Rubriche
tratto dal n.06 - 1999

Lettere al direttore



LA POSTA DEL DIRETTORE


elezioni

Mai di domenica

Onorevole direttore,
non avevo mai fatto caso al fatto che nel Regno Unito e in altre nazioni europee non si vota di domenica. Non vi sembra una lezione che i Paesi protestanti danno all’Italia cattolica circa la santificazione del giorno del Signore? Io sono un laico che voi forse definireste arrabbiato, ma non c’entra. Distinti saluti.

Claudio Perilli
Siena, Italia


Il rilievo è pertinente. Ricordo per incidens lo stupore dei dirigenti sportivi inglesi e americani quando videro che nel programma delle Olimpiadi di Roma 1960 si collocavano gare anche nei giorni festivi, anzi le più attraenti. È un argomento che va affrontato, anche a prescindere da giuste considerazioni religiose. Ormai infatti sono molte le famiglie che trascorrono la fine settimana in campagna o al mare. Del resto, fino a che, da noi, si votava anche il lunedì, nelle grandi città una discreta percentuale di cittadini assolveva al proprio dovere civico nelle ultime ore utili.
Grazie, comunque, per il rilievo.

G. A.


reazioni

Messori razzista?

Spettabile redazione,
e ti pareva che non ci scappava la trama giudaico-massonica! Mi riferisco all’articolo di Messori: gli americani appoggiano i musulmani albanesi per non inimicarsi gli altri musulmani tutte le volte che appoggiano gli ebrei, i quali sarebbero riusciti a ottenere che il presidente degli Usa giuri fedeltà a Israele, prima che agli Usa. E questo sarebbe il realismo cristiano. Messori non inveisce contro gli ebrei per pura decenza, ma non è detto che non lo faccia. Cordialità.

avv. Claudio Baleani,
Italia


Non mi sembra che l’intervista a Vittorio Messori sia tale da essere interpretata in questo modo così censorio, utilizzando la squallida oggettivazione con la quale durante i miei anni giovanili venivano bollati dalla stampa universitaria di regime i dissenzienti dal fascismo.
Né vedo come Messori possa essere comunque considerato un nemico degli ebrei. In materia credo che la nostra rivista abbia un atteggiamento ineccepibile: non solo di commossa memoria per le prove sofferte dagli israeliti negli anni tremendi della guerra, ma nel fermo sostegno alla costruzione di una convivenza dello Stato d’Israele con tutti i vicini.
In un ambito più ampio siamo fautori del trialogo – cristiani, ebrei e islamici – come premessa a un avvenire nel quale il razzismo e l’odio etnico siano messi al bando, in modo possibilmente definitivo.

G. A.


EUROPA

Un “ricordo comunitario”

Ci giunge un appunto di Raymond Barre, ex primo ministro francese, in nota al dossier dello scorso numero, sul processo di integrazione

È il 1979: sono primo ministro della Repubblica Francese e seguo con grande attenzione la creazione del Sistema monetario europeo.
Si pone il problema di sapere se l’Italia parteciperà al Sistema. Il governo francese lo desidera vivamente, ma esistono forti reticenze italiane, specialmente da parte della Banca d’Italia.
Il problema è politico. Sarà sciolto dal presidente del Consiglio italiano, onorevole Andreotti, che vuole che il suo Paese partecipi attivamente alla costruzione monetaria dell’Europa. Per vincere le ultime obiezioni italiane, verrà consentito alla lira un margine di fluttuazione del ±6%.
Questo aggiustamento tecnico permetterà all’Italia di partecipare allo Sme.

Raymond Barre


La scomparsa di Enzo Piccinini

Un drammatico incidente stradale ha stroncato il 26 maggio la vita del professor Enzo Piccinini, suscitando profonda emozione di cui si è reso interprete con forti espressioni il rettore dell’Università di Bologna Roversi Monaco. Studenti e docenti hanno vissuto con grande partecipazione il commiato religioso presieduto dal cardinale arcivescovo.
Piccinini era uno dei responsabili più appassionati e validi di Comunione e liberazione. Tracce ha pubblicato il testo del discorso da lui fatto a Rimini a dicembre dello scorso anno, durante gli esercizi spirituali.
Lo si legge con profonda emozione e molta gratitudine.

Giulio Andreotti




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