Rubriche
tratto dal n.07/08 - 2005


Allegro ma non troppo


Luigi Malamocco, Allegro ma non troppo, Edizioni Segno, Tavagnacco (Ud) 2004, 111 pp., euro 7,00

Luigi Malamocco, Allegro ma non troppo, Edizioni Segno, Tavagnacco (Ud) 2004, 111 pp., euro 7,00

È quasi un reportage quello che padre Luigi Malamocco presenta dalle Filippine dove svolge da vent’anni la sua opera sacerdotale, in missione a Manila. Pezzi di storie riferite agli 84 milioni di abitanti, distribuiti su più di settemila isole, che crescono annualmente di un milione e 800mila nuovi nati, vengono presentati, quasi in una sequenza sinfonica, in Allegro ma non troppo. Nelle Filippine ci sono 27 milioni di persone che non hanno cibo sufficiente e garanzia di vita: ecco allora storie di politica, di libertà sociali conquistate e perdute, storie di ingiustizia e di giustizia, storie di fede, di vita, di solidarietà, eventi guidati dalla forza della Provvidenza.
Il quadro che abbiamo potuto vedere in occasione del maremoto che ha colpito una vasta zona del Sudest asiatico nel dicembre scorso non è tanto allegro; oggi pochi ne parlano, purtroppo, se non in convegni: archiviato, come tanti altri avvenimenti. Padre Malamocco lo evoca (il libro è stato scritto prima) e presenta la situazione filippina attraverso racconti che hanno il pregio dell’immediatezza. Pensavo alle immagini successive allo tsunami mentre leggevo Il soave canto del silenzio (pp.63-67), un racconto intriso di poesia e di spiritualità: «[…] quando poi cala la notte e il cielo esplode di stelle e di astri immoti, è il momento più vero e maestoso dell’amico silenzio». Malamocco, quasi spalancando una finestra, alterna la descrizione di usanze, riti, tradizioni locali alla osservazione della natura e del paesaggio filippino, per la verità non molto invitante. Queste “pagine di cronaca impazzita” sono pubblicate dalle Edizioni Segno.




Ponte Milvio porta di Roma


Enzo Abbati, Ponte Milvio porta di Roma ed il suo fiume, a cura dell’associazione culturale “La Giustiniana”, Roma 2004, 319 pp., s.i.p.

Enzo Abbati, Ponte Milvio porta di Roma ed il suo fiume, a cura dell’associazione culturale “La Giustiniana”, Roma 2004, 319 pp., s.i.p.

Per un romano avere in mano e sfogliare il volume di Enzo Abbati Ponte Milvio porta di Roma dà la sensazione di una piacevole passeggiata nella storia, anche recente, di Roma, attraverso un album di ricordi. Con seicento immagini d’archivio l’autore di questo libro-catalogo, che contiene anche simpatiche curiosità antiche e moderne, come i bagni “naturisti” di Maria Colonna, nobildonna romana del Seicento che si tuffava nuda nelle acque del Tevere, oltre a saggi, racconti e la riproduzione di rare mappe e stampe, ottiene il risultato di comporre una ricerca storica originale e inusuale. L’orizzonte è, ovviamente, storico-artistico. Si allarga anche ai dintorni di Ponte Milvio: Saxa Rubra, Grottarossa, Acqua Traversa, Tor di Quinto, Acqua Acetosa, Torre Lazzaroni. Un capitolo è dedicato ad artisti che hanno amato e rappresentato i luoghi (si veda, ad esempio, la descrizione di liti e duelli in “punta de cortello” di Goethe). Mentre un’attenzione particolare è rivolta a Ponte Milvio oggi (p. 285). Diceva Arthur Schopenhauer: «Vita e sogni sono figli di uno stesso libro: leggerlo in ordine è vivere, sfogliarlo a caso è sognare».




In fuga, sperando solo in Dio


Marcella Levi Bianchini,
E ora dove vado?, Edizioni Lepisma, Roma 2004, 93 pp., euro 7,00

Marcella Levi Bianchini, E ora dove vado?, Edizioni Lepisma, Roma 2004, 93 pp., euro 7,00

Le Edizioni Lepisma, in una collana di epistolari e memorie, pubblicano un libretto che va ad aggiungersi ai molti contributi dedicati agli ebrei in questi ultimi tempi. E ora dove vado? è la storia autobiografica di una donna ebrea italiana, Marcella Levi Bianchini. Recuperata e resa disponibile dalle figlie, abbraccia un periodo di nove mesi, tra il 16 ottobre 1943 – giorno in cui avvenne a Roma la retata degli ebrei compiuta dai nazisti e dai fascisti che costrinse anche l’autrice a fuggire da Roma e a nascondersi – e il 15 luglio 1944, quando venne liberata Chiusi, la città dove Marcella si era rifugiata presso un ferroviere di Arezzo conosciuto nel viaggio della fuga. È da questa data che parte retrospettivamente il racconto.
Le memorie, raccolte in poco più di ottanta pagine, ripercorrono un periodo storico della Toscana, vissuto in particolare tra Arezzo e Chiusi. Sono la testimonianza di un’esperienza terribile segnata da sentimenti di rassegnazione e di speranza, ancorati sempre alla fede in Dio.




Le battaglie intellettuali di Sturzo


Umberto Chiaramonte, Luigi Sturzo nell’Anci, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2004, 362 pp., euro 15,00

Umberto Chiaramonte, Luigi Sturzo nell’Anci, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz) 2004, 362 pp., euro 15,00

Nel 1901 a Parma fu fondata l’Associazione nazionale dei comuni italiani, soggetto che si batté, sin dalla sua nascita, per l’autonomia degli enti locali cercando di bilanciare i poteri accentratori dello Stato. Appena dopo, esattamente il 4 dicembre del 1904, un consigliere comunale di opposizione del comune di Caltagirone, don Luigi Sturzo, venne nominato nel consiglio direttivo dell’Anci. Uno dei tanti impegni che don Sturzo svolse con passione e competenza, dedicandosi proprio alla difficile via della progressiva autonomia dei comuni rispetto alle competenze dello Stato, soprattutto in campo economico e in tema di tassazione. Sturzo divenne poi anche anche vicepresidente dell’Anci ed è grazie a lui che si devono alcune importanti riforme nel campo del diritto amministrativo.
Il libro di Umberto Chiaramonte, ricercatore in temi di storia contemporanea, con particolare attenzione allo sviluppo industriale, al movimento operaio socialista e cattolico e anche alle autonomie locali e alle istituzioni, edito da Rubbettino, mette in luce con analisi ben argomentata, attraverso i vari congressi dell’Anci fino al 1924, le battaglie intellettuali di Sturzo, che seppe distinguere la sua azione politica in senso generale da quella che riguardava i temi specifici pertinenti alle varie amministrazioni locali. Luigi Sturzo nell’Anci, questo il titolo del volume, riporta anche, in appendice, alcuni commenti e interventi di don Sturzo ai vari congressi dell’Associazione. Sin dall’inizio l’intento di Sturzo era quello di creare una coscienza cattolica partendo da un’indispensabile organizzazione delle masse popolari. Con l’ingresso di Sturzo nel direttivo dell’Anci il pensiero autonomista all’interno del movimento cattolico, che era stato sostanzialmente di élite, si occupò sempre di più dei problemi concreti. Nel difficile mondo della vita politica sociale regionale e nazionale Sturzo ragionò sul convincimento della partecipazione dei cattolici alla vita politica. In questo senso, assieme a Romolo Murri, si può ritenere Sturzo il progenitore della redazione del programma municipale cattolico.
La ricerca di Chiaramonte è più che mai attuale, soprattutto come originale contributo al dibattito in corso sui progetti di riforma costituzionale all’esame del Parlamento che riguardano l’essenza e la vita delle autonomie locali. Credo che un esame anche critico del passato faccia ben comprendere il presente.


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