Home > Archivio > 03 - 2001 > Tempo si disgelo tra Chiesa e Stato
CUBA
tratto dal n. 03 - 2001

CATTOLICI. Segnali di ripresa del dialogo con il governo

Tempo si disgelo tra Chiesa e Stato


A tre anni dalla visita del Papa, i rapporti Stato-vescovi sembravano essersi raffreddati. Complice anche un documento del Partito comunista contro le attività pastorali della Chiesa stigmatizzato a marzo dal cardinale Ortega y Alamino. Oggi, dopo le rassicurazioni dei vertici dell’Avana, è in atto un moderato disgelo


di Gianni Cardinale


Sembra in ripresa il dialogo tra governo e gerarchie cattoliche della Perla dei Caraibi dopo una serie di pesanti denunce dei vertici ecclesiastici cubani.
Ricostruiamo i fatti: il 1� febbraio il bollettino della Radio vaticana ha dato notizia di un editoriale apparso sulla rivista cattolica Palabra Nueva dell’Avana. Titolo: Nel terzo anniversario della visita del Papa a Cuba, il mensile dell’arcidiocesi di San Cristóbal dell’Avana chiede di aprire un dialogo costruttivo con lo Stato. Nell’editoriale si chiedeva al governo di aprire "le porte del dialogo" riaffermando che la "Chiesa non ha alcun interesse ad occuparsi della politica e degli interessi dello Stato castrista, così come gli organismi istituzionali sono chiamati a non occuparsi dell’attività della Chiesa".
Il 1� marzo L’Osservatore Romano ha poi pubblicato una lunga intervista all’arcivescovo di San Cristóbal de La Habana, il cardinale Jaime Lucas Ortega y Alamino. Il porporato cubano, che non ha la fama di essere un estremista, ha usato questa volta parole dure: "A Cuba vi è una realtà dolorosa, non solo per la Chiesa ma per tutto il Paese: l’esodo continuo di cubani, cattolici e non cattolici. Alcuni sono addirittura membri eminenti del Partito, professionisti, docenti universitari. Improvvisamente lasciano il Paese. Le condizioni economiche non sono buone e, inoltre, alla situazione economica si aggiunge un’organizzazione sociale, una concezione dello Stato che impedisce a ciascuno di avere un progetto personale". Il 10 marzo, poi, l’agenzia Ansa ha lanciato in rete un’intervista in cui Ortega y Alamino ha denunciato l’esistenza di un documento interno al Partito comunista cubano in cui si propongono misure per frenare l’estendersi della religiosità ed ostacolare il lavoro pastorale della Chiesa. Il dispaccio Ansa è stato pubblicato il giorno dopo da Avvenire con un titolo forte: L’Avana. Il regime cubano: la Chiesa va frenata (nello stesso quotidiano della Cei il 24 febbraio era apparsa un’ampia intervista al vescovo di Verona, il cappuccino Flavio Roberto Carraro, reduce da una visita nell’isola, i cui contenuti erano molto critici verso il regime castrista, fin dal titolo: Visita a Cuba, rimozione forzata... Carraro: il Partito vuol "cancellare" il viaggio di Wojtyla. Ma il popolo...).
Questa serie di interventi hanno preoccupato i vertici dello Stato cubano. Così, nei giorni immediatamente successivi all’intervista all’Ansa, il cardinale Ortega y Alamino ha incontrato i vertici dell’ufficio degli affari religiosi del regime. Si è trattato di un colloquio chiarificatore, in cui i rappresentanti dell’ufficio hanno precisato che il documento in questione non rappresenta il p_nsiero del governo né quello dei vertici del Partito (in effetti il testo sarebbe stato elaborato non a livello nazionale ma nell’ambito delle sezioni del Pc della provincia dell’Avana); governo e Partito avrebbero invece tutta l’intenzione di continuare a promuovere un dialogo costruttivo. Sembra anche che dopo un lungo periodo di pausa le autorità siano tornate a concedere altri visti per religiose e religiosi stranieri che chiedono di venire a vivere a Cuba (nella citata intervista all’Osservatore Romano, il cardinale Ortega y Alamino aveva ricordato che "nel ’98, dopo la visita del Papa, è stato dato il permesso a circa 40 sacerdoti e religiosi, poi non vi sono stati altri permessi, solo alcuni permessi "straordinari", non abbiamo neanche il permesso di sostituire quei religiosi che si ritirano perché malati e anziani, o i missionari"). Per vedere come evolverà la situazione sarà utile tenere d’occhio due occasioni: a luglio i vescovi cubani saranno ricevuti dal Papa in visita ad limina. A novembre, poi, Fidel Castro potrebbe venire a Roma per il vertice della Fao, nel qual caso è quasi certo che chiederà udienza in Vaticano.


Español English Français Deutsch Português