Rubriche
tratto dal n.04 - 1998


La prossima enciclica?

Si intitolerà Fides et ratio e non sarà sulla New Age


Il Concilio Vaticano I, che ha già affrontato il problema del rapporto tra fede e ragione

Il Concilio Vaticano I, che ha già affrontato il problema del rapporto tra fede e ragione

Le voci di un imminente documento pontificio sulla New Age hanno trovato ampio risalto sui mass media. In realtà si tratterà di una lettera enciclica sui rapporti tra fede e ragione. Il titolo con ogni probabilità sarà Fides et ratio (anche se in un primo tempo si era pensato a Veritatis cognoscendae studium - L’anelito a conoscere la verità). Non ci saranno capitoli dedicati alla New Age. Anzi, nelle prime bozze il termine non era stato neanche usato... (Specificatamente sulla New Age, comunque, un dicastero vaticano sta elaborando un apposito documento). Si tratterà in effetti di una enciclica rivolta non a tutti i fedeli, ma ai «confratelli vescovi». Lo stesso è accaduto solo con la Veritatis splendor del ’93. L’uscita di quella che sarà la tredicesima enciclica di Giovanni Paolo II (l’ultima, la Evangelium vitae, risale al ’95) è prevista dopo l’estate, in prossimità dell’inizio dell’anno accademico delle università pontificie.
Imminente invece la pubblicazione di un altro documento pontificio, probabilmente una lettera apostolica, sulla santificazione del giorno del Signore.




Il «filo bianco»

del cardinale Cé


Marco Cé, patriarca 
di Venezia

Marco Cé, patriarca di Venezia

«Io non so dire quando è cominciato in me questo sentimento che è approdato all’ordinazione; credo nei primi anni della mia vita. Posso dire che c’è un “filo bianco” che la conduce tutta in questa direzione». Così il cardinale Marco Cé, 73 anni, patriarca di Venezia, in una intervista concessa al settimanale della sua diocesi, Gente Veneta, e ripresa da Avvenire in occasione dei cinquant’anni di sacerdozio.
In questo secolo già tre patriarchi di Venezia sono saliti al soglio di Pietro: Giuseppe Sarto (san Pio X) nel 1903, Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni XXIII) nel 1958 e Albino Luciani (Giovanni Paolo I) nel 1978.




Bologna:

festeggiamenti per il 18 aprile


Giacomo Biffi

Giacomo Biffi

La diocesi di Bologna è stata l’unica, tra quelle a tradizione cardinalizia, a festeggiare alla grande i cinquanta anni dalla vittoria di Alcide De Gasperi del 18 aprile ’48. Il convegno intitolato “La Chiesa per l’Italia e per la libertà”, celebrato nel pomeriggio del 18 aprile nella città felsinea, è stato organizzato dalla Commissione diocesana Giustizia e Pace. Ospiti d’onore Mario Agnes, direttore dell’Osservatore Romano, Emilio Colombo e Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista trentino. La manifestazione è stata presenziata dal cardinale Giacomo Biffi.





Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

Polonia
Finalmente il Concordato con la Santa Sede

Il 25 marzo si è svolto in Vaticano lo scambio degli strumenti di ratifica del Concordato tra Santa Sede e Repubblica polacca. A questo passo finale si è giunti ben cinque anni dopo la firma dello stesso Concordato siglata nel luglio del ’93. In via eccezionale la ratifica da parte vaticana è stata posta dallo stesso papa Giovanni Paolo II.
Più veloce invece l’iter dell’Accordo tra Santa Sede e Repubblica di Ungheria. È stato firmato nel giugno dello scorso anno e lo scambio degli strumenti di ratifica si è svolto a Budapest agli inizi di aprile.


Gerusalemme
Per la prima volta il Patriarca latino nella sede dei rabbini

Lo scorso 23 marzo, il patriarca latino di Gerusalemme monsignor Michel Sabbah si è recato per la prima volta nella sede del rabbinato della città santa, incontrando i due rabbini capo, Meir Israel Lau (ashkenazita) e Eliahu Bakshi-Doron (sefardita).


Messico
Il terzo incontro internazionale dei sacerdoti

“Convertirci per convertire”: è questo il titolo del terzo incontro internazionale dei sacerdoti, organizzato per i preti cattolici di tutto il mondo, che si terrà in Messico dal 7 al 12 luglio di quest’anno. Le due precedenti assise si sono svolte nel ’96 a Fatima e nel ’97 in Costa d’Avorio.


Russia
Raddoppiano i vescovi cattolici

Il 23 marzo il Vaticano ha reso nota la nomina di un vescovo ausiliario per ciascuna delle due circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche russe: le amministrazioni apostoliche della Russia europea e della Siberia. A Mosca, ad affiancare l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, il Papa ha chiamato il sacerdote tedesco Klemens Pickel, appena trentaseienne. A Novosibirsk sarà invece il verbita polacco Jerzy Mazur ad aiutare nella sua missione pastorale il gesuita Joseph Werth. L’annuncio della nomina è stato dato proprio lo stesso giorno in cui Boris Eltsin ha dimissionato il governo guidato da Chernomyrdin (una pura coincidenza, assicurano in Vaticano). Questa volta le autorità della Chiesa ortodossa sono state avvisate preventivamente delle nuove nomine e finora non ci sono state reazioni. Sette anni fa non avvenne così: Kondrusiewicz e Werth vennero nominati senza preavviso, e la cosa non piacque affatto al patriarcato che protestò vivacemente.


Sud Africa
Clinton fa la “prima comunione”

La prima comunione dei Clinton. Con questo titolo ironico l’Our Sunday Visitor ha dato notizia del fatto che Bill Clinton e signora, lui battista, lei metodista, hanno illegittimamente preso la comunione nel corso di una liturgia cattolica. Il “sacrilegio” (come lo ha definito il quotidiano romano Il Messaggero) si è consumato domenica 29 marzo nella chiesa Regina Mundi a Soweto, sobborgo di Johannesburg, durante il tour africano degli inquilini della Casa Bianca. Subito dopo che i mass media hanno diffuso la foto di Clinton che riceveva l’ostia consacrata da un prete cattolico, il nunzio Manuel Monteiro de Castro, solo da pochi mesi a Pretoria, è stato sommerso da richieste di chiarificazione da parte di vari dicasteri vaticani. Contro la prima comunione degli illustri coniugi si sono scagliati i cardinali statunitensi John Joseph O’Connor di New York e Anthony Bevilacqua di Philadelphia. Il sacerdote che ha dato la “prima comunione” ai Clinton, padre Moholomi Magubane, si è giustificato facendosi scudo con le ultime direttive sull’ecumenismo emanate dalla Conferenza episcopale sudafricana, la quale ha invece negato ogni responsabilità. «Poiché si tratta di una persona non cattolica, non può essere ammessa alla comunione eucaristica. È una norma canonica... e quindi nessuna Conferenza episcopale può promuovere una regola differente», ha dichiarato al Catholic News Service, l’agenzia dell’episcopato Usa, l’arcivescovo Geraldo Majella Agnelo, segretario della Congregazione vaticana per il culto divino.


Vietnam
Il governo: la religione può darci una mano

Lo scorso 19 marzo, il primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung, nel corso della conferenza della Commissione governativa degli affari religiosi, ha detto che «la religione aiuta a ridurre i problemi sociali nati all’indomani dell’apertura del Paese verso l’economia di mercato». «Karl Marx» ha aggiunto il primo ministro «ha definito la religione l’oppio dei popoli, ma con l’uso della droga, la prostituzione e le altre piaghe che hanno colpito il Vietnam, possiamo oggi dire che la religione può darci una mano ad uscire da questa situazione».


Usa-Cina
Accordo tra Università di Pechino e atenei dei gesuiti americani

Un accordo tra l’Università di Pechino e la Fordham University di New York, gestita dalla Compagnia di Gesù come tutte le altre ventitré università americane consorziate, è stato firmato il 13 marzo scorso. Il contratto, che per la Cina popolare rappresenta una novità assoluta, segna l’avvio del primo programma non cinese riconosciuto ufficialmente: il Programma internazionale di Pechino sulla gestione d’impresa (Beijing International Management Programs, Bimp). Tra i ventiquattro atenei guidati dai gesuiti coinvolti in questo programma ci sono l’Università Georgetown di Washington, il Boston College, le Università Marquette di Milwaukee, Loyola di Los Angeles, Baltimora e New Orleans, le Università di San Francisco e di Seattle.


Spagna
Una grande statua di Giovanni Paolo II a Madrid

Una statua alta tre metri, rappresentante un Giovanni Paolo II «giovane, con le mani aperte, vigoroso mentre predica», sarà eretta davanti alla Cattedrale dell’Almudena, a Madrid. Lo ha comunicato alla stampa, lo scorso 31 marzo, il neocardinale Antonio María Rouco Varela. Il monumento (la statua circondata da quattro fontane) è stato progettato dallo scultore Juan de Ayala e costerà 15 milioni di pesetas, circa 180 milioni di lire.


Sinodi
A fine anno quello d’Oceania, nel ’99 il secondo d’Europa

Il Sinodo speciale dei vescovi per l’Oceania si svolgerà a Roma alla fine del 1998. Lo ha deciso, a fine marzo, il Consiglio presinodale che, nel corso della sua terza riunione, ha anche stilato il titolo dell’assemblea vescovile di fine anno: “Gesù Cristo: seguire la sua via, proclamare la sua verità, vivere la sua vita: una chiamata per tutti i popoli dell’Oceania”.
Intanto ai vescovi che nel 1999 si riuniranno nella seconda Assemblea speciale del Sinodo episcopale per l’Europa, sono stati inviati i Lineamenta, il primo documento destinato alla preparazione del Sinodo stesso. Si tratta di un breve testo diviso in due sezioni distinte. La seconda sezione è un Repertorio che raccoglie soltanto alcuni tra i numerosissimi pronunciamenti del Papa sull’Europa.


Santa Sede
È un giornalista il nuovo ambasciatore di Panama

È giornalista e commentatore politico il nuovo ambasciatore di Panama presso la Santa Sede. Si chiama Antonio Velásquez Fernández, ha 69 anni e sei figli, ed in alcune occasioni ha svolto l’incarico di ambasciatore in missione speciale.


Clero
Confermato il no della Chiesa al diaconato femminile

Nelle centoquaranta pagine di due pubblicazioni congiunte, la Congregazione per l’educazione cattolica e quella per il clero hanno confermato l’incompatibilità della donna con il diaconato ed il sacerdozio. La presentazione delle Norme fondamentali per la formazione dei diaconi permanenti e del Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti, avvenuta lo scorso 10 marzo, è stata l’occasione nella quale i prefetti e i segretari delle due Congregazioni, i cardinali Pio Laghi e Darío Castrillón Hoyos, gli arcivescovi José Saraiva Martins e Csaba Ternyák, hanno spiegato che le diaconesse di cui si parla nel Nuovo Testamento «non lo sono nel senso in cui intendiamo noi il diacono».


Smentite
Ratzinger non abbandona l’incarico

Il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha smentito le voci diffuse agli inizi di febbraio che lo descrivevano in procinto di abbandonare il suo incarico. Egli ha confermato che intende mantenerlo. Lo ha fatto il 23 marzo scorso durante la presentazione della versione tedesca del libro Dalla mia vita. Ricordi 1927-1977 (pubblicato lo scorso anno in Italia dalle Edizioni San Paolo), nel monastero di Andechs, nella sua natia Baviera.


Beatificazioni
Appello dei vescovi lombardi per don Gnocchi

Con una lettera indirizzata a Giovanni Paolo II, il 3 febbraio scorso i vescovi lombardi hanno chiesto al Santo Padre di accelerare i tempi per la beatificazione di don Carlo Gnocchi, morto nel 1956, che dedicò la vita all’assistenza ai mutilatini del dopoguerra, fondando una rete di centri di riabilitazione per handicappati, oggi diffusa in tutta Italia.


Neocatecumenali
Le norme che devono regolare le messe del Cammino

Nell’ultimo fascicolo di Notitiae (n. 375-377, pag. 519), la pubblicazione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, vengono ribadite le norme che i neocatecumenali devono seguire nella celebrazione dell’eucarestia. Si tratta di un responso a «interrogazioni [provenienti] da diverse regioni». Nel testo si ricorda che rimangono valide le indicazioni già fornite nell’88. La Congregazione consente che i gruppi neocatecumenali «possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la preghiera universale». «L’Ordinario del luogo» ricorda poi il dicastero vaticano che si occupa di liturgia «dovrà essere informato abitualmente, o “ad casum”, del posto e del tempo in cui tali celebrazioni si svolgeranno; esse non potranno essere fatte senza la sua autorizzazione».
Rispetto alle indicazioni dell’88 la Congregazione presieduta dal cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estévez aggiunge poi un paragrafo finale ulteriormente restrittivo: «Oltre a ciò, nelle celebrazioni liturgiche del movimento neocatecumenale, “si seguano fedelmente i libri liturgici approvati dalla competente autorità; perciò nessuno aggiunga, tolga o muti alcunché di sua iniziativa” (Codice di diritto canonico, can. 846, § 1). Per quanto riguarda i libri liturgici, si seguano accuratamente anche tutte le cose prescritte dalle rubriche».


Sant’Egidio
Comunità sotto tiro

Venerdì 3 aprile la Comunità di Sant’Egidio ha trovato in edicola una spiacevole sorpresa. Il numero dell’Espresso uscito quel giorno ospitava un articolo al vetriolo dedicato proprio al movimento ecclesiale fondato dal professor Andrea Riccardi. Un dossier di sette pagine in bella evidenza, con tanto di richiamo in copertina, a firma del vaticanista Sandro Magister. Sant’Egidio gode usualmente di buona stampa (tant’è che nello stesso giorno l’altro newsmagazine italiano, Panorama, pubblicava un articolo elogiativo sul ruolo positivo svolto dalla Comunità nella recente crisi del Kosovo). Non è la prima volta comunque che subisce delle stilettate sui mass media. Era già successo a ferragosto dello scorso anno quando Il Messaggero pubblicò un lungo articolo su delle presunte manovre di Riccardi & C. anti-cardinale Angelo Sodano (ma in quel caso dopo pochi giorni il quotidiano romano ospitò una ferma smentita del portavoce santegidino Mario Marazziti). Questa volta però l’attacco è piuttosto virulento e scende anche ad accuse riguardanti la morale personale della leadership della Comunità (accuse concentrate in un box dal titolo significativo: Strane coppie di Trastevere. Matrimoni combinati, divorzi, natalità zero, contraccezione e altre eresie).
Non sembra tuttavia che l’affondo dell’Espresso abbia affievolito la stima nutrita da ambienti ecclesiastici e politici nei confronti della Comunità. Sull’Osservatore Romano del 6-7 aprile, infatti, è apparso l’avviso di un incontro di preghiera promosso da Sant’Egidio: presiede il cardinale Achille Silvestrini, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, da sempre vicino alla Comunità. Il 15 aprile viene sostituito l’ambasciatore italiano ad Algeri; decisione politica, commentano i mass media: il diplomatico era contrario alla linea portata avanti da Sant’Egidio di un dialogo con gli integralisti islamici. Il 18 aprile Riccardi viene chiamato dalla leadership del Ppi a leggere una sua relazione storica in occasione della manifestazione ufficiale del partito per ricordare i 50 anni dalla memorabile vittoria della Dc di Alcide De Gasperi. Il giorno prima monsignor Vincenzo Paglia, assistente ecclesiastico di Sant’Egidio, viene visitato dal vice segretario di Stato americano Strobe Talbott, a conferma del feeling ormai consolidato tra la Comunità e la diplomazia washingtoniana (a marzo infatti lo stesso segretario di Stato statunitense, la signora Madeleine Albright, con un gesto inusuale aveva visitato il quartier generale di Sant’Egidio a Trastevere, mentre a gennaio il rapporto provvisorio del Comitato consultivo sulla libertà religiosa all’estero del Dipartimento di Stato aveva esplicitamente indicato proprio la Comunità di Sant’Egidio come esempio di movimento religioso coinvolto in processi di pace).


Attacchi
Avvenire contro un professore della Gregoriana

Non accade tutti i giorni che il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, ospiti un duro attacco ad un libro pubblicato da un professore (anche se emerito) della Pontificia Università Gregoriana. È accaduto lo scorso 14 aprile quando il quotidiano ha ospitato un lungo e polemico articolo del teologo Inos Biffi. Obiettivo: smontare le «discutibili tesi» formulate nel volume Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso (ed. Queriniana), opera del gesuita Jacques Dupuis, docente emerito di Teologia dommatica alla Gregoriana e fino al ’96 consultore del Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso.


Curia romana
Nuove nomine. Sempre di sabato

È ormai una piccola tradizione. Le nomine nella Curia romana vengono annunciate di sabato (cfr. 30Giorni, marzo 1998, pag. 54). La promozione di Marcello Zago, superiore generale dei Missionari oblati di Maria Immacolata, a segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli è avvenuta, appunto, sabato 28 marzo. Nello stesso giorno il monsignore olandese Karel Kasteel da sottosegretario è diventato segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum. Il 4 aprile poi, sempre un sabato, è arrivata la nomina dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò a delegato per le rappresentanze pontificie presso la Segreteria di Stato.
Zago, che prende il posto dell’arcivescovo croato Giuseppe Uhac, scomparso proprio lo stesso giorno in cui Giovanni Paolo II ne avrebbe annunciato la nomina a cardinale, è nato a Villorba (Tv) e compirà 66 anni ad agosto. Entrato nella Congregazione dei Missionari oblati di Maria Immacolata nel ’55, quattro anni dopo viene ordinato sacerdote. Missionario in Asia, diventa esperto nel dialogo con le altre religioni, tanto che dall’83 all’89 è chiamato in Vaticano come segretario dell’allora Segretariato per i non cristiani (oggi Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso). È uno dei maggiori artefici dell’incontro interreligioso di Assisi dell’ottobre ’86. Nello stesso anno è stato eletto superiore generale dei Missionari oblati di Maria Immacolata, incarico che ha conservato fino ad oggi. In questa veste ha svolto un’opera di mediazione tra la Congregazione per la dottrina della fede e il proprio confratello dello Sri-Lanka Tissa Balasuriya, scomunicato lo scorso anno e riabilitato a gennaio. Nel giro di pochi mesi i Missionari oblati di Maria Immacolata (cinquemila membri diffusi in 68 nazioni) si sono visti gratificare di una porpora (concessa a febbraio all’arcivescovo di Chicago Francis Eugene George) e di una importante nomina nella Curia romana.
L’arcivescovo Viganò, chiamato in Segreteria di Stato a svolgere il ruolo chiave di “ispettore” di tutte le nunziature sparse per il mondo, è nato 57 anni fa a Varese ed è incardinato nella diocesi di Pavia. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel ’73, viene inviato nelle rappresentanze pontificie di Iraq e Gran Bretagna. Nel ’78 è chiamato in Segreteria di Stato dove rimane fino all’89. Durante questo periodo ricopre anche l’incarico di segretario particolare dell’allora sostituto alla Segreteria di Stato, l’attuale cardinale Eduardo Martínez Somalo. Nell’89 viene mandato a Strasburgo come osservatore presso il Consiglio d’Europa. Arcivescovo e nunzio in Nigeria dall’82, ha ricevuto la prestigiosa nomina nella Curia romana pochi giorni dopo aver ospitato il Papa durante la visita apostolica nel Paese africano.


Diplomazia
Visita di Tauran nello Yemen

A fine marzo una delegazione vaticana ha compiuto una breve visita nello Yemen. La missione, guidata dal “ministro degli Esteri” vaticano, l’arcivescovo Jean-Louis Tauran, era composta dall’esperto di questioni mediorientali della Segreteria di Stato, monsignor Luigi Gatti, e dal delegato apostolico per la penisola arabica, nonché nunzio in Libano e Kuwait, Antonio Maria Vegliò. Si è trattato di una visita ufficiale, la prima di una delegazione vaticana nel Paese arabo, uno dei pochi che ancora non intrattiene rapporti diplomatici con la Santa Sede. La sala stampa vaticana ha emesso un comunicato in occasione della partenza della delegazione, ma non al ritorno. Tra i temi trattati nel corso dei colloqui con le autorità yemenite: “La possibilità di costruire un centro cattolico in Sana’a, dove non ci sono luoghi di culto cristiani” (durante la visita che si è svolta nella capitale la delegazione ha potuto celebrare la messa solo nel salone-teatro di una compagnia petrolifera). Si è parlato anche della «restituzione di una chiesa in Aden, requisita nel 1973 dal governo dell’allora Repubblica democratica dello Yemen».


Segreteria di Stato
Quando Sodano cita Küng

Ha suscitato un certo scalpore sui mass media, e anche in Vaticano, una citazione riservata al teologo Hans Küng da parte del cardinale Angelo Sodano lo scorso 24 marzo. L’occasione è stata la conferenza tenuta dal segretario di Stato vaticano nell’incontro con i giornalisti nell’ambito della missione cittadina romana. Nel suo discorso Sodano ha fatto numerose citazioni eccellenti: Tertulliano, Antonio Rosmini, Yves Congar, san Vincenzo di Lerino, sant’Ignazio di Loyola, Catechismo di san Pio X, san Gregorio Magno). Ma quello che ha colpito di più è stata la lunga citazione tratta dal volume Cristianesimo. Essenza e storia (pubblicato da Rizzoli nell’ottobre scorso) scritto dal teologo svizzero-tedesco cui la Santa Sede ha tolto il mandato di insegnare Teologia cattolica nell’Università di Tubinga. Il bello è che Sodano ha scelto un’opera di Küng non per criticarla ma perché ci ha trovato «alcune belle pagine [dedicate] al mistero del cristianesimo».
Pochi giorni dopo, il 6 aprile, nel corso di una intervista radiofonica all’emittente tedesca Suedwestfunk, Küng ha affermato che alcune delle cose da lui dette in passato «possono essere sembrate dure», ma non sono comunque ingiuste o scorrette. Il teologo “dissidente” ha poi aggiunto di aver colto un «tono nuovo», che aspira a un rinnovamento della Chiesa, nel messaggio inviatogli per il 70° compleanno (19 marzo) dal presidente della Conferenza episcopale tedesca, Karl Lehmann, e dal cardinale Sodano. In realtà, il porporato italiano, non gli aveva inviato gli auguri di buon compleanno ma lo aveva ringraziato per il volume che Küng gli aveva inviato tempo prima e che aveva, almeno in parte, apprezzato, tanto da citarlo nella conferenza romana. Questo rapporto epistolare tra Sodano e Küng non è una novità. Pochi lo sanno, ma i due si conoscono fin dagli anni Cinquanta, quando frequentavano entrambi la Pontificia Università Gregoriana.


Torino
Estesa ai sacerdoti la facoltà di assolvere dalla scomunica per aborto procurato

In occasione dell’ostensione della Sindone, il cardinale di Torino Giovanni Saldarini ha voluto estendere la facoltà di assolvere dalla scomunica per aborto procurato a tutti i sacerdoti presenti in Torino. Di solito questa facoltà è riservata solo agli ecclesiastici autorizzati ad hoc dal vescovo. Questa notizia ha suscitato un ampio dibattito sui mass media sulla presunta contraddizione, da parte della Chiesa, tra la ferma condanna dell’aborto e la possibilità “facile” di esserne perdonati tramite una confessione durante un pellegrinaggio. Sul Corriere della Sera il commentatore Francesco Merlo ha pesantemente ironizzato sull’iniziativa dell’arcivescovo di Torino, parlando di «marketing della Redenzione». Tanto che L’Osservatore Romano è intervenuto con un articolo del teologo Gino Concetti, il quale ha giudicato il commento di Merlo «un coacervo di insinuazioni, di mistificazioni e di travisamenti della verità che non trovano alcun fondamento storico, giuridico e religioso». Per essere assolti dalla scomunica connessa al peccato di aborto e per veder rimessa la scomunica connessa, ricorda Concetti, «il Codice di diritto canonico stabilisce una procedura che non è per nulla odiosa, potendosi ricorrere al canonico penitenziere o al sacerdote autorizzato e a sacerdoti di ordini e istituti religiosi che ne abbiano la facoltà, o per privilegio diretto o per comunicazione». «A Roma ad esempio» aggiunge poi il teologo francescano «tutti i sacerdoti abilitati a confessare hanno pure la facoltà di assolvere dalla scomunica per aborto procurato».


Bologna
Premio del Rotary Club al cardinale Biffi

Il club Rotary Ovest ha assegnato al cardinale arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi il riconoscimento “Paul Harris fellow”. Durante la cerimonia, avvenuta il 31 marzo scorso, che ha sancito l’amicizia tra il cardinale e il club rotariano, Biffi ha parlato di sant’Ambrogio e dell’imperatore Teodosio, spiegando che attraverso il loro rapporto «per la prima volta è stato detto no all’assolutismo statale e così è stato contestato il totalitarismo del potere politico».


Cardinali 1
Do you speak english?

«La mia pronuncia inglese zoppica, ma sto seguendo un corso», ha confidato il cardinale Ersilio Tonini in una intervista al Giornale del 20 aprile. La lingua ufficiale della Chiesa è ancora il latino e a livello diplomatico il francese la fa ancora da padrone. Ma l’inglese sembra essere diventata la lingua del futuro anche nei sacri palazzi. In vista del Giubileo anche il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, un paio di volte a settimana non disdegna prendere lezioni nella lingua di Shakespeare.


Liturgia
Il Ciel sbarca a Roma

Per la prima volta il Centre International d’Études Liturgiques (Ciel) ha promosso una iniziativa a Roma. È successo lo scorso 24 marzo con la presentazione degli atti del III Colloquio internazionale sul tema “Sacrificio ed Altare” svoltosi lo scorso anno nella diocesi di Versailles in Francia. La cerimonia è stata presieduta dall’anziano cardinale Alfons Maria Stickler, relatore è stato il giovane monsignor Rudolf Michael Schmitz, membro della Pontificia Accademia di Teologia. Tra i presenti: il vescovo Luigi De Magistris, reggente della Penitenzieria apostolica; monsignor Camille Perl, attuario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei; monsignor Karel Kasteel, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum; padre Ferdinand Pratzner, segretario del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali. «Il Ciel» spiega il presidente Loïc Merian «è stato fondato nel 1994 da un gruppo di laici cattolici per organizzare conferenze che, sotto la direzione di ecclesiastici competenti, hanno lo scopo di incrementare la conoscenza e la comprensione della liturgia romana della Chiesa latina [quella precedente al 1969] in totale fedeltà alla Santa Sede». Nel corso dell’incursione romana i vertici del Ciel sono stati ricevuti dai cardinali Angelo Felici (presidente di Ecclesia Dei), Jorge Arturo Medina Estévez (prefetto della Congregazione per il culto divino), Paul Poupard (presidente del Pontificio Consiglio per la cultura) e Lorenzo Antonetti (presidente dell’Apsa).


Sala stampa
E Navarro-Valls smentisce Le Monde

È raro che Joaquín Navarro-Valls, direttore della sala stampa vaticana, chieda rettifiche riguardo articoli apparsi sui mass media. Una di queste rare occasioni è capitata su Le Monde del 18 aprile. Il portavoce del Papa ha contestato una affermazione apparsa sull’edizione del 20 marzo del quotidiano parigino. Quel giorno infatti era apparso un articolo a firma di Jean Kahn, presidente del Concistoro centrale israelitico di Francia, a commento del documento vaticano sulla Shoah pubblicato alcuni giorni prima. «Ancora vescovo di Cracovia,» scriveva Kahn «Karol Wojtyla dichiara nel 1972 che la Shoah è stata un sacrificio espiatorio dei giudei per farsi perdonare la morte di Gesù, e Auschwitz il loro Golgota». Ferma la smentita di Navarro-Valls: «Sono in grado di affermare che sua eminenza Karol Wojtyla, all’epoca vescovo di Cracovia, non ha mai pronunciato le frasi che gli sono state gratuitamente attribuite dal signor Kahn. Naturalmente non esiste alcun testo dal quale sia possibile dedurre una tale opinione, che non riflette in alcuna maniera il pensiero del Sovrano Pontefice e si rivela contrario a quello».


Cardinali 2
Scomparsi Ribeiro e Bovone

Con la scomparsa del patriarca di Lisbona António Ribeiro (24 marzo) e del prefetto della Congregazione delle cause dei santi Alberto Bovone (17 aprile) il numero dei cardinali scende a 161, di cui 118 con meno di ottanta anni. Con Ribeiro, che aveva 70 anni ed era stato creato cardinale da Paolo VI nel ’73, scompare l’unico lusitano presente nel Sacro Collegio, mentre i porporati creati da Montini scendono a 28, di cui 15 elettori (tutti gli altri 103 votanti sono stati nominati da Wojtyla). Con la dipartita di Bovone il numero degli italiani scende a 40, di cui solo 21 sono elettori. Particolarmente sfortunato si è rivelato l’ultimo Concistoro, annunciato il 18 gennaio e celebrato il 21 febbraio. Uno dei candidati, il croato Giuseppe Uhac, è morto poche ore prima dell’annuncio, mentre dopo il 21 febbraio sono scomparsi due neoporporati: Bovone e il francese Jean Balland.




Martini:

perché dobbiamo ripensare la giustizia


Carlo Maria Martini

Carlo Maria Martini

Lunga intervista al cardinale Carlo Maria Martini su Repubblica. Titolo significativo: Perché dobbiamo ripensare la giustizia. Afferma il porporato: «Non voglio spendere parole sulle nostre carceri e nemmeno ricordare la percentuale altissima di crimini impuniti. Ma voglio dire che occorrono grandi cambiamenti, nuove strutture, una nuova formazione degli operatori, la partecipazione di tutta la comunità a un grande lavoro di bonifica». E aggiunge: «La pace non si ristabilisce, la giustizia non si ricostruisce, le vittime non si compensano con pene sadiche. Dovremmo promuovere il risarcimento sociale come alternativa alla carcerazione».


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