L’Italia che cerca un posto al sole
Il nostro Paese è una cenerentola per il mercato dell’arte contemporanea. Ma qualcosa si sta muovendo, come testimonia il lavoro del Mart a Trento e del Riso a Palermo
di Stefania Vaselli
Il Mart, Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Il Mart, nato nel 1987 come ente funzionale della Provincia autonoma di Trento, riunisce in sé tre sedi espositive: quella principale a Rovereto – in un nuovo complesso progettato dall’architetto ticinese Mario Botta, in collaborazione con l’ingegnere roveretano Giulio Andreolli, e inaugurato il 15 dicembre 2002 –, il Palazzo delle Albere a Trento e la Casa d’Arte futurista “Fortunato Depero”, che riaprirà nei primi mesi del 2009 dopo un lungo periodo di restauro.
Le opere della collezione permanente – centrata sul Futurismo e potenziata continuamente grazie alla collaborazione di collezionisti privati, di fondazioni pubbliche italiane e straniere e al susseguirsi di esposizioni temporanee accuratamente studiate – hanno portato una forte visibilità al Mart. I dati relativi ai visitatori lo confermano: 270mila ingressi nel 2006 e un milione negli ultimi cinque anni solo per il nuovo complesso di Rovereto.
Dallo scorso 28 giugno la sede principale del Mart ospita la mostra “Eurasia. Dissolvenze geografiche dell’arte”. La mostra, progettata da Achille Bonito Oliva in collaborazione con un gruppo di giovani curatori provenienti da varie parti del mondo, presenta una visione dell’arte capace di attraversare ogni identità separata, un’arte “scorrevole” tra Europa e Asia – “Eurasia” appunto – in grado di rappresentare un territorio aperto, senza limiti fisici e geografici, in cui siano annullati, uno dopo l’altro, i concetti legati al confine: arte totale come nuovo Umanesimo e responsabilità etica.
Anche l’estate 2007 è stata per il Mart una stagione positiva, caratterizzata dai cento giorni della dodicesima edizione di “Documenta Kassel”, manifestazione quinquennale ideata nel 1955 da Arnold Bode con l’intento di ricostruire, dopo lo sfacelo della Seconda guerra mondiale, un percorso di cultura artistica contemporanea capace di coinvolgere l’Europa e non solo. Gli artisti presenti erano cinquecento e vincitore dell’“Arnold Bode Prize” è stato Romuald Hazoumé, artista della Repubblica del Benin, che ha convinto la giuria con l’installazione intitolata Nave di ferro e scarti, raffigurazione di un’Africa idilliaca, della natura nel paradiso terrestre prima dell’arrivo della nave di Caronte, ossia dell’uomo occidentale col suo inarrestabile apporto di devastazione. L’arte contemporanea parla spesso col linguaggio della denuncia, ma a volte, anche con quello della speranza: è il caso del newyorkese Bill Viola, pioniere della videoart, uno dei maggiori artisti viventi al mondo, che ha realizzato, sempre nella rassegna “Documenta Kassel” del 2007, il video La Risurrezione di Cristo, una mistica rappresentazione carica di speranza per un mondo migliore.
Ancora in Trentino Alto Adige, grazie all’impegno della Regione autonoma, quest’estate si svolgerà la settima edizione di “Manifesta”, la Biennale europea itinerante di arte contemporanea, le cui opere saranno esposte a Fortezza, Bolzano, Trento e Rovereto.
Infine, è importante segnalare l’inaugurazione della nuova sede del Museion di Bolzano, la cui costruzione è stata affidata dalla Provincia autonoma di Bolzano allo Studio “Ksv” degli architetti berlinesi Krüger, Schuberth e Vandreike.