Rubriche
tratto dal n.01 - 2003

Lettere dalle missioni



Repubblica Centrafricana


Il 12 dicembre si è avuta notizia dell’uccisione, da parte dei ribelli legati all’ex generale golpista Bozizé, del sacerdote Jean Claude Kilamong, assieme ad altre tre persone, avvenuta a Bossangoa, 300 km a nord della capitale Bangui. Nella zona le missioni sono completamente isolate e sono state segnalate distruzioni e violenze. Dopo il tentato golpe in ottobre i vescovi centrafricani hanno lanciato, il 19 dicembre, un appello per «un dialogo politico che non escluda nessuno».





Tunisia


Fouad Twal

Fouad Twal

Fouad Twal, vescovo di Tunisi, in un’intervista rilanciata da Misna il 20 dicembre, ha detto: «Viviamo il terrorismo con dolore quanto voi in Occidente, così come molti musulmani che hanno scelto la via del dialogo e della collaborazione. Certo, nessuno può giustificare l’11 settembre, ma non bisogna neppure dimenticare che noi in Medio Oriente di attentati ne abbiamo avuti a centinaia. Il conflitto senza fine tra palestinesi e israeliani ha fatto sì che in Giordania oggi metà della popolazione sia composta di rifugiati. Non dimentichiamo che in Kuwait sono presenti 2500 soldati americani. Insomma, la violenza è dappertutto, nel cuore dell’uomo, non in un solo Paese».






Indonesia


Il centro di crisi della diocesi cattolica di Ambon, nelle Molucche, ha dato notizia delle pene che, nei due più importanti processi che si stanno svolgendo circa le responsabilità dei protagonisti del drammatico conflitto locale tra musulmani e cristiani, sono state richieste dal pubblico ministero: 5 anni ad Alex Manuputty, estremista cristiano, un anno a Jafar Umar Thalib, estremista islamico.






Iraq


l 14 dicembre il gesuita Giampaolo Salvini, direttore della Civiltà cattolica, ha rilasciato a Misna un’intervista sui temi della guerra e della povertà globale. «Certamente uno Stato ha il diritto di difendersi se attaccato, ma anche in quest’unico caso di guerra “lecita” (il termine guerra giusta mi suona ormai quasi come una contraddizione in termini) oggi i moralisti, i vescovi (vedi quanto hanno scritto i vescovi americani al loro presidente Bush) e il magistero del Papa pongono ormai tali e tante condizioni da renderla sempre più difficile se non impossibile [...]. Ciò che lascia perplessi sono “i due pesi e le due misure”. Nel caso dell’Iraq si è prontissimi ad agire a far osservare con la forza le risoluzioni dell’Onu, ma non così contro la Turchia per Cipro, contro Israele per le tante invasioni dei territori palestinesi. E se il problema è quello delle armi nucleari o batteriologiche, perché non si fa nulla contro la Corea del Nord, l’India e il Pakistan?». Tra le condizioni “perché una guerra sia lecita”, padre Salvini ricorda la necessità di avere «un’ampia probabilità di successo (come già suggerisce il Vangelo nella parabola dei due re in guerra)…».





Venezuela


Hugo Chávez

Hugo Chávez

Nei giorni dello sciopero generale contro il governo in Venezuela, Misna ha pubblicato la testimonianza di una missionaria salesiana, suor Maria Josefa Vicente, di San Antonio de los Altos (Stato di Miranda). «È molto arduo dire dove sia la verità quando le posizioni diventano sempre più radicali e la via del dialogo si concretizza in agende che contengono un solo tema e contrapposto a quello della controparte… Nessuno è disposto a cedere [...]. È difficile scegliere quando la sovrabbondanza di informazioni arriva già tagliata… I nostri primi destinatari, i più poveri, ci confessano che nessuno prima che Chávez arrivasse al potere aveva scommesso su di loro, che nessuno li aveva resi protagonisti del processo politico, che nessuno prima di lui aveva fatto nascere delle speranze fondate sul miglioramento della loro situazione e di quella delle loro famiglie. Per noi è difficile scegliere, fuori dal Vangelo, da che parte stare…».


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