Rubriche
tratto dal n.04 - 2002

30Giorni in breve



BREVI DAL MONDO


Medio Oriente/1
«Volevano
affrettare la fine»

La ribellione contro i romani e la distruzione del Tempio di Gerusalemme (avvenuta nel 70 d.C.), narrate nelle cronache dello storico Giuseppe Flavio, sono oggetto di un lungo articolo, a firma di Pietro Citati, apparso sulla Repubblica del 25 aprile. In particolare si riportano gli accenni che Giuseppe dedica agli zeloti: «Se qualche giudeo era disposto ad aspettare pazientemente il Regno di Dio, essi, come dicevano i rabbini dei secoli successivi, “volevano affrettare la fine” […], volevano “forzare la venuta” del Messia, realizzando qui ed ora il Regno di Dio […]. Dovunque essi giungevano, portavano il contagio della follia, l’offesa alle leggi, la calunnia, la crudeltà, l’assassinio, la guerra, la violazione delle parentele e delle leggi, la tirannia, il peccato». Di seguito sono descritti i contrasti sanguinosi presenti tra gli ebrei assediati a Gerusalemme dalle legioni di Tito: «Non sappiamo quali contrasti li dividessero: certo non solo personali e politici; perché tutto, in quel momento, era religione, una religione portata all’estremo dell’incandescenza […]». Infine la distruzione del Tempio: «Senza attendere ordini un soldato afferrò un tizzone ardente e, attraverso una finestra dorata, lo scagliò dentro il Santuario […]. Tito cercò di far spegnare il fuoco, ma nessuno udì o ubbidì». Conclude Citati: «Giuseppe aveva tutte le qualità del grande narratore […]. Persino la sua passione faziosa – l’amore per Israele e l’odio per gli zeloti – contribuisce alla bellezza dei libri di Giuseppe. Dalla sua lettura usciamo sconvolti e trasformati».


Medio Oriente/2
«Una profezia
che si autoadempie»

Riportiamo alcuni brani dell’editoriale, a firma di Barbara Spinelli, apparso sulla Stampa del 14 aprile, dal titolo Amore e guerra in Palestina: «[Il conflitto in Medio Oriente] è vissuto, da settimane, come una guerra che mette in gioco la sopravvivenza stessa di Israele, e che può addirittura, per effetto dei terroristi kamikaze, esporre la nazione ebraica a un nuovo Esodo se non a nuovi stermini. […] È il rinvio continuo dell’istituzione di uno Stato palestinese che rende incandescente la situazione locale, spingendo decine di giovani al crimine kamikaze come arma nuovissima della guerra partigiana. […] Parlare dell’attuale conflitto come di una guerra di sopravvivenza non è solo errato politicamente, perché blocca sul nascere ogni soluzione pratica e ogni razionale visione del dopoguerra. È una profezia che si autoadempie, e al tempo stesso è una mistificazione. […] Lo stesso Jerusalem Post, in un editoriale di David Newman del 10 aprile, scrive che a forza di giustificare la propria politica con le immagini dell’Olocausto, i governanti israeliani hanno banalizzato la Shoah permettendo che si facesse un assurdo parallelo tra la guerra di Sharon e l’annientamento ebraico. Oltre che falsamente profetica, l’idea di una guerra per la sopravvivenza è una mistificazione, tenuta artatamente in vita dagli integralisti israeliani e palestinesi. Chi conduce una guerra per la vita o la morte del popolo intero ha il diritto di ricorrere a tutti i mezzi, compreso quello del terrore suicida delle donne kamikaze o dei massacri in campi profughi come Jenin».


Medio Oriente/3
Il filmato di Abdullah

La lunga visita del principe ereditario saudita Abdullah negli Stati Uniti, avvenuta a fine aprile, ha portato uno spiraglio di speranza nella drammatica crisi mediorientale. Il presidente George W. Bush, che si è intrattenuto a lungo con il principe saudita, ha parlato di «un giorno di speranza» e si è detto «felice». In merito ai colloqui tra i due, sulla Stampa del 29 aprile si leggeva: «Uno sviluppo inatteso viene raccontato da fonti anonime citate dalla rivista Time, secondo cui Abdullah, quando ha incontrato per cinque ore Bush nel ranch di Crawford (Texas), ha “turbato” il presidente mostrandogli un album di foto e un video della distruzione delle case dei palestinesi durante l’occupazione israeliana di villaggi cisgiordani».


Papa/1
I 750 anni dal martirio di san Pietro da Verona

Di seguito pubblichiamo ampi stralci del messaggio inviato dal Papa per ricordare i 750 anni dal martirio di san Pietro da Verona. Il testo, datato 25 marzo, è stato reso noto l’11 aprile.
«Ho appreso con gioia» ha scritto il Papa «che la Chiesa Ambrosiana e l’ordine dei Frati Predicatori si preparano a celebrare il 750° anniversario del martirio di san Pietro da Verona, religioso domenicano, ucciso per la fede insieme con il suo confratello fra Domenico il 6 aprile 1252, sabato in albis, nei pressi di Seveso, mentre si recava a Milano per intraprendere una nuova missione di evangelizzazione e di difesa della fede cattolica […].
Tutta la vita di san Pietro da Verona si svolse all’insegna della difesa della verità espressa nel Credo o Simbolo degli Apostoli, che prese a recitare dall’età di sette anni, benché nato da una famiglia pervasa dall’eresia catara, e continuò a proclamare “fino all’istante supremo” (cfr. Bullarium Romanum, III, Augustae Taurinorum, 1858, p. 564). La fede cattolica appresa dalla fanciullezza lo preservò dai pericoli dell’ambiente universitario di Bologna, dove, recatosi per gli studi accademici, incontrò san Domenico di Guzmán, di cui divenne fervente discepolo, trascorrendo, poi, nell’ordine dei Frati Predicatori la restante parte della sua esistenza.
A partire dal 1818, san Pietro da Verona accompagna e sostiene, con la sua celeste protezione, la formazione dei seminaristi ambrosiani, poiché da quella data nell’antico convento di Seveso, annesso al santuario che ne ricorda il martirio, trova sede una comunità del Seminario diocesano».


Papa/2
Incontro con
i cardinali Usa

Il 23 e il 24 aprile si è svolto nella Sala Bologna del Palazzo apostolico un incontro interdicasteriale con i cardinali statunitensi sulla crisi che si è abbattuta sulla Chiesa Usa per il problema della pedofilia, crisi che il cardinale di Boston, Bernard Francis Law, ha definito «l’11 settembre della Chiesa». Vi hanno partecipato i responsabili delle più importanti congregazioni vaticane, i porporati statunitensi titolari di diocesi o presenti nella Curia romana e i vertici della Conferenza episcopale Usa.
Il 23 aprile Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza i partecipanti ai lavori. Nel suo discorso il Papa non ha mai usato il termine pedofilia. «L’abuso» ha detto «che ha causato questa crisi è un errore sotto tutti i punti di vista e viene giustamente considerato un crimine dalla società; è anche un peccato sconvolgente agli occhi di Dio: alle vittime e alle loro famiglie esprimo il mio profondo senso di solidarietà e partecipazione».
Il Pontefice ha ammesso che a volte i vescovi possano aver sbagliato per «mancanza di conoscenza» e anche per «consigli errati anche di esperti clinici». «Ora state lavorando a stabilire nuovi criteri» ha sottolineato «per assicurare che tali errori non si ripetano. Allo stesso tempo, anche se riconosciamo quanto siano indispensabili questi criteri, non possiamo dimenticare il potere della conversione cristiana» che «risiede nella profondità dell’anima e può anche operare straordinari cambiamenti». «La gente» ha aggiunto poi il Papa «deve sapere che non c’è posto nel sacerdozio e nella vita religiosa per quelli che potrebbero nuocere ai giovani e deve sapere che vescovi e preti sono completamente impegnati per la verità cattolica sui temi della morale sessuale».

Bush
«Sono solo un povero peccatore»

«Sono solo un povero peccatore». Così il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, rivolgendosi agli abitanti del quartiere South Central di Los Angeles, ha accennato all’abuso di alcool di cui aveva fatto esperienza in gioventù. Di seguito Bush ha affermato: «Non voglio che il governo sia la Chiesa, nè che la Chiesa sia il governo. Ma il governo non deve temere la fede e i programmi basati sulla fede». Dall’agenzia Ansa del 30 aprile.


Chávez
«A Dio ciò che è di Dio, a Cesare ciò che
è di Cesare, al popolo ciò che è del popolo»

«A Dio ciò che è di Dio, a Cesare ciò che è di Cesare, al popolo ciò che è del popolo. Io comincio con queste parole, carico di tutte le emozioni che mi crescono nell’animo, nello spirito. Pensieri, sentimenti: sono come un mare multicolore». Così Hugo Chávez alla tv venezuelana il 14 aprile, dopo aver di nuovo assunto la carica di presidente della Repubblica, da cui era stato esautorato 48 ore prima con un golpe militare.


Nomine/1
Pennisi vescovo
di Piazza Armerina

Il 12 aprile è stata annunciata la nomina di Michele Pennisi, finora rettore dell’Almo Collegio Capranica, a vescovo della diocesi siciliana di Piazza Armerina. Pennisi, nato 56 anni fa in provincia di Catania, è sacerdote dal ’72.


Nomine/2
Romer segretario
del Consiglio
per la famiglia

Il 13 aprile è stata annunciata la nomina di Karl Josef Romer a nuovo segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia. Romer, 70 anni a luglio, è nativo della Svizzera dove è stato ordinato sacerdote nel ’58. Inviato missionario in Brasile, dal ’75 fino ad oggi è stato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di São Sebastião do Rio de Janeiro.


Nomine/3
Marchisano nuovo arciprete

Il 24 aprile è stata resa nota la nomina dell’arcivescovo Francesco Marchisano a nuovo arciprete della Basilica vaticana e presidente della Fabbrica di San Pietro. Prende il posto del cardinale Virgilio Noè che lo scorso 30 marzo ha compiuto 80 anni. Marchisano, 73 anni a giugno, piemontese di Racconigi (To), dal ’91 è presidente della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di archeologia sacra (incarichi che conserverà); nei tre anni precedenti era stato segretario delle due Commissioni e prima ancora sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica.


Diplomazia
Nuovo ambasciatore dell’Angola presso
la Santa Sede

Il 29 aprile ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore dell’Angola presso la Santa Sede. Si tratta di Armindo Fernandes do Espirito Santo Vieira, 49 anni, già ambasciatore in Nigeria (’83-87), in Italia (’87-88), comandante generale della polizia popolare (’81-82 e ’88-91) e viceministro degli Interni (’89-92).


Episcopati
Nuovi presidenti
in Ecuador e Scozia

Il nuovo presidente della Conferenza episcopale ecuadoriana è Vicente Rodrigo Cisneros Durán, 68 anni, dal 2000 arcivescovo di Cuenca. Prende il posto dell’arcivescovo di Portoviejo, il settantaduenne José Mario Ruiz Navas.
A guidare i vescovi scozzesi è stato eletto Keith Michael Patrick O’Brien, 64 anni, irlandese di nascita, dall’85 arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo. Succede al cardinale di Glasgow Thomas Joseph Winning, scomparso nel giugno dello scorso anno. Poco dopo la sua nomina, O’Brien, in una intervista, ha affermato di essere a favore della fine del celibato per i sacerdoti.


Agenzie
Cambia la direzione di Fides

Al preciso scadere del primo mandato quinquennale è terminata la direzione di Fides (l’agenzia stampa promossa dalla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli) da parte di Bernardo Cervellera religioso del Pime. Ne ha dato notizia lo stesso Cervellera con un editoriale d’addio apparso sul sito internet dell’agenzia il 29 aprile. Cervellera era stato chiamato all’incarico dal cardinale Jozef Tomko. Il successore di questi quale “Papa rosso”, il cardinale Crescenzio Sepe, ha scelto come nuovo direttore di Fides il regista Luca De Mata, che curò il settore internet del Comitato vaticano per il Giubileo del Duemila.


Riviste
Milionesima copia
per Confraternite oggi

Il periodico Confraternite oggi ha raggiunto il milione di copie. Per l’occasione il cardinale James FrancisStafford, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ha scritto una lettera all’«infaticabile ed efficace direttore», monsignor Sebastiano Corsanego, ringraziandolo per la rivista che «apporta una valida documentazione e riflessione su queste (le confraternite, ndr) tradizionali modalità associative nelle quali partecipano milioni di fedeli di tutto il mondo».
Libri
Ratzinger, custode della fede
La casa editrice Piemme ha mandato in stampa una aggiornata biografia del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: Ratzinger, custode della fede (pp. 219, euro 9,90). Ne è autore Andrea Tornielli, vaticanista del Giornale e collaboratore della nostra rivista. Il volume è stato positivamente recensito da Repubblica (18 aprile), con un articolo che si chiude così: «Di [Joseph] Ratzinger si conosce il rigore e troppo poco l’anticonformismo. Il libro di Tornielli lo mette in luce, evocando l’insofferenza del cardinale per le burocrazie ecclesiastiche, il suo fastidio per il sovraffollamento degli appuntamenti giubilari, il suo rifiuto verso il carrierismo dei vescovi. Tagliente è la sua critica alle liturgie-spettacolo. “La liturgia non è uno show” afferma “è del tutto contraddittorio introdurvi delle pantomime in forma di danza, che spesso finiscono poi negli applausi”. “Là dove irrompe l’applauso” conclude severamente “si è di fronte al segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia, sostituita da una sorta di intrattenimento a sfondo religioso”. Pensata come polemica contro certi parroci modernisti, la stoccata finisce per colpire gli show pacchiani di tante messe papali».

STATISTICHE
Più fedeli, vescovi e seminaristi.
Meno preti e suore
L’Osservatore Romano del 21 aprile ha offerto interessanti cifre e statistiche aggiornate sul numero dei cattolici, dei vescovi, dei preti, delle suore e dei seminaristi in tutto il mondo. I dati raccolti offrono anche un raffronto con la situazione del 1978. In base a questi dati si evince che nel periodo 1978-2000 il numero dei fedeli è aumentato in cifre assolute (da 756 milioni a oltre un miliardo) ma è diminuito nella proporzione sulla popolazione mondiale (dal 17,99 al 17,28 %). Il numero dei vescovi è aumentato del 22,27% (da 3.714 a 4.541). I sacerdoti sono complessivamente diminuiti del 3,75% (da 420.971 a 405.178): questo dato è la risultante tra un leggero incremento dei diocesani (+1,26%, da 262.485 a 265.781) e un forte decremento dei sacerdoti religiosi (-12,049%, da 158.486 a 139.397). Le religiose sono crollate del 19,13% (da 990.768 a 801.185), con picchi negativi in Europa (-32,91%) e Oceania (-35,46%) non adeguatamente compensati da saldi fortemente positivi in Africa (+48,23%) e Asia (+50,89%). Notevole l’incremento dei seminaristi (+73,11%, da 63.882 a 110.583), anche se fortemente squilibrato tra primo mondo (Europa +12,39%) e terzo mondo (Africa +261,66%; Asia +125,43%).


PAPA
Il rosario, preghiera semplice e tanto efficace

«Mercoledì prossimo inizia il mese di maggio, consacrato a Maria. La pietà popolare da secoli ha reso questo mese una stupenda occasione per moltiplicare iniziative di pietà mariana. Viviamo intensamente, carissimi fratelli e sorelle, questi giorni dedicati alla celeste Madre del Signore. Recitiamo, se possibile ogni giorno, il santo rosario, sia da soli che in comunità. Il rosario è una preghiera semplice, ma profonda e tanto efficace, anche per implorare grazie in favore delle famiglie, delle comunità e del mondo intero. Dinanzi alla situazione internazionale, dove emergono tanti bisogni e problemi, e, in particolare, di fronte al dramma della Terra Santa, che non conosce fine, dobbiamo ricorrere con fiducia alla materna intercessione della Vergine. Siamo certi che Lei può sostenere gli sforzi di chi cerca con sincerità e impegno la pace. Nessuno più di Lei, Regina della Pace, veglia costantemente su questo faticoso cammino dell’umanità. Durante il mese di maggio si elevi, pertanto, da ogni parte del mondo un’ininterrotta e corale preghiera verso il cielo, perché finalmente s’affermino iniziative di distensione e di dialogo nella terra di Cristo e in ogni altro luogo del pianeta segnato dalla violenza e dal dolore».
Così il Papa in occasione del Regina coeli del 28 aprile.



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