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TERESA DI LISIEUX
tratto dal n. 01 - 2004

La vita dei genitori di Teresa di Lisieux

La vita in famiglia, “una terra santa”



di Giovanni Ricciardi


Pergamena con i ricordi della famiglia Martin

Pergamena con i ricordi della famiglia Martin

«Per tutta la mia vita è piaciuto a Dio circondarmi d’amore, i primi ricordi sono sorrisi e carezze tenerissime»: il ritratto più vivo dei genitori di santa Teresa di Gesù Bambino è tracciato da Teresa stessa nelle prime pagine della Storia di un’anima, dove si descrive la dolcezza e la gioia della sua vita familiare, che ella definisce «una terra santa».
Il padre di Teresa, Luigi Martin, nasce a Bordeaux nel 1823. Figlio di un ufficiale dell’esercito napoleonico, dopo la Restaurazione preferisce non seguire la carriera militare e si dedica alla professione di orologiaio. È un uomo di discreta cultura, affabile, dai tratti raffinati. Ama la pesca e la vita tranquilla della campagna francese. A vent’anni sente l’attrattiva per la vocazione monastica e nel 1845 bussa alle porte del monastero di San Bernardo, in Svizzera, ma l’abate non lo accetta tra i novizi perché non provvisto di una formazione classica. Luigi torna a casa, inizia a studiare il latino, ma presto, scoraggiato dalla difficoltà dell’impresa, abbandona il progetto e riprende la sua professione.
La madre, Zelia Guerin, nasce ad Alençon nel 1831, in una famiglia che aveva conosciuto le persecuzioni dei giacobini e conservato negli anni della Rivoluzione francese una profonda fede cattolica. Anche lei concepisce in gioventù il desiderio di abbracciare la vita consacrata e chiede di essere ammessa tra le Figlie della Carità di san Vincenzo de’ Paoli. Ma la superiora respinge la sua domanda: «Non è questa» le dice «la volontà di Dio». Zelia apre allora un laboratorio di merletti, spendendo il tempo libero dal lavoro in opere di carità, soprattutto assistenza ai poveri e ai malati del locale ospedale.
L’incontro e il matrimonio tra i due avviene ad Alençon nel 1858. Dall’unione tra Luigi e Zelia nascono nove figli. Quattro muoiono in tenera età. Le cinque femmine, Maria, Paolina, Leonia, Celina e, ultima, Teresa, entreranno tutte nel Carmelo di Lisieux.
La vita cristiana dei coniugi è segnata dai comuni gesti della tradizione cristiana: messa quotidiana, comunione e confessione frequente, adorazione eucaristica, servizio ai poveri – che i coniugi svolgono all’interno delle Conferenze di San Vincenzo –, aiuto economico alle missioni. Ma sono soprattutto la serenità e la gioia della vita familiare che si rivelano nei ricordi vivissimi di Teresa: «Che potrò dire» scrive Teresa nel suo diario «delle veglie d’inverno, soprattutto di quelle domenicali? Com’era dolce per me, dopo la partita a dama, stare seduta con Celina sulle ginocchia di papà. Con la sua bella voce cantava delle arie che riempivano l’anima di pensieri profondi, oppure, cullandoci dolcemente, diceva delle poesie improntate di verità eterne. Dopo, salivamo per fare la preghiera in comune, e la minuscola regina era sola accanto al suo re: non aveva che da guardarlo per sapere come pregano i santi».
Il clima respirato da Teresa in famiglia forma il suo carattere tenero ed espansivo, ma è spezzato all’improvviso nel 1876 dalla morte della mamma, avvenuta quando la piccola aveva solo quattro anni. Il tumore al seno scoperto a Zelia Guerin non le lascia speranze, e a Lourdes la sua richiesta di grazia non è esaudita.
A Luigi, rimasto vedovo, accadrà di accompagnare al Carmelo tre delle sue cinque figlie, tranne Leonia, che entrerà tra le Suore visitandine, e Celina, che varcherà la soglia del Carmelo solo dopo aver assistito il papà nella dolorosa malattia che lo condurrà in tre anni alla progressiva perdita delle facoltà mentali, fino alla scomparsa, avvenuta nel 1894, tre anni prima della morte di Teresa.



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