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LA SANITÀ A ROMA E NEL LAZIO
tratto dal n. 04/05 - 2001

L’ospedale e la sua vivibilità


Parla Roberto Palumbo, preside della facoltà di Architettura B-Valle Giulia dell’Università La Sapienza di Roma


di Davide Malacaria


«Un ospedale non deve per forza essere un luogo triste e grigio», afferma Roberto Palumbo, preside della facoltà di Architettura B-Valle Giulia, che da anni progetta strutture sanitarie. «È un luogo che ha in media un flusso che va dalle cinquemila alle quindicimila persone, tra pazienti, visitatori, medici e operatori sanitari. Persone che dovrebbero trovare in questo ambito tutti i comfort propri degli altri ambiti urbani: una biblioteca, un ristorante, una banca e, perché no, un cinema». Palumbo, tra l’altro, ha lavorato a un progetto di ristrutturazione del Policlinico Umberto I commissionato alla facoltà di Architettura dalla precedente amministrazione sanitaria. Di questo progetto ci parla il responsabile scientifico, Tonino Paris, direttore del dipartimento Itaca (Innovazione tecnologica nell’architettura e nell’ambiente): «L’idea che sottende alla elaborazione di questo progetto è quella di restituire alla città un’area urbana (quella dell’Umberto I) che, al di là della sua funzione sanitaria, oggi le è estranea. Il nostro progetto è incentrato sulla vivibilità dell’ospedale e prevede che gli ambulatori e gli spazi dedicati al day hospital siano situati in modo tale che le persone possano usufruirne senza intralciare il percorso ospedaliero degli acuti o dei malati più gravi. Il piano prevede anche un abbattimento del numero dei posti-letto del Policlinico dagli attuali duemila a un massimo di 1.200. Ma questo non è un problema. Gli ospedali moderni sono strutture dove più che il tempo di degenza è importante la quantità e la qualità degli interventi erogati. Nel caso del Policlinico, piuttosto che rincorrere la quantità dei posti-letto occorrerebbe interrogarsi sul tipo di servizi da erogare: questa struttura ospedaliera possiede personalè medico molto qualificato e una tecnologia molto sofisticata, occorrerebbe sfruttare al massimo questa ricchezza per interventi complessi, deviando i casi più semplici, ad esempio le appendiciti, in strutture meno specializzate».
Il piano di ristrutturazione del Policlinico è ora all’esame di altri interlocutori. Spiega Palumbo: «Non sappiamo come questo progetto sarà accolto dalla nuova amministrazione sanitaria e dalla nuova giunta regionale o, ancora, se i cambiamenti in atto presso la facoltà di Medicina, di cui si prevede la divisione in tre diverse facoltà, potranno conciliarsi con quanto da noi elaborato. Il nostro lavoro è fare i progetti, ad altri spettano le scelte di natura politica ed economica». Conclude Palumbo: «Al di là del progetto specifico, voglio sottolineare che l’ospedale moderno deve avere requisiti di vivibilità che da noi, salvo eccezioni, non sono neanche presi in considerazione. Negli Usa, ad esempio, la catena alberghiera Marriot situa le sue strutture anche nei pressi degli ospedali offrendo un punto di appoggio per i visitatori che vengono da lontano e per i pazienti che necessitano di terapie semplici. Il tutto con un costo molto inferiore al posto-letto ospedaliero». o


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