Rubriche
tratto dal n.10 - 1998


Alberto Sordi:

«Non penso, mi commuovo»


Alberto Sordi

Alberto Sordi

In questi tempi di battaglia tra pensieri forti e pensieri deboli, anche Alberto Sordi ha detto la sua su ragione e fede. Lo ha fatto in una breve intervista rilasciata ad Enzo Biagi, all’interno di un reportage che il celebre giornalista ha dedicato a Roma, «la città dei Cesari e di Cinecittà». Il reportage, dodicesima tappa di un “viaggio in Italia” lungo il quale Biagi ha incontrato anche il cardinale di Milano Carlo Maria Martini, è stato pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 4 ottobre. In alcuni passaggi dell’intervista l’Albertone nazionale offre – senza starci troppo a pensare – alcuni spunti di confortante realismo naturaliter cristiano. Eccoli.
«Lei è molto religioso. Qual è il peccato più grave?
“È la bugia. Un gentiluomo la può dire solo in certi casi”.
Quali?
“Quando si tratta di vicende amorose”.
Lei ne ha dette molte?
“Sempre. Mai parlato di relazione con una donna”. […]
Ma chi è un italiano?
“Un grosso personaggio, anche preoccupante”.
E un romano?
“È trascurabile, perché è preso da un’indolenza tale che io consiglierei a tutti di acquisirla, perché è la vera filosofia”.
Lei è mai triste?
“Ho capito che non gliene importa niente a nessuno delle mie malinconie, perciò non mi confido mai. Le tengo per me. E dico sempre: tutto bene”. […]
Qual è il personaggio della storia che le piace di più?
“Garibaldi: mi faceva ridere”.
Ma perché?
“Beh, intanto per come si vestiva: in costume. È come i poliziotti privati che prendono iniziative: nessuno gli chiedeva di farlo”.
Quando la banda suona Fratelli d’Italia, lei a che cosa pensa?
“Non penso, mi commuovo”.
Tutti i Paesi hanno un motto; i francesi: “Libertà, uguaglianza, fraternità”, gli americani: “Crediamo in Dio”, gli inglesi: “Dio salvi il re” o la regina. Per noi Longanesi proponeva: “Ho famiglia”. Lei avrebbe qualche altra idea?
“Mamma”».




Pappalardo

in ricordo di padre Puglisi


Il cardinale Salvatore Pappalardo

Il cardinale Salvatore Pappalardo

«Era molto riservato: per le minacce che aveva ricevuto e di cui si è saputo dopo, non mi disse nulla. La sua morte conferma che i preti di prima linea non sono solo quelli che si espongono alle marce, ai convegni, in tv. Ciò può dare giustamente fastidio, come se, saltati questi, gli altri fossero dei “don Abbondio”, cosa che qualcuno peraltro ha scritto molto inopportunamente. Io sono sicuro che i preti di Palermo lavorano tutti, ognuno con il suo stile. Alcuni si vogliono esporre di più? Lo facciano. Certo, Puglisi lavorava silenziosamente e già allora c’erano i cosiddetti “preti di frontiera”. Eppure quando hanno dovuto ammazzare un prete hanno scelto lui, non un altro». Così ha detto il cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Palermo, in una intervista ad Avvenire (22 settembre) per il compimento dei suoi ottant’anni, intervista nella quale ha ricordato la figura di padre Pino Puglisi, ucciso a Palermo il 15 settembre di cinque anni fa.




Il cardinale Law

ricorda Hamer


Il cardinale Jean Jérôme Hamer

Il cardinale Jean Jérôme Hamer

«Durante il Concilio Vaticano I eventi estrinseci, per esempio la guerra franco-prussiana, interruppero le deliberazioni del Concilio e lo schema sulla Chiesa non fu completamente dibattuto. La riflessione teologica seguente, con personalità come i padri gesuiti Emile Mersh e Sebastian Tromp, come guide importanti, terminò in un insegnamento significativo del Magistero, contenuto nella Mystici corporis, che papa Pio XII pubblicò come enciclica nel 1943. Quello che troviamo nella Lumen gentium (costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, ndr) si basa su questo insegnamento, che senza dubbio si è arricchito con la riflessione teologica di molti altri. Più recentemente, l’allora padre domenicano Jérôme Hamer, ha dato un contributo significativo con la sua opera La Chiesa è una comunione. Se – mentre serviva la Chiesa nel Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani, nella Congregazione per la dottrina della fede e nella Congregazione per i religiosi – avesse avuto il tempo per perseguire i suoi interessi di studio, si può immaginare che il cardinale Hamer avrebbe apportato ulteriori contributi teologici». Con queste parole, pronunciate in Messico a luglio durante il terzo Incontro internazionale dei sacerdoti, il cardinale di Boston, Bernard Francis Law, ha onorato la memoria del suo amico cardinale Jean Jérôme Hamer, scomparso il 2 dicembre del ’96.




Segnalazioni:

le buone letture del Corriere


La copertina di Vivendo nella carne di Luigi Giussani

La copertina di Vivendo nella carne di Luigi Giussani

Vivendo nella carne, il recente volume di Luigi Giussani stampato dalla Rizzoli nella collana “I libri dello spirito cristiano”, è il primo dei best seller consigliati nella rubrica di segnalazioni bibliografiche “Le scelte del Corriere”, pubblicata il 10 ottobre su IoDonna, il magazine del quotidiano di via Solferino. Il volume Vivendo nella carne (365 pagine, lire 15mila) è il secondo della serie “Quasi Tischreden”. La pagina di segnalazioni bibliografiche era curata dal giornalista Gianni Riotta che dal 21 ottobre è condirettore del quotidiano torinese La Stampa.





Giovanni Paolo II in visita ad una parrocchia romana  accompagnato dal cardinale vicario Camillo Ruini

Giovanni Paolo II in visita ad una parrocchia romana accompagnato dal cardinale vicario Camillo Ruini

Ventennio wojtyliano 1
Ruini, il Papa e il «Messia di ogni epoca»

Il cardinale Camillo Ruini, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, ha scritto l’introduzione al volume Giovanni Paolo II, 50 parole per il nuovo millennio. Il libro, curato da Saverio Gaeta e pubblicato dalla Mondadori, è un’antologia divulgativa di brani tratti dai discorsi del Sommo Pontefice intorno a cinquanta parole-chiave. Nella sua introduzione il cardinale Ruini scrive: «Nel volume curato da Saverio Gaeta vengono sviluppati in particolare cinquanta temi, fra i più emblematici del magistero di Giovanni Paolo II. Ma tutti, in un modo o nell’altro, ruotano intorno a quella parola che è il cuore dell’annuncio di questo Pontefice, chiamato a introdurre la Chiesa nel terzo millennio: il nome di Gesù Cristo, che papa Wojtyla ha definito “il Messia di ogni epoca, anche di questa promettente vigilia degli anni Duemila: è lui l’Uomo della speranza, l’Uomo cardine dell’umanità”». Ruini fornisce anche un dato statistico: «Una cifra rende bene l’idea: ben 94mila volte egli ha sinora utilizzato questo nome nei suoi discorsi e documenti. Statisticamente, questo vuol dire una media di tredici volte al giorno in poco più di settemila giorni di pontificato».


Ventennio wojtyliano 2
Brzezinski: alcuni predecessori di Wojtyla non credevano in Dio

L’americano di origine polacca Zbigniew Brzezinski, protagonista della politica estera Usa ai tempi di Carter e di Reagan, ha trovato uno strano modo di celebrare i vent’anni di pontificato di Giovanni Paolo II, affiancando all’elogio del Papa regnante una velenosa allusione nei confronti dei suoi predecessori. In una lunga intervista celebrativa sul pontificato wojtyliano, pubblicata dal quotidiano la Repubblica di mercoledì 14 ottobre, l’intervistatore Marco Politi sollecita Brzezinski a fornire un commento sulla personalità del Papa polacco, in cui si intrecciano mistica e politica. Brzezinski risponde: «Il suo primo aspetto rende possibile il secondo. Tutti i grandi attori sulla scena della Storia sono motivati da un’idea. Lo spiritualismo di Giovanni Paolo II è la sua idea-chiave. Lui è un Papa che, a differenza di alcuni suoi predecessori, crede in Dio». Davanti allo stupore dell’intervistatore, che pensava di non aver capito bene, Brzezinski ha confermato la certezza della sua notizia. Certezza che ha manifestato anche nell’incipit di un articolo scritto su liberal sempre per il ventennio wojtyliano: «La prima cosa che penso di Wojtyla, e lo dico con rispetto, anche se potrà sembrare cinico, è che lui crede veramente in Dio, a differenza di alcuni suoi predecessori».


Ventennio wojtyliano 3
L’entusiasmo di Rutelli

«Giovanni Paolo II è l’uomo più straordinario di questo secolo. Non soltanto perché ha conquistato con la sua testimonianza e la sua passione la fede di milioni di persone in ogni angolo della terra. Ma anche perché ha cambiato il corso della storia. Una figura che nei prossimi secoli sarà ricordata come punto di svolta della Chiesa e dell’umanità». Parole del sindaco di Roma, Francesco Rutelli, per il ventennio del papato di Karol Wojtyla.


Ventennio wojtyliano 4
La telefonata in diretta del Papa

Persino la Cnn ha trasmesso la telefonata di ringraziamento che Giovanni Paolo II ha fatto in diretta al giornalista Bruno Vespa la sera del 13 ottobre mentre conduceva la puntata della suo programma Porta a porta dedicata al ventennio del pontificato. Enrico Mentana, direttore del concorrente Tg5, ha insinuato che si è trattato di una telefonata «in parte concordata e in parte evocata». Secca la risposta di Vespa: «Se parliamo di uno stato d’animo, direi evocata. No, Mentana è fuori strada: se avessi saputo di un collegamento con il Papa, anche di un solo minuto, lo avrei annunciato all’inizio del programma».


Ventennio wojtyliano 5
Canonizzazione con chierichette

Alla solenne cerimonia di canonizzazione di Edith Stein, avvenuta domenica 11 ottobre in piazza San Pietro, hanno assistito anche migliaia di giovani ministranti (quelli che una volta venivano chiamati chierichetti) con tanto di cotta bianca e veste talare rossa. Per la prima volta erano presenti anche dei ministranti di sesso femminile. Era la prima volta che ciò avveniva in Vaticano (i singoli vescovi possono autorizzare l’uso di chierichette solo dal ’94). Le ministranti comunque non hanno servito la messa pontificia.


L’Osservatore Romano
Grande spazio a Sodano in Argentina e Cile

Ampio risalto è stato dato sul giornale ufficioso della Santa Sede al viaggio compiuto in Argentina e Cile dal segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano. Una decina di cronache hanno dettagliatamente informato del viaggio del porporato che era stato inviato in Sud America come legato pontificio in occasione del primo incontro continentale dei giovani che si è celebrato a Santiago del Cile dal 6 all’11 ottobre. Era la prima volta che il segretario di Stato tornava in Cile dopo che vi era stato per undici anni come nunzio apostolico (dal ’77 all’88). La partenza (5 ottobre) e il ritorno (14 ottobre) di Sodano sono stati registrati in prima pagina.


Santa Sede 1
Intesa con il Kazakistan

Il 24 settembre la Santa Sede e la ex Repubblica sovietica del Kazakistan hanno sottoscritto un accordo in occasione della visita a Roma del presidente kazako Nursultan Nazarbayev. Il documento stabilisce, tra l’altro, che la Chiesa cattolica possa svolgere l’attività sociale, educativa, sanitaria e caritatevole, avere accesso ai mezzi di comunicazione sociale e assicurare ai suoi fedeli l’assistenza spirituale nelle case di cura e nelle carceri. I cattolici in Kazakistan sono 366mila su una popolazione di circa 17 milioni di abitanti. Il portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls ha sottolineato che attraverso questo «primo accordo ufficiale fra la Santa Sede e uno dei Paesi dell’ex Urss, il più grande dell’Asia centrale», si sono stabiliti «criteri molto alti di libertà religiosa, che possono essere di esempio anche in altre situazioni». Ogni riferimento alla Russia, si può supporre, non è affatto casuale...


Santa Sede 2
Firmato accordo economico con la Croazia

Il 9 ottobre è stato firmato a Zagabria l’accordo fra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia circa le questioni economiche. Esso prevede la restituzione dei beni ecclesiastici espropriati nel dopoguerra dal regime comunista. Ove la restituzione non fosse possibile il bene sarà risarcito. Lo Stato croato, inoltre, ogni anno verserà un sussidio alla Chiesa. Le autorità di Zagabria avrebbero desiderato che l’accordo fosse siglato nella cornice solenne del viaggio pontificio in Croazia effettuato tra il 2 e il 4 ottobre per la beatificazione del cardinale Alojzije Stepinac. La Santa Sede ha preferito posporlo.


Santa Sede 3
Allacciati rapporti diplomatici con lo Yemen

Il 12 ottobre è stato annunciato l’allaccio dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Repubblica dello Yemen. Si tratta del 170° Stato con cui il Vaticano contrae relazioni diplomatiche (comprendendo anche le “missioni speciali” di Russia e Olp). Nel dare l’annuncio il Vaticano ha ricordato che nello Yemen «i cattolici, tutti stranieri, sono circa tremila, assistiti da 4 sacerdoti, 21 suore missionarie della carità e 5 della Congregazione “White Sisters”». «È spontaneo l’augurio» prosegue la nota vaticana «che lo stabilimento di relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica dello Yemen apporti frutti di solidarietà e di collaborazione anche per il bene della porzione di Chiesa ivi presente».


Santa Sede 4
Nuovi ambasciatori di Croazia e Slovacchia

Il 9 ottobre ha consegnato la lettera di accreditamento a Giovanni Paolo II il nuovo ambasciatore di Slovacchia: Marián Servátka, 47 anni, finora ambasciatore di Bratislava in Polonia. Il 12 è stata la volta del nuovo rappresentante della Croazia. Si tratta di Marijan Sunjic, 58 anni, che non proviene dalla carriera diplomatica ma è stato professore e rettore dell’Università di Zagabria.


Gran Bretagna
Il cardinale Winning appoggia il nazionalismo scozzese

Scalpore in Gran Bretagna per alcune dichiarazioni rilasciate a Bruxelles (dove era stato invitato dalla Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea) dal cardinale arcivescovo di Glasgow, Thomas Winning, 73 anni. Il porporato, che si è presentato come proveniente dalla «Scozia, Europa», ha descritto il nazionalismo scozzese come «maturo, rispettoso della democrazia, e internazionale in prospettiva». «Qualche osservatore» ha scritto il settimanale cattolico britannico The Tablet «ha interpretato il discorso del cardinale Winning in senso favorevole al Partito nazionale scozzese a spese del Partito laburista, poiché le sue affermazioni sono state molto differenti da quelle fatte dal primo ministro Tony Blair al Congresso di partito a Blackpool. Mr. Blair ha condannato il Partito nazionalista scozzese come separatista, distruttivo e sciovinista».


Opus Dei
Festeggiati i settant’anni

I settant’anni dell’Opus Dei sono stati solennemente celebrati in numerose diocesi italiane. Il 2 ottobre hanno personalmente celebrato la messa per la ricorrenza quasi tutti i cardinali residenziali italiani, e cioè quelli di Genova (Dionigi Tettamanzi, che per l’occasione ha firmato anche un articolo sulla Stampa), Napoli (Michele Giordano), Palermo (Salvatore De Giorgi) e Torino (Giovanni Saldarini). A Milano la celebrazione è stata guidata dal vescovo ausiliare e vicario generale Giovanni Giudici. A Bologna per il 5 novembre è prevista una messa del cardinale Giacomo Biffi.


Nunziature
Nuovo rappresentante pontificio in Mozambico

Il 26 settembre l’arcivescovo polacco Juliusz Janusz, 54 anni, è stato trasferito dalla nunziatura del Ruanda, dove si trovava dal ’95, a quella del Mozambico. In precedenza Janusz era stato incaricato d’affari presso la nunziatura di Taiwan.


Curia Romana 1
Grocholewski da segretario a prefetto della Segnatura apostolica

Il 5 ottobre Giovanni Paolo II ha nominato l’arcivescovo polacco Zenon Grocholewski, 59 anni, prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica (la “Corte di cassazione” vaticana). Grocholewski, che ricopriva dall’82 la carica di segretario presso lo stesso Tribunale, prende il posto del cardinale Gilberto Agustoni, 76 anni.


Curia Romana 2
Nuovo cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e di quella delle Scienze sociali

È l’argentino Marcelo Sánchez Sorondo il nuovo cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e di quella delle Scienze sociali. Lo ha nominato Giovanni Paolo II l’8 ottobre. Monsignor Sánchez Sorondo, 56 anni, è ordinario dall’88 della cattedra di Storia della filosofia antica presso la Pontificia Università Lateranense e dal ’96 è direttore, presso la medesima Università, della cattedra “San Tommaso e il pensiero contemporaneo”.


Sacro Collegio
Gli italiani votanti scendono a diciotto (su centoquindici)

Nel giro di due settimane, tra il 23 settembre e il 4 ottobre, hanno compiuto ottant’anni tre cardinali italiani: Salvatore Pappalardo, Giovanni Canestri e Giovanni Cheli. Il numero dei porporati italiani con diritto di voto in un eventuale conclave scende quindi a diciotto su 115. Dopo quello italiano, il gruppo nazionale più consistente è quello statunitense con undici porporati elettori. L’età media degli italiani è di circa 73 anni, di 70 quella invece degli statunitensi. Una curiosità: con gli ottant’anni di Pappalardo, perde il diritto di voto l’ultimo porporato italiano creato da Paolo VI che ancora lo aveva.


Arafat
«Il Papa a Gerusalemme per celebrare la nascita di Gesù»

Nell’occasione del ventesimo anniversario di regno dell’attuale Pontefice, Yasser Arafat, presidente dell’Autorità nazionale palestinese, ha ricordato di aver già invitato il Papa «il prossimo anno a Gerusalemme per celebrare la nascita di Gesù».


Arresto Pinochet
La sorpresa di Fidel Castro

«Davvero? È stato confermato? È difficile da capire se si pensa che Pinochet ha collaborato con la Gran Bretagna durante la guerra delle isole Falkland». Così ha reagito Fidel Castro, in Portogallo per il vertice iberoamericano, alla notizia dell’arresto a Londra del generale Augusto Pinochet avvenuta su mandato del giudice spagnolo Baltasar Garzón.


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