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LIBRI
tratto dal n. 04 - 2002

Il Papa, gli eretici e l’Inghilterra


Un romanzo storico che sale in vetta alle classifiche di vendita e una curiosa scoperta: l’alleanza tra Innocenzo XI e l’eretico Guglielmo d’Orange. Parlano gli autori


di Davide Malacaria


Innocenzo XI

Innocenzo XI

I mprimatur è un romanzo storico scritto a quattro mani. Autori due giornalisti italiani, Rita Monaldi e Francesco Sorti che vivono a Vienna e sono ambedue laureati in lettere. Atto Melani, il protagonista del libro, è stato l’argomento della tesi svolta da Sorti. Li abbiamo contattati, spinti dalla curiosità, dopo aver letto, in appendice al volume, le fonti storiche che rivelerebbero la segreta alleanza tra gli eretici Orange e il papato. Anche se non usuale, rispettiamo la volontà degli autori di parlare ad una sola voce.

Come è nata l’idea di fare questo romanzo?
RITA MONALDI e FRANCESCO SORTI: L’idea è nata nell’ambito della nostra attività giornalistica, nel registrare i tanti torti di oggi di fronte ai quali si rimane impotenti… È stato un modo per tentare di riparare almeno ai torti del passato. Il nostro libro, infatti, è dedicato “ai vinti”, perché la storia la fanno i vincitori.
Vi riferite alla storia di Innocenzo XI?
MONALDI e SORTI: Veramente questo è venuto dopo, in corso d’opera. L’idea è nata rileggendo in chiave diversa le vicissitudini storiche di Nicolas Fouquet e di Atto Melani, personaggi che il nostro romanzo, con tutti i limiti del caso, vuol tentare di riabilitare. Nel caso del Melani poi, si trattava di far uscire dall’oblio un personaggio relegato a questa condizione dalla storiografia ufficiale.
Veniamo ai documenti inediti su Innocenzo XI…
MONALDI e SORTI: La causa di beatificazione di questo Papa inizia dopo la sua morte, poi si blocca per secoli, fino a quando, nel 1956, viene finalmente beatificato. A bloccare per lungo tempo questa causa sono state, tra l’altro, proprio le voci che vedevano in lui uno dei finanziatori, se non il principale finanziatore, del golpe che nel 1688 ha portato al potere gli Orange e ha consegnato agli eretici l’Inghilterra. Nelle nostre ricerche storiche abbiamo rintracciato documenti inediti che provano questo legame che si è sempre voluto negare. D’altronde è comprensibile: per la Chiesa riconoscere che un Papa aveva finanziato degli eretici contro i cattolici Stuart… Né d’altro canto questo legame poteva far piacere agli inglesi, che vedono in Guglielmo d’Orange una sorta di padre della patria.
E quali sarebbero questi documenti originali?
MONALDI e SORTI: Anzitutto i libri mastri della casa Odescalchi, la famiglia di Innocenzo XI, che svolgeva attività bancaria. In questi libri sono annotate tutte le transazioni finanziarie effettuate. Leggendoli con attenzione abbiamo notato che ingenti somme sono andate a finire, tramite vari intermediari, come i veneziani Cernezzi e Rezzonico, nelle casse degli Orange. Inoltre abbiamo rintracciato anche la documentazione cifrata che riguarda la vicenda del principato degli Orange. In estrema sintesi, alla morte di Innocenzo XI, quando ormai gli Orange sono padroni della lontana Inghilterra, questo principato chiede al papato di passare sotto la giurisdizione pontificia e ciò proprio per porre fine al pesante drenaggio fiscale che su quella popolazione si stava effettuando per ripianare i debiti contratti dagli Orange con il Papa precedente. Offerta che ovviamente il successore di Innocenzo XI, Alessandro VIII, respinge perché troppo imbarazzante. Tra l’altro siamo rimasti molto sorpresi nello scoprire che il principato degli Orange era a ridosso dei possedimenti pontifici di Avignone, anzi questi ultimi erano una specie di enclave al suo interno.
Ma voi spiegate nel libro che il Papa aveva posto fine al suo lavoro di banchiere, lasciando l’attività al fratello Carlo. Quindi poteva non essere al corrente di questi presunti prestiti.
MONALDI e SORTI: Nel suo testamento Innocenzo XI annota che l’attività è sempre rimasta indivisa con il fratello, è un bene comune.
Nel romanzo avete riportato che l’ipotesi di questi prestiti circolava già all’indomani della morte del Papa, eppure il processo di beatificazione è andato avanti. Insomma la circostanza è stata smentita.
MONALDI e SORTI: Questa tesi è stata molto dibattuta nei secoli e ha trovato smentite. Chi ha modo di leggere le pagine in appendice al nostro libro capirà che tali smentite non sono poi così convincenti. In ogni caso i documenti che abbiamo trovato non sono mai stati esaminati nel corso del processo di beatificazione.
Avete sottoposto la vostra scoperta a degli storici?
MONALDI e SORTI: Sì, ma ancora non abbiamo avuto risposte. Comunque teniamo a dire che il nostro libro è e resta un romanzo. Se avessimo voluto scrivere di storia avremmo scritto un saggio. Nel nostro lavoro ci siamo imbattuti in questa documentazione: agli storici il compito di fare chiarezza. Teniamo a specificare anche che Imprimatur non vuole assolutamente avere una valenza anticlericale o anticattolica. Riteniamo che la Chiesa sa fare i conti con il suo passato: se ciò che abbiamo trovato corrisponde al vero, non resterà nascosto.
Il principe polacco Jan Sobieski libera Vienna assediata dai turchi, dipinto conservato in Vaticano

Il principe polacco Jan Sobieski libera Vienna assediata dai turchi, dipinto conservato in Vaticano




BOX
Tutto ebbe inizio
quell’11 settembre 1683...

La peste, la guerra e gli strani intrighi di un Papa, che per tutti è un santo, ma è tanto accecato dall’odio verso la Francia che, pur di contrastarla, stringe accordi con gli eretici di tutte le risme. Imprimatur di Rita Monaldi e Francesco Sorti è un romanzo storico che, dopo il successo conseguito in tutta Europa, sta ora puntando al vertice delle classifiche di vendita italiane.
Tutto ha inizio l’11 settembre 1683, vigilia della decisiva battaglia di Vienna, assediata dalle armate dei turchi, quando scoppia un presunto focolaio di peste all’osteria del Donzello a Roma. Scatta la quarantena per gli ospiti del locale. Tra questi c’è l’eunuco Atto Melani – abate e cantore, ma soprattutto spia per conto del re cristianissimo di Francia – inviato a Roma sulle tracce dell’ex sovrintendente di Francia, Nicolas Fouquet, creduto morto nel carcere di Pinerolo (dove era stato rinchiuso dallo stesso re, su ispirazione del successore di Fouquet, Jean Baptiste Colbert), invece vivo e vegeto in Italia. Fouquet aveva segretamente barattato la sua libertà in cambio del secretum morbi, ovvero il segreto per diffondere la peste, che il re francese vuole utilizzare a scopi militari, ma aveva tenuto per sé un altro segreto, quello della guarigione dalla stessa, rivelato agli avversari del re di Francia. Sulle tracce di questo mistero, Melani, che si avvale dell’aiuto del garzone della locanda, si imbatterà in altri misteri muovendosi tra le stanze della locanda, ma soprattutto attraverso i cunicoli sotterranei che, da sotto la locanda, attraversano Roma. È attraverso le loro investigazioni segrete che i due verranno a conoscenza di un tentativo di assassinare il Papa, vecchio e malato, ad opera di un personaggio che vuole vendicare con ciò la sparizione della sua serva, rapita da un commerciante di schiavi con il tacito consenso del Papa, e soprattutto vuole scatenare la catastrofe: morto il Papa i turchi devasteranno l’Europa, catarsi per la cristianità ormai ricolma di peccati.
Suggestivo lo sfondo storico in cui si colloca il romanzo, sia per le descrizioni della Roma del Seicento, dei suoi usi e costumi, sia per i segreti intrecci storico-politici che, pur se improbabili, suscitano curiosità. Scenari che vedono la Francia segretamente alleata con i turchi per rompere l’accerchiamento soffocante in cui è stata messa dall’imperatore e dal Papa, quest’ultimo impegnato allo stremo, anche finanziariamente, nella difesa della cristianità occidentale minacciata a Vienna, pronto ad appoggiare tutte le forze che possono mettere in difficoltà l’odiato re di Francia, eretici compresi, siano essi i giansenisti, sia Guglielmo d’Orange, protagonista della “gloriosa rivoluzione” del 1688 che lo porta sul trono inglese al posto dei cattolici Stuart. Proprio la presunta “rivelazione” della segreta alleanza tra il Papa e gli Orange rappresenta la sorpresa del libro: in appendice gli autori citano ampiamente documenti inediti, provenienti da vari archivi, che proverebbero questa strana alleanza.
Agli storici il compito di verificare la fondatezza e la portata dei documenti rivelati dagli autori di Imprimatur.


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