Home > Archivio > 07/08 - 2005 > Filippo, il profeta della gioia cristiana
ROMA E I SUOI SANTI
tratto dal n. 07/08 - 2005

Filippo, il profeta della gioia cristiana


Intervista con Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale degli Oratoriani


Intervista con Edoardo Aldo Cerrato - di Paolo Mattei


San Filippo insegna ai fanciulli 
la devozione mariana, incisione del XVIII secolo conservata nell’archivio della Congregazione dell’Oratorio

San Filippo insegna ai fanciulli la devozione mariana, incisione del XVIII secolo conservata nell’archivio della Congregazione dell’Oratorio

Padre Edoardo Aldo Cerrato, nato ad Asti 55 anni fa, laureato in Lettere classiche all’Università di Torino e sacerdote dal 1975, è dal 1994 procuratore generale della Confederazione Oratoriana. Tra le sue pubblicazioni, San Filippo Neri. La sua opera e la sua eredità, Pavia, 2002. Gli abbiamo posto alcune domande.
Quali sono le principali attività svolte dalle Congregazioni dell’Oratorio?
EDOARDO ALDO CERRATO: L’originalità delle attuali settantasette “Congregazioni dell’Oratorio”, erette dalla Sede apostolica come Domus sui iuris, cioè case che si reggono autonomamente, e unite nella “Confederazione dell’Oratorio”, emerge anche dalle attività apostoliche – esercizio del ministero sacerdotale in tutte le sue forme, attività pastorale, insegnamento scolastico, direzione e colloqui spirituali, formazione cristiana e animazione cristiana della cultura, attività al servizio dei giovani… – con cui si vuole coniugare la fedeltà al carisma di san Filippo e l’attenzione alle necessità dei diversi luoghi. Nel discorso al Congresso generale oratoriano del 2000, Giovanni Paolo II delineò, tra l’altro, l’intento che rimane fondamentale nell’apostolato oratoriano: «Condurre l’uomo all’incontro con Gesù Cristo “Via, Verità e Vita”, realmente presente nella Chiesa e “contemporaneo” di ogni uomo. Tale incontro, vissuto e proposto da san Filippo Neri in modo originale e coinvolgente, porta a diventare uomini nuovi nel mistero della grazia, suscitando nell’animo quella “gioia cristiana” che costituisce il “centuplo” donato da Cristo a chi lo accoglie nella propria esistenza».
Esiste una peculiare forma di apostolato della Congregazione?
CERRATO: L’Oratorio, che dà il nome alla Congregazione fin da quando Gregorio XIII la eresse nel 1575, è la vera, geniale “invenzione” di Filippo: rimane, quindi, la principale attività delle nostre comunità, benché la forma sia cambiata.
Che cosa è cambiato rispetto all’Oratorio che Filippo teneva assieme ai suoi amici?
CERRATO: Gli incontri con il Padre si svolgevano inizialmente nella sua camera, in grande semplicità. Poi, il numero crescente dei partecipanti costrinse a una certa organizzazione, ma Filippo si preoccupò che non nocesse troppo allo spirito degli inizi. L’Oratorio divenne l’incontro pomeridiano, piacevole e formativo, in cui si alternavano preghiera, “ragionamento sul libro”, discorso sulla storia della Chiesa, musica, canto delle laude… La varietà delle situazioni locali ne ha necessariamente adattato la forma alle diverse esigenze. Ma una cosa non può mutare: l’essenziale rapporto personale di Filippo con i suoi discepoli... L’oratoriano cardinale John Henry Newman scelse come motto: Cor ad cor loquitur”. Già un discepolo tra i più amati di san Filippo, il cardinale Francesco Tarugi, aveva detto: «Lo scopo del nostro Istituto è di parlare al cuore». Questo elemento essenziale determina anche la scelta delle iniziative pastorali.
In quali continenti e nazioni è diffusa la Congregazione?
CERRATO: L’Europa ha ancora il primato di presenze, con Congregazioni in Italia, Francia, Spagna, Polonia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Austria, Olanda, a cui occorre aggiungere le “Comunità in formazione” o progetti di fondazione in atto anche altrove, in Lituania ad esempio. In America le Congregazioni sono presenti negli Stati Uniti, in Canada, Messico, Costa Rica, Colombia, Brasile, Cile e ci sono Comunità in formazione anche in Venezuela, Perù e Argentina. Nel continente africano è nata di recente una Congregazione, in Sud Africa; in quello asiatico è iniziato un progetto di fondazione in India.
Le vocazioni sono in aumento o in diminuzione?
CERRATO: Anche solo riferendomi agli undici anni del mio servizio alla Confederazione, posso dire che, grazie a Dio, nessuna comunità si è spenta, e dodici nuove sono state riconosciute dalla Sede Apostolica. Il numero dei candidati varia, ovviamente, di nazione in nazione, come pure tra le case di una medesima nazione. Contiamo oggi un centinaio di candidati: mediamente, quindi, più di uno per comunità. Se a questo computo si aggiungono i sacerdoti e gli studenti delle 35 comunità e progetti di fondazione – quasi sempre provenienti dal clero diocesano –, devo dire che davvero il Signore ci ama ben al di là dei nostri meriti…
Come spiega questa fioritura di nuove comunità?
CERRATO: Ricordo che un confratello, paragonando la Congregazione con altri Istituti, diceva: «Né di meno né di più. Diversi per servire»… La nostra specificità è di essere preti secolari che vivono in comunità accogliendo come dono di Dio la vocazione alla “vita familiare” normata dalle Costituzioni, impegnati – con tutti i nostri limiti – a vivere in comunione il ministero sacerdotale.
Come descriverebbe lo spirito che anima gli Oratoriani?
CERRATO: Padre Filippo ha meritato di essere salutato “Profeta della gioia cristiana”… Sì, penso che la gioia sia ancora oggi l’elemento che più sinteticamente esprime lo spirito oratoriano: è, infatti, l’esperienza di chi vive nella carne della propria esistenza il rapporto con il Signore. L’Oratorio – diceva un teste al Processo canonico di san Filippo – «è schola di santità et hilarità cristiana».




Español English Français Deutsch Português