Tratto da ne scelse dodici

San Giuda Taddeo




SAN GIUDA TADDEO
All’apostolo Giuda detto Taddeo, che significa “magnanimo”, o, secondo alcuni codici, Lebbeo, cioè “coraggioso”, o ancora, come Simone, Zelota, “ardente di zelo”, figlio di Cleofa, fratello di Giacomo e di Simeone (che, come si è visto, una tradizione identificherebbe con l’apostolo Simone) e cugino del Signore, è attribuita l’ultima delle lettere cattoliche nel canone del Nuovo Testamento. Scarsissime sono le notizie sulla sua vita. Una tradizione gli assegna attività di apostolato in Palestina e nelle regioni vicine; gli scrittori siri affermano il suo martirio ad Arado, presso Beirut. Dalla confusione con Addai, evangelizzatore della Siria mesopotamica discepolo dell’apostolo Tommaso e uno dei settantadue di cui parla in Vangelo di Luca, nasce invece un’altra tradizione che assegna a Giuda Taddeo una morte naturale a Edessa (oggi Urfa, in Turchia), capitale dell’Osroene, regno situato nella Mesopotamia nord-occidentale; confusione la cui origine è forse da ricercarsi nel racconto dai tratti leggendari riportato da Eusebio di Cesarea (Storia ecclesiastica, I, 13), che narra la guarigione del re dell’Osroene Abgar V e il suo accoglimento dell’annuncio della salvezza.
Ma la tradizione che più si afferma è quella che unisce Giuda Taddeo all’altro apostolo Simone lo Zelota, insieme al quale, secondo il Breviario Romano, predicò in Mesopotamia. La Passio Simonis et Iudae indica per entrambi, come si è già detto, il martirio comune in Persia, nella città di Suanir (probabilmente nella Colchide), verso l’anno 70, a colpi di bastone, e la sepoltura in Babilonia. Si ha notizia della venerazione delle reliquie di Giuda Taddeo a Reims e a Tolosa in Francia; ma nel Medioevo esse si trovano a Roma, insieme a quelle di Simone, nella antica Basilica di San Pietro in Vaticano, nella quale esisteva un altare a loro dedicato. Nella nuova Basilica, dal 27 ottobre 1605 sono collocate presso l’altare al centro dell’abside del transetto sinistro (tribuna dei Santi Apostoli Simone e Giuda), dal 1963 dedicato a san Giuseppe patrono della Chiesa universale.


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