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LETTURE
tratto dal n. 03 - 2002

Cristo è l’inizio della fine del mondo



di Luigi Giussani


Cristo nell’apertura dei primi quattro sigilli raffigurata a destra del catino 
dell’abside principale

Cristo nell’apertura dei primi quattro sigilli raffigurata a destra del catino dell’abside principale

Vi ringrazio perché mi date la possibilità di sottolineare, di ridire, di ripetere, di riprendere la responsabilità che ho e che il Mistero stesso sempre dà di fronte a una cosa, questa: che Cristo è un’altra cosa da tutto e così pone la differenza che non si direbbe possibile.
Cristo è la novità del mondo, è l’inizio della fine del mondo, è il dimostrarsi, il mostrarsi, la dimostrazione di una faccia, del perché supremo, di una forza vittoriosa sul mondo.

Quando penso che un uomo, un giovane, un individuo, non può sposare una donna se non per amore di Cristo – mi pare di avere già detto questa frase: se non per l’amore di Cristo –, quando si dice questo, si sente tutta l’immensità – immensità vuol dire non commensurabile –, l’incommensurabilità di un punto di vista, che è “il” punto di vista, ma anche il punto di rinascita, di nascita della rinascita.

Non possiamo essere amici, non possiamo essere amici se non per questo, se non per Cristo, al quale dobbiamo – questo si comprende – innanzitutto confidare ciò che siamo, ciò che le nostre cose sono, ciò che le nostre cose non sono.
Aiutiamoci ad alzarci al mattino senza che nulla ci definisca più grandemente di quanto ci definisce l’occhio di Cristo.

(editoriale di Tracce, marzo 2002)


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