Occhiello
Una adorata semplificazione di tutto
Proponiamo gli appunti del saluto di don Giussani al termine di un ritiro di novizi dei Memores Domini. Garda, 20 gennaio 2002
di Luigi Giussani
Gesù e Giovanni, particolare dell’Ultima cena, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
Quello che questi mirabili canti, questa meravigliosa presenza nel vostro cuore, hanno risuscitato in me, risuscitano in me tutte le volte che ci penso è innanzitutto la sincerità. Perché la sincerità non è una cosa qualsiasi: la sincerità è partecipazione alla realtà del vivere nella sua interezza.
E, in secondo luogo, questa partecipazione unificante riguarda tutti i giorni, porta con sé tutte le possibilità della nostra attenzione e della nostra predilezione.
Così, lavvenimento del cristianesimo, lavvenimento di Cristo nel mondo è una adorata semplificazione di tutto una adorata semplificazione di tutto . Io ringrazio specialmente la Coki che su questo, nel vostro dialogo, mi ha dato un segno, un segno molto invadente della sua finezza di percezione danimo. Ma con tutto il mondo siamo semplici! Con tutto il mondo siamo verificati in questa semplicità, e con tutto il mondo ritorniamo sempre comunque daccapo sempre comunque daccapo .
Questo è il contenuto del mio augurio; ed è facile non dimenticare mai quanto questo contenuto debba essere forzato e riconsegnato alla sua originalità.
"O Gesù damore acceso,
non tavessi mai offeso.
O mio caro e buon Gesù,
non ti voglio offendere più".
La semplicità, lunità fra tutti, e lunità tra tutto ciò che ci riguarda.
Veni Sancte Spiritus. Veni per Mariam.
Ciao.
Che la nostra vita, il movimento, ci faccia partecipare a questa intenzione continua con cui Cristo si ributta dentro il cuore, è istigazione al nostro dovere.
Ciao, arrivederci.