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CINA
tratto dal n. 12 - 2009

Lettera alla diocesi di Baoding



del cardinale Ivan Dias


Città del Vaticano, 29 giugno 2008

Eccellentissimi
Monsignor Giacomo Su Zhimin
Monsignor Francesco An Shuxin
Reverendissimi sacerdoti e religiose carissimi fedeli tutti

Dal cuore del cristianesimo, a Roma, Vi mando un cordiale saluto. Con fraterno affetto saluto i vescovi Giacomo Su Zhimin e Francesco An Shuxin a cui è stata affidata la cura pastorale di codesta diletta diocesi.
Voglio ringraziare insieme a voi il Signore per avervi accompagnato durante un periodo molto difficile, quando la barca della vostra fede si è trovata nelle acque burrascose di persecuzione, portando in prigione perfino colui che era al suo timone, il carissimo vescovo Su Zhimin, il quale si trova sempre ristretto nell’esercizio dei suoi poteri episcopali a vantaggio dei suoi fedeli.
Si può comprendere che la tempesta che avete attraversato per un periodo così prolungato abbia provocato qualche trauma nelle coscienze e nelle strutture diocesane di Baoding. Abbiamo saputo che circolano equivoci, atteggiamenti di chiusura, accuse e rimproveri reciproci che causano molta sofferenza per tutti voi, e profondo dolore al Santo Padre.
Come voi sapete, esattamente un anno fa, nella Solennità di Pentecoste, Sua Santità il Papa Benedetto XVI ha indirizzato una Lettera ai cattolici nella Cina Continentale che è stata accolta con calore dalla Chiesa in Cina e in tutta la Chiesa Universale. Con vera gioia abbiamo saputo che le diocesi in Cina si sono messe a studiare e far conoscere la Lettera del Papa. In molte diocesi, anche in quelle prive di un vescovo, lo studio della Lettera sta portando molti frutti: le comunità prima divise iniziano a riconciliarsi, procedendo sul cammino della comunione ecclesiale.
Per confortarvi nel cammino della riconciliazione, tanto desiderato dal Santo Padre, vorrei ricordarvi alcuni principi che il Papa ha riproposto nella sua Lettera affinché il Corpo di Cristo, che ha già sofferto tanto in Cina, non si laceri ancor di più.
Dopo aver ricordato la «natura della Chiesa» e la sua «struttura» così voluta dal suo Fondatore, il Papa cita la preghiera che Gesù ha fatto al Padre prima della Sua passione: «che tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me ed io sono in te, siano anch’essi una sola cosa in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato...» (Gv 17, 21 ss). È proprio quello che confessiamo quando recitiamo il Credo, professando che la Chiesa è «Una, Santa, Cattolica ed Apostolica».
Partendo da tale premessa, il Santo Padre afferma che la comunione e l’unità della Chiesa sono elementi essenziali ed integrali della Chiesa cattolica (n. 8, § 3).
Nel vostro caso, avete la fortuna di avere come Vescovi legittimi monsignor Giacomo Su Zhimin – benché impedito, perché ancora in detenzione – e il suo coadiutore Francesco An Shuxin. Perciò tutti voi, senza eccezioni, avete il dovere, non solo di riconoscerli come vescovi legittimi della Diocesi di Baoding, ma anche di sostenerli con tutte le vostre capacità, spirituali e materiali, soprattutto nelle attuali circostanze così difficili e delicate per la loro missione di pastori. Il tradizionale orientamento pastorale “nihil sine episcopo”, riproposto dal Papa nella sua Lettera, mantiene tutto il suo valore (n. 10, § 9).
Con la presente voglio assicurarvi che papa Benedetto XVI e la Santa Sede sono ben informati di tutto quello che ha fatto il vescovo Francesco An Shuxin dopo il suo rilascio dalla prigionia. È noto come egli ha testimoniato la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa con più di dieci anni di prigione, e si è sempre mosso con intenzione retta e buona volontà, puntando al bene della Chiesa. Tutti devono sapere che lo stimato vescovo gode del favore e della fiducia totale della Santa Sede. Perciò nessuno può permettersi di sospettare della sua sincerità, o di opporsi alla sua autorità, diffondendo giudizi sconsiderati che turbano i fedeli. Questo, oltre a provocare grande piacere tra i nemici della Chiesa, rappresenta una mancanza grave di carità davanti a Dio e alla Chiesa.
In questo contesto, Vi lasciatevi ispirare da queste parole del Papa: «Sarà bene che vescovi e presbiteri, con vero cuore di pastori, si adoperino in tutti i modi per non dare adito a situazioni di scandalo, cogliendo le occasioni per formare la coscienza dei fedeli, con particolare attenzione ai più deboli: il tutto sarà vissuto nella comunione e nella comprensione fraterna, evitando giudizi e condanne reciproche. Anche in questo caso si deve tener presente che, specialmente in assenza di un vero spazio di libertà, per valutare la moralità di un atto, occorre conoscere con particolare cura le reali intenzioni della persona interessata, oltre alla mancanza oggettiva. Ogni caso dovrà essere, quindi, vagliato singolarmente, tenendo conto delle circostanze» ( n. 7, §10).
Per tutto ciò il Papa si augura che, anche nei casi in cui una decisione del legittimo vescovo non incontri il consenso di tutti i sacerdoti e i fedeli, tuttavia essa venga accolta, anche se con sofferenza, e che si mantenga l’unità della comunità diocesana con i propri pastori (n. 7, § 9).
«La storia della Chiesa insegna – ci ricorda il Papa – che non si esprime un’autentica comunione senza un travagliato sforzo di riconciliazione. Infatti la purificazione della memoria, il perdono di chi ha fatto del male, la dimenticanza dei torti subiti e la rappacificazione dei cuori nell’amore, da realizzare nel nome di Gesù crocifisso e risorto, possono esigere il superamento di posizioni o visioni personali, nate da esperienze dolorose o difficili, ma sono passi urgenti da compiere per accrescere e manifestare i legami di comunione tra i fedeli e i Pastori della Chiesa in Cina» (n. 6, § 4).
Quanto sono vere, ancora una volta, le parole del Papa, quando ripete che «una vera soluzione di molti problemi ha la sua radice nella promozione della comunione, che attinge vigore e slancio, come da fonte, da Cristo, icona dell’amore del Padre. La carità, che è sempre al di sopra di tutto (cfr. 1Cor 13, 1-12), sarà la forza ed il criterio nel lavoro pastorale per la costruzione di una comunità ecclesiale, che renda presente il Cristo Risorto all’uomo di oggi»(n. 10, §10).
217;amore e di pace. Ubbidendo così il comandamento d’amore del Nostro Signore Gesù preparerete l’avvento della Pasqua gloriosa della vostra comunità ecclesiale, dopo il lungo e sofferto Venerdì Santo che avete attraversato eroicamente con la grazia di Dio onnipotente e misericordioso.
Mi raccomando alle vostre preghiere, e vi partecipo l’affettuosa Benedizione Apostolica di Sua Santità il Papa Benedetto XVI.
Con cordiali e fraterni saluti In Corde Mariae.


Ivan Cardinale Dias
Prefetto


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