Rubriche
tratto dal n.05 - 2002


Concordato Stato-Chiesa


Caro senatore, ieri sera è riuscito anche a divertirci. Con la sua cavalcata tra Chiesa e Stato. Su un punto in particolare mi piacerebbe qualche ragguaglio. Sopra l’obbligo per l’Azione cattolica di astenersi da attività politica c’è qualche documento che spiega il perché della interdizione? La volle Mussolini o Gasparri? Buona terza età (ma anche io non scherzo).  

(Lettera firmata di un cardinale)

Negli atti preparatori che studiai parecchi anni fa per preparare una commemorazione di Pio XI a Milano, su invito dell’arcivescovo Montini, non trovai alcun elemento che spiegasse la dizione pluripartitica. C’è solo un passo significativo nella circolare che Mussolini inviò ai prefetti il 16 giugno 1929 (anno VII): «Per virtù dell’articolo 43, primo comma, del Concordato, lo Stato italiano riconosce le organizzazioni dipendenti dall’Azione cattolica italiana, in quanto esse svolgano la loro attività al di fuori di ogni partito politico e sotto l’immediata dipendenza della gerarchia della Chiesa, per la diffusione e l’attuazione dei principii cattolici.Questa disposizione implica una garanzia ed un limite. La garanzia consiste nel diritto, formalmente riconosciuto alle organizzazioni dipendenti dall’Azione cattolica, di vivere e di prosperare nell’ambito della società nazionale; il limite nell’osservanza di una condizione pregiudiziale e permanente: quella di svolgere la propria attività al di fuori di ogni partito politico, al solo scopo di diffondere ed attuare i principii religiosi cattolici. Come è noto alle Ee.Ll., gli organi locali dell’Azione cattolica sono le giunte diocesane e i consigli parrocchiali, funzionanti sotto l’alta direzione, rispettivamente, dell’ordinario diocesano e del parroco. L’impegno assunto dalla Santa Sede di rinnovare a tutti gli ecclesiastici e religiosi d’Italia il divieto di iscriversi e militare in qualsiasi partito politico (articolo 43, secondo comma, del Concordato) dà pieno affidamento che gli ordinari diocesani e i parroci, ai quali è affidata l’alta direzione delle giunte diocesane e dei consigli parrocchiali, cureranno, col massimo impegno, a che l’attività di dette giunte e consigli sia contenuta nel campo strettamente religioso. Comunque, le Ee.Ll. sanno che la disposizione dell’articolo 43 del Concordato deve essere applicata con spirito attento e vigile, conforme alle finalità che l’hanno dettata».Tutto qui. Grazie dell’attenzione.





Un sussidio semplice e valido


Carissimo direttore, sono un sacerdote della diocesi di Crotone Santa Severina; con molto interesse sto scoprendo da qualche mese 30Giorni. Ancora non mi sento in grado di formulare una valutazione critica e approfondita del mensile. La mia prima impressione è senza dubbio positiva, per varie ragioni: la grafica molto vivace e ben curata (stimola alla lettura) e soprattutto i temi trattati che spaziano dall’attualità alla cultura. Tuttavia, ciò che ha suscitato in me ulteriore apprezzamento è la presenza dell’opuscolo allegato. L’ultimo numero era corredato dal libretto Chi prega si salva. Un sussidio validissimo per la sua semplicità e, perché no, per la sua veste classica di libretto di orazione. Credo che questo sia un modo semplice ed efficace di fare apostolato. Auguri a lei e a tutta la redazione.

 

don Pasquale Brizzi (direttore dell’ufficio catechistico diocesano) Crotone, Italia





Gli appelli di Paolo VI


Egregio direttore, sono una vostra “fresca” lettrice, essendomi accorta che esisteva un mensile come il vostro (finalmente) solo da due numeri. In quello di gennaio u.s. ho trovato il libro di Lorenzo Bianchi Liturgia. Memoria o istruzioni per l’uso? e l’ho letto tutto, con piacere, essendo molto ben scritto e di facile comprensione anche per una persona come me che certamente non può definirsi una critica, un’addetta ai lavori. Avendo 32 anni appena compiuti, ignoravo del tutto i “rimaneggiamenti” apportati al Messale di Pio V. In effetti, andando alla messa ogni domenica, ho potuto notare che alcune preghiere sono “verbose” ma mai e poi mai avrei immaginato pure che fossero state messe lì di sana pianta. In realtà mi ha addolorata vedere che tutti gli appelli del santo padre Paolo VI – un pontefice del quale il bene detto non sarà mai troppo – affinché la traduzione fosse fedele e letterale, sono andati persi, inascoltati. Lei crede che prendendo coscienza che ciò è avvenuto, sia possibile, finalmente, avere un messale fedele, col testo latino a fronte? Inoltre le chiedo: se alcune preghiere sono andate “perse” nella traduzione, quale è la difficoltà di comprensione della dottrina cristiana per il normale fedele che ascolta parlare di “era di fraternità” come un’eco di Gioacchino da Fiore? Oppure sente (lo posso testimoniare personalmente) parlare de “il Cristo” quando un grande santo, del secolo appena passato, ci esortava a non avere paura di chiamare Gesù col proprio nome, intendendo in questo che Gesù Cristo è Dio vivo e vero, realtà storica e salvifica e non un concetto, un’idea buona come un’altra? Grazie per l’attenzione e complimenti per il mensile, c’era bisogno di un tale giornale!

 

Cristina Barberis Colle di Sassa (L’Aquila), Italia





Gli appunti del cardinale Colombo su Il potere e la gloria


Gentilissimo onorevole Andreotti, ho sfogliato 30Giorni che mi è stato inviato in omaggio (n.1, 2002); e sono stato attirato dal dossier su Il potere e la gloria di Graham Greene e la sua vicenda tra gli uffici della Curia romana. Vorrei segnalare che già tra il ’40 e il ’50 il futuro arcivescovo di Milano, il cardinale Giovanni Colombo, come educatore dei seminaristi a Venegono Inferiore, presentava quel romanzo e il susseguente film con viva introspezione e larghezza di vedute. Gli appunti e la presentazione di quegli anni lontani, riservati ai chierici, sono stati pubblicati in Letteratura del primo Novecento, Ned, Milano 1989, pp. 164-174. Se volesse segnalare ai collaboratori della rivista 30Giorni questa notizia, potrebbero avere conforto nella loro trattazione e documentazione. Complimenti!

 

don Francantonio Bernasconi Caronno Pertusella (Varese), Italia





Nuovi studi sui papi del Novecento


Egregio direttore, leggo con vivo interesse 30Giorni e in particolare i temi culturali riguardanti la dottrina e l’azione della Chiesa, i problemi suscitati dalla liturgia, l’attività della Santa Sede e del Vaticano. A proposito dei papi del Novecento, perché non continuare la bella iniziativa intrapresa e offrire ai lettori qualche studio anche sull’azione e l’insegnamento sociopolitico della Chiesa? Ad esempio, sulla Divini Redemptoris di Pio XI e sui radiomessaggi natalizi di Pio XII del 1942 (sul tema dell’ordine internazionale delle nazioni) e del 1944 (sulla democrazia). Ringrazio dei due libretti di Dottrina cristiana per insegnare la fede cattolica in modo semplice, essenziale, efficace, e del manuale di preghiere, ottimamente compilato, con testi e canti che hanno fatto parte della pietà del popolo cristiano e che con troppa superficialità e disinvoltura sono stati trascurati e abbandonati ma che conservano ancor oggi la loro validità. Auguro ogni bene e saluto cordialmente.

Riccardo Poletti, Roma, Italia





Cancino come Romero


Caro presidente Andreotti, le scrivo nel giorno in cui la terribile notizia della uccisione dell’arcivescovo di Cali (Colombia), monsignor Isaías Duarte Cancino, ci colpisce tutti. Egli si aggiunge alla schiera di coloro che, come lui, hanno pagato la fedeltà alla verità – prima ancora che alla fede – con la vita (da monsignor Romero a san Thomas Beckett). Spero da lei, come, tra l’altro, fedele abbonato di 30Giorni, un commento sulla rivista e un seminario/reportage. Con vivissima stima, suo  
 

Vincenzo Montrasio, Monza, Italia



 





Una lettera di Edouard Gagnon


Caro onorevole senatore, grazie per i suoi auguri ed anche per la sua rivista 30Giorni che ricevo fedelmente e che mi aiuta a seguire da vicino la vita della Chiesa universale, in particolare la vita dell’Italia dove ho passato trent’anni di grato servizio al santo padre e che ho dovuto lasciare per le condizioni di salute. Anche adesso sto terminando una degenza di cinque mesi in ospedale, nei quali la preghiera, in cui includo anche lei, e la lettura mi hanno dato sollievo. Che il Signore le dia buona salute e benedica il suo prezioso lavoro. In Gesù e Maria,

Edouard cardinale Gagnon, Montréal, Canada



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