Lettere al direttore
Il portale d’ingresso del castello di Fumone, nel sud del Lazio, nel quale fu rinchiuso Celestino V per volontà di Bonifacio VIII
La Bolla della perdonanza
Egregio direttore, con piacere ho letto l’articolo su Celestino V pubblicato nel numero 10 del 1999 (anno XVII) del mensile da lei diretto.
Infatti, proprio questo Papa è stato, in un certo senso, l’elemento di novità nella mia tesi di dottorato in Diritto canonico, discussa lo scorso 30 giugno presso la Pontificia Università Lateranense e recante il titolo: Il Giubileo. Evoluzione storico-giuridica: dalle origini alla Riforma (XV secolo).
Il collegamento tra Celestino V e l’istituto del Giubileo cristiano è rappresentato dalla bolla Inter sanctorum solemnia (29 settembre 1294), comunemente nota come la Bolla della perdonanza. Con questo atto Celestino V concesse l’indulgenza plenaria a tutti coloro che, pentiti dei propri peccati, si fossero recati nella Basilica di Collemaggio (L’Aquila) il 29 agosto, ricorrenza della sua consacrazione pontificia. Si trattò di un evento storico che determinò un fenomeno di coinvolgimento popolare, anche se poco tempo dopo Celestino lasciò la tiara e il suo successore, Bonifacio VIII, si mostrò poco disposto a capire i movimenti delle masse e soprattutto si mostrò contrario a individuare un punto di riferimento della cristianità che non fosse Roma.
Proprio per questo, il Caetani si scatenò – mi si lasci dire – con vari interventi sanzionatori (lettere e bolle) e con un particolare accanimento contro la persona di Celestino V e specialmente contro il particolare documento celestiniano, al fine di impedire il pellegrinaggio alla chiesa aquilana. Quello che il papa Caetani pose in essere nei confronti del suo predecessore costituisce qualcosa di molto simile a quella che i romani avrebbero chiamato damnatio memoriae.
E non finisce qui.
Se da un punto di vista formale Bonifacio VIII è stato il primo papa a indire il Giubileo nella storia della Chiesa, si può sostenere che con tale indizione egli riprese lo spirito della perdonanza aquilana e rispose all’esigenza spirituale di quel periodo.
Del resto, se fosse vero che il Giubileo nacque da un’idea di Bonifacio VIII, non si spiega perché egli, esperto giurista, abbia aspettato il 22 febbraio per pubblicare la bolla di indizione dell’anno giubilare (Antiquorum habet, 22 febbraio 1300), attribuendole efficacia retroattiva, cioè fissando nel Natale del 1299 l’inizio del Giubileo.
E poi non si comprende perché Bonifacio abbia avuto bisogno del supporto della antiquorum relatio per poter concedere l’indulgenza.
Ringraziando ancora una volta questo periodico per aver affrontato un argomento a me caro e per avermi dato l’opportunità di esprimere queste mie brevi considerazioni, distintamente la saluto e l’aspetto nel prossimo numero.
Dottoressa Patrizia Sabatini
Rocca Priora (Rm), Italia
Fedeli in piazza San Pietro
Un problema trascurato
Carissimo direttore, tra meno di un mese, esattamente il 25 dicembre 1999, si apre il Giubileo del 2000.
Molto è stato fatto per questo avvenimento cristiano, e tante cose la sua rivista ha descritto con ampi servizi spesso documentati da foto di chiese, parcheggi per auto, ecc. Ma la cosa più importante non l’avete presa in considerazione, cioè l’accesso alle chiese e ad altri edifici agli handicappati. Molti di loro, seppur muniti di sedia a rotelle, ed altri con canadesi, avranno difficoltà a visitare le chiese e a prendere parte alle funzioni religiose.
Di questo argomento spinoso nella sua rivista non vi è traccia. Forse nessuno ha mai pensato a tale questione che è spesso sottovalutata. Più della metà delle chiese in Italia non è attrezzata per i portatori di handicap; i più si fanno aiutare da parenti o amici, con le solite imprecazioni e accuse verso gli organi preposti.
Con affetto.
Mauro Pistola
Firenze, Italia
L’argomento merita tutta la nostra attenzione. In non poche chiese – anche di antica costruzione – è stata disposta la necessaria struttura. Ma segnaliamo volentieri l’appello alla Conferenza episcopale per un sollecito alle diocesi.
G. A.