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CONCISTORO
tratto dal n. 01 - 2001

STATISTICHE. Il Sacro Collegio visto da vicino

Statistiche. Il sacro collegio al microscopio


Quello del 21 febbraio è un Concistoro da record: con i 44 nuovi cardinali il numero delle porpore sale a 184. I cardinali in età per entrare in Conclave diventano 135. Il 92 per cento di loro è stato creato da Giovanni Paolo II. Ma come sono rappresentati oggi i cinque continenti nel Sacro Collegio? Quali sono i Paesi emergenti? Il confronto con gli altri papi del secolo appena concluso


di Gianni Cardinale


Nuovo Concistoro, ennesimo record. Anzi, ennesimi record. Nelle domeniche 21 e 28 gennaio Giovanni Paolo II ha annunciato la creazione di 42 nuovi cardinali e ha rivelato i due in pectore preconizzati nel ’98 (Pujats e Jaworski). Il Concistoro, che si tiene il 21 febbraio, è quindi il più numeroso della storia. Non solo. In quella data i cardinali raggiungono la cifra-primato di 184, di cui 135, un altro primato, al di sotto degli ottanta anni e quindi con diritto di voto in un eventuale conclave. In pratica papa Wojtyla ha abbondantemente derogato al limite di 120 elettori decretato da Montini e da lui stesso confermato. Complessivamente comunque, al di là dell’eccezionalità dei numeriä si è trattato di nomine piuttosto scontate che premiano personalità che ricoprono incarichi tradizionalmente cardinalizi. Con alcune eccezioni che riguardano la Curia, alcune sedi latinoamericane e dell’Europa centrorientale.

21 gennaio. Vincono
gli ispanofoni

Dopo il primo annuncio del 21 gennaio l’attenzione dei mass media si è concentrata sul gran numero di neoporporati latinoamericani, ben 10 su 37, tutti al di sotto degli ottanta anni. Non si è trattato di nomine di per sé sorprendenti: sono state premiate le principali diocesi del subcontinente che in precedenza avevano già avuto un cardinale: Lima in Perù (Cipriani Thorne, 58 anni, il primo cardinale dell’Opus Dei), Bogotá in Colombia (Rubiano Sáenz, 69), Caracas in Venezuela (Velasco García, 72, salesiano), Santiago in Cile (Errázuriz Ossa, 68, dei padri di Schönstatt), Buenos Aires in Argentina (Bergoglio, 65, gesuita), Quito in Ecuador (González Zumárraga, 76) São Paulo e São Salvador da Bahia in Brasile (rispettivamente Hummes, 67, francescano, e Geraldo ajella@ 68). A questi si aggiungono il primo cardinale dell’Honduras (Rodríguez Maradiaga, 59, salesiano) e il curiale argentino Mejía, 78. Il 28 gennaio Giovanni Paolo II ha aggiunto l’undicesimo latinoamericano: il redentorista Terrazas Sandoval, 65, il primo boliviano autoctono a ricevere la porpora (nel ’67 era toccata a Maurer, redentorista anche lui, arcivescovo di Sucre ma nato in Germania). Numericamente il blocco latinoamericano nel Sacro Collegio esce quindi alquanto rafforzato, ma è difficile pensarlo come monolitico...
Senza sorprese le porpore piovute sugli Stati Uniti a McCarrick (71, arcivescovo di Washington) ed Egan (69, arcivescovo di New York), cui si aggiunge l’ultraottantenne Dulles.

28 gennaio. Vincono i tedeschi
Con l’annuncio del 28 gennaio si è registrata, dal punto di vista numerico, la riscossa della Germania che ha visto raddoppiare le sue new entry. Oltre al vescovo curiale Kasper®(68, finora segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani) e al teologo Scheffczyk annunciati sette giorni prima sono arrivate le porpore a Lehmann (65, vescovo di Magonza e per tre mandati presidente della Conferenza episcopale) e a Degenhardt (75, arcivescovo di Paderborn). Con queste nomine sono cinque le diocesi cardinalizie tedesche (le due citate più Berlino, Monaco e Colonia); solo Italia, Stati Uniti e Brasile ne hanno di più (rispettivamente nove, otto e sei). I mass media comunque hanno fatto notare la non omogeneità tra i nuovi porporati teutonici, evidenziando le differenze tra la coppia Kasper-Lehmann, più liberal, e quella Degenhardt-Scheffczyk, più conservatrice.
L’ottavo Concistoro di Giovanni Paolo II aumenta anche il peso dell’Europa centrorientale nel Sacro Collegio. Oltre ai già porporati arcivescovi di Varsavia, Cracovia e Wroclaw e al curiale Deskur, nel Concistoro del 21 febbraio ricevono la berretta gli arcivescovi della lettone Riga, Pujats (71), della lituana Vilnius, Backis (64), i due leader delle comunità cattoliche di Leopoli, Husar (67, monaco studita) per i greco-cattolici e Jaworski (75, di nazionalità polacca) per i latini, e il prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, Grocholewski (62), nativo di Poznan. Più in generale il blocco centroeuropeo conta diciassette porporati “votanti”, contando anche gli statunitensi-polacchi Szoka e Maida e il canadese-sloveno Ambrozic. Tanto che Il Messaggero ha addirittura titolato: Nel nuovo Concistoro rivive la Grande Polonia del ’500. Il blocco europeo centrorientale ha forse una sua omogeneità interna di stampo piuttosto conservatore, anche se non mancano personalità più liberal come Backis (braccio destro del cardinale Silvestrini, quando era “ministro degli Esteri” vaticano).

Gli italiani pesano sempre di meno
Per quanto riguarda l’Europa occidentale l’Italia ottiene sette nuove porpore (il lombardo Re, 67, prefetto della Congregazione per i vescovi – Il primo cardinale camuno, ha titolato il settimanale diocesano di Brescia –; il veneto Cacciavillan& 75, presidente dell’Apsa; il piceno Sebastiani, 70, presidente della Prefettura degli affari economici; il campano Sepe, 58, finora segretario del Grande Giubileo; il sardo Pompedda, 72, presidente della Segnatura apostolica; il veneto-piemontese oletto, 68, arcivescovo di Torino; il campano Tucci, gesuita, ex direttore della Civiltà Cattolica e dall’82 organizzatore dei viaggi papali, che compirà ottanta anni un paio di mesi dopo la creazione il 19 aprile prossimo). L’Italia quindi, anche in questo Concistoro, è il singolo Paese più premiato da porpore. Ma è un primato molto relativo, sembrano ormai tramontati i tempi in cui gran parte del Sacro Collegio aveva come madrelingua l’idioma di Dante. Senza contare poi che anche in questo caso si tratta di personalità ecclesiastiche di diversa sensibilità...
Nel resto dell’Europa occidentale ricevono poi la porpora due portoghesi (Saraiva Martins, 69, claretiano, prefetto della Congregazione delle cause dei santi e Policarpo Cruz, 65, patriarca di Lisbona); il francese Billé (63, arcivescovo di Lione), cui va aggiunto un altro transalpino, l’ultraottantenne Honoré; lo spagnolo Alvarez Martínez (76, arcivescovo di Toledo); l’inglese Murphy-O’Connor (69, arcivescovo di Westminster); l’irlandese Connell (75, arcivescovo di Dublino).
Complessivamente quindi il 21 febbraio l’Europa ottiene 23 nuovi cardinali di cui 21 elettori.

I (pochi) porporati asiatici e africani
Molto più ridotti i ranghi dei neoporporati asiatici (quattro) e africani (tre). Nel vicino e lontano Oriente ottengono il cardinalato gli indiani Dias (65, arcivescovo di Bombay) e Vithayathil (74, redentorista, arcivescovo maggiore di Ernakulam dei siro-malabaresi); e due curiali: il vietnamita Nguyên Van Thuân (73, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace) e il siriano Daoud (71, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali). Nel continente nero sono stati premiati l’ivoriano Bernard Agré (75, arcivescovo di Abidjan) e il sudafricano Napier (60, francescano, arcivescovo di Durban). A questi due, entrambi elettori, va aggiunto un non votante, l’egiziano Ghattas II.

Gli ultraottantenni.
Il peso dell’ex Sant’Uffizio

Oltre a Ghattas II (81, lazzarista, patriarca di Alessandria dei copti), sono tre gli ultraottantenni inseriti nel Concistoro: il tedesco cheffczyk (81, docente emerito alla Facoltà teologica di Monaco); l’arcivescovo emerito di Tours, Honoré (81, tra i redattori del Catechismo della Chiesa cattolica), e un teologo statunitense, il gesuita Dullesý(83), figlio di John Foster e nipote di Allen, rispettivamente segretario di Stato e direttore della Cia nel secondo dopoguerra. I nomi di Scheffczyk e Dulles molto probabilmente sono stati “sponsorizzati” dalla Congregazione per la dottrina della fedeý(il cui prefetto cardinale Ratzinger è stato ricevuto due giorni prima del 21 gennaio, nella usuale udienza del venerdì pomeriggio). Da notare inoltre che tra i nuovi cardinali ci sono due vescovi residenziali membri dell’ex Sant’Uffizio: l’irlandese Connell e l’indiano Dias.

Prospettive: un anno e mezzo per tornare a 120

Ci vorranno forse due anni perché il Sacro Collegio torni alla quota canonica di 120 elettori. Tra aprile 2001 e settembre 2002 quattordici porporati (su 135) raggiungeranno gli ottanta anni. Ben sei saranno italiani, tre i latinoamericani e due gli africani. Cinque di loro sono quelli creati da Paolo VI. Ecco i nomi di chi raggiunge la fatidica età nel 2001 (segnati con l’asterisco sono quelli di nomina montiniana): Tucci, Tzadua, Arns* e Furno. Nel 2002 toccherà poi a Noè, Monduzzi, Gantin*, Kim*, Laghi, Agustoni, Antonetti, Aponte Martínez*, Castillo Lara ed Etchegaray.


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