rischio di fallimento del Paese Sera, bloccato con un intervento adeguato di “nonna” Mosca. Ma ad un certo punto il Pci comincia a scrollarsi di dosso la pesante tutela e i cordoni della borsa si stringono. Tuttavia il provvido canale non si rescinde del tutto, perché continuano le elargizioni per la corrente degli ultrafedeli. Già in precedenza si era avuto un depennamento, riguardo al partito di Nenni. Il Premio Stalin, folgorato dai misfatti in Ungheria, aveva infatti rotto i ponti, lasciando nel campo avverso solo Vecchietti e Valori, apprezzati però molto più economicamente.
Si inserisce qui un altro libro, autore il professor Nuti della Terza Università romana, sugli interventi politici e anche finanziari degli Stati Uniti d’America per favorire l’avvento del centrosinistra negli anni Sessanta. Verbali dettagliati descrivono persino le analisi delle somme necessarie, provincia per provincia, per affrancare i socialisti dal “sostegno” comunista (che, si è visto poi, non era altro che la girata di fondi sovietici). E la Dc? Da sinistra si ripete, con una stucchevole analogia con i fatti loro, che da Washington sarebbero pervenuti a piazza del Gesù regolari flussi. Posso dire che quando l’ex ambasciatore Usa Martin rilasciò una dichiarazione secondo la quale nelle elezioni del 1972 gli americani avevano speso forti somme per difendere la nostra democrazia, io che nel 1972 ero presidente del Consiglio lo invitai con forza a dire a chi e come fossero stati dati questi aiuti. Di più: proposi alla direzione della Dc, che l’approvò unanimemente, una mozione nella quale si invitava il governo a chiedere al presidente degli Stati Uniti di rimuovere ogni segreto in materia e rendere pubblici – se esistevano – i finanziamenti disposti. Nessuna risposta si ebbe in proposito né da Martin né da altri. Si ebbero soltanto notizie su aiuti di sindacati americani a sindacati italiani.
Nelle ultime settimane si è letto che sarebbe in corso – ma con difficoltà interne anche di natura costituzionale locale – la pubblicizzazione di aiuti stanziati per le sole elezioni del 1948. A me sembra una curiosa delimitazione e spero che gli americani troveranno il modo di rimuovere ogni segretazione.
Vi è anche un motivo ideale. Sarebbe stolto chi ritenesse la massa dei comunisti italiani come agenti stipendiati della casa madre. Ho letto proprio in questi giorni una cronaca molto toccante della vita politica del Mugello, dove, per sostenere la propaganda, i “compagni”, in certi momenti, andavano a raccogliere legna e a venderla fuori commercio a beneficio della sezione.
Reso omaggio a questo volontarismo, lo rivendico anche per il partito nel quale io ho militato fin da giovanissimo senza veder mai fiumi di donazioni e larghe disponibilità finanziarie.
Si aprano, dunque, gli archivi, ma non un armadio sì e uno no.


Il secondo rilievo riguarda la forma dei finanziamenti. La sigla Kgb suscitò il quesito se i beneficiari fossero implicitamente al servizio dell’erogante e come tali perseguibili. Saggiamente chi di dovere dispose l’archiviazione. Ci troviamo ora dinanzi alla trasmissione via Londra delle confessioni di un ex agente appunto dei servizi dell’Est. Ad evitare polveroni devianti occorre, a mio avviso, enucleare i soggetti iscritti nel libro paga o comunque retribuiti per adottare le conseguenti sanzioni. Attenzione invece (il discorso vale anche per gli archivi Usa) ai rapportini di diplomatici e di giornalisti che informavano – e credo informino – le loro capitali su colloqui – anche occasionali – avuti con politici, con colleghi giornalisti o con altri.
Esemplifico, per essere chiaro. Nel citato libro del professor Nuti è riportato il telegramma di un segretario dell’ambasciata americana in Roma che aveva avuto un occasionale incontro con l’onorevole Luciano Paolicchi, componente della direzione centrale del Partito socialista. Sono previsioni e rilievi senza alcun carattere di riservatezza, ma se con un computer si estraggono i nomi di riferimento sarebbe assurdo classificare Paolicchi come informatore. Prudenza quindi nella lettura di queste fonti.


Il terzo rilievo concerne le carte anonime. Non so se negli altri Stati sia così, ma da noi è frequente la acquisizione in atti conservabili di appunti senza indicazione dello scrivente. Specie a distanza di anni le carte assumono una dignità per così dire archivistica suscitando equivoci e disinformazioni. Quando fu deciso di pubblicare le vecchie giacenze di una commissione parlamentare ebbero notorietà anche veline infamanti alle quali la copertina “Camera Deputati e Senato della Repubblica” dava una apparente autenticità.
Il divieto di usare le anonime nei processi è sancito già dalle leggi, ma gli esperti commentano questa inibizione


I regali di “nonna” Mosca

Soviet Party Donations to Communist Parties Abroad in 1959

Partito comunista italiano
dollari 4.250.000

Partito comunista francese
1.500.000

Partito comunista della Finlandia
500.000

Partito comunista dell’Austria
500.000

Partito comunista degli Usa
250.000

Partito comunista dell’Inghilterra
140.000

Partito comunista dell’Australia (per due anni)
112.000

Partito comunista dell’India
105.000

Partito comunista di Israele
105.000

Partito comunista della Grecia
100.000

Partito svizzero del lavoro
80.000

Partito comunista del Brasile
75.000

Partito comunista dell’Iraq
70.000

Partito comunista della Svezia
70.000

Ala sinistra del Partito socialista dell’Italia
65.000

Partito comunista del Belgio
60.000

Partito comunista dei Paesi Bassi
60.000

Partito comunista del Venezuela
60.000

Partito comunista del Giappone
50.000

Partito comunista della Danimarca
50.000

Casa editrice del PC degli Usa
50.000

Partito comunista della Norvegia
45.000

Partito comunista del Lussemburgo
44.000

Partito comunista del Canada
40.000

Partito popolare dell’Iran
40.000

Partito comunista del Portogallo
35.000

Partito comunista delle Siria
35.000

Partito comuniste della Giordania
30.000

Partito socialista unitario dell’Islanda
30.000

Giornale greco Anexartitos Tipos
30.000

Partito progressista del popolo lavoratore di Cipro
28.000

Partito comunista del Libano
25.000

Partito comunista dell’Algeria
25.000

Leader dei curdi iracheni, Barzani
20.000

Partito democratico del Kurdistan iraniano
14.000

Partito comunista di Ceylon
12.000

Partito comunista della Nuova Zelanda
11.200

Partito comunista del Salvador
10.000

Movimento giovanile del Partito socialista dell’Italia
10.000

Partito comunista del Perù
4.000

Partito comunista del Nepal
4.000

Partito comunista della Bolivia
3.000

Partito comunista dell’Ecuador
2.500

Totale spese Fondo
8.759.700

Residuo Fondo
508.300

Segretissimo – Dossier speciale – V. 254/37
Estratto dal verbale n. 254 della seduta del Presidium del Comitato centrale del 17 dicembre 1959
Questione della Sezione internazionale del Comitato centrale del Pcus


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