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CORPUS DOMINI
tratto dal n. 05 - 2005

Solennità e correttezza delle celebrazioni



di dom Maurizio Benzi


Messale ambrosiano (fine XI secolo- inizio XII secolo), cod. T.120.Sup., carta 74, Biblioteca Ambrosiana, Milano

Messale ambrosiano (fine XI secolo- inizio XII secolo), cod. T.120.Sup., carta 74, Biblioteca Ambrosiana, Milano

… I segni e il sacramento

[48] Il pane utilizzato nella celebrazione del santo sacrificio eucaristico deve essere azimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione [...].

[50] Il vino utilizzato nella celebrazione del santo sacrificio eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee. Nella stessa celebrazione della messa va mescolata a esso una modica quantità di acqua. Con la massima cura si badi che il vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto [...].

[87] Si premetta sempre alla prima comunione dei bambini la confessione sacramentale e l’assoluzione. La prima comunione, inoltre, sia sempre amministrata da un sacerdote e mai al di fuori della celebrazione della messa. Salvo casi eccezionali, è poco appropriato amministrarla il Giovedì Santo in Coena Domini. Si scelga piuttosto un altro giorno, come le domeniche II-VI di Pasqua o la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo o le domeniche per annum, in quanto la domenica è giustamente considerata il giorno dell’Eucaristia.

[115] Va riprovato l’abuso di sospendere in modo arbitrario la celebrazione della santa messa per il popolo, contro le norme del Messale romano e la sana tradizione del Rito romano, con il pretesto di promuovere «il digiuno eucaristico».

… Le parole e i gesti

[51] Si usino soltanto le preghiere eucaristiche che si trovano nel Messale romano o legittimamente approvate dalla Sede apostolica secondo i modi e i termini da essa definiti. Non si può tollerare che alcuni sacerdoti si arroghino il diritto di comporre preghiere eucaristiche o modificare il testo di quelle approvate dalla Chiesa, né adottarne altre composte da privati.

[55] In alcuni luoghi è invalso l’abuso per cui il sacerdote spezza l’ostia al momento della consacrazione durante la celebrazione della santa messa. Tale abuso si compie, però, contro la tradizione della Chiesa e va riprovato e molto urgentemente corretto.
[71] Si mantenga l’uso del Rito romano di scambiare la pace prima della santa comunione, come stabilito nel rito della messa. Secondo la tradizione del Rito romano, infatti, questo uso non ha connotazione né di riconciliazione né di remissione dei peccati, ma piuttosto la funzione di manifestare pace, comunione e carità prima di ricevere la santissima Eucaristia. È, invece, l’atto penitenziale da eseguire all’inizio della messa, in particolare secondo la sua prima forma, ad avere carattere di riconciliazione tra i fratelli.

[72] Conviene che ciascuno dia la pace soltanto a coloro che gli stanno più vicino, in modo sobrio. Il sacerdote può dare la pace ai ministri, rimanendo tuttavia sempre nel presbiterio, per non disturbare la celebrazione. Così ugualmente faccia se, per qualche motivo ragionevole, vuol dare la pace ad alcuni fedeli.Non si faccia nessun canto durante il segno della pace, ma senza indugio si proceda all’Agnus Dei. Per ciò che riguarda il modo di compiere lo stesso gesto di pace, esso è stabilito dalle Conferenze dei vescovi secondo l’indole e le usanze dei popoli e confermato da parte della Sede apostolica.

[73] Nella celebrazione della santa messa la frazione del pane eucaristico, che va fatta soltanto a opera del sacerdote celebrante, con l’aiuto, se è il caso, di un diacono o del concelebrante, ma non di un laico, inizia dopo lo scambio della pace, mentre si recita l’Agnello di Dio. Il gesto della frazione del pane, infatti, compiuto da Cristo nell’Ultima Cena, che sin dal tempo apostolico ha dato il nome a tutta l’azione eucaristica, significa che i molti fedeli, nella comunione derivante dall’unico pane di vita, che è il Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo corpo (1Cor 10, 17). Il rito, pertanto, deve essere eseguito con grande rispetto. Sia però breve. Si corregga molto urgentemente l’abuso invalso in alcuni luoghi di prolungare senza necessità tale rito, anche con l’aiuto di laici contrariamente alle norme, e di attribuirgli una esagerata importanza.

Messale ambrosiano del 1354, cod. C.170.inf., c. 83v.,
Biblioteca Ambrosiana, Milano,

Messale ambrosiano del 1354, cod. C.170.inf., c. 83v., Biblioteca Ambrosiana, Milano,

[92] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei vescovi, con la conferma da parte della Sede apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa comunione sulla mano dei fedeli.

[94] Non è consentito ai fedeli di prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano la sacra ostia o il sacro calice. In merito, inoltre, va rimosso l’abuso che gli sposi durante la messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa comunione.


... L’uso degli oggetti

[57] È diritto della comunità dei fedeli che ci siano regolarmente, soprattutto nella celebrazione domenicale, una adeguata e idonea musica sacra e, sempre, un altare, dei paramenti e sacri lini che splendano, secondo le norme, per dignità, decoro e pulizia.

[91] È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada.

[117] I vasi sacri destinati ad accogliere il Corpo e il Sangue del Signore siano rigorosamente foggiati a norma di tradizione e dei libri liturgici. È data facoltà alle Conferenze dei vescovi di stabilire, con la conferma della Santa Sede, se sia opportuno che i vasi sacri siano fabbricati anche con altri materiali solidi. Tuttavia, si richiede strettamente che tali materiali siano davvero nobili secondo il comune giudizio di ciascuna regione, di modo che con il loro uso si renda onore al Signore e si eviti completamente il rischio di sminuire agli occhi dei fedeli la dottrina della presenza reale di Cristo nelle specie eucaristiche. È pertanto riprovevole qualunque uso, per il quale ci si serva nella celebrazione della messa di vasi comuni o piuttosto scadenti quanto alla qualità o privi di qualsiasi valore artistico, ovvero di semplici cestini o altri vasi in vetro, argilla, creta o altro materiale facilmente frangibile. Ciò vale anche per i metalli e altri materiali facili ad alterarsi.

[120] I pastori abbiano cura di mantenere costantemente puliti i lini della mensa sacra, e in particolare quelli destinati ad accogliere le sacre specie, e di lavarli piuttosto di frequente secondo la prassi tradizionale. È lodevole che l’acqua del primo lavaggio, che va eseguito a mano, si versi nel sacrario della chiesa o a terra in un luogo appropriato. Successivamente, si può effettuare un nuovo lavaggio nel modo consueto.


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