Il cardinale Achille Silvestrini ha ricordato il ruolo di Bufalini nella revisione del Concordato e nei rapporti Stato-Chiesa
“Paolo Bufalini: l’impegno politico di un intellettuale”. Questo è il titolo del convegno che si è svolto a Roma, promosso dalla rivista
Le ragioni del socialismo, per ricordare la figura e l’opera del senatore comunista. All’incontro hanno partecipato il presidente della Repubblica Ciampi, che ha assistito a lungo al succedersi degli interventi. Tra gli oratori, compagni di partito di Bufalini, come Emanuele Macaluso e Napoleone Colajanni; il segretario dei Ds Piero Fassino, il senatore a vita Giulio Andreotti e il cardinale Achille Sivestrini. Il senatore Andreotti ha citato l’impegno di Bufalini in politica estera, e la reciproca collaborazione nell’ambito dell’Unione interparlamentare, di cui Andreotti fu a lungo presidente e Bufalini vicepresidente. Andreotti ha ricordato anche gli informali incontri con Bufalini in casa del pittore Renato Guttuso, dove varie personalità di diversa estrazione e formazione si riunivano per discutere temi di politica estera al di fuori degli spazi istituzionali. Il cardinale Silvestrini è intervenuto sul contributo dato da Bufalini alle relazioni Chiesa-Stato, in particolare per la revisione del Concordato. Bufalini, ha detto il cardinale, «trattò sempre i problemi del negoziato con una “visione alta” […] che egli faceva partire dalle “riforme liberali” che il processo risorgimentale aveva introdotto nell’ordinamento giuridico italiano […] e nello stesso tempo poneva il problema di trovare un
modus vivendi per la questione romana, che fosse rispettoso dei diritti e della sovranità dello Stato, e che garantisse insieme, anche in campo internazionale, l’autonomia e l’indipendenza della Chiesa cattolica». Un rapporto, quello tra i grandi schieramenti popolari della società italiana, che Bufalini percepiva come una “grande partita storica”. «Questa partita» ha osservato il cardinale «Bufalini aveva cominciato a sentirla viva attraverso la fraternità nata con amici cattolici al liceo Visconti di Roma». «In lui» ha aggiunto Silvestrini «colpiva la grande umanità e rettitudine, l’attenzione alle ragioni degli altri, la comprensione delle vicende umane mediante la visione storica e l’esperienza personalmente vissuta delle sofferenze della povera gente».
G. R.