Rubriche
tratto dal n.11 - 2006


LETTERE DAI MONASTERI


Il monastero di Valleyfield nel Québec

Il monastero di Valleyfield nel Québec

Clarisse del monastero di Valleyfield
Beauharnois, Québec, Canada

Dio le conceda gioia e pace e la colmi della Sua grazia

Beauharnois, 29 novembre 2006

Signor Giulio Andreotti, direttore di 30Giorni,
siamo state piacevolmente sorprese nel ricevere un abbonamento gratuito alla sua bella rivista 30Jours dans l’Église et dans le monde. Siamo colpite, da una parte, dalla sua generosità, dall’altra, dalla qualità della sua rivista.
Lei ha grande stima del valore della vocazione monastica e dell’efficacia del suo ruolo sociale. Lo apprezziamo.
L’insieme degli articoli è molto interessante. Il modo in cui l’attualità (o anche la storia) ci viene mostrata, in particolare da parte di coloro che la vivono, offre un aspetto più umano per guardarla. Gli argomenti trattati aggiungono altri motivi di preghiera e stimolano, così, la nostra missione.
Naturalmente apprezziamo in modo particolare gli articoli spirituali: penso in questo momento al meraviglioso articolo di don Giacomo Tantardini del colloquio sull’attualità di sant’Agostino che comincia con questa frase di così vasta portata: «Era infatti più importante insegnare ai propri amici l’umiltà che sfidare i nemici con la verità» (sant’Agostino, Sermo 284) [cfr. Colloques sur l’actualité de saint Augustin, in 30Jours, n. 6/7, 2006, pp. 50-63]. È un articolo che nutre altamente la nostra vita cristiana e contemplativa. Nei momenti così difficili che sta attraversando oggi il mondo, lacerato ovunque da tante guerre e violenze, da fame e sete di giustizia e di verità, quest’articolo offre una via un po’ dimenticata, quella dell’umiltà di Cristo vincitore dell’odio. Grazie a don Giacomo Tantardini.
Signor direttore, lei ci chiede di aiutarla con la preghiera. Lo faremo con una gioia del tutto speciale, per lei, per tutta l’équipe della rivista e i suoi diversi collaboratori come pure per tutti i suoi lettori.
Quanto alla sua seconda richiesta, di collaborare a meglio conoscere la realtà dei monasteri di clausura, stiamo ancora riflettendo sul modo in cui potremmo rispondere.
Dio le conceda gioia e pace e la colmi della sua grazia e del suo sostegno in tutte le sue opere. Non ha forse detto: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa» (Mc 9,41)?
Voglia accogliere la nostra gratitudine per una così bella iniziativa che ci unisce anche alle suore dei diversi monasteri che hanno già beneficiato della sua generosità e ai missionari ovunque nel mondo. Un ulteriore modo di fare Chiesa.

Suor Edith,
per le suore clarisse di Valleyfield


Domenicane del monastero “Venerabile Catalina de Jesús Herrera”
Durán, Guayas, Ecuador

Le offriamo con gioia la nostra preghiera

Durán,15 novembre 2006

Stimato signor Giulio Andreotti,
riceva un fraterno saluto e il nostro profondo ringraziamento a lei e a quanti rendono possibile che la rivista 30Dias si estenda a tutta la Chiesa e al mondo.
Seguiamo con interesse le informazioni e gli insegnamenti che ci offrono gli articoli della rivista. Una parte la leggiamo nel refettorio, e l’altra viene letta dalle suore singolarmente. Ci ha colpito molto la dura realtà che sperimentano i nostri fratelli del Libano!
Molte grazie per la condivisione della vostra fede con cui ci sentiamo vicine e unite. Il contributo che la vostra rivista ci offre, permette che la nostra visione del mondo si allarghi e che la nostra fede in Cristo e nella sua Chiesa si affermi.
Le offriamo con gioia la nostra preghiera per tutti i suoi propositi.
La salutiamo affettuosamente in Cristo e Maria,

le suore domenicane


carmelitane del monastero del Sacro Cuore di Moundasso
Dédougou, Burkina Faso

Un grande e sincero grazie

Moundasso, 23 ottobre 2006

Signor direttore,
il nostro silenzio non è una dimenticanza, assolutamente. Oggi vengo a esprimerle il nostro sincero ringraziamento per la rivista 30Jours dans l’Église et dans le monde.
Il Signore la ricompensi e renda il centuplo a lei e ai benefattori che ci offrono l’abbonamento che riceviamo regolarmente con grande gioia.
Tutti gli articoli, scritti così bene, sul nostro papa Benedetto XVI sono di grande ricchezza. Durante i nostri pasti la lettura viene fatta da una suora e l’intervista al nuovo segretario di Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, è stata ascoltata molto attentamente da ognuna di noi. Lo portiamo nella nostra preghiera di intercessione come portiamo pure tutte le gioie e le sofferenze della Chiesa e del mondo.
Grazie per la stima e l’interesse che ha manifestato per la nostra comunità delle suore carmelitane in Africa, precisamente nel Burkina Faso.
Abbiamo ancora una richiesta da fare. Abbiamo una piccola tipografia. Ci permette di riprodurre il vostro bel libretto Qui prie sauve son âme [Chi prega si salva in edizione francese] per tanti cristiani attorno a noi, molto poveri e senza mezzi materiali? Lo offriremo loro a un prezzo molto ridotto. Aspettiamo la sua risposta, grazie.
Ancora una volta un grande e sincero grazie. Le siamo molto vicine con il pensiero e le nostre preghiere la accompagnano.
Molto fraternamente,

suor Marga de la Croix ocd

Ben volentieri si consente alle suore carmelitane del Sacro Cuore di Moundasso di ristampare Qui prie sauve son âme nella loro piccola tipografia.

La redazione di 30Giorni


CLARISSE del MONASTERO di Brno
Brno, Repubblica Ceca

Abbiamo fiducia che il Signore farà fruttificare questa forma semplice di abbandono a Lui

Brno, 6 settembre 2006

Pax et bonum!
Egregio signor Andreotti,
la ringraziamo molto per l’invio della sua rivista 30Tage in Kirche und Welt. Saremmo liete di continuare a riceverla. Nei due numeri che ci sono stati inviati (6 e 7/8 del 2006) ci sono in particolar modo piaciuti gli articoli sul professor Joseph Ratzinger e il professor Hans Küng nei loro anni a Tubinga, e sull’improvvisa morte del metropolita Nikodim nel corso dell’udienza con papa Giovanni Paolo I. Entrambi gli articoli erano ricchi di informazioni e interessanti. Ma abbiamo letto con grande profitto anche tutti gli altri. Grazie!
Lei ci chiede una collaborazione sotto forma non solo di preghiere, ma anche di riflessioni sull’attualità. Comprendo le sue attese, e tuttavia mi risulta difficile immaginare che la nostra vita, condotta nel silenzio e nel ritiro, ci dia una visuale migliore di quella di coloro che si trovano nel mezzo degli accadimenti quotidiani e che dispongono di informazioni più dettagliate, utili a meglio comprenderli. È preferibile che ciascuno di noi continui a fare il proprio lavoro, ad adempiere alla propria vocazione: il politico e il giornalista combattono con la parola e noi stiamo volentieri al loro fianco con la preghiera, in tal modo “coprendogli le spalle” nelle battaglie che affrontano. Per esse non siamo in grado di consigliare, ma vi incoraggiamo ad essere pronti ad accogliere tutto ciò che lo Spirito Santo vi ispira e a sostenerlo con coraggio. I religiosi contemplativi non sono certo più capaci di altri nel valutare le vicende della nostra epoca.
Nella sua lettera di accompagnamento del luglio scorso, lei esprime il desiderio di meglio conoscere la realtà della clausura nelle sue diverse origini. Noi siamo clarisse e seguiamo il carisma francescano che desideriamo vivere qui, nella Repubblica Ceca, circondate dall’ateismo. Restiamo “a casa”, a pregare comunitariamente e individualmente, a meditare e a volgere il nostro sguardo sempre a Dio. È una vita semplice, ragionevole e bella. E abbiamo fiducia che il Signore farà fruttificare questa forma semplice di abbandono a Lui, per la Chiesa e il mondo.
Le porgo cordiali saluti e i migliori auguri per il suo lavoro, anche a nome di tutte le nostre undici sorelle che vivono qui, in un monastero nuovo e in una comunità giovane.

Suor MariaThoma Wüpping osc,
badessa


Carmelitane del monastero Di Nobili Annexe
Pune, India

Rendiamo grazie e lode a Dio per il dono di questo Papa mite e umile

Pune, 13 settembre 2006

La pace e la gioia di Gesù e Maria!
Gentile senatore Giulio Andreotti,
è stata una grande sorpresa ricevere la sua meravigliosa rivista 30Days. Il primo numero mi ha permesso di gettare uno sguardo sul nostro amato papa Giovanni Paolo I che mi era particolarmente caro dal momento che un suo chierichetto è stato mio confessore in India (ha fondato l’Osm a Tamil Nadu) e gli ho sentito raccontare tantissimi aneddoti deliziosi della bellissima vita del Papa!
Un milione di grazie, gentile signore, per averci inviato questa rivista. Noi non avremmo avuto i mezzi per abbonarci e per questo le rivolgiamo un grosso “grazie”. Le assicuriamo le nostre preghiere. Anche noi vorremo morire come figlie della Chiesa come ha fatto la nostra santa Madre Teresa!
La sua serietà è evidente in questo giornale che mostra come i nostri buoni e santi papi, quali papa Pio XII e altri, hanno sofferto per la Chiesa. Sono stati fraintesi, criticati, e ora abbiamo un altro santo Papa, Benedetto XVI. Rendiamo grazie e lode a Dio per il dono di questo Papa mite e umile.
La ringraziano ancora una volta per il suo grande dono. Possa questa rivista aprire gli occhi a molti per far loro conoscere la verità della e nella Chiesa e accrescere il loro amore per essa.
La Vergine Maria benedica lei e la custodisca sotto il suo manto. Ella otterrà per lei molte e preziose grazie dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Ci tenga nelle sue preghiere.
Sentitamente sua in Gesù e Maria,

suor Agnes di Maria ocd


carmelitane del monastero Sant’Anna
Carpineto Romano, Roma

Cordiali e fraterni ossequi e preghiere

Carpineto Romano, 11 novembre 2006

Alla redazione di 30Giorni,
le carmelitane del monastero Sant’Anna, lettrici assidue di 30Giorni perché interessante e di cultura, mentre ringraziano della gratuità usata nei loro confronti, pregano il direttore, se lo crede opportuno, di pubblicare il materiale inviato. Anticipatamente grazie! Con cordiali e fraterni ossequi... e preghiere.

Le monache carmelitane in Carpineto Romano







LETTERE DALLE MISSIONI


L’arcivescovo di Hà Nôi Joseph Ngô Quang Kiêt

L’arcivescovo di Hà Nôi Joseph Ngô Quang Kiêt

Arcivescovado di HÀ nÔi
Hà Nôi, Viet Nam

Attraverso 30Giorni conosco la situazione del mondo e della Chiesa

Hà Nôi, 20 luglio 2006

Signor direttore,
sono Joseph Ngô Quang Kiêt, arcivescovo dell’arcidiocesi di Hà Nôi, amministratore apostolico della diocesi di Lang Són e Cao Bang, in Viet Nam. Innanzitutto, la ringrazio di aver inviato la rivista 30Jours dans l’Église et dans le monde alla mia diocesi di Lang Són e Cao Bang. Si tratta davvero di un buon nutrimento per questa lontana regione. Grazie a questa rivista, conosco la situazione del mondo e della Chiesa. Possiamo vivere nella comunione con tutte le Chiese locali.
Ma l’arcidiocesi di Hà Nôi non riceve ancora questa rivista. Voglia cortesemente inviare questa sua buona rivista a questa arcidiocesi.
La ringrazio della sua generosità. Dio la benedica perché il suo lavoro porti buoni frutti alla Chiesa.
Sinceramente

Joseph Ngô Quang Kiêt


MISSIONARI DELLA CONSOLATA
Pawaga, Tanzania

Sensibilizzare uomini e donne in pensione per una possibile cooperazione missionaria

Pawaga, 31 luglio 2006

Sono padre Sergio. Beh… non mi aspettavo proprio di ricevere un suo scritto rivolto ai missionari. Un gesto questo che denota la sua finezza d’animo. Grazie. Signor senatore, lei mi incentiva a farla partecipe della mia vita missionaria qui a Pawaga, nella regione di Iringa, in Tanzania. La mia esperienza è pure quella di tutti i missionari. Ognuno l’ha scritta e la riscrive ancora, magari senza la pretesa di mandarla ai giornali. Con la parola di Gesù: è il seme gettato nella terra. E a suo tempo darà il suo frutto. Poco importa se ora non si vede il risultato. Oggi ho scritto a una carissima ragazza di Frosinone, impegnata nella cooperazione e realizzazione di progetti per l’Africa. Fa proprio piacere che dalla nostra Ciociaria ci siano persone che ci sono vicine e ci sostengono nel nostro lavoro.
Carissimo, il lavoro è sempre tanto e l’età non ci permette più di lavorare come nei tempi freschi della gioventù. Il Terzo e il Quarto mondo hanno bisogno di soldi ma necessitano soprattutto di cooperazione fianco a fianco. Noi missionari non abbiamo più fratelli laici missionari impegnati nel lavoro di supporto ai missionari deputati all’evangelizzazione. Conseguentemente, per necessità, ci dobbiamo occupare più delle ferite del corpo che dell’annuncio della Buona Novella.
Ecco la proposta. Perché non provare a sensibilizzare le coscienze di tante persone, uomini e donne in pensione, a esprimere ancora sé stessi con una cooperazione fattiva?
Lei, carissimo, è esperto di questi problemi. E la televisione non ci fa più riflettere seriamente. Magari ci si commuove, o a volte si impreca contro questi quotidiani esodi di clandestini delle “carrette del mare” che riversano nelle nostre città “sbandati” in cerca di fortuna e di lavoro. È ovvio che facciano così, la televisione la vedono, non ci sono più segreti e si indignano nel vedere tanti cibi succulenti, vestiti di alta moda, ecc.
La ringrazio moltissimo per la sua sensibilità nei confronti dei missionari. Anche a nome del mio confratello padre Silvestro Bettinsoli col quale lavoro qui in missione. La preghiera (e un po’ di sudore) è per lei e i suoi validi collaboratori della bellissima rivista 30Giorni. Grazie.
Affezionatissimo,

padre Sergio Antonucci imc


MISSIONARI SALESIANI
Addis Abeba, Etiopia

Dalla parte dei più piccoli

Addis Abeba, 28 agosto 2006

Carissimo senatore Giulio Andreotti,
ho appena ricevuto due numeri della rivista 30Giorni. Di ciò la ringrazio tantissimo. Chi le scrive è un missionario valtellinese salesiano laico che sta testimoniando il messaggio evangelico in Addis Abeba nella missione salesiana di Makanissa.
Come salesiano sto cercando di portare ai bambini e ai giovani il Vangelo attraverso il sistema preventivo di don Bosco. Come incaricato dell’oratorio cerco di far sì che i ragazzi trovino un posto ove crescere e passare il loro tempo libero con sicurezza e serenità. E come insegnante cerco di aiutare i giovani a scoprire la bellezza del lavoro onesto. Ma la cosa a cui tengo di più è fare in modo che trecento bambini non vadano a finire sulla strada. Per ora sono trecento, ma il numero potrebbe crescere.
Ciò deriva dal mio cuore oratoriano pronto a essere dalla parte dei più piccoli, dei più poveri e dei bisognosi. Essi vivono nella missione e ritornano nelle loro famiglie (chi ce l’ha) alla sera. Da noi ricevono tutto per la loro crescita: scuola, lavoro, gioia e specialmente bontà paterna e tenerezza materna. A far ciò non sono solo. Con me ci sono alcune volontarie. Ho poco tempo da dedicare alla lettura ma le assicuro che la sua rivista avrà un posto nella mia vita anche perché apre una finestra sulla Chiesa di tutto il mondo.
La ringrazio di nuovo e di tutto cuore per questo dono. Sentiamoci più che mai amici, ricordiamoci nei pensieri e nelle preghiere.

Donato Galetta sdb


MISSIONARI COMBONIANI
Nampula, Mozambico

Prego il Signore per questo dono che fate ai missionari

Nampula, 7 settembre 2006

Caro Giulio (VII),
ti tratto confidenzialmente perché sono solo otto anni più giovane di te.
Avrei piacere di ricevere il tuo mensile 30Giorni: ho visto qualche numero e vedo che mi sarebbe molto utile e dilettevole. Io ho 55 anni di messa, di cui 37 in Mozambico e 18 in Portogallo: insegnamento nei seminari comboniani. Qui, insieme al ministero, mi sono dedicato (e continuo ancora) alle edizioni bibliche e liturgiche nella nostra lingua locale, il macùa: circa 7 milioni di persone lo parlano in diverse variazioni. Se puoi, mandami anche il libro 1948 per rivivere quell’anno magnifico. Ti ringrazio moltissimo e prego il Signore che rimeriti te e i tuoi collaboratori per questo dono che fate ai missionari.
Un fraterno saluto,

padre Gino Centis mcci


MISSIONARI SALESIANI DEL “DON BOSCO YOUTH TRAINING CENTRE”
Iringa, Tanzania

La sua rivista è un ottimo esempio anche per i nostri giovani tipografi

Iringa, 8 novembre 2006

Gentilissimo senatore Giulio Andreotti,
la spero in ottima salute. La ringrazio per la sua lettera e per i tre numeri della rivista 30Giorni che finora ho ricevuto (da giugno 2006). Le ho lette con interesse. Dio la benedica e ricompensi la sua generosità.
Mi trovo in una missione salesiana della Tanzania e precisamente a Iringa. Seguo una scuola professionale, in particolare il settore tipografico. La sua rivista è molto ben impaginata e ben stampata. Un ottimo esempio anche per i nostri giovani che imparano quest’arte. Abbiamo altri settori come la fotomeccanica, la falegnameria, la saldatura, la muratura, l’elettrica e la sartoria. In tutto abbiamo duecento giovani. Seguiamo dopo la scuola anche l’oratorio nello stile salesiano.
Cerchiamo di prendere ogni giorno la nostra croce e seguire quel Gesù che ci ha invitato a seguirlo. Quando siamo stanchi, guardando a Lui, cerchiamo di riprendere la strada cercando di sorridere alla vita con amore. Le difficoltà ci saranno sempre, ma con Lui si può tutto.
Uniti nella preghiera, un cordiale saluto,

Virgilio Radici sdb






Lettura spirituale/3


Pubblichiamo il brano del Credo del popolo di Dio che presenta fedelmente tutta la dottrina della fede sul peccato originale.
L’esposizione della dottrina è così chiara e semplice che non necessita di nessun commento, ma della grazia della fede che è, come scrive l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani, «ubbidienza di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmesso» (Rm 6, 17) .
Desideriamo semplicemente suggerire l’immagine che don Luigi Giussani ha sempre utilizzato per spiegare le conseguenze della ferita del peccato originale sulla natura umana e sulle sue dinamiche naturali. Anche se ci rendiamo conto che esiste una chiara distinzione tra la dottrina della fede e una delle possibili immagini che tentano di spiegarla, le parole di don Giussani ci sembrano attuali anche per i dibattiti culturali di questi tempi.
«L’animo naturale, pur costituendo per l’uomo di tutti i tempi una trama di indicazioni ideali, nel concreto è soffocato da una grande fragilità. Se l’uomo per natura ha una sua forza, esistenzialmente è ferito, ambiguo, equivoco. È come se avesse le vertigini, se gli tremassero i polsi. Se, per esempio, noi tracciassimo una linea sul terreno e sfidassimo i presenti a seguirla mettendo i piedi uno dopo l’altro e ad avanzare così, nessuno avrebbe difficoltà. Ma se noi potessimo prendere la stessa linea e la alzassimo cento metri da terra, la situazione cambierebbe radicalmente. Sarebbe sì la stessa linea, gli stessi gesti richiesti, ma in condizioni diversissime, al punto da rendere impossibile per i più l’identica operazione. Come struttura l’uomo è capace di determinate cose, di cui storicamente ed esistenzialmente diventa incapace» (L. Giussani, Il senso di Dio e l’uomo moderno, Bur, Milano 1994, p. 93).


dal Credo del popolo di Dio di papa Paolo VI

È la natura umana spogliata della grazia che la rivestiva e ferita nelle sue proprie forze naturali che viene trasmessa a tutti gli uomini

Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato.Noi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, non per imitazione, ma per propagazione, e che esso è proprio a ciascuno (cfr. Denzinger 1513).
Noi crediamo che Nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che, secondo la parola dell’Apostolo, là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia (Rm 5, 20).
Noi crediamo in un solo battesimo, istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano dall’acqua e dallo Spirito Santo alla vita divina in Gesù Cristo (cfr. Denzinger 1514).





Español English Français Deutsch Português