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SAN TIMOTEO
tratto dal n. 04/05 - 2001

La cattedrale di Termoli

La statua di San Timoteo e il ciclo di raffigurazioni sul portale




A lato del portale della cattedrale di Termoli, dedicata a Maria Santissima della Purificazione, si vede oggi, sulla sinistra, la statua raffigurante san Basso, il patrono della città. Altre tre statue (le due a destra, un’altra ancora a sinistra) sono cadute. La prima a destra, simmetrica a quella di San Basso, era però al suo posto, quasi intera, fino al 1948, quando, secondo le testimonianze di alcuni anziani, cadde; e, purtroppo, i suoi frammenti scomparvero. Oggi la si conosce, dunque, solo attraverso le fotografie, in particolare quelle risalenti agli anni Trenta e conservate presso il Gabinetto fotografico nazionale.
Generalmente questa figura è stata interpretata come San Sebastiano, ma si tratta di un giudizio sicuramente da rivedere. È infatti molto più pertinente, sia alla nuova luce della storia della cattedrale e delle reliquie, sia in considerazione dei caratteri iconografici, l’interpretazione di questa figura con San Timoteo, discepolo di san Paolo, naturalmente immaginato e raffigurato (come era logico dalla conoscenza che se ne poteva avere dalle lettere di Paolo) non come vescovo di Efeso ma come giovane apostolo. Questa interpretazione è suggerita dagli abiti che la figura veste, che presentano un panneggio trattato plasticamente con richiami classici (lunga tunica, grossa cintura nella vita, ampio mantello avvolto sulla spalla destra e raccolto sul braccio sinistro); e anche, in particolare, i piedi calzati da sandali, la mano destra benedicente e la sinistra che sorregge un libro rispecchiano l’iconografia degli apostoli. L’ipotesi, formulata da Nicola Di Pietrantonio, l’architetto che cura il restauro della cattedrale, si lega a precisi confronti iconografici e stilistici, in particolare riferiti alla vicina chiesa di San Giovanni in Venere, datata con relativa precisione tra il 1225 e il 1230. Di conseguenza, potrebbero parimenti attribuirsi ad un ciclo narrativo incentrato su Timoteo e Paolo, complementare a quello principale incentrato sul mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, altre raffigurazioni nell’iconografia della facciata. Ad esempio, le tre figure nimbate rappresentate sul capitello di sinistra della grossa parasta laterale, interpretate quasi univocamente come apostoli e profeti, hanno invece palesi affinità con la statuina sul portale. La figura centrale, che raffigura un anziano con la mano destra benedicente e porta ai piedi sandali della stessa foggia di quelli che si vedono nella statuina perduta, potrebbe raffigurare san Paolo, mentre le altre due i più giovani Timoteo, a sinistra di Paolo, e, alla sua destra, Tito o meglio Sila, con un richiamo alla nota iconografia presente nel mosaico del duomo di Monreale.
Il collegamento tra il programma iconografico rappresentato e San Timoteo porta a riconsiderare anche la datazione della facciata, il cui completamento avvenne sicuramente in tempi successivi anche se ravvicinati, come denuncia la diversa tessitura dei conci di pietra che la compongono. L’inizio della sua costruzione, contrariamente a quanto finora sostenuto soprattutto in base ad alcune iscrizioni leggibili su di essa ma probabilmente non correttamente datate (si tratta dell’indicazione dei committenti che donarono l’opera, originari di Ravello, nell’area amalfitana: una loro colonia risulta insediata a Termoli tra il XII e il XIII secolo), non deve essere ascritta al XII secolo, ma all’inizio del XIII secolo, nel periodo immediatamente successivo all’arrivo a Termoli delle reliquie di Timoteo, un evento di portata tale da giustificare il totale rifacimento della cattedrale sopra quella più antica, i cui resti sono visibili sotto la parte absidale.


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