Lettere al direttore
La posta del direttore
PARTITI E TESSERATI
Resuscitavano i morti?
Caro senatore,
su La Stampa di stamane leggo che nella vecchia Democrazia cristiana si tesseravano i morti. Sono scandalizzata. Mio padre (che era amico di Carlo Trabucco che lei deve aver conosciuto) mi parlava con entusiasmo del livello elevato e delle selezioni di questo partito. Ma se facevate giuochetti del genere devo ricredermi. Potrà rassicurarmi?
Wilma Collina
Torino, Italia
Ho letto anche io l’intervista dell’onorevole Sanza e sono rimasto sorpreso. Spero che abbia scherzato (non sarebbero stati scherzetti, ma squallide manovre). Posso assicurarle che a Roma fatti del genere non sono mai accaduti. Ricordo bene Carlo Trabucco, ottimo giornalista e valido critico teatrale.
Con vivi saluti.
G. A.
BILINGUISMO IN SARDEGNA
Senatore,
si ravvede?
Ho letto con sconcerto le dichiarazioni del senatore a vita Giulio Andreotti riguardanti l’introduzione del bilinguismo in Sardegna… egli vi si oppone!
Che tristezza constatare che proprio un senatore a vita (!) si stia adoperando contro l’introduzione della lingua che più ci appartiene; della lingua che un ragazzo come me ha potuto apprendere solo grazie ai propri genitori, zii e nonni e non sui banchi di scuola. Il sardo è una lingua a sé, non paragonabile ai dialetti “italofoni”. Perché non dovremmo avere gli stessi diritti di un’altra regione autonoma a statuto speciale quale il Trentino-Alto Adige? Siamo italiani di serie B? Spero tanto in un suo ravvedimento. Lo inviterei a farsi un giro nei paesini sardi, perché impari ad apprezzare la nostra specificità etnica. Per capire che il sardo è una lingua e non un dialetto.
Gentilmente, vogliate comunicargli lo sconcerto di un sardo qualsiasi come me. Un sardo che ha viaggiato per il mondo per motivi di studio e lavoro, ma che non si è mai scordato delle sue origini. Un sardo che vorrebbe avere la soddisfazione di vedere i propri figli studiare la lingua che più gli appartiene.
Sperando in un suo ravvedimento…
Giuseppe Orrù
e-mail
Caro Giuseppe, la mia opposizione in Senato alla equiparazione alla lingua italiana di un certo numero di dialetti (o se vuole dica pure lingue locali) deriva dalla convinzione che mentre è giusto salvaguardare questa ricchezza globale della nazione è impossibile pretenderne l’uso negli atti pubblici, negli esami ecc. La legge è passata ugualmente ma io continuo a ritenere che non sarà applicabile. Come si fa a pensare, ad esempio, che un esaminatore debba sapere l’occitano o il friulano? Si creano delle barriere assurde.
Non ho quindi da ravvedermi.
G. A.
REFERENDUM
Usarne con cautela
Direttore,
gli ormai leggendari radicali dei mitici Pannella, Bonino ed altri continuano nelle loro “battaglie” a senso unico:
i nuovi 25 referendum popolari, che liberali, liberisti e forse libertini martelleranno in questi giorni alcuni cittadini;
la manifestazione del 20 settembre a Porta Pia, con il solito connotato anticlericale, anticristiano, antitutto.
Vi chiedo un vostro parere perché sembra che lo pseudolaicismo non abbia mai fine.
don Giuseppe Bastia
Firenze, Italia
In verità non ci sembra che la manifestazione di Porta Pia – posto che ci sia stata – abbia avuto eco. Del resto due terzi degli italiani non sono andati ai seggi. Per scelte essenziali e chiare lo strumento referendario è adatto. Ma non se ne deve fare un uso continuato.
G.A.
Testo risposta
Resuscitavano i morti?
Caro senatore,
su La Stampa di stamane leggo che nella vecchia Democrazia cristiana si tesseravano i morti. Sono scandalizzata. Mio padre (che era amico di Carlo Trabucco che lei deve aver conosciuto) mi parlava con entusiasmo del livello elevato e delle selezioni di questo partito. Ma se facevate giuochetti del genere devo ricredermi. Potrà rassicurarmi?
Wilma Collina
Torino, Italia
Ho letto anche io l’intervista dell’onorevole Sanza e sono rimasto sorpreso. Spero che abbia scherzato (non sarebbero stati scherzetti, ma squallide manovre). Posso assicurarle che a Roma fatti del genere non sono mai accaduti. Ricordo bene Carlo Trabucco, ottimo giornalista e valido critico teatrale.
Con vivi saluti.
G. A.
BILINGUISMO IN SARDEGNA
Senatore,
si ravvede?
Ho letto con sconcerto le dichiarazioni del senatore a vita Giulio Andreotti riguardanti l’introduzione del bilinguismo in Sardegna… egli vi si oppone!
Che tristezza constatare che proprio un senatore a vita (!) si stia adoperando contro l’introduzione della lingua che più ci appartiene; della lingua che un ragazzo come me ha potuto apprendere solo grazie ai propri genitori, zii e nonni e non sui banchi di scuola. Il sardo è una lingua a sé, non paragonabile ai dialetti “italofoni”. Perché non dovremmo avere gli stessi diritti di un’altra regione autonoma a statuto speciale quale il Trentino-Alto Adige? Siamo italiani di serie B? Spero tanto in un suo ravvedimento. Lo inviterei a farsi un giro nei paesini sardi, perché impari ad apprezzare la nostra specificità etnica. Per capire che il sardo è una lingua e non un dialetto.
Gentilmente, vogliate comunicargli lo sconcerto di un sardo qualsiasi come me. Un sardo che ha viaggiato per il mondo per motivi di studio e lavoro, ma che non si è mai scordato delle sue origini. Un sardo che vorrebbe avere la soddisfazione di vedere i propri figli studiare la lingua che più gli appartiene.
Sperando in un suo ravvedimento…
Giuseppe Orrù
Caro Giuseppe, la mia opposizione in Senato alla equiparazione alla lingua italiana di un certo numero di dialetti (o se vuole dica pure lingue locali) deriva dalla convinzione che mentre è giusto salvaguardare questa ricchezza globale della nazione è impossibile pretenderne l’uso negli atti pubblici, negli esami ecc. La legge è passata ugualmente ma io continuo a ritenere che non sarà applicabile. Come si fa a pensare, ad esempio, che un esaminatore debba sapere l’occitano o il friulano? Si creano delle barriere assurde.
Non ho quindi da ravvedermi.
G. A.
REFERENDUM
Usarne con cautela
Direttore,
gli ormai leggendari radicali dei mitici Pannella, Bonino ed altri continuano nelle loro “battaglie” a senso unico:
i nuovi 25 referendum popolari, che liberali, liberisti e forse libertini martelleranno in questi giorni alcuni cittadini;
la manifestazione del 20 settembre a Porta Pia, con il solito connotato anticlericale, anticristiano, antitutto.
Vi chiedo un vostro parere perché sembra che lo pseudolaicismo non abbia mai fine.
don Giuseppe Bastia
Firenze, Italia
In verità non ci sembra che la manifestazione di Porta Pia – posto che ci sia stata – abbia avuto eco. Del resto due terzi degli italiani non sono andati ai seggi. Per scelte essenziali e chiare lo strumento referendario è adatto. Ma non se ne deve fare un uso continuato.
G.A.
Testo risposta