Rubriche
tratto dal n.10 - 2001


BREVI DAL MONDO


Papa/1
«Recitate il rosario, questa bella preghiera, carissima al popolo cristiano»

«Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa della Madonna del santo Rosario. Tutto il mese di ottobre è particolarmente dedicato a questa bella preghiera, carissima al popolo cristiano. A motivo dell’attuale situazione internazionale, ho invitato le persone e le comunità a recitare il Rosario per la pace. Rinnovo anche oggi quest’invito, sottolineando al tempo stesso che il Rosario è contemplazione di Cristo nei suoi misteri, in intima unione con Maria santissima». Giovanni Paolo II prima di recitare l’Angelus, domenica 14 ottobre.


Papa/2
«La guerra e la morte sono arrivate persino sulla piazza della basilica della Natività di Nostro Signore»

«È con profonda tristezza che ricevo dolorose e preoccupanti notizie da Betlemme, come pure dalle città di Beit Jala e Beit Sahour. La guerra e la morte sono arrivate persino sulla piazza della basilica della Natività di Nostro Signore. Nel nome di Dio ripeto ancora una volta: la violenza è per tutti solo un cammino di morte e distruzione, che disonora la santità di Dio e la dignità dell’uomo». Accorato appello pronunciato da Giovanni Paolo II domenica 21 ottobre, prima della recita dell’Angelus.


Papa/3
Igor Man: Wojtyla conosce la grazia dello stupore

«Kyrie eleison: Signore pietà, dice Karol Wojtyla, questo profeta postmoderno che conosce la grazia dello stupore». Finale del commento di Igor Man al mea culpa papale verso la Cina pubblicato in prima pagina dalla Stampa del 25 ottobre.
Cardinali/1
Il saluto del patriarca di Venezia alla messa per papa Luciani

Domenica 30 settembre nella basilica di San Marco a Venezia è stata celebrata una messa per ricordare papa Luciani a ventitré anni dalla sua improvvisa morte. Il rito, promosso da Comunione e liberazione, è stato officiato da don Giacomo Tantardini. Alla fine della celebrazione è voluto intervenire il cardinale Marco Cé, patriarca di Venezia, che ha detto: «Sento come un dovere, piacevole, salutare gli amici di Comunione e liberazione del Veneto che questa sera sono venuti qui in San Marco per la memoria del nostro antico patriarca papa Luciani, divenuto Papa con il nome di Giovanni Paolo I e morto dopo 33 giorni. Quella che noi abbiamo fatto ieri era è un’iniziativa che è sua: il mandato ai catechisti. Lo ricordo perché il far catechesi, lo spezzare la parola di Dio al popolo è stata una delle caratteristiche di papa Luciani. Era un dono che gli apparteneva, quasi spontaneo, la capacità di parlare ai semplici, una grande dolcezza di tratto che apriva il cuore, tanto dolce quant’era forte nel proporre l’autentica verità cristiana. Voi questa sera lo avete ricordato, questo al suo successore fa molto piacere, mi complimento con voi, sono lieto, se il celebrante mi consente, darò io stesso la benedizione a tutta l’assemblea augurando a tutti la pace del Signore, che vi accompagni sempre nella vita, che vi consenta di produrre buoni frutti di vita cristiana nella testimonianza quotidiana. Chiediamolo a Colui che è il nostro Salvatore, il Signore Gesù. Auguri».
Il 7 ottobre Il Mattino di Padova ha dato la notizia che l’Associazione amici di papa Luciani di Cadoneghe «annovera un nuovo iscritto eccellente: si tratta del senatore a vita Giulio Andreotti».


Cardinali/2
Martini: la Chiesa
non è un agente
di moralità internazionale

«[Ritengo] che la Chiesa da parte sua non potrà mai dire sì alla violenza, che la Chiesa non è un agente di moralità internazionale che deve dare il permesso etico a questo o quel governo». Lo ha detto il cardinale di Milano Carlo Maria Martini rispondenýo a chi gli faceva notare che tra i vescovi giunti a Roma per il Sinodo la maggioranza di quelli asiatici sembravano valutare negativamente l’attacco all’Afghanistan e quelli occidentali sembravano in qualche modo ritenerlo legittimo. Lo scambio di batute, riportato dall’Ansa, è avvenuto durante un briefing con i giornalisti tenuto nella sala stampa vaticana il 22 ottobre.


Liturgia/1
Il Papa ricorda
le «bellissime preghiere» presenti
nel «Messale romano,
detto di san Pio V»

«Nel Messale romano, detto di san Pio V, come in diverse liturgie orientali, vi sono bellissime preghiere con le quali il sacerdote esprime il più profondo senso di umiltà e di riverenza di fronte ai santi misteri: esse rivelano la sostanza stessa di qualsiasi liturgia». Lo ha scritto Giovanni Paolo II nel messaggio inviato all’assemblea plenaria della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti che si è tenuta in Vaticano dal 26 al 29 settembre. La lettera firmata personalmente dal Papa è datata 21 settembre, ma è stata resa nota dalla sala stampa della Santa Sede solo il 17 ottobre, dopo che, il giorno prima, il vaticanista del Giornale aveva reso nota l’esistenza di questo documento, parlando provocatoriamente di “censura” nei confronti del Papa. In effetti quasi contemporaneamente alla plenaria del Culto divino si è svolta a Roma anche quella della Congregazione per i religiosi, e ilmessaggio del Papa a quest’ultima assemblea era stato regolarmente pubblicato dalla sala stampa vaticana il 27 settembre e dall’Osservatore romano del 28. Da notare comunque che il quotidiano ufficioso della Santa Sede non ha ancora pubblicato il testo pontificio destinato ai membri della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Nel testo, oltre all’elogio delle preghiere presenti nel Messale di san Pio V, c’è anche una forte valorizzazione della religiosità popolare.


Liturgia/2
Presentato il nuovo Martirologio romano. Scompare Uria l’ittita

Il 2 ottobre è stata presentata la nuova editio typica, in latino, del Martirologio della Chiesa cattolica, l’elenco dei martiri e dei santi di ogni giorno dell’anno liturgico. Si tratta della prima edizione postconciliare a coronamento di un lavoro iniziato nel ’66. La prima edizione risale al 1586, l’ultima era stata compilata nel 1956. Nel nuovo Martirologio scompare Uria, che fu fatto uccidere dal re Davide (che permane nel Martirologio) per rubargli la moglie Betsabea. Sembra che la cancellazione di Uria sia dovuta al fatto che non essendo di stirpe ebraica, ma ittita, non sia considerato un giusto dalla tradizione ebraica, e che nella compilazione del nuovo Martirologio siano state “ammesse” quelle figure dell’Antico Testamento compatibili con la tradizione ebraica. La cancellazione di Uria dal Martirologio risulta ancora più strana se si tiene presente che Uria l’ittita è citato da san Matteo nel suo Vangelo nella genealogia di Gesù.


Bush/1
L’America
ha scoperto
che il Diavolo esiste

«Bin Laden si è assunto la responsabilità degli attacchi dell’11 settembre, le attività militari procedono come previsto e molti americani oggi hanno paura perché hanno scoperto che il Diavolo esiste, che l’America non è immune dagli attentati contro i civili, ma difenderemo il Paese senza sacrificare la nostra libertà e vinceremo non solo per noi ma per le generazioni che verranno». Lo ha detto George Bush l’8 ottobre, in occasione della nomina di Tom Ridge a ministro della Sicurezza interna. La notizia è stata riportata dalla Stampa del 9 ottobre.
Bush/2
I nostri nemici
sono assassini globali

«Nel mondo odierno non è possibile isolarsi dal male. I nostri nemici sono assassini globali. Cercano armi per uccidere su scala globale. Tutti i Paesi devono combatterli, o ne diverranno a loro volta bersaglio». Così George Bush il 20 ottobre al vertice Apec di Shanghai (Corriere della Sera, 21 ottobre, titolo: Bush: «I nostri soldati non sono morti invano»; sottotitolo: «Al vertice di Shanghai il presidente accusa: “I terroristi volevano frantumare l’economia mondiale”»).


Bush/3
Nuovo attacco
dei satanisti

«I satanici portano un nuovo attacco all’America, stiamo combattendo contro il terrorismo una guerra su due fronti, non sarei sorpreso se fosse Al Qaeda ma non sappiamo con certezza chi c’è dietro l’antrace. Il nostro è un Paese forte, resisteremo, ce la faremo e porteremo questi terroristi davanti alla giustizia». Risposta di George Bush ai giornalisti riportata da La Stampa del 24 ottobre in un articolo dal titolo: L’antrace arriva alla Casa Bianca.


Guerra/1
In passato l’antrace
è stato usato contro cliniche abortiste

«In passato, lettere contenenti polverine misteriose e minacce all’antrace hanno colpito, un anno e mezzo fa, 70 cliniche associate al National Coalition of abortion clinics». Lo ha ricordato la Repubblica del 18 ottobre, col titolo: Lo stesso ceppo di antrace a NY e in Florida.


Guerra/2
Gheddafi: gli Usa,
i talebani, i britannici

ýra i primi capi di Stato arabi che hanno commentato l’attacco americano al regime dei talebani, c’è stato il colonnello Muhammar al-Gheddafi, il quale ha subito detto che la risposta americana è «giustificata dopo quanto è accaduto l’11 settembre» e che i talebani sono «ipocriti, atei e depravati». Il leader libico ha poi aggiunto: «Gli Stati Uniti hanno la forza sufficiente per dare una risposta efficace ai talebani, e non hanno bisogno di aiuto. Tanto più che i primi a soccorrerli sono stati i britannici, che ospitano la maggior parte dei responsabili dei gruppi terroristici presenti in Pakistan e poi disseminati per il mondo». Così il leader libico sul Corriere della Sera dell’8 ottobre 2001 in un articolo dal titolo: Gheddafi: «Un attacco giusto contro gli atei».
Guerra/3
Riciclaggio, Parigi accusa la City

Con questo titolo Il Sole-24 Ore dell’11 ottobre riportava la denuncia del Parlamento francese contro la finanza di Londra indicata come «luogo di investimento “attraente” per le organizzazioni terroristiche». Sotto accusa «l’eccessiva “permissività” della legislazione britannica sui trust, che garantisce l’anonimato dei reali beneficiari dei fondi». La denuncia è emersa nell’ambito di un dettagliato rapporto, presentato al Parlamento transalpino, dal titolo: La City di Londra, Gibilterra e i domini della Corona: dei centri offshore, santuari del denaro sporco. Le accuse «sono state prontamente rigettate da Londra».
Guerra/4
Bin Laden e l’Uck

Secondo fonti del contingente russo presente nei Balcani, riprese dall’agenzia moscovita Itar Tass, uno dei ricercati legati alla rete terroristica di Osama Bin Laden, l’egiziano Zaiman al-Zawahri, sarebbe nascosto in Kosovo, in un villaggio vicino alla località dove ha sede un campo della guerriglia albanese. La notizia è stata ripresa dalla Padania del 17 ottobre, col titolo: Mosca: in Kosovo l’Uck nasconde gli uomini di Osama.


Provocazioni/1
Fedi religiose
e crimini contro l’umanità

«“In un articolo intitolato Il fattore Dio, José Saramago, Nobel per la letteratura, ha sostenuto che dalle fedi religiose nascono i peggiori crimini contro l’umanità. È d’accordo?”. “Da quelle religioni che sconfinano nel fanatismo. Tutti i crimini no, una buona metà sì”». Dall’intervista al ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani, alla Stampa del 4 ottobre.
Provocazioni/2
Monsignor Balducci
e gli errori di Origene

«“Satana, lei dice, è una creatura di Dio. Ma proprio perché infinitamente misericordioso, verrà un giorno in cui Dio lo perdonerà?”. “Credo proprio di sì. Ma allora saremo tutti spiriti, senza spazio e tempo: e capiremo che la storia dell’uomo, dalle caverne alla fine terrena, è stata un battito di ciglia di Dio”». Botta e risposta finale tra il giornalista Paolo Mosca e il demonologo monsignor Corrado Balducci sul Messaggero del 19 ottobre.


Curia
Completati i vertici
di Propaganda Fide

Dopo la nomina del cardinale Crescenzio Sepe a prefetto, il 1° ottobre sono stati completati i vertici della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Nuovo segretario è l’africano Robert Sarah, 56 anni, dal ’79 arcivescovo della capitale della Guinea, Conakry (nella cui arcidiocesi ci sono 34mila cattolici su 3 milioni e 700mila abitanti), presidente della Conferenza episcopale della Guinea, finora consultore del dicastero. Nuovo segretario aggiunto è lo srilankese Patabendige Don Albert Malcom Ranjith, 54 anni a novembre, ausiliare di Colombo nel ’91, dal ’95 vescovo della neodiocesi di Ratnapura (23mila fedeli su 1 milione e 739mila abitanti). Nuovo sottosegretario è il padre Massimo Cenci, del Pime, 57 anni, di Desio, sacerdote dal ’75, già missionario in America Latina.
Sempre il 1° ottobre è stata resa nota la nomina di padre Fidel González Fernández, comboniano, a rettore del Pontificio Collegio Urbano “de Propaganda Fide”.
Diplomazia
Nuovi nunzi
in Angola
e nei Paesi Baltici

Il 15 ottobre Giovanni Angelo Becciu, 53 anni, sardo, è stato nominato nunzio apostolico in Angola. Al contempo è stato elevato alla dignità arcivescovile. Becciu è nel servizio diplomatico vaticano dall’84 ed ha prestato la propria opera nella Repubblica Centrafricana, in Sudan, in Nuova Zelanda, in Liberia, in Gran Bretagna, in Francia e, da ultimo, negli Stati Uniti. Il 25 ottobre è stato poi nominato il nuovo nunzio in Lituania, Estonia e Lettonia. Si tratta dell’arcivescovo svizzero Peter Stephan Zurbriggen, 58 anni, dal 1998 rappresentante pontificio in Georgia, Armenia, Azerbaigian. Il presule è entrato nel servizio diplomatico vaticano nel 1975 e ha prestato la propria opera in Bolivia, Germania, Uruguay, Francia, Africa meridionale, India. Dal 1993 al 1998 è stato prima delegato apostolico e quindi nunzio in Mozambico.


Acqui Terme
Il vescovo: «La gioia
di essere cristiani»

«La gioia di essere cristiani». È questo il titolo della lettera che il vescovo di Acqui Terme (Alessandria), Pier Giorgio Micchiardi, ha inviato ai fedeli della sua diocesi per l’anno pastorale 2001-2002. Si tratta di un opuscoletto di dodici pagine semplicemente fotocopiate, che si chiude con queste parole: «Gioia che attira le persone a Gesù Cristo e ci permette di diventare, soprattutto con la nostra vita, un riflesso, anche se imperfetto, del suo volto». Nella lettera, Micchiardi, che prima di arrivare ad Acqui è stato ausiliare a Torino, citando la Lumen gentium, afferma che la «santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano» (LG n. 40). Il vescovo propone alcuni «suggerimenti concreti». Ecco i primi quattro: a) recitare ogni giorno le preghiere e almeno una decina del rosario; b) partecipare ogni domenica alla messa; c) confessarsi di frequente; d) compiere ogni giorno un gesto di carità fraterna».




ELIO TOAFF

«Forse, come il bimbo attore di Benigni, siamo ancora in grado di fermare i carri armati...»





«Era soltanto ieri, ma sembra passato un secolo da quando il bel film di Roberto Benigni La vita è bella sorrideva fiducioso alla rinascita dell’uomo e dell’umanità, precipitati nell’abisso della Shoah. Gli anni duri del fascismo e del nazismo, dell’intolleranza e del razzismo, dell’antisemitismo e dell’oblio della ragione vi sono riproposti in tutta la loro assurda e cruda evidenza, con una vena poetica e una commozione che hanno contribuito meritatamente al successo mondiale di quest’opera. […] Era soltanto ieri, ma sembra passato un secolo dall’11 settembre, dalle Torri di New York, dal terrorismo e dalla guerra batteriologica, dai bombardamenti e dalla violenza. Ci siamo accorti che non abbiamo imparato niente. [...] Forse, come il bimbo attore di Benigni, siamo ancora in grado di fermare i carri armati, magari vincendoli alla lotteria, o in un giuoco simulato come nel film, per proteggere l’innocenza dall’orrore. Per tutti questi motivi, stasera rivedrò La vita è bella con la mia famiglia, con una nuova consapevolezza». Alcuni brani dell’articolo scritto da Elio Toaff, rabbino (da poco) emerito della Comunità ebraica di Roma, sul Corriere della Sera del 22 ottobre.
La vita è bella ha fatto registrare un ascolto da record: 16 milioni di telespettatori, 53% di share, un traguardo mai raggiunto da un film nella storia della televisione italiana.




ANNIVERSARI

Il messaggio di papa Luciani




Il Mattino di Padova del 29 settembre ha pubblicato in prima pagina un articolo, a firma di Graziano Debellini, a ricordo di papa Giovanni Paolo I, titolato Il messaggio di papa Luciani. Eccone ampi stralci: «[…] Di buone ragioni per ricordare papa Luciani ce ne sono molte, sintetizzabili in una sua espressione: “Il vero dramma della Chiesa che ama definirsi moderna è il tentativo di correggere lo stupore dell’evento di Cristo con delle regole”. “Sarebbe stato provvidenziale quel suo mese di pontificato”, commentava monsignor Luigi Giussani, “anche solo per questa osservazione, di cui non si trova altrove l’equivalente”. Ma perché lo stupore dell’evento di Cristo è così essenziale per la vita cristiana, al punto che la sua mancanza sarebbe un dramma, anzi il vero dramma della Chiesa di oggi?
Nell’udienza di mercoledì 27 settembre 1978 , il giorno prima di morire, Giovanni Paolo I, parlando della carità, spiega che la possibilità di amare Dio e il prossimo nasce dall’attrattiva della grazia. “Io non parto”, diceva con il suo modo colloquiale ed elementare, “se Dio non prende prima l’iniziativa”. Un’iniziativa che descriveva con le parole di sant’Agostino: “Dio non soltanto ti attira in modo che tu stesso voglia, ma perfino in modo che tu gusti di essere attirato”.
Cose elementarissime, si dirà, catechismo in pillole. Ma sono le cose che anche oggi rendono desiderabile la fede cristiana. Nel contesto ecclesiale degli ultimi decenni, infatti, non si può dire che siano state palesemente contestate le verità della fede. Non si è negato che l’incontro col cristianesimo desti stupore. Si è fatta, usando le parole di papa Luciani, un’opera di correzione. Per rispondere alle sfide della società secolarizzata, si è pensato, serve altro. Servono regole, appunto, precetti da richiamare al mondo laicizzato (“evitate di fare i moralisti ad ogni costo”, diceva Luciani da cardinale, “parlate solo di Cristo; umiliatevi davanti ai peccatori, sono uomini feriti, non spaventateli”).
Regole e cultura sono cose importanti e rispettabili. Ma, senza quell’iniziale stupore, non destano alcun interesse umano, anzi affaticano e logorano il piccolo resto del popolo cristiano. Vale il giudizio di un autore caro a Luciani, il poeta Charles Péguy, destinatario di una lettera nel suo libro Illustrissimi. Se non c’è “l’operazione della grazia, il germogliare della grazia”, ciò che resta sono solo “contraffazioni vergognose, imitazioni amorfe, parodie infami” e il cristianesimo si riduce a “un’eccellente materia d’insegnamento”, strumento di potere dei chierici, per usare il termine di Péguy, sui semplici fedeli.
Qui sta a mio avviso l’attualità di papa Luciani. È lo stupore della grazia, donata nei sacramenti e nella preghiera, a rendere possibile e ad alimentare la vita morale del cristiano, quell’umile positività che fa ripetere con santa Teresa di Lisieux: “Quando sono caritatevole, è solo Gesù che agisce in me”. […]
Sono queste cose semplici della Tradizione che permettono, nelle tragedie che si abbattono sul mondo, di essere “quieti anche dentro la tempesta”, come ricordava recentemente monsignor Giussani».




FILIPPINE

Chiesto un riscatto di 130 milioni per il missionario italiano rapito






«Per il rilascio di Giuseppe Pierantoni, il missionario italiano sequestrato mercoledì 17 ottobre da presunti guerriglieri musulmani mentre era intento a celebrare la messa nella sua chiesa a Dimataling, remota località nel sud dell’isola filippina di Zamboanga, i rapitori pretenderebbero il versamento di un forte riscatto: 3 milioni di pesos locali, pari a circa 130 milioni di lire. Lo ha reso noto la radio delle Filippine, secondo cui un messaggio con la richiesta del denaro è stato spedito alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù nella stessa Dimataling, di cui è appunto responsabile il 44enne sacerdote di origini bolognesi. Di lui non si è più saputo nulla, e gli inquirenti brancolano ancora nel buio anche solo per quanto riguarda l’attribuzione del sequestro: stando a fonti dell’esercito sarebbe stato compiuto da elementi del sedicente “Pentagono”, una banda armata che opera nella provincia di Lanao del Sud ed è dedita a sequestri ed estorsioni; le forze di sicurezza puntano invece il dito contro i separatisti musulmani del Fronte moro di liberazione islamica (Fmli), il cui portavoce, Eid Kabalu, ha però smentito qualsiasi coinvolgimento, denunciando a sua volta un complotto per far fallire le trattative di pace in corso con il governo di Manila.
Kabalu si è anzi detto disposto a dare una mano per la liberazione di padre Pierantoni. Nel ’98 lo stesso Fmli contribuì a far rilasciare un altro religioso italiano, Luciano Benedetti, e di recente è avvenuto altrettanto a favore di quattro ingegneri cinesi rapiti da uomini del “Pentagono”». Notizia riferita dall’agenzia Ansa il 23 ottobre.


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