Rubriche
tratto dal n.11 - 1999


Un viaggio sorprendente tra Gianicolo e Vaticano


Lorenzo Bianchi, Ad limina Petri. Spazio e memoria della Roma cristiana, Donzelli editore, Roma 1999

Lorenzo Bianchi, Ad limina Petri. Spazio e memoria della Roma cristiana, Donzelli editore, Roma 1999

È uscito in questi giorni in libreria un nuovo volume di Lorenzo Bianchi, Ad limina Petri. Spazio e memoria della Roma cristiana, Donzelli editore. Sulla scia di lunghe e dettagliate ricerche storico-topografiche sulla zona del Vaticano e del Gianicolo settentrionale pubblicate nei mesi scorsi in una analitica monografia (Il monte di Santo Spirito tra Gianicolo e Vaticano. Storia e topografia dall’antichità classica all’epoca moderna, «L’Erma» di Bretschneider editore), con questo nuovo saggio l’autore descrive in una sintesi storica la straordinaria rivoluzione degli assetti urbani di Roma determinata dal martirio di Pietro e dalla presenza della sua memoria fisica, che trasformerà la capitale dell’Impero nel centro riconosciuto della cristianità.
Tra il Vaticano e le ultime falde del Gianicolo, nel circo di Nerone e negli horti che lo contenevano, si consuma, a seguito del famoso incendio scoppiato il 19 luglio del 64, il martirio dei primi cristiani della nascente Chiesa di Roma. Negli stessi luoghi, più tardi, sarà crocifisso, «per l’invidia di cristiani», secondo la testimonianza di san Clemente, anche Pietro. E sempre in quello stesso sito, dove ora è l’altare maggiore della Basilica vaticana, le spoglie dell’apostolo troveranno sepoltura. La presenza di Pietro diviene il fulcro topografico della zona, meta, da allora e per due interi millenni, di ininterrotti pellegrinaggi. Molti fedeli cristiani, spinti dal desiderio di mantenere una vicinanza fisica al principe degli apostoli, cercheranno accanto ad esso la propria sepoltura, ancor prima dell’edificazione della prima basilica ad opera dell’imperatore Costantino. Così anche i pellegrini dei popoli dell’Europa del Nord, per lo stesso motivo, stabiliranno ad limina Petri, almeno dal VII secolo, le loro strutture di ospitalità e i loro cimiteri. Qui anche, insieme alle milizie romane, i pellegrini stessi moriranno sacrificandosi per difendere nell’846 la tomba di Pietro dai Saraceni invasori, «pagani» – dice il Liber Pontificalis – che il Signore, vedendo «che la Chiesa redenta con il suo stesso sangue andava in rovina» per la pratica simoniaca, «mandò come vendicatori» fino a Roma perché «la sua Chiesa non dovesse sopportare una simile vergogna». E proprio a difesa della memoria dell’apostolo papa Leone IV costruirà, qualche anno più tardi, le prime mura della civitas Leonina, delimitando quello che poi diventerà il Borgo.
Il volume ricostruisce le vicende dei luoghi e dei pellegrini nel corso dei secoli, ponendo via via in risalto testi ed epigrafi (numerosi quelli tradotti, con testo a fronte, nell’appendice documentaria), tradizioni toponomastiche della tarda antichità e del medioevo, resti monumentali poco noti e dimenticati, che a fatica si riconoscono nel tessuto urbano moderno. È un volume che racconta la storia attraverso i luoghi, custodi della memoria: luoghi sacri ed eletti di Roma che furono «cimitero alla milizia che Pietro seguette», come recitano i versi del Paradiso di Dante che introducono il post scriptum finale dell’autore; luoghi cari alla memoria cristiana e patrimonio di tutta la Chiesa, e che oggi senza rispetto e nell’indifferenza sono stati distrutti.

Lorenzo Cappelletti


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