Rubriche
tratto dal n.09 - 2007


ORTODOSSIA

Alessio II e il motu proprio sulla messa di san Pio V


Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II e il presidente francese Nicolas Sarkozy, Parigi, 3 ottobre 2007

Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II e il presidente francese Nicolas Sarkozy, Parigi, 3 ottobre 2007

«Il recupero e la valorizzazione dell’antica tradizione liturgica è un fatto che noi salutiamo positivamente. Noi teniamo moltissimo alla tradizione. Senza la custodia fedele della tradizione liturgica, la Chiesa ortodossa russa non sarebbe stata in grado di resistere all’epoca delle persecuzioni». Così Alessio II, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, in un’intervista rilasciata ad Andrea Tornielli su il Giornale del 29 agosto.




STORIA

Israele e la Shoah


Bambini in un campo di concentramento

Bambini in un campo di concentramento

«Segnatevi l’autore, il titolo, l’editore: Zertal, Israele e la Shoah, Einaudi. Questo è un libro di storia che dovrebbero leggere obbligatoriamente tutti coloro – politici, giornalisti, “esperti” vari – che ogni giorno pontificano qui da noi, sul conflitto isarelo-palestinese e in genere sulla questione mediorientale». Questo l’incipit della recensione di Sergio Luzzatto, apparsa il 4 ottobre sul Corriere della Sera (titolo e sottotitolo: Israele e la Shoah, l’arma segreta di Ben Gurion. «Dal bisogno di eroi al culto della tragedia. E il mito si fa storia»), dell’ultima opera di Idith Zertal, definita nell’articolo studiosa di storia «tra le più note e apprezzate in Israele». Protagonista del libro il carismatico leader laburista Ben Gurion che, mentre in Europa si consumava l’Olocausto, concepì «un disegno estremamente lucido, seppur vagamente cinico: decise di spendere le ricadute della Shoah come una moneta sul mercato della politica internazionale». In particolare, si trattava di «appropriarsi delle rivolte nei ghetti stessi in chiave nazionalistica, per propiziare la creazione di uno Stato ebraico indipendente». Questa esaltazione delle ribellioni ebraiche all’aguzzino nazista, secondo l’autrice, avrebbe convissuto con la «coltre di silenzio» stesa invece sulle vittime dell’Olocausto stesso, in quanto, alla vigilia della guerra d’indipendenza del 1948, «la dirigenza sionista aveva bisogno di eroi, non di vittime». Fu all’indomani del processo ad Adolf Eichmann, quando Israele fu «invitato a misurare l’enormità di quanto successo agli ebrei d’Europa», che l’anziano Ben Gurion iniziò a elaborare «una pedagogia nazionale fondata sulla tragedia. Di più: sulla trasformazione di Israele da società laica a entità messianica, da ordinario Stato fra gli Stati a biblica comunità della catastrofe e della redenzione». Dopo di lui, «Moshe Dayan seppe declinare come volontà di potenza il paradigma della sacralità della terra d’Israele. Terra minacciata dai “nazisti arabi”, che si preparavano a perpetrare la “seconda Shoah”. Terra quindi da difendere, ma anche terra da allargare, per restituire ai figli di David la compiutezza dell’Israele primigenio [...]. Ma la scelta politica e propagandistica di traslocare la Shoah in Medio Oriente è costata a Israele un prezzo altissimo. Non soltanto la demonizzazione della leadership araba resa tanto più ostile dall’enormità delle accuse. Anche la banalizzazione degli orrori perpetrati dai tedeschi fra il 1941 e il ’45. Dunque, in fondo, lo svilimento della sofferenza di sei milioni di vittime».




CHIESA

L’umiltà della fede in Gesù


IGesù e l’adultera/I, Rembrandt, National Gallery, Londra

IGesù e l’adultera/I, Rembrandt, National Gallery, Londra

«Se Dio non c’è tutto è possibile». Questa celebre espressione di Fëdor Dostoevskij è al centro di una interessante riflessione sul rapporto tra Stato e Chiesa, apparsa su la Repubblica del 14 settembre a firma di Gustavo Zagrebelsky. «In ogni caso, almeno questo è da concedere: la fede in Dio non è per sé garanzia di modestia, esattamente come la mancanza di fede in Dio non è di per sé presupposto di necessaria superbia. Tutti sono a rischio e nessuno può vantare assicurazioni, mentre la disistima verso i non-credenti in Dio, che quel motto dostoevskijano porta nascosto in sé, è propriamente e precisamente un frutto di quella superbia che vorrebbe condannare. L’utilità o la pericolosità della religione come rimedio contro le tendenze sociali autodisgregatrici dipende anche forse dalla sua autocomprensione, come religione della verità o come religione della carità. Il dilemma è particolarmente vivo per il cristianesimo, nato originariamente, nelle prime piccole comunità, come religione della carità (il discorso della montagna e i primi due comandamenti: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, Mt 22, 37.39) quando la verità (“Io sono la verità”: Gv 14, 6) era non un complesso di proposizioni teologiche né, tanto meno, teologico-politiche, ma semplicemente il riconoscimento e la confessione di Gesù, il Cristo». L’autore conclude: «In breve, c’è qui in nuce la contrapposizione tra l’arroganza della verità e l’umiltà della carità. La prima – a dispetto di tutte le proclamazioni in contrario da parte degli interessati – cerca la potenza e il potere, la seconda ne rifugge».





Sacro Collegio
La morte dei cardinali Lustiger, Gagnon e Kozlowiecki. Gli ottant’anni di Szoka

Il 5 agosto è morto il cardinale francese Jean-Marie Lustiger, 81 anni, arcivescovo di Parigi dal 1981 al 2005. Il 25 agosto è venuto a mancare il cardinale canadese Edouard Gagnon, sulpiziano, 89 anni, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia. Il 28 settembre è scomparso il cardinale missionario polacco Adam Kozlowiecki, gesuita, 96 anni, dal 1959 al 1969 arcivescovo di Lusaka in Zambia.
Il 14 settembre ha compiuto poi ottant’anni il cardinale statunitense di origini polacche Edmund Casimir Szoka, presidente emerito della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
A fine settembre quindi il Sacro Collegio risulta composto da 180 cardinali, di cui 104 elettori.


Cardinali/1
Scola e la potenza dello Spirito

L’11 settembre il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, è intervenuto a un’assemblea di sacerdoti, religiosi e laici della sua diocesi. Avvenire del giorno successivo riporta la conclusione del porporato: «“Non dobbiamo far altro che obbedire alle circostanze e vedere come flettere queste indicazioni dentro la nostra realtà”. Il metodo e lo stile? Sempre la comunione, che esorta comunque a mettere al bando ogni “forma di resistenza alla potenza dello Spirito”».


Cardinali/2
Silvestrini e il giudizio secondo il Vangelo

Il 26 settembre il cardinale Achille Silvestrini ha celebrato una messa in suffragio di Bruno Trentin, uno dei leader della Cgil, a un mese dalla sua scomparsa. Il passo del Vangelo scelto da porporato ha suscitato curiosità. Ne chiede conto al porporato, in una breve intervista apparsa il giorno successivo, un cronista del Corriere delle Sera. Questa la risposta del cardinale: «Ho voluto ricordare che, come scrive l’evangelista, il giudizio finale di Cristo non sarà fatto sulla dottrina [...]. Cristo domanda se hai dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, in particolare se sei stato d’aiuto nei confronti dei fratelli più “piccoli”. I giusti, dice il Vangelo, non si rendono neppure conto di aver agito nei confronti di Gesù, eppure Gesù dice loro: “Venite benedetti dal Padre mio”».


Irlanda del Nord
Gli inglesi e la strada della speranza

«Gli inglesi hanno scelto la strada della speranza: la speranza di riconciliare le due parti in lotta, un’impresa che pareva impossibile». Questo il commento, apparso su Avvenire del 1° agosto, dell’arcivescovo emerito di Armagh, cardinale Cahal Brendan Daly, alla notizia del ritorno in madrepatria dell’ultimo contingente militare inglese di stanza in Ulster, come previsto nell’ambito del processo di pace fiorito nell’Irlanda del Nord.


Guerra al terrorismo/1
L’Inghilterra apre ai Taliban

«Il ministro della Difesa britannico, Des Browne, ha sottolineato ieri l’esigenza che i Taliban siano coinvolti nel processo di pace, a beneficio dell’intero territorio, costantemente segnato da sanguinose violenze». Questo l’incipit di un articolo apparso su L’Osservatore Romano del 26 settembre sull’attuale situazione in Afghanistan.


Guerra al terrorismo/2
«L’11 settembre ci ha resi stupidi...»

«L’11 settembre ci ha resi stupidi... Piango e onoro chi è stato ucciso quel giorno, ma la nostra reazione, anche la mia, ha completamente squilibrato l’America. È tempo di rimettere le cose a posto» [...] Certo non voterò un presidente dell’11 settembre, ma uno del 12 settembre». Sono affermazioni di Thomas Friedman, noto editorialista del New York Times, riprese dal Corriere della Sera del 1° ottobre.


Guerra al terrorismo/3
La guerra ideologica e la realtà

Su La Stampa del 30 settembre è apparso un interessante editoriale a firma Barbara Spinelli. Ne riportiamo alcuni passaggi: «La guerra contro il terrorismo in cui siamo ormai immersi da anni sta assumendo aspetti bizzarri, senza precedenti nella storia recente. È un’offensiva sempre più ideologica, che perentoriamente abroga fatti, protagonisti scomodi, antinomie. Ideologizzare vuol dire inventarsi un mondo, sostituirlo alla realtà». Di seguito ricorda le parole di un consigliere di Bush a uno studioso nel 2002: «Il mondo come funziona è ormai un altro. Noi siamo ormai un impero, e quando agiamo creiamo una nostra realtà. Una realtà che voi osservatori studiate, e sulla quale poi ne creiamo altre che voi studierete ancora”. Gli avversari-sabotatori sono accusati di appartenere alla cosiddetta “reality-based community”, la comunità che si basa sulla realtà». Conclude la Spinelli: «L’Europa avrà come compito quello di incalzare l’America, perché ritrovi non una leadership, ma almeno un po’ di buon senso [...]. Perché sia restituito diritto di cittadinanza alla comunità che la politica vuol edificarla sul principio di realtà».


Curia/1
Vescovo il prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, nominato un vice

Il 4 agosto è stato elevato alla dignità episcopale il padre barnabita Sergio Pagano, 59 anni, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, cui è stata assegnata la sede titolare di Celene. Originario di Genova, Pagano è entrato nei Barnabiti nel 1966 ed è stato ordinato sacerdote nel 1978. Entrato sempre nel 1978 nell’Asv, ne è prefetto dal 1997.
Il 29 settembre il francese Marcel Chappin, gesuita, è stato nominato viceprefetto dell’Asv. Finora era responsabile dell’Archivio storico della Segreteria di Stato (sezione Rapporti con gli Stati ).


Curia/2
Ravasi presidente del Pontificio Consiglio della Cultura

Il 3 settembre è stata accolta la rinunzia presentata dal cardinale Paul Poupard, 77 anni, all’incarico di presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ed è stato chiamato a succedergli monsignor Gianfranco Ravasi, 65 anni, finora prefetto della veneranda Biblioteca Ambrosiana, che in pari tempo è stato nominato arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare nonché presidente delle Pontificie Commissioni per i Beni culturali della Chiesa e di archeologia sacra. Originario di Merate (Lc), Ravasi è sacerdote dal 1966.


Curia/3
Di Mauro segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede

Il 3 settembre è stata accolta la rinunzia presentata dal vescovo Franco Croci, 77 anni, all’incarico di segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede ed è stato chiamato a succedergli Vincenzo Di Mauro, 56 anni, dal 2004 delegato della sezione ordinaria dell’amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica, che in pari tempo è stato elevato alla sede vescovile titolare di Arpi. Nato a Monza (Mi), Di Mauro ha compiuto gli studi teologici nei seminari milanesi di Saronno e di Venegono ed è stato ordinato sacerdote nel 1976. Laureatosi in Lettere moderne e giornalismo all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stato vicario parrocchiale e poi, dal 1984 al 1987, assistente diocesano dell’Azione cattolica per i ragazzi e assistente dei maestri cattolici. Nel 1991 è stato assistente dell’arcivescovo di Milano per la cattedra per i non credenti. Nel 1994 è stato assunto al Pontificio Consiglio per i Laici, con l’incarico di seguire la sezione Movimenti e associazioni, ed è stato nominato capo ufficio nel 1995. Nel 1998, e fino al 2004, è rientrato a Milano dove è stato parroco a Santa Maria di Caravaggio.


Curia/4
Un nigeriano capo del Protocollo della Segreteria di Stato

Il 4 settembre è stato nominato capo del Protocollo della Segreteria di Stato monsignor Fortunatus Nwachukwu, 47 anni, nigeriano, consigliere di nunziatura. Ordinato sacerdote nel 1984, laureato in Teologia dogmatica, monsignor Nwachukwu è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1994 e ha prestato la propria opera presso le nunziature apostoliche in Ghana, Paraguay, Algeria, presso l’ufficio Onu a Ginevra e, da ultimo, presso la sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.


Curia/5
Guido Marini nuovo cerimoniere pontificio

Il 1° ottobre don Guido Marini, 42 anni, genovese, è stato nominato nuovo maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie. Ordinato sacerdote nel 1989, Marini ha conseguito a Roma il dottorato in utroque iure presso la Pontificia Università Lateranense e, nel 2007, la laurea breve in Psicologia della comunicazione presso la Pontificia Università Salesiana. Dal 1988 al 2003 è stato segretario particolare degli arcivescovi di Genova: il cardinale Giovanni Canestri (fino al 1995), il cardinale Dionigi Tettamanzi (fino al 2002) e il cardinale Tarcisio Bertone. Dei cardinali Tettamanzi e Bertone, nonché dell’attuale arcivescovo Angelo Bagnasco, è stato maestro delle Celebrazioni liturgiche. Nel 2005 è stato nominato cancelliere arcivescovile. Dal 1992 insegna Diritto canonico presso la sezione di Genova della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Nel 2002 è stato nominato canonico della Cattedrale di San Lorenzo, della quale dal 2003 è prefetto. Dal 2004 svolge anche l’ufficio di direttore spirituale del Seminario arcivescovile di Genova.
Guido Marini prende il posto del vescovo Piero Marini, 65 anni, maestro delle Cerimonie pontificie negli ultimi venti anni, che sempre il 1° ottobre è stato nominato presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali al posto dell’ottantatreenne cardinale Jozef Tomko.


Italia
Nuovi vescovi a Camerino, Gaeta e Fidenza. Nuovo ausiliare a Napoli

Il 3 settembre è stata accettata la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche, presentata, per motivi di salute, da Angelo Fagiani, 64 anni. Al suo posto è stato nominato Francesco Giovanni Brugnaro, 64 anni, dal gennaio 2005 osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione mondiale del turismo. Originario di San Donà di Piave, diocesi di Treviso e provincia di Venezia, Brugnaro si è laureato nel 1966 in Filosofia a Padova. Dal 1973 al 1981 è stato animatore degli ex allievi delle scuole di don Bosco. Dal 1975 al 1980 è stato eletto, nelle liste Dc, consigliere del Comune di Padova ed è diventato poi assessore ai Beni culturali. Nel 1980 è entrato nel seminario di Venegono e nel 1982 è stato ordinato prete per il clero ambrosiano. Ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana dove ha conseguito il dottorato in Teologia fondamentale. Dal dicembre 1994 è stato chiamato al servizio della Santa Sede presso la Congregazione per le Chiese orientali in qualità di minutante e ne è stato capo ufficio dal 2002 al 2005. Collabora dal 1982 con la Fondazione Comunità Domenico Tardini in Villa Nazareth e segue spiritualmente la residenza femminile.
Il 20 settembre è stata accettata la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Gaeta presentata da monsignor Pier Luigi Mazzoni, 75 anni compiuti ad agosto. Al suo posto è stato nominato monsignor Fabio Bernardo D’Onorio, 67 anni, benedettino, finora vescovo titolare di Minturno e abate ordinario di Montecassino. Originario di Veroli, diocesi e provincia di Frosinone, D’Onorio all’età di 13 anni è entrato nell’abbazia di Montecassino come alunno monastico. Nel 1962 ha emesso i voti e nel 1966 è stato ordinato sacerdote. Nella comunità monastica ha svolto diversi incarichi, tra cui quello di segretario dei due abati ordinari, i vescovi Ildefonso Rea e Martino Matronola. Nel 1983 il Papa ha confermato l’elezione di D’Onorio ad abate e lo ha nominato ordinario dell’abbazia territoriale di Montecassino. Nel 2004 è arrivata la nomina a vescovo titolare di Minturno. Attualmente è consultore della Congregazione per il Culto divino.
Il 1° ottobre è stato nominato vescovo di Fidenza in Emilia il lombardo monsignor Carlo Mazza, 65 anni. Originario di Entratico (Bg), Mazza è sacerdote dal 1968 per la diocesi di Bergamo. Dal 1982 al 1985 è stato addetto dell’Ufficio cattolico italiano turismo. Successivamente, dal 1985 al 1987, è stato aiutante di studio alla Segreteria generale della Cei e dal 1988 è direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport. È stato cappellano della squadra italiana alle recenti Olimpiadi e ai Giochi del Mediterraneo.
Il 4 ottobre monsignor Antonio Di Donna, 55 anni, è stato nominato ausiliare di Napoli. Originario di Ercolano (Na), è stato ordinato sacerdote nel 1976 per l’arcidiocesi di Napoli. Tra l’altro ha svolto l’incarico di direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e quello di docente di Teologia pastorale nella Sezione San Tommaso della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia Meridionale. È stato parroco a Portici e dal 1998 era vicario episcopale della zona vesuviana.


Diplomazia/1
Nuovi nunzi negli Eau, in Uganda, in Malta e Libia, e nelle Filippine

Il 4 agosto è stato nominato nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti l’arcivescovo libanese Mounged El-Hachem, 73 anni, dal 2005 nunzio apostolico in Kuwait, Yemen, Bahrein e Qatar e delegato apostolico nella Penisola arabica.
Il 27 agosto è stato nominato nunzio apostolico in Uganda l’arcivescovo coreano Paul Tschang In-Nam, 58 anni, dal 2002 rappresentante pontificio in Bangladesh.
Il 3 settembre è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico in Malta e in Libia il monsignor Tommaso Caputo, 57 anni, dal 1993 capo del Protocollo della Segreteria di Stato. Originario di Afragola (Na), Caputo è stato ordinato sacerdote nel 1974. Laureatosi in Diritto canonico, nel 1980 è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede, e ha prestato successivamente la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Ruanda, Filippine, Venezuela e infine presso la Segreteria di Stato.
Il 3 settembre è stato nominato nunzio apostolico nelle Filippine l’arcivescovo statunitense Edward Joseph Adams, 63 anni, dal 2002 rappresentante pontificio in Zimbabwe.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Slovacchia, Irlanda, Nicaragua e Italia presso la Santa Sede

Il 13 settembre sono state accolte le lettere credenziali del nuovo ambasciatore slovacco presso la Santa Sede. Si tratta di Jozef Dravecky, 60 anni, già professore universitario in facoltà scientifiche e dal 1991 in carriera diplomatica. In passato è stato ambasciatore in Bulgaria e Lettonia.
Il 15 settembre è stata la volta del nuovo rappresentante irlandese. Si tratta di Noel Fahey, 61 anni, diplomatico di carriera, già ambasciatore in Germania (1998-2002) e negli Stati Uniti (2002-2007).
Il 24 settembre poi è toccato al nuovo ambasciatore di Nicaragua. Si tratta di José Cuadra Chamorro, 52 anni, che in passato è stato già ambasciatore presso la Santa Sede (1997-1998), nonché rappresentante presso il Quirinale (2002-2006) e in Messico (2006-2007).
Il 4 ottobre, festa di san Francesco patrono d’Italia, ha presentato le credenziali il nuovo ambasciatore della Penisola. Si tratta di Antonio Zanardi Landi, 57 anni, diplomatico di carriera, che dal 1992 al 1996 è stato consigliere e ministro consigliere dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Ambasciatore a Belgrado dal 2004 al 2006, da ultimo Zanardi Landi era vicesegretario generale del Ministero degli Affari esteri.


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