Lettere dalle missioni
News dalle missioni
India
Nessuna giustificazione
alla guerra
«L’azione militare lanciata oggi non ha alcuna giustificazione». Così ha detto, all’inizio del conflitto iracheno, il portavoce del Ministero degli Esteri indiano, Navtej Sarna. Una dichiarazione che faceva eco a quanto affermato in precedenza dal primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee che, il 19 febbraio, aveva dichiarato: «Non deve esserci nessuna guerra, né in Iraq né tra India e Pakistan».
Nicaragua
Nessun appoggio alla guerra
Tra i tanti no, di cui molti a sorpresa, alla Casa Bianca, quello del Nicaragua, nazione inserita nella lista dei Paesi sostenitori dell’intervento armato. Il 19 marzo, il presidente del Nicaragua Enrique Bolaños ha dichiarato: «Non ho sottoscritto alcuna dichiarazione in tema di guerra».
Francia
Cattolici, ortodossi
e protestanti:
non perdere la speranza
«In questo momento nessuno deve avere il minimo dubbio sul fatto che qualsiasi guerra possa trovare il consenso di Dio. Sarebbe blasfemo, per una qualunque credente, poter pensare di uccidere in nome di Dio». Così in un documento congiunto firmato dal presidente della Conferenza episcopale, dal presidente della Federazione protestante e dal presidente dell’assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, diffuso il 21 marzo. Nel documento si augura che «nessuno, di fronte alla violenza, perda la speranza».
Inghilterra
Cattolici e anglicani
contro la guerra
Un documento contro la guerra in Iraq, le cui conseguenze appaiono «imprevedibili sul piano umanitario e politico», è stato firmato il 20 febbraio dal cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster, e dal primate della Comunità anglicana, Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury.
Filippine
Vescovi contro la guerra
«Una guerra senza alcuna giustificazione morale». È quanto si legge, in merito al conflitto iracheno, nell’esortazione pastorale diffusa dalla diocesi di Manila il 18 novembre, a firma del cardinale Jaime Sin. Un ulteriore appello, il 21 marzo, è stato lanciato dall’attuale presidente della Conferenza episcopale monsignor Orlando Quevedo che, criticando il presidente Gloria Macapagal Arroyo, schierata a fianco degli Stati Uniti, ha affermato «È una cattolica, in quanto tale è tenuta a seguire gli insegnamenti della Chiesa. In questo caso specifico vorrei che lo facesse».
Argentina
Ebrei, cattolici e musulmani
a Plaza de Mayo
Organizzazioni cattoliche, ebraiche e musulmane hanno installato, a metà marzo, una tenda per la pace all’interno di Plaza de Mayo, luogo simbolo della resistenza alla dittatura militare argentina.
Africa
Voci contro la guerra
Varie voci contro la guerra si sono levate in seno al continente africano. Tra queste, quella del presidente sudafricano Thabo Mbeki, e dei presidenti del Mali, del Burkina Faso e del Niger che, il 22 marzo, hanno sottoscritto una dichiarazione comune di condanna del conflitto. Molti appelli in favore della pace si sono levati dal mondo cattolico. Significativi anche gli aggettivi usati dal leader anglicano del Sudafrica, Desmond Tutu, che ha detto che questa guerra è ingiustificabile, immorale e «diabolica».
Kuwait
Vicario apostolico:
dolore per la guerra
«Siamo rattristati per ciò che la popolazione dell’Iraq è costretta a subire in questi giorni, dopo anni di embargo e sofferenza». Così ha detto il vicario apostolico di Kuwait City, monsignor Francis Micallef, il 22 marzo, durante una celebrazione liturgica.
Iraq
I carmelitani sono rimasti
I carmelitani presenti in Iraq hanno deciso di rimanere nel Paese. Lo ha riferito padre Michel De Mittenaere, superiore dei carmelitani scalzi a Baghdad, in una lettera inviata a Misna il 19 marzo. Così nella lettera: «In queste ore difficili, chiediamo a tutti di pregare e speriamo che la recente visita delle reliquie di santa Teresa [portate in Iraq a fine novembre] allevii le pene del popolo iracheno già così martoriato».
Nessuna giustificazione
alla guerra
«L’azione militare lanciata oggi non ha alcuna giustificazione». Così ha detto, all’inizio del conflitto iracheno, il portavoce del Ministero degli Esteri indiano, Navtej Sarna. Una dichiarazione che faceva eco a quanto affermato in precedenza dal primo ministro indiano, Atal Bihari Vajpayee che, il 19 febbraio, aveva dichiarato: «Non deve esserci nessuna guerra, né in Iraq né tra India e Pakistan».
Nicaragua
Nessun appoggio alla guerra
Tra i tanti no, di cui molti a sorpresa, alla Casa Bianca, quello del Nicaragua, nazione inserita nella lista dei Paesi sostenitori dell’intervento armato. Il 19 marzo, il presidente del Nicaragua Enrique Bolaños ha dichiarato: «Non ho sottoscritto alcuna dichiarazione in tema di guerra».
Francia
Cattolici, ortodossi
e protestanti:
non perdere la speranza
«In questo momento nessuno deve avere il minimo dubbio sul fatto che qualsiasi guerra possa trovare il consenso di Dio. Sarebbe blasfemo, per una qualunque credente, poter pensare di uccidere in nome di Dio». Così in un documento congiunto firmato dal presidente della Conferenza episcopale, dal presidente della Federazione protestante e dal presidente dell’assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, diffuso il 21 marzo. Nel documento si augura che «nessuno, di fronte alla violenza, perda la speranza».
Inghilterra
Cattolici e anglicani
contro la guerra
Un documento contro la guerra in Iraq, le cui conseguenze appaiono «imprevedibili sul piano umanitario e politico», è stato firmato il 20 febbraio dal cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster, e dal primate della Comunità anglicana, Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury.
Filippine
Vescovi contro la guerra
«Una guerra senza alcuna giustificazione morale». È quanto si legge, in merito al conflitto iracheno, nell’esortazione pastorale diffusa dalla diocesi di Manila il 18 novembre, a firma del cardinale Jaime Sin. Un ulteriore appello, il 21 marzo, è stato lanciato dall’attuale presidente della Conferenza episcopale monsignor Orlando Quevedo che, criticando il presidente Gloria Macapagal Arroyo, schierata a fianco degli Stati Uniti, ha affermato «È una cattolica, in quanto tale è tenuta a seguire gli insegnamenti della Chiesa. In questo caso specifico vorrei che lo facesse».
Argentina
Ebrei, cattolici e musulmani
a Plaza de Mayo
Organizzazioni cattoliche, ebraiche e musulmane hanno installato, a metà marzo, una tenda per la pace all’interno di Plaza de Mayo, luogo simbolo della resistenza alla dittatura militare argentina.
Africa
Voci contro la guerra
Varie voci contro la guerra si sono levate in seno al continente africano. Tra queste, quella del presidente sudafricano Thabo Mbeki, e dei presidenti del Mali, del Burkina Faso e del Niger che, il 22 marzo, hanno sottoscritto una dichiarazione comune di condanna del conflitto. Molti appelli in favore della pace si sono levati dal mondo cattolico. Significativi anche gli aggettivi usati dal leader anglicano del Sudafrica, Desmond Tutu, che ha detto che questa guerra è ingiustificabile, immorale e «diabolica».
Kuwait
Vicario apostolico:
dolore per la guerra
«Siamo rattristati per ciò che la popolazione dell’Iraq è costretta a subire in questi giorni, dopo anni di embargo e sofferenza». Così ha detto il vicario apostolico di Kuwait City, monsignor Francis Micallef, il 22 marzo, durante una celebrazione liturgica.
Iraq
I carmelitani sono rimasti
I carmelitani presenti in Iraq hanno deciso di rimanere nel Paese. Lo ha riferito padre Michel De Mittenaere, superiore dei carmelitani scalzi a Baghdad, in una lettera inviata a Misna il 19 marzo. Così nella lettera: «In queste ore difficili, chiediamo a tutti di pregare e speriamo che la recente visita delle reliquie di santa Teresa [portate in Iraq a fine novembre] allevii le pene del popolo iracheno già così martoriato».