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INTERPARLAMENTARE
tratto dal n. 11 - 2003

Il ruolo dell’Unione interparlamentare nell’attuale scenario geopolitico

Per un mondo multilaterale


Sergio Páez Verdugo, cileno, presidente dell’Unione interparlamentare dal 2002, spiega le peculiarità e l’utilità di questa assemblea, che consente a politici di nazioni diverse di incontrarsi al di là delle contingenze storiche, come, ad esempio, un conflitto tra due Paesi aderenti. Uno dei pochi luoghi dove palestinesi e israeliani non hanno mai smesso di parlarsi. Intervista


di Davide Malacaria


L’Unione interparlamentare (Uip) nasce nel 1889, da un’intuizione di due parlamentari, il francese Frédéric Passy e il britannico Randal Cremer, con lo scopo di creare un luogo d’incontro e di lavoro comune per i membri dei Parlamenti di nazioni diverse. Lo scopo dell’Uip è definito dal primo articolo dello Statuto: aprire vie di pace e di cooperazione tra i popoli, e favorire l’affermazione delle istituzioni rappresentative nei vari Paesi del mondo. Uno scopo alto, che viene perseguito attraverso il dialogo costante tra i gruppi parlamentari dei diversi Stati aderenti e le riunioni plenarie dell’istituzione. Un’attività che non ha una grande pubblicità, ma che risulta egualmente preziosa, perché, tra l’altro, consente a politici di nazioni diverse di incontrarsi e dialogare al di là delle contingenze storiche, come ad esempio un conflitto tra due Paesi aderenti. A spiegare le finalità dell’organizzazione, e i suoi attuali ambiti d’azione, è il presidente della stessa, Sergio Páez Verdugo. Páez Verdugo, 72 anni, eletto senatore nelle file della Democrazia cristiana cilena, ha visto da vicino la soppressione della rappresentanza parlamentare. Sotto la dittatura di Augusto Pinochet è stato coordinatore dell’Assemblea internazionale per la democrazia in Cile, che riuniva parlamentari di diversi Paesi del mondo associati nella solidarietà al popolo cileno. Nel 1988, nel corso del referendum indetto da Pinochet per chiedere il prolungamento del suo mandato fino al 1997, diresse, nel sud del Cile, la campagna per il "no". Un referendum che, dopo la vittoria delle opposizioni al regime, ha posto le basi per la disfatta elettorale di Pinochet e l’apertura del processo di transizione alla democrazia. Senatore del Parlamento cileno, Páez Verdugo, nel settembre del 2002 è stato eletto presidente dell’Unione interparlamentare. A lui chiediamo dell’Uip e del ruolo che questa svolge nelle complicate vicende internazionali.
L’incontro tra i parlamentari israeliani e palestinesi presso La Casa dei Parlamenti, la sede dell’Unione interparlamentare (Uip), a Ginevra il 17 luglio 2003

L’incontro tra i parlamentari israeliani e palestinesi presso La Casa dei Parlamenti, la sede dell’Unione interparlamentare (Uip), a Ginevra il 17 luglio 2003


Qual è la funzione dell’Unione interparlamentare?
SERGIO PÁEZ VERDUGO: L’Unione interparlamentare è nata nel 1889, più di un secolo fa, allo scopo di favorire la pace tra i popoli e rafforzare e diffondere nel mondo le istituzioni democratiche, in particolare la rappresentanza parlamentare. Attualmente aderiscono all’Unione 138 Parlamenti nazionali, che hanno una loro rappresentanza stabile attraverso i gruppi nazionali, formati da parlamentari provenienti da partiti al governo e all’opposizione. Oltre a questi, aderiscono all’Uip, in qualità di membri associati, il Parlamento europeo, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, il Parlamento andino, il Parlamento centroamericano e il Parlamento latinoamericano. L’Uip è un luogo di dialogo e di incontro di personalità politiche provenienti dai diversi Paesi del mondo, un luogo in cui si tentano vie di pace e di sviluppo delle istituzioni democratiche. I lavori dell’Unione interparlamentare si concretizzano in raccomandazioni che vengono presentate ai vari Parlamenti nazionali affinché ne tengano conto nella loro attività legislativa. Ma questa è solo una parte dell’attività svolta dall’Uip.
Quali altre attività svolge l’Uip?
PÁEZ VERDUGO: L’attività dell’Uip si dispiega in diversi ambiti, come ad esempio l’assistenza tecnica che fornisce a diversi Parlamenti "giovani", di recente istituzione, ad esempio Timor Orientale, o a Paesi che hanno attraversato gli orrori della guerra, come ausilio al rafforzamento delle istituzioni democratiche. Tale assistenza si svolge soprattutto nei riguardi dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo, favorendo in tal modo il progresso economico-sociale degli stessi. Inoltre nell’ambito dell’Uip, da circa 25 anni, opera un Comitato per i diritti dell’uomo che vigila sulle violazioni dei diritti dei parlamentari, violazioni che vanno dalle revoche illegali del mandato fino all’eliminazione fisica. L’Uip, inoltre, è molto impegnata per favorire la partecipazione delle donne alla vita politica. Le dirò anche che l’Uip ha un Comitato per le questioni sul Medio Oriente che riunisce regolarmente parlamentari della Knesset israeliana e del Consiglio legislativo palestinese. Infine, tra le varie iniziative intraprese negli ultimi tempi, vorrei segnalare la nostra presa di posizione contro la lapidazione, come nel caso di Amina Lawal in Nigeria. Ma, oltre alle attività legate alle contingenze del momento, l’Uip affronta problemi a lungo termine. Per fare solo un esempio, la prossima riunione dell’Uip, che si terrà a Ginevra, avrà a tema il Wto, l’Organizzazione che presiede al commercio internazionale, per sensibilizzare questo organismo, così importante nell’era della cosiddetta globalizzazione dell’economia, affinché nelle sue decisioni tenga in debito conto le preoccupazioni e le reali necessità dei popoli.
Sergio Páez Verdugo, presidente dell’Unione interparlamentare, con il vicepresidente del Parlamento europeo Renzo Imbeni, in occasione della riunione del 20 febbraio 2003 in cui la Uip ha sollecitato il Parlamento e il governo iracheni a cooperare con il Consiglio di sicurezza dell’Onu e a conformarsi alle direttive della risoluzione 1441

Sergio Páez Verdugo, presidente dell’Unione interparlamentare, con il vicepresidente del Parlamento europeo Renzo Imbeni, in occasione della riunione del 20 febbraio 2003 in cui la Uip ha sollecitato il Parlamento e il governo iracheni a cooperare con il Consiglio di sicurezza dell’Onu e a conformarsi alle direttive della risoluzione 1441

Eppure c’è chi ritiene che l’Uip sia ormai obsoleta e senza peso specifico nelle vicende del mondo.
PÁEZ VERDUGO: Quello che ho detto in precedenza dimostra che questa opinione è priva di fondamento. Ma è anche vero che la nostra organizzazione, come dicevo, ha più di cento anni e, come tutte le istituzioni, anche essa deve riformarsi per adattarsi ai cambiamenti che avvengono nel mondo. Ciò è tanto più vero in un’epoca in cui tali cambiamenti si susseguono in maniera rapida, come avviene attualmente. Questa preoccupazione mi è stata chiara fin dall’inizio, tanto che, al momento della mia candidatura a presidente dell’Uip, ho voluto inserire nel mio programma la riforma di questa istituzione. In breve, ritengo che l’Uip, per avere un ruolo più incisivo sulla scena mondiale, debba assumere una dimensione più politica. Tale prospettiva non è affatto uno snaturamento dell’Uip, ma anzi mira a rendere questa istituzione più aderente alla sua vera natura: l’Uip è formata da politici di tutto il mondo, quindi è un organismo politico, anzi, è la più antica organizzazione internazionale a livello politico… E come tale deve muoversi sulla scena mondiale. Nel corso del mio mandato ho incontrato diversi rappresentanti istituzionali dei Parlamenti degli Stati che aderiscono alla nostra organizzazione, per farli partecipi di questo progetto e sensibilizzarli su questa riforma.
Nel corso del suo mandato qualcosa è cambiato in tal senso?
PÁEZ VERDUGO: Sì. Per fare un solo esempio, prima e durante il conflitto in Iraq, la nostra organizzazione ha preso una posizione molto forte per condannare l’intervento armato. L’Uip ha espresso la sua contrarietà ad un’azione condotta al di fuori del consesso dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Questo perché l’Uip, in ambito internazionale, condanna l’unilateralismo e promuove il multilateralismo, e perché non può accettare la marginalizzazione dell’Onu nell’ambito delle controversie internazionali.
Negli ultimi anni il ruolo dell’Onu sembra aver subito un ridimensionamento. Qual è la posizione dell’Uip nei riguardi di questa istituzione?
PÁEZ VERDUGO: Crediamo che l’Onu debba continuare ad essere l’organismo centrale per la risoluzione delle controversie internazionali. A questo riguardo l’Uip opera affinché tale organizzazione torni alla sua centralità e si rafforzi. I rapporti tra Uip e Onu sono molto stretti e proficui. Credo che sia un grande risultato il fatto che l’Onu abbia accolto l’Unione interparlamentare tra i suoi osservatori ed abbia dato alla stessa il privilegio di poter far circolare i propri documenti all’interno dell’Assemblea generale.
Una manifestazione contro la costruzione del muro di separazione tra Israele e i territori palestinesi

Una manifestazione contro la costruzione del muro di separazione tra Israele e i territori palestinesi

I rappresentanti degli Stati Uniti partecipano ai lavori dell’Uip?
PÁEZ VERDUGO: In questo momento no, perché è stata decisa una sospensione amministrativa nei confronti di questo Paese, come, del resto, è avvenuto anche per altri Stati membri. Nel caso degli Stati Uniti si è trattato di un atto dovuto, in quanto, per anni, gli Usa non hanno pagato le quote che ogni Paese membro è tenuto a versare per le necessità dell’Uip. Ma ciò non vuol dire che intendiamo privare gli Stati Uniti della possibilità di partecipare ai lavori dell’Unione interparlamentare, anzi. In realtà auspichiamo che possano presto tornare a partecipare e a confrontarsi con gli altri membri dell’Uip. Sarebbe molto importante per tutti.
Prima accennava al dialogo, nell’ambito dell’Uip, tra palestinesi e israeliani…
PÁEZ VERDUGO: Sì, anche se la questione del conflitto in Medio Oriente è talmente drammatica che non abbiamo certo la pretesa di risolverla da soli. In ogni caso l’Uip non può non tentare di affiancare tutte quelle forze che concorrono a realizzare il processo di pace tra arabi e israeliani. Come dicevo, i parlamentari israeliani e palestinesi si ritrovano frequentemente nell’ambito del nostro Comitato per le questioni sul Medio Oriente. Il 17 luglio si sono incontrati a Ginevra, nella nostra sede, La Casa dei Parlamenti, e hanno deciso di costituire un gruppo di lavoro, che comprende parlamentari della Knesset e del Consiglio legislativo palestinese, incaricato di favorire la riconciliazione tra le parti.


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