Rubriche
tratto dal n.05 - 2006


LETTERE DAI MONASTERI


Bambini vietnamiti

Bambini vietnamiti


Carmelitane del monastero Notre-Dame
Binh Trieu, Viet Nam

Ci ha particolarmente commosso il fatto che lei si sia ricordato di queste carmelitane così lontane nel nostro piccolo Viet Nam

Binh Trieu, venerdì 28 aprile 2006

Signor senatore,
è con grande gioia e profonda gratitudine che desideriamo inviarle i nostri ringraziamenti per l’abbonamento gratuito alla rivista 30Jours dans l’Église et dans le monde [30Giorni in edizione francese], che ci è molto utile e gradita.
Ci ha particolarmente commosso il fatto che lei si sia ricordato di queste carmelitane così lontane del nostro piccolo Viet Nam.
Grazie a questa rivista, possiamo partecipare alle attività della Chiesa e del mondo intero e possiamo comprendere meglio la nostra madre Chiesa, il nostro Papa, i nostri fratelli e sorelle in Cristo.
Pregheremo perché il suo lavoro sia sempre fecondo.

Suor M.Teresa Consolata dello Spirito Santo O.C.D., priora



Carmelitane del monastero Santissima Trinità
Coronel Fabriciano, Minas Gerais, Brasile

La pace e la gioia del Signore Gesù
sia nel suo cuore

Coronel Fabriciano, giovedì 2 marzo 2006

Illustrissimo signor Giulio Andreotti,
la pace e la gioia del Signore Gesù sia nel suo cuore!
Sono stata contenta di ricevere il dono prezioso della rivista 30Dias [30Giorni in edizione portoghese] e, con la presente, desidero ringraziarla per la sua gentilezza verso di noi. «Nascoste con Cristo in Dio», abbiamo la certezza che per la grazia e la misericordia del Signore i nostri monasteri sono centro di irradiazione spirituale e benefica sulla Chiesa e su tutta l’umanità. «Una persona, donandosi a Dio come sua proprietà assoluta, diventa un dono di Dio per tutti, di modo che la sua vita è veramente un dono che si colloca al centro del mistero della comunione ecclesiale. Le contemplative per la loro presenza discreta ma vitale, per la loro testimonianza silenziosa, costituiscono un richiamo alla preghiera e alla verità dell’esistenza di Dio» (Veritatis splendor n. 8).
«Nel Carmelo, ovunque si incontra il buon Dio. Viviamolo, respiriamolo» per portarlo a tutti, come ci dice la beata Elisabetta della Trinità, carmelitana francese, della quale stiamo celebrando il centenario della morte.
Carissimo signore, il prossimo 19 marzo il nostro Carmelo completerà sei anni di fondazione in questa diocesi di Itabira-Fabriciano. Risiediamo in una sede provvisoria e l’anno scorso abbiamo iniziato la costruzione della nostra sede definitiva. Essendo stato difficile trovare le risorse economiche per costruire questa casa del Signore e nostra, presento anche a lei la nostra richiesta di aiuto affinché sia pubblicata, se lo riterrà opportuno, sulla rivista, con le foto della nostra comunità. Il buon Dio potrà toccare cuori generosi che possono dare anche il loro contributo. Le eventuali donazioni potranno essere inoltrate sul conto del Carmelo Santíssima Trindade e Beata Elisabeth da Trindade – conto corrente 7786-0 – agenzia 0365-4 del Banco do Brasil. Dio la ricompensi.
Preghiamo secondo le sue intenzioni, per quelle dei suoi familiari, dei suoi collaboratori e per il successo di questa rivista, affinché realizzi e compia i suoi obiettivi. Dio la benedica e la colmi dei suoi doni divini.
Con stima e gratitudine, per la comunità,

suor Maria Teresina del Bambino Gesù O.C.D., priora



Carmelitane del monastero santo Curato d’Ars
Ars, Francia

Solo attraverso il silenzio e la preghiera possiamo esserle veramente di aiuto

Ars, venerdì 24 marzo 2006

Caro signor Andreotti,
abbiamo ricevuto il bel numero di 30Jours [30Giorni in edizione francese] e la lettera allegata. Ne siamo molto colpite e la ringraziamo.
Ci chiede, in cambio, di pregare per lei e lo facciamo di tutto cuore, chiedendo al Signore di benedire la sua azione e sostenere il suo impegno perché rimanga sempre pienamente evangelico e pienamente ecclesiale.
Da parte nostra, la preghiamo di dispensarci da qualsiasi altra testimonianza (o “collaborazione”) che non sia il nostro silenzio e la nostra preghiera. È solo così che possiamo esserle veramente di aiuto e avere per la Chiesa e il mondo una vera fecondità.
Sia certo della nostra preghiera e della nostra offerta quotidiana per le sue intenzioni e ci permetta di affidarci, anche noi, alla sua preghiera, affinché siamo, gli uni e gli altri, nelle nostre rispettive vocazioni, i santi che il Signore ci chiama ad essere.
Voglia gradire, caro signore, i nostri saluti.

Suor Teresa dell’Incarnazione O.C.D., priora



Carmelitane del Real monastero san giovanni Battista
Valfermoso de las Monjas, Spagna

Il Signore vi mantenga fedelissimi ai principi cristiani

Valfermoso de las Monjas, sabato 25 marzo 2006

Stimato direttore Andreotti,
negli ultimi numeri della rivista 30Dias [30Giorni in edizione spagnola] abbiamo visto con grande piacere lo spazio “Lettere dai monasteri”. Ci rallegra il cuore vedere tante sorelle contemplative che pensano come noi, malgrado la distanza. Riteniamo che se tutte uniamo le nostre preghiere, il Signore le ascolterà e il mondo cambierà.
Dalla Spagna, più precisamente da Valfermoso de las Monjas (Guadalajara), le inviamo un affettuoso saluto e le nostre congratulazioni per la rivista da lei diretta. La riceviamo nella nostra comunità fin da quando è nata, 23 anni fa. È molto interessante. Ci mantiene informate della situazione della Chiesa dentro e fuori dell’Europa.
Ci rattrista molto la decadenza cristiana in Europa, ma confidiamo pienamente nel Signore. A Lui la affidiamo per intercessione della Vergine Maria, del nostro padre san Benedetto e degli altri santi patroni che la Chiesa ha posto a proteggere l’Europa.
Il Signore benedica il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori e vi mantenga fedelissimi ai principi cristiani.
Sua affezionatissima in Cristo,

suor Josefina Matrá, superiora


Carmelitane del monastero di Witten
Witten, Germania

La ringrazio di cuore per la grande carità che fa, cioè, per la spedizione gratis di 30Giorni

Witten, martedì 9 maggio 2006

Stimatissimo senatore signor Giulio Andreotti,
il Signore Risorto le conceda tutte le grazie necessarie, la benedica e la ricompensi per il bene che fa a noi, monache carmelitane in Germania! La ringrazio di cuore per la grande carità che fa, cioè, per la spedizione gratis di 30Giorni in lingua tedesca e in lingua italiana. Leggere in italiano per me è molto importante, così non dimenticherò questa bellissima lingua. Di nuovo grazie di cuore! Prego per lei e per i suoi collaboratori.
Con stima e preghiera,

suor Maria Teresa O.C.D.










Sfollati e ricercati dai nazisti in gran parte donne 
e bambini, nascosti nell’appartamento pontificio 
di Castel Gandolfo

Sfollati e ricercati dai nazisti in gran parte donne e bambini, nascosti nell’appartamento pontificio di Castel Gandolfo


PIO XII. IL PAPA CHE SALVò GLI EBREI
Un appello per nuove testimonianze sulla carità del Papa


Caro lettore,
ci appelliamo a coloro che sono a conoscenza della tragedia degli ebrei perseguitati dal regime nazista. Tutti quelli che furono testimoni della carità cristiana di Pio XII rimasero colpiti dalla sua preoccupazione per salvare queste vittime. Migliaia di missive furono indirizzate al Santo Padre da familiari e amici imploranti il suo aiuto. Ma questa storia non sarà completata senza il tuo aiuto, caro lettore.
Il papa Pio XII, difensore della civiltà prima ancora che della città romana, ordinò di dare rifugio ai perseguitati in Vaticano e nei palazzi extraterritoriali, di aprire perfino gli appartamenti pontifici pur di salvare il numero maggiore di vite possibile.
Moltissimi sono gli ebrei che devono la salvezza della loro vita a papa Pacelli, almeno indirettamente. Eppure, purtroppo, non sono molte le persone scampate alla furia nazista in quegli anni terribili che siano disposte a testimoniare che proprio al Papa devono ascrivere il merito della loro salvezza. Ma come sarebbe stato possibile avere libero accesso al territorio dello Stato vaticano, all’ospedale “Bambino Gesù”, alla Villa pontificia di Castel Gandolfo senza un ordine o almeno un permesso del Papa? Come sarebbe stato possibile, ci domandiamo, avere accesso all’appartamento pontificio, perfino alla camera da letto del Papa, trasformata per l’occasione in sala parto, secondo la testimonianza del direttore delle Ville pontificie, senza che il Papa desse il suo permesso? Infine, vorremmo anche dire come sia altrettanto improbabile che qualcuno si sia permesso di chiedere al Papa: «Scusi, Santità, ci sarebbe una donna ebrea che deve partorire, le dispiacerebbe prestarci la sua camera da letto a Castel Gandolfo?».
Tra più di cinquanta bambini nati nell’appartamento del Papa, due gemelli furono chiamati, per volontà della madre, Pio Eugenio e Eugenio Pio, in gratitudine a Pio XII. È il buon senso, prima ancora delle prove storiche, a dimostrare che il Papa non si limitò a permettere questa immensa attività di salvataggio, ma fu proprio lui a incoraggiarla e a pretenderla dai suoi collaboratori.
Solo a Castel Gandolfo erano rifugiate diecimila persone che mangiavano almeno due volte al giorno, che dovevano essere curate, che avevano bisogno di essere accudite e protette. Le cifre danno, crediamo, l’esatta misura di quest’opera di carità.
Il Vaticano, in generale, e il Papa furono tanto disinteressati in quest’opera da non tenere né liste né un archivio di tutte le persone salvate. È per questo motivo che ci rivolgiamo ai lettori affinché vogliano condividere con noi le preziose informazioni di persone di religione ebraica salvate tramite il Vaticano.
Ci siamo rivolti a Yad Vashem in Israele per poter onorare la memoria di Pio XII chiedendo di aggiungere il suo nome all’elenco dei “Giusti delle Nazioni”. Per riuscirci dobbiamo avere per iscritto la testimonianza di una persona che sappia che un ebreo (conosciuto da chi testimonia o di cui abbia sentito dire) sia stato aiutato direttamente dal Papa.
Per esempio, grazie al personale interessamento del Santo Padre, una bambina ebrea fuggita dai nazisti fu tempestivamente trasferita con sua madre all’ospedale “Bambino Gesù”, che godeva del privilegio della extraterritorialità. Nel corso della sua degenza, suo padre, ospitato in Vaticano, veniva a trovarla condotto da una grande auto nera con la targa e i vessilli della Santa Sede mandata dal Papa stesso.
Insomma, qualsiasi testimonianza dev’essere in iscritto e firmata dal notaio. Vi prego di spedirmela per e-mail: tertas@virgilio.it oppure per fax: 06-636347 in Italia; oppure per e-mail: Sr.Margherita.Marchione@ATT.NET o per fax: 001-973-539-9327 negli Stati Uniti.
Grazie per l’attenzione e per l’eventuale risposta.

suor Margherita Marchione



BRASILE
Un percorso di trenta giorni attraverso la Chiesa

Giovedì 16 febbraio 2006

Caro senatore Giulio Andreotti,
ho appena ricevuto il numero di 30Dias [30Giorni in edizione portoghese] di novembre 2005. Come quelli precedenti, questo numero è eccellente! È un percorso di trenta giorni attraverso la Chiesa e il mondo! Desidero ringraziarla cordialmente del cortese abbonamento che mi ha inviato. Dopo averlo letto, colloco 30Dias nella biblioteca del convento in cui abito con i miei confratelli redentoristi.
Con i miei ringraziamenti, vanno le mie preghiere per la sua persona e per il grande lavoro cattolico che realizza. Un forte abbraccio.

Monsignor José Rodrigues
de Souza C.SS.R.,
vescovo emerito di Juazeiro, Brasile


italia
Testimonianze che mi hanno fatto bene

Mercoledì 19 aprile 2006

Gentilissimo direttore e redazione tutta,
da mesi, ogni volta che apro la rivista mi si pone un quesito: scrivo o non scrivo?
Il desiderio di comunicarvi (a voi e a tutti) questa gioia grande è stato fino a ora trattenuto da quella riservatezza che occorre circa certi “argomenti”.
Sarò breve: la mia non è una “lettera dal monastero”, sono una giovane venticinquenne prossima alla laurea (in luglio), ma se il desiderio che Dio mi ha messo dentro di appartenergli per sempre, a Lui e all’umanità, è veramente di Lui… presto sarò in monastero.
Le testimonianze che avete riportato in questi mesi mi hanno fatto veramente bene, vi ringrazio.
Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera, in questo periodo così particolare, e nel cammino successivo, nello scoprire sempre più la pienezza di questa vita.
In Cristo.

(Concedetemi la forma anonima, oltre al mio padre spirituale solo pochi altri amici sanno di questo progetto,
e non vorrei scatenare strane reazioni in nessuno, specialmente nei miei genitori, che, tra l’altro, non condividono con me questa gioia)




PIO XII
La sorte di Pacelli e quella di papa Luciani

Lunedì 1° maggio 2006

Spettabile direzione di 30Giorni,
ancora si discute su Pio XII, sommo pontefice dal 3 marzo 1939 al 9 ottobre 1958, se merita o meno il riconoscimento canonico di beato e di santo, e ciò a causa del suo presunto silenzio durante l’olocausto degli ebrei perpetrato dai nazisti per ordine di Hitler durante la Seconda guerra mondiale.
Ebbene, nel suo famoso discorso del Natale 1942, quando parlò di coloro che venivano uccisi «per null’altro che a cagione della loro razza o discendenza», Pio XII era convinto di denunciare in modo inoppugnabile le persecuzioni naziste e si amareggiò delle critiche che gli imputavano già da allora di essere stato troppo vago. Invece la sua requisitoria andò a segno, non meno delle condanne del precedente pontefice Pio XI, facendo infuriare le gerarchie naziste e fasciste! «Il vicario di Dio non dovrebbe aprir bocca», tuonò Mussolini! Se invece si vuole pensare che papa Pacelli si fosse imposta la prudenza, riflettendo sugli effetti controproducenti che talune denunce clamorose avevano sortito in passato, la sua prudenza era anche una virtù morale!
Papa Pacelli, denigrato da molti come filonazista, in realtà nei primi mesi del 1940 si era impegnato in una cospirazione contro Hitler progettata da alcuni ufficiali tedeschi! (vedi Famiglia Cristiana del 27 maggio 1987).
Perciò quando penso o sento parlare del pontificato e della sorte del papa Pio XII, come pure della sorte e della incomprensibile morte del papa del sorriso Albino Luciani, sommo pontefice solo per 33 giorni, dal 26 agosto al 28 settembre 1978, mi ricordo anche di queste parole del Vangelo: «Nuptiae paratae sunt, sed qui invitati erant non fuerunt digni» (Mt 22, 8).

Guglielmo De Sano, parroco di Piantoli e di Orchi, Conca della Campania, Caserta






LETTERE DALLE MISSIONI




un piccolo dono


La redazione di 30Giorni ha voluto fare un piccolo dono ai missionari cattolici italiani ovunque nel mondo: l’abbonamento alla nostra rivista a partire dal primo numero del 2006. L’omaggio è stato accompagnato da una lettera del nostro direttore che qui pubblichiamo.
Stanno arrivando in redazione lettere di missionari, che abbiamo deciso di iniziare a pubblicare in questa rubrica, così come da più di un anno stiamo facendo con le lettere dai monasteri di clausura.



LA LETTERA DEL DIRETTORE AI MISSIONARI ITALIANI ALL’ESTERO

Una possibilità di dialogo per far conoscere di più la storia e l’attualità delle missioni

Roma, maggio 2006

Reverendo padre,
la nostra rivista, che cerca di analizzare e prospettare le linee cronistoriche di intreccio, di valutazioni e di azioni della Chiesa e della “società civile”, ha preso da qualche tempo l’iniziativa di fare omaggio mensile di 30Giorni alle comunità claustrali, ricevendone preziosi consigli e specialmente il ricambio nella preghiera. Consideriamo questi centri di spiritualità e di dedizione divina come determinanti antidoti per scongiurare sul mondo (secondo un’immagine biblica) l’ira di Dio.
Ma vi è un’altra schiera di creature che offrono la loro vita al servizio delle fasce più povere e abbandonate delle popolazioni, portando un messaggio cristiano di carità evangelizzatrice.
Ai missionari italiani ovunque operanti vogliamo d’ora innanzi trasmettere il nostro messaggio giornalistico. Lieti se vorranno scriverci sulle loro esperienze e sulle realtà nelle quali operano.
Nonostante le riviste specializzate e la “Giornata missionaria” che la Chiesa celebra ogni anno, molti non conoscono questo patrimonio – storico e attuale – che italiane e italiani hanno contribuito, e tuttora contribuiscono, a edificare e tener vivo. Alcuni anni fa un uomo di governo (nella vita, autorevole docente universitario), rientrando da una missione in Africa, venne a dire, meravigliatissimo, di aver trovato suore italiane in un lebbrosario.
Certamente a voi non interessa la pubblicità, ma far conoscere di più la storia e l’attualità dei missionari italiani gioverà forse anche a rimuovere certe reviviscenze di polemica anticlericale, che purtroppo riaffiorano con insistente petulanza.
La nostra redazione vi esprime con grande calore riconoscenza e ammirazione.

Giulio Andreotti





comunitÀ don Orione
Oradea, Bihor, Romania

Una rivista già conosciuta e apprezzata quando eravamo studenti in Italia

Oradea, martedì 25 aprile 2006

Egregio direttore,
a nome della comunità religiosa orionina di Oradea la ringrazio per la copia della rivista 30Giorni che abbiamo trovato tra la nostra posta. Era una rivista già conosciuta e apprezzata quando eravamo studenti in Italia. E ora ecco che possiamo averla nuovamente tra le mani.
Assicuriamo un ricordo nella preghiera per lei e per tutta la redazione.
Con gratitudine,

don Ugo Bozzi, don Mihai Fecheta, don Florian Gui


casa comboni
São José do Rio Preto, San Paolo, Brasile

«Ho conosciuto bene don Giussani di Desio: io sono di Seregno…»

São José do Rio Preto, venerdì 28 aprile 2006

Eccellentissimo onorevole Giulio Andreotti,
la posta di questi giorni mi ha consegnato un esemplare della rivista 30Giorni assieme al libro Senso religioso, peccato originale, fede in sant’Agostino.
La sua lettera allegata spiega tutto. Gliene sono molto grato, assieme ai miei confratelli (tutti anziani, il più giovane ha settant’anni, l’altro settantacinque, io settantotto, l’ultimo ottantadue…).
Siamo missionari comboniani, tre italiani e uno portoghese. Le siamo grati per questo gentile pensiero che ci permetterà di essere informati sulle vicende italiane.
Allego quanto hanno pubblicato nel sito parrocchiale della mia parrocchia di origine in occasione del cinquantesimo del mio sacerdozio, tredici anni vissuti in Italia e il resto qui in Brasile. Ho conosciuto bene don Giussani di Desio: io sono di Seregno…
Cordiali saluti a tutta la redazione di 30Giorni.
Nei sacri cuori di Gesù e Maria, sempre con san Giuseppe e san Daniele Comboni in allegra compagnia!

padre Enrico Galimberti



Gesuiti
Teppocho, Naka-ku, Hiroshima, Giappone

Continuo a essere un uomo felice per la fedeltà di Dio al suo amore

Hiroshima, domenica 30 aprile 2006

Gentilissimo senatore Andreotti,
voglia gradire il mio grazie sincero per l’inaspettato e graditissimo invio della rivista 30Giorni. Mi porta un soffio di vita sereno e chiaro sulla Chiesa in tutto il mondo, aggiungendo gioia e confidenza nel mio lavoro. Sono un piemontese, biellese, e potrei riassumere la mia vita con «ho cercato la felicità e l’ho trovata!». Nato nel 1923, fin da giovane sognai, come tutti, successo, felicità. Ma i miei erano poveri e non c’era molto da illudermi. Il parroco mi suggerì di tentare la scuola dei Gesuiti di Muzzano, che era gratis per i poveri. Vi andai ma con nessuna voglia di finire tra i Gesuiti, questo era chiaro. Sui 13-14 anni cominciai a pensare e riflettere: perché non tutto va bene, perché si soffre?... Lessi libri e poi a poco a poco cominciò a rendersi chiara una piccola luce: il Signore potrà riempire il tuo cuore… se ti apri a Lui. A 16 anni – molto egoisticamente – mi rivolsi verso tale felicità che mi si era presentata e, contro tutto, decisi di entrare tra i Gesuiti a 17 anni. Mi trovai felice e a 18 avevo deciso: «Se potrò portare un po’ della mia felicità ad altri, la mia vita avrà un senso pieno», e chiesi di partire per le missioni.
Dovetti attendere fino al 1950 prima di arrivare in Giappone. Conobbi poi la Scuola di musica di Hiroshima e domandai se potevo in futuro lavorare qui. Continuai i miei studi di gesuita e nel 1958 celebrai la mia prima messa. Dopo tre anni di studi musicali in New York tornai definitivamente a Hiroshima. All’inizio insegnai organo ma poi, da buon italiano, passai al canto, che continuo ancora oggi a insegnare non più all’università, data l’età, ma qui a Hiroshima, a Tokyo, a Fukuoka, con le lezioni private e organizzando concerti. Tra di essi ogni anno a Natale organizzo un concerto di musiche italiane durante il quale approfitto come sacerdote per dare un po’ della gioia della Nascita di Gesù. Non è tutto rose: mi ruppi una gamba, fu mal aggiustata, fui due volte vicinissimo ad andarmene per varie operazioni… Ma sembra che san Pietro non volesse troppi gesuiti lassù… e ritornai indietro. Certo, con la mia giovinezza (il prossimo mese conterò 83 primavere), mi stupisco e stupisco gli altri per tutto quello che posso ancora compiere nella mia vita giornaliera. Per aiutare gli studenti ho pure pubblicato dodici volumi di liriche vocali da camera italiane, di composizioni dei grandi maestri italiani. Continuo a essere un uomo felice! Per fedeltà di Dio al suo amore eterno per noi, che ci accetta così come siamo, in un amore infinito!
Come vede, nulla di sensazionale, ma con la gioia di Dio in cuore, cercando di darne un po’ agli atri.
Rinnovo i miei ringraziamenti più vivi, pregando dal Signore tante benedizioni su di lei e sul suo lavoro.
Sempre suo,

Luciano Bertagnolio S.I.



missionari Comboniani
Cuernavaca, Morelos, Messico

30Giorni sarà un sussidio valido per tenermi aggiornato su fatti della Chiesa e del mondo

Cuernavaca, venerdì 12 maggio 2006

Pregiatissimo senatore Giulio Andreotti,
ho ricevuto in questi giorni due numeri (gennaio-febbraio e marzo) della rivista 30Giorni da lei diretta. Ho letto subito e con sommo interesse alcuni articoli della rivista e sento con piacere che continuerà a mandarmela come omaggio. Grazie. Sarà un sussidio valido per tenermi aggiornato su fatti della Chiesa e del mondo.
Cordialmente,

padre Domingo Zugliani, comboniano




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