Rubriche
tratto dal n.02/03 - 2008



Chiara Lubich

Chiara Lubich

Chiesa/1
In ricordo di Chiara Lubich

Martedì 18 marzo sono stati celebrati i funerali di Chiara Lubich, la fondatrice del movimento dei Focolari, venuta a mancare nella notte tra il 13 e il 14 marzo. Le esequie sono state presiedute dal segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. Da L’Osservatore Romano pubblichiamo un passaggio dell’omelia del presule: «Ma come vivere l’Amore? Dopo l’Ultima Cena, nel commosso congedo agli apostoli, Gesù prega perché “tutti siano una cosa sola”. È dunque la preghiera di Cristo a sorreggere il cammino dei suoi amici di ogni epoca [...] Il secolo XX è costellato di astri lucenti di questo amore divino [...] È stato anche il secolo dove sono nati i nuovi movimenti ecclesiali, e Chiara Lubich trova posto in questa costellazione con un carisma che le è del tutto proprio e che ne contraddistingue la fisionomia e l’azione apostolica. La fondatrice del movimento dei Focolari, con stile silenzioso e umile, non crea istituzioni di assistenza e di promozione umana, ma si dedica ad accendere il fuoco dell’amore di Dio nei cuori».


Chiesa/2
La tragica morte di monsignor Rahho

«Informato della tragica morte di monsignor Paulos Faraj Rahho, arcivescovo di Mosul dei Caldei, a seguito del suo drammatico rapimento avvenuto lo scorso 29 febbraio, desidero far pervenire a lei, alla Chiesa caldea e all’intera comunità cristiana l’espressione della mia particolare vicinanza riaffermando la più decisa deplorazione per un atto di disumana violenza che offende la dignità dell’essere umano e nuoce gravemente alla causa della fraterna convivenza dell’amato popolo iracheno. Mentre assicuro fervide preghiere di suffragio per lo zelante pastore sequestrato proprio al termine della celebrazione della Via Crucis, invoco dal Signore la sua misericordia perché questo tragico evento serva a costruire nella martoriata terra dell’Iraq un futuro di pace». Questo il testo del telegramma del Papa (pubblicato su L’Osservatore Romano del 14 marzo) per la morte del vescovo iracheno Paulos Faraj Rahho, e indirizzato al cardinale Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei.


Chiesa/3
In morte del fratello di papa Luciani

Lunedì 10 marzo è morto Edoardo Luciani, Berto, fratello di papa Giovanni Paolo I. Nel telegramma inviato al vescovo di Belluno-Feltre per commemorarne la scomparsa, il Santo Padre, dopo aver rammentato «il cordiale recente incontro a Lorenzago di Cadore», scrive: «Ricordandone le elette virtù umane e cristiane, particolarmente l’esemplare dedizione alla famiglia, il generoso servizio alla Chiesa e l’intenso impegno civile, elevo fervide preghiere perché il defunto possa condividere con il Signore risorto, accanto alla consorte e al fratello Pontefice teneramente amati, la gioia e la pace senza fine».


Dialogo
La prima chiesa del Qatar

«È stata inaugurata ieri la prima chiesa del Qatar. E alcune migliaia di fedeli hanno partecipato alla prima messa, celebrata dal cardinale indiano Ivan Dias, inviato della Santa Sede, che ha ringraziato “Dio e il Qatar per questo grande regalo”». Così La Stampa di lunedì 17 marzo. La chiesa del Rosario è stata realizzata sui terreni donati dall’emiro del Qatar, Shaikh Hamad Bin Khalifa al-Thani.


Sacro Collegio
La morte dei cardinali Dery e Suarez Rivera

Il 6 marzo è venuto meno il porporato africano Peter Poreku Dery, arcivescovo emerito di Tamale, in Ghana, creato cardinale da Benedetto XVI nel 2006. Avrebbe compiuto novant’anni a maggio.
Il 22 marzo è scomparso il porporato messicano Adolfo Antonio Suarez Rivera, arcivescovo di Monterrey dal 1983 al 2003, creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 1994.
Al 25 marzo quindi il Sacro Collegio risulta composto da 197 cardinali, di cui 119 elettori.


Curia/1
Sottosegretario alla Congregazione per i religiosi

Il 28 febbraio il padre cistercense Sebastiano Paciolla è stato nominato sottosegretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Paciolla, che finora era promotore di giustizia del Tribunale della Rota Romana, affiancherà l’altro sottosegretario del dicastero, suor Enrica Rosanna.


Curia/2
Nomine alla Commissione «Ecclesia Dei»

Il 13 marzo il Papa ha nominato monsignor Camille Perl vicepresidente della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» di cui era segretario. Nella stessa data il Papa ha nominato monsignor Mario Marini segretario del medesimo dicastero, di cui era segretario aggiunto.


Vaticano
Nomine all’Istituto per le Opere di Religione

L’Osservatore Romano del 24 febbraio 2008 ha pubblicato nella prima pagina, ma non sotto la rubrica ufficiale “Nostre informazioni”, la notizia che Benedetto XVI ha rinnovato la Commissione cardinalizia di vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione. Nell’incarico sono stati confermati i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato e camerlengo, e Attilio Nicora, presidente dell’Apsa. Nominati ex novo invece i cardinali Jean-Louis Tauran (francese, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo inter-religioso), Telesphore Placidus Toppo (arcivescovo di Ranchi, in India) e Odilo Pedro Scherer (arcivescovo di São Paulo, in Brasile). Successivamente, con una notazione apparsa sul bollettino nn. 1-3 delle Variazioni dell’Annuario Pontificio 2008 pubblicato a cura della Segreteria di Stato, si è appreso che il cardinale Bertone è stato designato presidente della suddetta Commissione. In passato era già successo, con il cardinale Jean Villot, che il segretario di Stato fosse al contempo camerlengo e presidente della Commissione di vigilanza dello Ior.


Italia
Nuovi vescovi ad Agrigento e Locri

Il 23 febbraio monsignor Francesco Montenegro, dal 2000 vescovo ausiliare di Messina, è stato promosso arcivescovo di Agrigento. Montenegro, 62 anni, messinese, è sacerdote dal 1969.
Il 20 marzo padre Giuseppe Fiorini Morosini, 63 anni a novembre, dell’Ordine dei Minimi, è stato nominato vescovo di Locri-Gerace. Morosini, originario di Paola, sacerdote dal 1969, è stato superiore generale del suo Ordine per due mandati, dal 1994 al 2006.


Diplomazia/1
Nuovi nunzi in Croazia, Irlanda, Bolivia, Ghana e Slovacchia

Il 14 febbraio l’arcivescovo sardo Roberto Cassari, 65 anni ad agosto, è stato nominato nunzio in Croazia. Sacerdote dal 1969, Cassari è vescovo dal 1999, e dal 2004 era nunzio in Costa d’Avorio, Burkina Faso e Niger.
Il 22 febbraio l’arcivescovo siciliano Giuseppe Leanza, 65 anni, è stato nominato nunzio in Irlanda. Sacerdote dal 1966, nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1972, Leanza in precedenza è stato nunzio in Haiti, in Zambia e Malawi, in Bosnia, Slovenia e Macedonia, e, da ultimo, in Bulgaria.
Sempre il 22 febbraio l’abruzzese monsignor Luciano Suriani, 51 anni, è stato eletto arcivescovo e nominato nunzio apostolico in Bolivia. Sacerdote dal 1981, Suriani è nel servizio diplomatico dal 1990 e ha prestato la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Costa d’Avorio, in Svizzera, nella seconda sezione della Segreteria di Stato, e, da ultimo, nella nunziatura in Italia.
Il 1° marzo monsignor Leon Kalenga Badikebele, 52 anni, originario della Repubblica Democratica del Congo, è stato eletto arcivescovo e nominato nunzio in Ghana. Sacerdote dal 1982, nel servizio diplomatico dal 1990, monsignor Kalenga ha prestato la sua opera nelle nunziature di Haiti, Guatemala, Zambia, Brasile, Egitto, Zimbabwe, e, da ultimo, Giappone.
Il 15 marzo l’arcivescovo piemontese Mario Giordana, 66 anni, è stato nominato nunzio in Slovacchia. Sacerdote dal 1967, nel servizio diplomatico dal 1976, Giordana è arcivescovo dal 2004 quando fu nominato nunzio in Haiti.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Serbia, Usa, Bolivia e Grecia presso la Santa Sede

Il 21 febbraio il Papa ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Serbia presso la Santa Sede. Si tratta del professor Vladeta Jankovic, 68 anni, già ambasciatore di Belgrado in Gran Bretagna dal 2001 al 2006.
Il 29 febbraio ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti. Si tratta della professoressa Mary Ann Glendon, 69 anni, finora ordinario di Diritto alla Harvard Law School di Cambridge (Massachusetts) e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali.
Il 14 marzo ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore di Bolivia. Si tratta di Carlos Federico de la Riva Guerra, 59 anni, finora presidente del direttorio del “Centro de investigación y promoción del Campesinado” (Cipca) e direttore generale del Collegio gesuita San Calixto a La Paz.
Il 15 marzo ha presentato le credenziali il nuovo ambasciatore di Grecia. Si tratta di Miltiadis Hiskakis, 58 anni, diplomatico di carriera, già console generale a Napoli dal 1992 al 1997, negli ultimi due anni direttore generale del Ministero degli Affari esteri ellenico.


Diplomazia/3
Accordo tra Santa Sede e Andorra

Il 17 marzo, in Vaticano, è stato firmato un accordo tra la Santa Sede e il Principato di Andorra. In un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede si ricorda che: «Nel 1993, il Principato si è dotato di una Costituzione che mantiene in vita il sistema del Co-Principato, risalente al 1278, al tempo del pontificato di Martino IV che confermò il “paretage” (accordo o patto). I co-principi – che sono il vescovo di Urgell e il presidente della Repubblica Francese – svolgono in modo congiunto e indivisibile le funzioni del capo dello Stato». «L’accordo firmato tra la Santa Sede ed il Principato di Andorra», prosegue la nota vaticana, «si compone di un preambolo e di sedici articoli, raggruppati in sei parti, riguardanti le seguenti materie: il vescovo di Urgell, lo statuto giuridico della Chiesa cattolica in Andorra, il matrimonio canonico, l’insegnamento della religione nella scuola, il sistema economico della Chiesa cattolica in Andorra. Si chiude con alcune disposizioni finali».




CHIESA

La buona battaglia


Don Pietro Pappagallo

Don Pietro Pappagallo

Quasi quattro milioni di spettatori hanno seguito lunedì 24 marzo, in prima serata su Rai Uno, la replica de La buona battaglia. Un buon risultato per la fiction del 2005 su don Pietro Pappagallo, prete che a Roma mise in salvo centinaia di persone braccate dalle SS e dai fascisti nel terribile inverno 1943-1944, e che venne arrestato e poi fucilato nelle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944. Il film, con Flavio Insinna, nei panni del sacerdote pugliese nato a Terlizzi nel 1888, e con la regia di Gianfranco Albano, si basa sulla documentazione storica raccolta da Antonio Lisi nel libro Don Pietro, un eroe, un santo.
Il titolo La buona battaglia, che riprende l’espressione usata da san Paolo, prigioniero a Roma prima di subire il martirio, nella seconda Lettera a Timoteo, ben descrive la straordinaria opera che don Pietro iniziò a Roma dopo l’armistizio dell’8 settembre e la conseguente occupazione nazista della Città eterna da parte delle truppe tedesca. Don Pietro nascose e salvò, con vari stratagemmi, militari italiani sbandati, antifascisti braccati dalla polizia, numerosi ebrei. Alcuni li fece ricoverare all’Ospedale dell’Isola Tiberina con la complicità dei medici, molti altri li nascose nella sua casa di via Urbana. Fu tradito da un borsaro nero che aveva aiutato, e, una volta arrestato, fu imprigionato a via Tasso, un luogo tristemente famoso, e fucilato, come detto, nelle Fosse Ardeatine. Nel 2000, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, commemorando il cinquantaseiesimo anniversario di quell’eccidio alla presenza dell’allora rabbino capo della comunità ebraica di Roma Elio Toaff, concesse la medaglia d’oro alla memoria di don Pietro.




POLITICA

I neocon eredi del ’68


Bombardamenti angloamericani su Baghdad, il 19 marzo di cinque anni fa

Bombardamenti angloamericani su Baghdad, il 19 marzo di cinque anni fa

Il 29 febbraio la Repubblica ha pubblicato un articolo del filosofo e saggista bulgaro Tzvetan Todorov, il quale, dopo aver completato gli studi in un Paese dove vigeva il “socialismo reale”, nel 1963 si trasferì in Francia. Ecco un passaggio dell’articolo: «I programmi politici dei partiti si possono dividere in due grandi gruppi. I primi promettono la salvezza. Sostituti profani delle religioni, considerano che il mondo, questo misero mondo, è malvagio nella sua totalità e occorre pertanto abbatterlo per rimpiazzarlo con un altro, nel quale tutto procederebbe a meraviglia. Gli altri si accontentano di proporre vari livelli di adattamento e accomodamento: il mondo circostante non è certo perfetto – ammettono –, occorre riformare qualche cosa qui e là, ma si deve accettare nondimeno qualche compromesso in rapporto alle sue ambiziose speranze.
I discorsi politici del ’68 erano chiaramente appartenenti alla prima categoria: per fortuna tra quei rivoluzionari potenziali non ci fu alcun Lenin in erba. In ogni caso, a qualche anno di distanza il progetto di trasformazione radicale e violenta della società è resuscitato sotto un’altra forma, nell’ambito di una dottrina denominata a torto “neo-conservatorismo”, quando si tratta piuttosto di “neo-rivoluzione”. Soltanto che, questa volta, non era più al proprio Paese che si voleva garantire la salvezza, ma a un Paese straniero. Si definisce talora tale dottrina “diritto di ingerenza”: si decide, dunque, che al fine di portare la salvezza agli altri, in questo caso la democrazia e l’economia di mercato, è lecito, anzi lodevole, invaderli militarmente e imporre loro un nuovo regime».




ECONOMIA

Pinochet, il supercapitalismo e gli ultimi trenta anni


Augusto Pinochet

Augusto Pinochet

«Il libero mercato non è più prodromico della democrazia. Fu sbandierato da Milton Friedman a sostegno di Pinochet. Adam Smith prevedeva, invece, la necessità che lo Stato controllasse il mercato. Secondo una tesi di Robert Reich, contenuta nel suo libro Supercapitalismo, prima della fine degli anni Settanta esisteva un capitalismo democratico. Dopo è iniziato il supercapitalismo, un periodo in cui la concorrenza sfrenata, pur abbassando i prezzi, ha affievolito la democrazia, i diritti di libertà, la sicurezza sul lavoro, la tutela dell’ambiente. Tutte le leggi si sono piegate alla volontà delle grandi corporation e delle grandi banche, che da sole hanno fatturati superiori a quelli di intere nazioni». Così Guido Rossi su la Repubblica del 18 marzo.




SAN FRANCESCO

La gloria visibile dell’umiltà


San Francesco, Cappella di San Gregorio, Sacro Speco benedettino di Subiaco (Rm)

San Francesco, Cappella di San Gregorio, Sacro Speco benedettino di Subiaco (Rm)

A chi gli domandava in che modo si potesse sconfiggere la violenza del Male, Francesco d’Assisi un giorno rispose: “Perché aggredire le tenebre? Basta accendere una luce e le tenebre fuggono spaventate”. È l’“aggressione delle tenebre” ciò con cui bisogna farla finita, in tutti i campi. Di aggressioni, crociate e controcrociate, non ne possiamo più». Questo l’incipit di un articolo apparso su la Repubblica del 27 febbraio, dove, di seguito, si legge: «Ma il suo genio ampliò l’orizzonte della conoscenza, e vi incluse i valori delle cose, e ampliò l’organo della conoscenza, annettendovi il cuore. Il Cantico delle creature va ben oltre il sentimento di fratellanza con l’intera natura. Oggi possiamo leggervi una felice e fiduciosa ammirazione per ciò che il visibile annuncia. Ma non per la visibilità della vita pubblica, della piazza, della polis. Non in questo visibile si traduce l’Invisibile: crederlo fu l’immenso errore che portò nel mondo la teocrazia, e in Italia l’ideologia neoguelfa. E che nel secolo scorso nutrì le forme veramente ateo-devote della teopolitica: un nichilismo decisionista che tutto riduce a brutali o raffinati rapporti di potere, e che addirittura ha finito per ridurre le categorie del politico a una barbarica semplificazione, venata di una punta mafiosa: amico-nemico. Altro è il visibile che Francesco glorifica, quello dell’umile vita di ciascuna creatura».




ECUMENISMO

La poesia della fede e gli spacciatori di senso


Rowan Williams, ILa dodicesima notte/I, Ancora, Milano 2008, 160 pp., euro 13,00

Rowan Williams, ILa dodicesima notte/I, Ancora, Milano 2008, 160 pp., euro 13,00

La casa editrice Ancora ha tradotto e pubblicato in italiano una raccolta di poesie del primate anglicano Rowan Williams, con il titolo La dodicesima notte. Nel recensire il volume, Alberto Melloni, sul Corriere della Sera del 17 marzo, scrive: «Per una paradossale metamorfosi del senso la parola “tradizione” nel comune linguaggio dell’esperienza cristiana viene abusata per indicare patrimoni statici, musealità rattrappite, autoevidenze arroganti: dimenticando che nell’atto di fede la comunicazione non è orpello, ma sostanza [...] Non è dunque per vezzo che nell’ultimo secolo si sia sviluppata una “teologia” dell’esperienza letteraria che, come ha insegnato Jean-Pierre Jossua, si concentra su una parola deliberatamente estranea all’universo religioso, ma capace di scolpire nella pietra dell’esistenza quell’incavo in cui la fede legge il mistero di Dio non come spacciatore di senso, ma come accoglienza di ogni distanza. E non è un caso che, anche in questo tempo, quasi volesse sfuggire alla volgarità opportunista del discorso “religioso”, la parola della fede fugga, cercando di attingere a quel registro poetico che nei secoli ha travestito le carnalità prepotenti come quelle di san Giovanni della Croce o ricamato la perfezione musicale di Efrem il Siro».


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