Rubriche
tratto dal n.11 - 1998


Giovani

Per loro Gesù è uno sconosciuto


La figura di Gesù sta scomparendo dall’immaginario religioso giovanile. Lo ha rivelato lo studioso Mario Pollo, docente all’Università Salesiana, nel corso dei lavori della XLV Assemblea generale della Cei che si è tenuta a novembre a Collevalenza (Pg). Pollo ha portato le prove di una «scomparsa di Gesù» dalla esperienza religiosa dei giovani. «La parola Dio» spiega Pollo «è impiegata mediamente sei volte più di Gesù». Su cento giovani che invocano Dio, meno di diciassette si ricordano di Cristo.




Sordi:

«Ho sempre pensato che dove non arrivo io, arriva la misericordia di Dio»


Alberto Sordi in una scena del film Nestore, l’ultima corsa

Alberto Sordi in una scena del film Nestore, l’ultima corsa

«Non ho mai nascosto la mia appartenenza alla Chiesa cattolica. Anche nell’ambiente dello spettacolo, dove uno che va a messa la domenica è considerato un “sorpassato”. Al massimo ti dicono “sì, qualcosa ci deve essere, qualcuno deve aver creato l’universo..., ma non posso credere nella Chiesa, in quello che dice”. E io rispondo che invece credo proprio in quelle cose lì, Gesù, la Madonna, il paradiso e l’inferno. Quanti colleghi mi hanno detto: “Ancora??? Credi ancora nell’inferno?”. E io: fate come volete, sta a voi decidere. Ma stateci attenti, perché se poi è vero...». «Gli atei non mi hanno mai convinto. Cercano di fare tanti ragionamenti, ma non occorre ragionare per credere. Si crede in una cosa che c’è, e basta. […] Io sono cristiano, la vita mi ha convinto che il cristianesimo è vero: che bisogno c’è di ragionarci su?». «Mi piacciono quelli (i preti, ndr) che non si nascondono, quelli che vanno vestiti da preti, insomma. Quando vedo certi sacerdoti che per essere “moderni” indossano alpaca o gabardin, mamma mia... No, non mi piacciono proprio». «Sì, sono sereno. Non mi ritengo un santo, intendiamoci. Ma ho sempre pensato che dove non c’arrivo io, arriva la misericordia di Dio. L’importante è chiedere perdono con sincerità». Parole di Alberto Sordi in una intervista apparsa su Sette del 26 novembre 1998.




Dottrina:

neanche il papa può sciogliere un matrimonio rato e consumato


Giovanni Paolo II saluta alcune coppie di sposi durante un’udienza a piazza San Pietro

Giovanni Paolo II saluta alcune coppie di sposi durante un’udienza a piazza San Pietro

L’11 novembre L’Osservatore Romano ha ospitato in prima pagina un lungo articolo titolato Il potere del papa e il matrimonio dei battezzati firmato con tre asterischi (sigla che rappresenta gli interventi ai massimi livelli della Curia romana, nel caso specifico con ogni probabilità della Congregazione per la dottrina della fede). Nell’articolo si afferma: «La Chiesa è giunta alla certezza, e lo ha ripetutamente affermato, che la propria potestà ha il suo limite invalicabile nel matrimonio rato e consumato, il quale è pertanto intrinsecamente ed estrinsecamente indissolubile. Non è questa la sede per affrontare la questione specialistica della qualifica teologica di tale affermazione. In ogni caso si può dire con certezza che non si tratta soltanto di una prassi disciplinare o di un semplice dato di fatto storico. Si è invece di fronte ad un insegnamento dottrinale della Chiesa, fondato sulla Sacra Scrittura e più volte riproposto esplicitamente e formalmente dal Magistero, da considerare quindi almeno come appartenente alla dottrina cattolica e come tale esso deve essere accolto, e con fermezza ritenuto». L’intervento vaticano ha l’obiettivo di fondo di opporsi alle tesi di quei teologi (non citati ma tra cui si annoverano anche consultori di dicasteri pontifici) i quali vorrebbero una estensione dei cosiddetti privilegi “paolino” e “petrino” (spettanti al papa in materia matrimoniale) al matrimonio rato e consumato tra i battezzati. Secondo questi autori anche un vincolo coniugale per il quale non vi siano vizi di forma da far valere in sede di dichiarazione di nullità di fronte ad un tribunale ecclesiastico, potrebbe essere sciolto dal papa per venire incontro a tante situazioni dolorose per i fedeli.




Cuba:

Natale sarà sempre festa. Soddisfazione del cardinale Sodano, gioia del cardinale Fagiolo


L’incontro tra Giulio Andreotti e Fidel Castro a L’Avana il 28 luglio scorso

L’incontro tra Giulio Andreotti e Fidel Castro a L’Avana il 28 luglio scorso

Nel ’97 il Natale è stato festeggiato a Cuba anche civilmente dopo 28 anni. Ma si trattò di un provvedimento eccezionale, una tantum, in vista dello storico viaggio papale previsto, e attuato, nel gennaio scorso. Dal ’98 però il giorno che ricorda la nascita di Gesù sarà per sempre festa civile sia per i cristiani che per i non credenti. Una decisione in tal senso, auspicata più volte dai cattolici cubani e dalla Santa Sede, è stata presa su richiesta del Partito comunista cubano. Soddisfazione è stata espressa dal cardinale segretario di Stato Angelo Sodano: «Ho appreso con soddisfazione di una disposizione che viene incontro alle legittime attese di quella comunità cattolica che da anni aspettava questo gesto». Anche il cardinale Vincenzo Fagiolo ha espresso la sua gioia: «Reagisco in maniera molto positiva e molto gioiosa a questa notizia, perché è il riconoscimento di una delle ricorrenze più profonde e più sentite della vita dei cristiani».




Ex ambasciatore Usa

rivela epistolario segreto Carter-Giovanni Paolo II


In occasione del ventennio wojtyliano sull’International Herald Tribune del 30 ottobre è apparso un articolo che ha rivelato l’esistenza di contatti riservati, con tanto di corposo epistolario rimasto ancora segreto, tra il papa polacco e il presidente statunitense Jimmy Carter (’76-80). Autore del curioso articolo, passato inosservato sulla stampa italiana, è James M. Rentschler, 65 anni, ex ambasciatore, ex membro del National Security Council dal ’78 all’82, che vanta nel suo curriculum titoli di studio conseguiti a Yale (1955), alla Sorbona di Parigi (1954) e alla John Hopkins University di Bologna (1965). Nell’articolo, Rentschler scrive che il consigliere di Carter per la sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski percepì immediatamente vent’anni fa l’enorme cambiamento che l’elezione di Giovanni Paolo II poteva significare per le relazioni Est-Ovest. Sensibilizzato da Brzezinski, di origini polacche, il presidente si entusiasmò e inviò a Roma per la cerimonia dell’investitura una delegazione particolarmente importante, che comprendeva lo speaker (presidente) della Camera Thomas p. (Tip) O’Neill, lo stesso Brzezinski, e il senatore Edward Muskie (anche lui di origini polacche, successivamente segretario di Stato). Secondo Rentschler, facevano parte della delegazione anche due deputati di origini polacche, fedelissimi di Carter: Clement Zablocki e Barbara Mikulski, la quale, durante un pranzo all’ambasciata americana, avrebbe esclamato: «È l’inizio della fine del comunismo». (Tuttavia, consultando gli Acta Apostolicae Sedis del ’78, tra i membri della delegazione ufficiale statunitense per la messa di inaugurazione del pontificato wojtyliano del 22 ottobre ’78 non risultano né Zablocki – che invece partecipò alla messa di inizio pontificato di Giovanni Paolo I del 30 agosto – né la Mikulski). Durante lo stesso pranzo – racconta sempre Rentschler – Brzezinski si allontanò per incontrarsi con il capo della Cia a Roma «su una più stretta e vigorosa cooperazione di sicurezza fra Usa e Italia, con nuove tattiche radicali per combattere le spietate Brigate Rosse». L’autore dell’articolo racconta poi di essere stato incaricato da Brzezinski di mantenere i contatti con la Santa Sede e rivela di aver avuto un influente interlocutore nel cardinale Agostino Casaroli, segretario di stato vaticano (che diventò tale nell’aprile ’79 e vestì la porpora il giugno successivo) del quale è riportata la definizione di “Kissinger in abito talare”. Da allora, spiega Rentschler, si aprì una sorta di “linea rossa” tra Casa Bianca e Santa Sede, che ebbe anche un’espressione senza precedenti: un intenso epistolario fra il Papa e Carter. Il presidente, secondo l’ex consigliere, si firmava “Suo in Cristo” e vi furono complessivamente una quarantina di missive tuttora coperte non declassificate. Gli argomenti di questa corrispondenza erano: controllo degli armamenti, diritti umani, aiuti umanitari, tensioni sociali dietro la “Cortina di ferro”, atrocità sovietiche in Afghanistan, il destino dei missionari cattolici in Cina, l’avventurismo cubano in Africa, il processo di pace in Medio Oriente, il problema degli ostaggi, il terrorismo. I due corrispondenti badavano a rispettare la delicata linea di distinzione fra “politico” e “pastorale”, nota Rentschler, commentando però che a volte «sarebbe stata necessaria la microchirurgia» per percepire tale distinzione.
Fonti vaticane, interpellate da 30Giorni, hanno definito «attendibile» l’articolo dell’International Herald Tribune.





Italia 1
Iotti: il Magistero della Chiesa non riesce più a tradursi in immagine di vita. Risponde Riboldi

«Si direbbe pure scomparso il Magistero della Chiesa che con le sue parole e la sua organizzazione è stata per secoli e secoli un solidissimo punto di riferimento per uomini e donne. Certo, quasi sempre a vantaggio delle classi dominanti, ma non si può negare che venisse, da quel Magistero, un modello di vita che confermava valori di carità e di solidarietà e persino parole di uguaglianza. Adesso anche la Chiesa – inutile negarlo – è in crisi. I valori del suo Magistero non riescono più a tradursi in immagine di vita». Così Nilde Iotti sull’Unità del 26 novembre a commento della tragica uccisione del piccolo Mauro Iavarone avvenuta a Piedimonte San Germano. Pronta la risposta di Antonio Riboldi, vescovo di Acerra: «Forse l’onorevole Iotti non conosce bene l’impegno della Chiesa italiana per i giovani, che considera prioritario. Forse chi non ha un progetto educativo è la famiglia in genere, che ignora i suoi doveri verso i figli. Per non parlare dello Stato».


Italia 2
Rosmini, un simposio internazionale organizzato dal Centro Sturzo

Nel 1848 la sua opera, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, in cui riproponeva l’elezione diretta dei vescovi da parte del clero e del popolo, venne messa all’Indice dalle autorità ecclesiali. Oggi tre cardinali (Paul Poupard, Carlo Maria Martini, Dionigi Tettamanzi) e il superiore generale dei Gesuiti, Peter Hans Kolvenbach, fanno parte del comitato d’onore che ha promosso il Simposio di studi dedicato ad Antonio Rosmini. «La Chiesa e la cultura cattolica guardano con simpatia, attenzione e venerazione alla figura di Antonio Rosmini» ha dichiarato il cardinale Poupard. Il Simposio, che si è svolto a Roma dal 26 al 29 novembre, ha visto la partecipazione di numerosi filosofi giunti da tutto il mondo. Tra questi la polacca Anna Teresa Tymieniecka, docente all’Istituto di fenomenologia di Belmondt (Usa), che per quattro anni, dal 1974 al 1978, lavorò a stretto contatto con l’allora cardinale Karol Wojtyla, con cui elaborò la versione inglese del libro filosofico più importante scritto dal Papa, Persona e Atto. Quel testo, rimaneggiato grazie all’intenso dialogo filosofico tra i due (la Tymieniecka incontrava Wojtyla sei volte all’anno, a Cracovia, Varsavia e Roma, e ad ogni incontro lavoravano al libro per diverse settimane) divenne l’edizione “definitiva” e autorizzata. Nella prefazione alla versione inglese, Wojtyla scrive che la professoressa Tymieniecka è responsabile della «maturazione» e della «forma finale» del libro.


Italia 3
«Il semestre bianco in un’Italia anomala»

«Il Quirinale adesso è anche formalmente più debole. L’inizio del semestre bianco coincide con quello del crepuscolo ufficiale, sancito costituzionalmente, dei settennati. Ma Oscar Luigi Scalfaro non ha meno influenza solo perché negli ultimi sei mesi non può più sciogliere le Camere. Il suo potere sta scemando di fronte al fallimento del progetto di normalità che ha tentato di imporre. Il capo dello Stato ha sperato di essere riconosciuto da tutti come il garante della transizione. Invece, entra nell’ultima fase della sua monarchia a tempo, con un’Italia ancora spaccata e immersa nel limbo». Così l’incipit dell’editoriale di Avvenire di domenica 29 novembre, firmato dal notista politico Massimo Franco e titolato Il semestre bianco in un’Italia anomala.


Chiesa e Stato
Scalfari: sì al bonus scolastico, ma sul Giubileo...

«Che il governo assegni a tutte le famiglie un “bonus” scolastico da utilizzare all’interno delle scuole ammesse alla parità non mi sembra affatto scandaloso e come vecchio laico non me ne sento affatto offeso». Parola di Eugenio Scalfari (nell’angolo della posta da lui curato sul Venerdì di Repubblica del 27 novembre). Non per questo il noto giornalista smette di criticare alcune iniziative ecclesiastiche. Nell’editoriale apparso su la Repubblica del 22 novembre dice la sua «sulla questione dell’imminente Giubileo che vede un crescente sfarfallio di tonache attorno alla realizzazione di opere, di afflusso di pellegrini, percorsi di folle turistiche assai rischiosi per la città capitale dello Stato italiano e nient’affatto consoni alla spiritualità d’una ricorrenza esclusivamente religiosa».


Martini 1
Bisogna tornare al primato della politica

«Occorre riproporre e vivere il primato della politica. Si tratta di ristabilire, in questo senso, quella forte connessione tra economia e politica che, spesso, nello Stato attuale, si è spezzata. E occorre andare oltre l’economia, ricordando che sopra l’economia sta la politica, intesa come azione per il bene comune, chiamata a mirare alle forme più alte e complete della giustizia». «La politica di per sé è l’arte che porta al bene comune di un popolo e, in senso internazionale, di tutti i popoli. Per questo può quindi essere il più alto servizio di carità». «Nel settore sociale ed economico l’ultima decisione, sia in campo nazionale che internazionale, deve spettare al potere politico». Frasi dette dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, in occasione di un seminario internazionale organizzato dall’Istituto Jacques Maritain il 29 ottobre. Pochi giorni dopo il porporato ambrosiano ha ribadito il concetto. Lo ha fatto il 9 novembre al convegno “Orientagiovani” di Assolombarda, dove ha spiegato: «L’urgenza di ritornare al primato della politica nasce piuttosto dalla convinzione che le difficoltà, le storture, addirittura le ingiustizie – che possono affondare le loro radici in una gestione “selvaggia” o anche solo “settoriale” dell’economia – si evitano solo se si è in grado di governare l’economia stessa alla luce di un progetto globale di convivenza sociale».


Martini 2
«Lo stupore, la bussola della ricerca»

«V’è però ancora un aspetto della dinamica della ricerca che il Papa sottolinea, ed è quello dello “stupore”. “Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla meraviglia suscitata nell’uomo dalla contemplazione del creato: l’essere umano è colto dallo stupore nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili dei quali condivide il destino. Parte di qui il cammino che lo porterà poi alla scoperta di orizzonti di conoscenza sempre nuovi. Senza meraviglia l’uomo cadrebbe nella ripetitività e, poco alla volta, diventerebbe incapace di un’esistenza veramente personale” (Fides et ratio n. 4). Occhi del cuore, sete di verità, anticipazione del conoscere mediante l’intuizione, stupore e meraviglia che invitano a scoprire: ecco alcune delle coordinate che il Papa ricorda e che dovrebbero costituire l’asse portante di tutto un cammino di formazione e di ricerca e quindi l’impegno fervente di una comunità universitaria». Dal testo dell’omelia pronunciata dal cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico alla Università Cattolica del Sacro Cuore, e pubblicato su Avvenire (17 novembre 1998) con il titolo: Lo stupore, la bussola della ricerca.


Scoperte
Anche padre Pio fu spiato dai servizi

Padre Pio da Pietrelcina, il celebre frate di cui è imminente la beatificazione, sarebbe stato spiato dalla polizia fascista tra il ’33 e il ’34. Un fascicolo della polizia politica con rapporti informativi riservati su padre Pio è stato trovato da Mario Borghezio, deputato della Lega Nord, nell’Archivio centrale di Stato, fondo della Direzione generale della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno. Si tratta di documenti che dopo cinquant’anni possono essere consultati previa autorizzazione. Il parlamentare ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministero degli Esteri chiedendo che la documentazione venga trasmessa alla Congregazione per le cause dei santi in Vaticano. Borghezio ha riferito alcuni brani dei rapporti. In uno del maggio del ’34, si legge: «...questo padre è tenuto in santità, ma il Vaticano ha proibito ogni divulgazione dei suoi miracoli». E ancora: «...il motivo di quest’odio deriva dal fatto che Padre Pio sarebbe contrario ai fasti del Vaticano». In un altro rapporto del ’34 si legge, secondo quanto riferito dal deputato leghista, che il padre cappuccino «avrebbe idee molto frondiste nei riguardi e dei costumi delle gerarchie cattoliche e della condotta del papa. Il papa dovrebbe stare in una chiesa di Roma e vivere in due ambienti, non solo, ma si dovrebbe accostare a chiunque e non dovrebbe ingerire nelle cose umane, e specialmente degli Stati e dei governi». In un rapporto del luglio ’33 si leggerebbe inoltre: «Certo che questo Padre Pio non prevede roseo per l’attuale... gestione vaticana».


Civiltà Cattolica
Cronometrato (dieci secondi!) il saluto tra il Papa e D’Alema al Quirinale

Dieci secondi. Tanto è durato lo scambio di saluti tra Giovanni Paolo II e il presidente del Consiglio incaricato (tale era allora) Massimo D’Alema a margine della visita pontificia al Quirinale del 18 ottobre. Lo riferisce, nella sua cronaca (anche cronometricamente) dettagliata padre Giovanni Marchesi sul fascicolo n. 3561 di Civiltà Cattolica (7 novembre 1998, in L’“ottobrata romana” di Giovanni Paolo II, p. 314). «L’attenzione e la curiosità dei mass media» scrive Marchesi «era fortemente interessata se e quando il Papa avrebbe salutato il presidente del Consiglio incaricato, Massimo D’Alema, il primo ex comunista chiamato a formare il nuovo governo. Tale saluto, durato dieci secondi, è avvenuto...».
Il premier avrà modo comunque di parlare più a lungo con Giovanni Paolo II quando si recherà – come ha rivelato per primo il direttore del Tempo, Giampaolo Cresci – in visita ufficiale in Vaticano dopo l’Epifania.


Movimenti
Asse Sant’Egidio-Focolarini

Sulla scia del grande raduno dei movimenti ecclesiali celebrato in piazza San Pietro lo scorso 30 maggio è nato un forte feeling tra la Comunità di Sant’Egidio, fondata dal professor Andrea Riccardi, e il Focolare di Chiara Lubich. A testimonianza di questa particolare sintonia ecumenica c’è stata dapprima la visita della Lubich nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, quartier generale di Sant’Egidio, e poi la testimonianza di Riccardi al centro focolarino di Rocca di Papa. Testimonianza di questo «sentimento forte di fratellanza» si trova sulla rivista focolarina Città Nuova (n. 20, con il titolo Il vento soffia ancora), che aveva dedicato la cover story del numero 18 all’incontro interreligioso organizzato da Sant’Egidio a Bucarest in settembre.


Vaticano 1
Nuovi ambasciatori di Irlanda, Francia, Costa Rica, Guatemala, Colombia e Brasile

Tra la fine di ottobre e la metà di novembre sei nuovi ambasciatori, tutti residenti a Roma, sono stati ricevuti dal Papa per la presentazione delle lettere di accreditamento.
Il 23 ottobre si è presentato il nuovo rappresentante di Dublino, Eamon O’Tuathail, 62 anni, già ambasciatore in Libano, Arabia Saudita, Egitto e Sud Africa.
Il giorno dopo è stata la volta del francese Jean Gueguinou, 57 anni, già console generale a Gerusalemme (dall’82 all’86), ed ex ambasciatore a Praga e Londra (il rappresentante di Parigi nel suo discorso ha ricordato alcune figure di santi francesi, tra cui sant’Ilario di Poitiers).
Il 29 ottobre è toccato al rappresentante del Costa Rica, Javier Guerra Laspiur, 53 anni, che ha già prestato servizio nella rappresentanza presso la Santa Sede dal ’78 al ’93, dapprima come ministro consigliere e successivamente come ministro.
Il 5 novembre è arrivato il guatemalteco Sergio Ivan Búcaro Hurtarte, 48 anni, architetto (nell’occasione il Papa, ricordando «l’esecrabile assassinio di monsignor Juan José Gerardi Conedera», ha affermato che «il popolo guatemalteco desidera conoscere la verità su questo e su altri crimini»).
Il 7 novembre è stato il turno del colombiano Guillermo León Escobar-Herrán, 54 anni, già tra gli auditores del Sinodo americano e da marzo consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia presieduto dal cardinale colombiano Alfonso López Trujillo.
Il 12 novembre si è presentato il brasiliano Marco César Meira Naslausky, nato 58 anni fa a Rio de Janeiro, già console generale a New York, ed ex ambasciatore in Belgio e Bolivia (nel suo discorso, il nuovo rappresentante brasiliano ha anche ringraziato il Papa per la creazione, avvenuta nel corso dell’ultimo concistoro, del terzo cardinale brasiliano durante questo pontificato).


Vaticano 2
Nuovi nunzi in Sri Lanka, Romania, Pakistan e Ruanda

Il 10 novembre Thomas Yeh Sheng-nan, nato 57 anni fa a Kaohsiung (Taiwan) è stato nominato nunzio apostolico in Sri Lanka. Si tratta del primo nunzio apostolico cinese. Yeh Sheng-nan ha prestato servizio nelle nunziature di Nicaragua, Sri Lanka, Zambia, Algeria, Iraq, Australia, Senegal, Gran Bretagna.
Il 12 novembre è stato nominato nunzio in Romania Jean-Claude Périsset, 59 anni, svizzero, da due anni segretario aggiunto del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Prende il posto del polacco Janusz Bolonek, 60 anni, che si è preso un periodo sabbatico per motivi di salute. In precedenza Périsset aveva svolto la sua missione nelle rappresentanze pontificie di Africa meridionale, Perù, Francia, Pakistan, Giappone e in Segreteria di Stato. La Romania potrebbe essere il primo Paese dell’Est europeo a maggioranza ortodossa ad essere visitato dal Papa. Il governo, presieduto da un convertito al cattolicesimo, ha già formalizzato l’invito, la Chiesa ortodossa sembra favorevole (in tal senso si è espresso il metropolita Daniel di Moldavia) ma non ha ancora preso una decisione definitiva.
Il 14 novembre, Alessandro D’Errico, 48 anni, campano, è stato nominato nunzio in Pakistan. In precedenza aveva lavorato in Thailandia, Brasile, Grecia, nella prefettura della Casa pontificia, e poi nelle nunziature di Italia e Polonia
Il 28 novembre un altro campano, Salvatore Pennacchio, 46 anni, è stato nominato nunzio in Ruanda. In precedenza aveva lavorato nelle nunziature di Panama, Etiopia, Australia, Turchia, Egitto, Iugoslavia e Irlanda.


Sacro Collegio 1
Il cardinale Ratzinger vicedecano

Il 9 novembre Giovanni Paolo II ha approvato l’elezione del cardinale Joseph Ratzinger, 71 anni, a nuovo vice-decano del Sacro Collegio fatta il 6 novembre dai sei cardinali dell’ordine dei vescovi (Bernardin Gantin, 76 anni, Paolo Bertoli, 90 anni, Joseph Ratzinger, Angelo Sodano, 71 anni, Roger Etchegaray, 76 anni, e Lucas Moreira Neves, 73 anni). Lo stesso Ratzinger, che prende il posto dello scomparso Agostino Casaroli, aveva la maggiore anzianità di permanenza nell’ordine (se si eccettua Bertoli, che per la veneranda età non era “in corsa” per la carica). Una curiosità: come anticipatoci da Gantin nell’intervista apparsa sul numero di settembre, il numero due dei cardinali dell’ordine dei vescovi non è più chiamato, come avveniva da secoli, sottodecano, ma “più modernamente” vicedecano.


Sacro Collegio 2
Accolte le dimissioni del cardinale Primatesta

Il 17 novembre Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia del cardinale argentino Raúl Francisco Primatesta, 79 anni, alla guida dell’arcidiocesi di Córdoba, che governava da trentatré anni. Gli succede Carlos José Ñáñez, 52 anni, licenza in teologia alla Gregoriana, dal ’91 al ’95 ausiliare di Córdoba e da quella data coadiutore di Tucumán.
Con le dimissioni di Primatesta i membri più anziani del Sacro Collegio in servizio sono: John Joseph O’Connor di New York, Nasrallah Pierre Sfeir di Antiochia dei Maroniti, James Aloysius Hickey di Washington, Eugênio de Araújo Sales di Rio de Janeiro (tutti compiranno 79 anni nel corso del 1999). A questi vanno aggiunti altri due porporati che pur avendo superati gli 80 anni mantengono ancora il loro incarico: l’arcivescovo di Minsk-Mohilev Kazimierz Swiatek (84 anni), e l’arcivescovo maggiore di Lviv degli Ucraini Myroslav Ivan Lubachivsky (84 anni, anche se in questo caso il porporato è affiancato da Lubomyr Husar, vescovo ausiliare «con particolari deleghe»).


Chiese orientali
Nuovo patriarca dei siro-cattolici

Il 20 ottobre Giovanni Paolo II ha accolto la domanda di ecclesiastica communio richiestagli dal nuovo patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Moussa I Daoud, che era stato eletto dal Santo Sinodo tenutosi a Charfet (Libano) il 13 ottobre. Il nuovo Patriarca prende il posto dell’ottantottenne Ignace Antoine II Hayek, alla guida della comunità siro-cattolica dal ’68. Ignace Moussa I Daoud, nato 68 anni fa in Siria, nel ’77 è stato eletto vescovo del Cairo e nel ’94 trasferito a Homs-Hama dei Siri. È membro della Congregazione per la dottrina della fede.


Curia romana 1
Nuovo segretario della Segnatura apostolica

Il 23 ottobre il vescovo Francesco Saverio Salerno, 70 anni, è stato trasferito da segretario della Prefettura degli affari economici a segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica (contestualmente Salerno è stato nominato consultore della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano). Salerno aveva svolto la sua attività presso il “Ministero del Bilancio” della Santa Sede ininterrottamente dal 1970, ne era diventato segretario nel gennaio ’97 e il successivo dicembre era stato elevato alla dignità episcopale.
A segretario della Prefettura è stato nominato, il 31 ottobre, monsignor Franco Croci, 68 anni, che finora era capo ufficio amministrativo in Segreteria di Stato e incaricato dell’amministrazione della Pontificia Accademia Ecclesiastica.


Curia romana 2
Cacciavillan dagli Stati Uniti all’Apsa

Il 5 novembre l’arcivescovo Agostino Cacciavillan, nunzio apostolico negli Stati Uniti, è stato nominato presidente dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa). Prende il posto del cardinale Lorenzo Antonetti, che aveva compiuto i 75 anni nel luglio dello scorso anno, e che è stato nominato delegato pontificio per la patriarcale Basilica di San Francesco in Assisi. Cacciavillan, 72 anni, arcivescovo dal ’76, è stato anche rappresentante pontificio in Kenya e poi in India.


Brasile
Cresce il peso dei protestanti

Il Brasile rimane, come numero di fedeli, il Paese più cattolico del mondo. Cresce comunque l’importanza dei protestanti nel Paese latinoamericano. Due segnali in tal senso sono riportati dall’agenzia Nev degli evangelici italiani. Nel numero 45 (18 novembre 1998) la Nev nota che per la prima volta nella storia del Brasile sarà un pastore protestante a coordinare l’attività dei cappellani delle forze armate. Il pastore Elio Eugenio Mueller, della Chiesa evangelica di confessione luterana del Brasile, è stato scelto direttamente dal ministro della Difesa e con il grado di colonnello guiderà una forza di 50 sacerdoti cattolici e 6 pastori evangelici. Non solo. Nel numero 42 (28 ottobre) l’agenzia sottolineava il successo elettorale evangelico nelle amministrative dello Stato brasiliano di Rio de Janeiro: nuovo governatore dello Stato è stato infatti eletto, con il 57,9 per cento dei voti, il presbiteriano Anthony Garotinho; vicegovernatore Benedita de Silva, membro delle Assemblee di Dio in Brasile.


Honduras 1
Il presidente Flores Facusee ricevuto in udienza dal Papa

Il 19 ottobre il presidente dell’Honduras, Carlos Roberto Flores Facusee, è stato ricevuto in udienza da Giovanni Paolo II. È stato il primo capo di Stato a visitare papa Wojtyla dopo le celebrazioni del ventennio del suo pontificato. Come riferito dalla sala stampa vaticana, durante l’udienza e anche nel successivo colloquio con il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano «si sono passati in rassegna i rapporti Chiesa-Stato in Honduras, con particolare riguardo ai problemi della formazione della gioventù e ai problemi sociali del momento. Infine, si è anche fatto cenno ai problemi dell’integrazione centroamericana». Il presidente era arrivato a Roma dopo aver partecipato in Portogallo al vertice ibero-americano, al quale era presente anche Fidel Castro. Una settimana prima, il Parlamento dell’Honduras aveva approvato una mozione che invitava il presidente a riallacciare i rapporti diplomatici con Cuba. 30Giorni ha chiesto a Flores Facusee se i tempi per questa normalizzazione sono ormai maturi. «Non mi sembra un tema di attualità in questo momento,» ha risposto il presidente «ora il problema da affrontare è la globalizzazione. In termini generali, quello che posso dire è che la globalizzazione significa un avvicinamento a velocità vertiginosa; non abbiamo mai visto qualcosa di simile. Con la globalizzazione, d’altra parte, un avvicinamento tra nazioni che sono parte di una stessa regione geografica è quasi obbligato».


Honduras 2
Un modo per aiutare le popolazioni dopo la tragedia dell’uragano Mitch

L’Honduras è stato il Paese centroamericano più duramente colpito dall’uragano Mitch che a fine ottobre ha devastato la regione. Le cifre parlano da sole: settemila morti, diecimila dispersi, 1,4 milioni di persone (un quarto della popolazione) con l’abitazione distrutta; danni per almeno due miliardi di dollari. L’arcivescovo di Tegucigalpa, Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, ha lanciato un appello affinché il debito estero dell’Honduras (che è di circa 4 miliardi di dollari) venga azzerato. Attualmente l’Honduras deve devolvere il 40 per cento del suo prodotto nazionale al pagamento degli interessi accumulati (circa 450 milioni di dollari l’anno).
Per chi vuole contribuire al soccorso immediato alle popolazioni, l’ambasciata dell’Honduras presso la Santa Sede ha attivato un conto corrente: 1005-3207-16000 intestato a “Vittime dell’Honduras” presso la Banca Nazionale del Lavoro di Roma.


Español English Français Deutsch Português