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ARTE
tratto dal n. 06/07 - 2008

Intervista con il curatore del Riso, il Museo di Arte contemporanea della Sicilia

Un’insula aperta al mondo



Intervista con Renato Quaglia di Stefania Vaselli


<I>Nave di ferro e scarti</I> di Romuald Hazoumé, artista della Repubblica del Benin, vincitore 
dell’Arnold Bode Prize

Nave di ferro e scarti di Romuald Hazoumé, artista della Repubblica del Benin, vincitore dell’Arnold Bode Prize

Il Riso, Museo di Arte contemporanea della Sicilia, è relativamente poco conosciuto e ciononostante ha preso parte, con la Galleria civica d’Arte contemporanea di Siracusa, alla quinta Biennale di Berlino: come avete raggiunto un obiettivo così prestigioso?
RENATO QUAGLIA: Vogliamo dare a questo giovane Museo di Arte contemporanea una identità originale, che lo ponga a servizio del territorio siciliano, per promuovere e valorizzare le numerose iniziative in programma. La Sicilia da sempre vanta un’importante e originalissima serie di esperienze legate all’arte contemporanea – basti pensare a Gibellina e a Fiumara d’Arte, esempi unici in Europa di grande arte pubblica – e a Berlino era presente un progetto promosso a Siracusa da Salvatore Lacagnina che, grazie al sostegno del Riso, si è potuto realizzare sia nell’isola che nella capitale tedesca.
La presenza di Siracusa significa che c’è un ruolo importante non solo per Palermo ma per la Sicilia in generale?
QUAGLIA: Certo: per Siracusa, Fiumara d’Arte, Gibellina, ma anche per Catania, Messina, Acireale... Il Museo regionale ha sede a Palermo – a Palazzo Belmonte Riso – e lì svolge le proprie iniziative, ma intende rimarcare il proprio ruolo regionale: idealmente le opere delle sue collezioni sono in ogni luogo della Sicilia, anche a duecento chilometri l’una dall’altra...
Quali sono state le premesse che hanno portato alla collaborazione con i due curatori della Biennale berlinese, Elena Filipovic e Adam Szymczyk?
QUAGLIA: Il mondo dell’arte è alla continua ricerca di novità, di spunti originali, di percorsi e sentieri non battuti. Vive anche di relazioni personali e di sintonie culturali imprevedibili tra artisti e operatori. Il sistema dell’arte è molto ricco, dominato dal mercato, ma è anche molto mutevole, non consolidato gerarchicamente.
L’attività del Riso sarà ispirata alle Kunsthallen – luoghi cioè in cui più che la collezione esposta è importante lo spazio a disposizione della creatività dei giovani – oppure privilegerà la mostra delle proprie acquisizioni?
QUAGLIA: Il Museo regionale è la prima istituzione museale pubblica siciliana espressamente dedicata all’arte contemporanea. Nato in una terra che vive un rapporto particolarissimo tra la propria storia e la modernità, tra il proprio essere insula e l’internazionalità che caratterizza l’arte contemporanea più di altre discipline, il Riso è il risultato di una forte volontà presente in seno all’Assessorato ai Beni culturali della Regione Sicilia. Oggi il Riso è gestito da un gruppo di lavoro eterogeneo, in cui sono affiancate esperienze e professionalità diverse, e sta sperimentando un nuovo modello di museo: non chiuso entro le proprie mura, costruito intorno alle proprie collezioni, ma aperto al territorio, voglioso di condividere progetti, nati anche fuori dalla propria sede ufficiale, che servano a fare da rete, a definire un sistema regionale in cui i diversi soggetti si riconoscano tra loro e si valorizzino in quanto sistema e progetto regionale.
La scelta degli artisti è circoscritta all’orizzonte nazionale o sarà aperta all’Europa?
QUAGLIA: In questa logica le scelte sono regionali quando, ad esempio, il Museo propone, come ha fatto, un progetto intitolato “Sportello per l’arte contemporanea in Sicilia”, promuovendo la giovane creatività siciliana e invitando nell’isola curatori internazionali; sono nazionali quando sperimenta modelli di attività didattiche che coinvolgono cittadini e giovani, permettendo loro di conoscere l’arte contemporanea e di comprenderne le caratteristiche, o quando invita artisti come Tobia Ercolino a progettare nuovi spazi nell’Atelier di Castel di Tusa; sono internazionali quando fa in modo che artisti internazionali espongano o progettino in Sicilia, o quando permette di restaurare il Cretto di Burri, esempio unico al mondo di Land Art – cioè arte ispirata al territorio –, patrimonio artistico regionale ma anche mondiale.


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