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UCRAINA
tratto dal n. 11 - 2003

DA VESCOVO “SUB SECRETO” A CARDINALE

Il pupillo di Slipyj



di Gianni Valente


Il cardinale Lubomyr Husar

Il cardinale Lubomyr Husar

Il curriculum vitae del cardinale Husar rispecchia in se stesso l’attuale profilo della Chiesa cattolica ucraina di rito orientale, tra attaccamento alle proprie tradizioni e capacità di muoversi con scaltrezza nell’orizzonte cosmopolita della globalizzazione. Nasce nel 1933 a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, ma a soli 11 anni, nel 1944, la famiglia fugge dall’Ucraina sconvolta dalla guerra, prima che l’esercito sovietico prevalga sui nazisti. La prima formazione del giovane Lubomyr avviene all’interno dell’influente diaspora greco-cattolica ucraina negli Stati Uniti. Studia alla Catholic University di Washington e alla Fordham University di New York. Ordinato sacerdote nel 1958, per l’eparchia di Stamford degli Ucraini, nel Connecticut, insegna nel locale seminario di San Basilio e dal ’66 diventa parroco a Kerhonkson. Nel ’69 si trasferisce a Roma. Nel ’72 consegue il dottorato in Ecclesiologia alla Pontificia Università Urbaniana con una tesi sull’ecumenismo dell’arcivescovo Andreas Szeptyckyj. Nel ’73 si fa monaco entrando nella comunità degli Studiti e diventando, nel ’74, superiore del monastero Stoudion di Grottaferrata. Dal ’63, reduce da diciotto anni passati nei campi di prigionia, è in esilio a Roma il cardinale Josyf Slipyj, leggendario capo degli ucraini greco-cattolici, che diviene il suo mentore, e il 2 aprile 1977 lo consacra vescovo nella cappella del monastero studita, insieme al suo segretario Ivan Choma. Un gesto in cui l’irruente Slipyj intende anche affermare le sue prerogative di capo della propria Chiesa. Ma le due ordinazioni episcopali non vengono ufficialmente riconosciute dal Papa, e anche il Sinodo della Chiesa greco-cattolica sceglie prudenzialmente di non rivelarle ai fedeli. Nel ’78 Husar viene nominato archimandrita dei monaci studiti d’Europa e d’America. Nel suo lungo periodo romano diventa anche vicario generale del cardinale Myroslav Lubachivsky, successore di Slipyj. Nel ’93, insieme ai suoi compagni della comunità monastica studita di Grottaferrata, fa ritorno in patria. Ma solo a diciotto anni dalla consacrazione la sua nomina episcopale diviene di pubblico dominio, quando nel 1995 il Sinodo dei vescovi ucraini lo nomina a capo del neoeretto esarcato arcivescovile di Kiev. Dal ’96, col peggiorare delle condizioni di salute del cardinal Lubachivsky, viene nominato ausiliare dell’arcivescovo maggiore nella sede di Leopoli, con deleghe speciali nel governo pastorale dell’arcidiocesi. Scomparso Lubachivsky, il 25 gennaio 2001 il Sinodo greco-cattolico lo elegge arcivescovo maggiore di Leopoli degli ucraini. Il 26 gennaio il Papa conferma la nomina e pochi giorni dopo rivela una seconda lista di cardinali chiamati a ricevere la porpora nel già annunciato Concistoro del 21 febbraio 2001, in cui compare anche il nome di Husar.
G. V.


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