Rubriche
tratto dal n.05 - 2008


PAPA

La strada dell’esperienza umile della fede


Benedetto XVI

Benedetto XVI

Nella catechesi di mercoledì 14 maggio, «pronunciata interamente a braccio», come scrive L’Osservatore Romano, Benedetto XVI ha parlato di Dionigi l’Areopagita. Ne riportiamo tre passaggi: «Apparentemente quanto dice Platone e quanto dice la grande filosofia su Dio è molto più alto, è molto più vero; la Bibbia appare abbastanza “barbara”, semplice, precritica si direbbe oggi; ma lui [Dionigi, ndr] osserva che proprio questo è necessario, perché così possiamo capire che i più alti concetti su Dio non arrivano mai fino alla sua vera grandezza; sono sempre impropri. Queste immagini ci fanno, in realtà, capire che Dio è sopra tutti i concetti; nella semplicità delle immagini noi troviamo più verità che nei grandi concetti. [...] Dionigi fu quasi riscoperto nel XIII secolo soprattutto da san Bonaventura, il grande teologo francescano che in questa teologia mistica trovò lo strumento concettuale per interpretare l’eredità così semplice e così profonda di san Francesco: il Poverello con Dionigi ci dice alla fine che l’amore vede più che la ragione. Dov’è la luce dell’amore non hanno più accesso le tenebre della ragione; l’amore vede, l’amore è occhio e l’esperienza ci dà più che la riflessione. Che cosa sia questa esperienza Bonaventura lo vide in san Francesco: è l’esperienza di un cammino molto umile, molto realistico, giorno per giorno, è questo andare con Cristo, accettando la sua croce. In questa povertà e in questa umiltà, nell’umiltà che si vive anche nell’ecclesialità, c’è un’esperienza di Dio che è più alta di quella che si raggiunge mediante la riflessione: in essa tocchiamo realmente il cuore di Dio […]. E in fin dei conti [Dionigi] ci dice: prendete la strada dell’esperienza, dell’esperienza umile della fede, ogni giorno. Il cuore diventa allora grande e può vedere e illuminare anche la ragione perché veda la bellezza di Dio».




CHIESA

Sul rapporto tra religione e potere


«Ma Gesù gli rispose: “Vattene, Satana! Sta scritto: 
Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto”» (IMt/I 4, 10)

«Ma Gesù gli rispose: “Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto”» (IMt/I 4, 10)

Interpellato in merito alle affermazioni di Massimo D’Alema circa la possibilità di un «patto demoniaco della Chiesa con il potere» (intervento a un convegno ripreso dal Corriere della Sera del 26 maggio), Nicola Latorre ha risposto: «Il rapporto tra religione e potere è ed è stato oggetto di discussione e di grandi inquietudini innanzitutto nel mondo cattolico: da monsignor Coda, presidente dei teologi italiani, fino a don Giussani, che non era né un fiancheggiatore di Italianieuropei né un radicale laicista. Le cito un passo di un libro di don Giussani per essere ancora più chiaro: “Quello che abbiamo detto prima sul potere vale come un aspetto vertiginoso per l’autorità come potrebbe essere vissuta nella Chiesa. Se essa non è paterna, e quindi materna, può diventare sorgente di equivoco supremo, strumento subdolo e distruttivo in mano alla menzogna, a Satana padre della menzogna”. E allora non capisco il perché di tante polemiche attorno a quella frase di D’Alema sul patto demoniaco. Non spaventa l’ortodossia ma l’uso politico dell’ortodossia».
L’intervista al vicecapogruppo del Partito democratico al Senato è stata pubblicata sul Corriere della Sera del 30 maggio.




ATTUALITÀ

Gli applausi in chiesa e il silenzio dei cinesi


Il silenzio dei cinesi

Il silenzio dei cinesi

«Dei tre minuti di silenzio osservati dai cinesi per le vittime del terremoto colpiva soprattutto una cosa: il silenzio. Nelle immagini televisive nulla sembrava poter distogliere dal loro rigore quei corpi immobili e quelle labbra serrate. Il confronto con i funerali della ragazza di Niscemi assassinata dai suoi coetanei non avrebbe potuto essere più deprimente. Applausi scroscianti alla bara, persino durante l’esecuzione del “Silenzio” da parte di un trombettiere. L’applauso in chiesa o durante le commemorazioni negli stadi è un segnale drammatico di decadenza, tanto più perché pochi sembrano darvi peso. È figlio della maleducazione televisiva ed esprime l’ansia di riempire un vuoto. Nelle civiltà in declino ha perso il significato originario di approvazione ed è diventato il modo di comunicare agli altri la propria esistenza. Si applaudono i morti per sentirsi vivi, senza esserlo davvero: solo dei morti viventi, infatti, possono avere tanta paura del silenzio […]. I cinesi cominceranno a perdere colpi il giorno in cui scopriranno che muovere le mani e la bocca è un ottimo sistema per mettere a tacere il cuore». Così Massimo Gramellini il 21 maggio nella sua rubrica quotidiana su La Stampa che, nell’occasione, era intitolata: Un brutt’applauso.




ROMA

Eretta la prima parrocchia per i fedeli tradizionalisti


La chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma

La chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma

L’Osservatore Romano del 16 maggio ha dato notizia del fatto che, con un decreto del cardinale vicario Camillo Ruini, è stata eretta nell’Urbe la “parrocchia personale” della Santissima Trinità dei Pellegrini, che è stata affidata alla cura pastorale della Fraternità sacerdotale San Pietro. Si tratta della prima “parrocchia personale” a Roma per i fedeli che seguono la forma straordinaria della liturgia romana, cioè la messa di san Pio V, in applicazione del motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Il cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei», ha spiegato come la creazione di questa “parrocchia personale” sia un «atto importante disposto dal Papa per la diocesi di Roma che ha un valore in sé, nel progressivo percorso in atto dell’applicazione del motu proprio sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970. La realizzazione di una “parrocchia personale” ha anche un valore esemplare per altre diocesi, sia in Italia che altrove».





Bernardin Gantin

Bernardin Gantin

Sacro Collegio
La morte del cardinale Gantin

Il 13 maggio è venuto meno il porporato africano Bernardin Gantin, creato cardinale da Paolo VI nel 1977, decano emerito del Sacro Collegio e prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi. Pochi giorni prima, l’8 maggio, aveva compiuto 86 anni. Con la sua scomparsa il Sacro Collegio risulta composto da 194 cardinali, di cui 118 elettori. Rimangono cinque i cardinali creati da papa Montini, nessuno dei quali elettore.


Chiesa/1
La laicità dello Stato, le tentazioni, i cattolici

«La laicità attinge alla sorgente del Vangelo, che dice di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Si tratta di un valore cui la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato che per il bene della Chiesa stessa». Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, sul Corriere della Sera del 31 maggio. E alla domanda se esiste anche per la Chiesa la tentazione del potere, risponde: «Le tentazioni sono umane, bisogna essere tutti molto attenti». Infine, richiesto di un parere sull’assenza di cattolici nel governo, risponde: «I cattolici non sono necessariamente all’interno di un’organizzazione o solo quelli etichettati come tali».


Chiesa/2
Il rosario: la ripetizione è tipica del cuore

«Maria è la donna che ha interrotto la catena dei no che l’umanità ha detto e continua a dire a Dio. La creatura la cui libertà si è resa totalmente disponibile all’azione di Dio. Del resto Maria è la creatura maggiormente coinvolta nell’opera della redenzione del mondo. Potremmo dire che il demonio è l’orgoglioso per eccellenza. Maria l’umile per eccellenza, per questo Maria è la più grande avversaria di Satana e per questo Satana ha un’enorme paura di Maria perché in lei non ha mai avuto la possibilità di poter lambire un angolo della sua anima, un angolo della sua libertà. Maria è tutta dalla parte di Dio». Così il cardinale Angelo Comastri vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, in un’intervista pubblicata su Avvenire del 28 maggio. Di seguito, parlando del rosario, il porporato spiega: «È ancora una preghiera attuale perché è una preghiera biblica, è un cammino dentro la storia della salvezza presi per mano da Maria. Ed è anche una preghiera del cuore, perché la ripetizione è tipica del cuore: a una mamma tu non ti stanchi mai di dire “ti voglio bene”».


Chiesa/3
La preghiera prevalga sull’odierno attivismo

Avvenire del 29 maggio ha pubblicato una sintesi della lettera, firmata dal cardinale Cláudio Hummes e dall’arcivescovo Mauro Piacenza (rispettivamente prefetto e segretario della Congregazione per il Clero), indirizzata a tutti i presbiteri in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la santificazione dei sacerdoti. Così l’articolo: «La lettera richiama “la priorità della preghiera rispetto all’azione, in quanto è da essa che dipende l’agire. Dal rapporto personale di ciascuno con il Signore Gesù dipende la missione della Chiesa”. E, quindi, ricorda Hummes citando le parole di Benedetto XVI nella Deus caritas est, “è venuto il momento di riaffermare l’importanza della preghiera di fronte all’attivismo e all’incombente secolarismo”». Nel titolo di Avvenire, tra l’altro, si leggeva: Hummes: «La preghiera prevalga sull’odierno attivismo».


Corriere della Sera/1
Reale, Aristotele e Giovanni Paolo II

Nel giorno in cui papa Wojtyla avrebbe compiuto 88 anni, l’Università di Lublino ha chiesto a Giovanni Reale di tenere una lectio magistralis su Eros e agape, riflessione sull’amore greco e su quello cristiano. Nell’articolo che il Corriere della Sera dedica all’evento, il 15 maggio, si accenna alla lunga amicizia tra il filosofo e il Papa, agli incontri conviviali col quale «non fu estraneo Platone, soprattutto non mancò Aristotele. Del resto, i due si conobbero grazie a quest’ultimo pensatore greco: il segretario del Papa – ricorda Reale – “mi telefonò per chiedermi l’edizione che avevo curato della Metafisica di Aristotele. Rimasi stupito, ma poi precisò che Sua Santità leggeva quest’opera dopo i suoi lunghi viaggi, forse per sistemare idee e impressioni, forse perché tra quelle pagine le soluzioni si semplificavano. La sottolineava, la chiosava”». L’articolo si conclude con un ricordo di Reale: «L’ultima volta che lo incontrai faticava a parlare e osai chiedergli se tra i due Wojtyla degli scritti che stavo pubblicando, il Papa sceglieva il poeta o il filosofo. Mi rispose: “Li preferisco tutti e due”. Oggi però capisco che il poeta era più vicino all’amore».


Corriere della Sera/2
Sabra e Chatila e il Festival di Cannes

L’orrore di Sabra e Chatila, dove circa tremila palestinesi furono trucidati dalle milizie cristiane con la complicità di militari israeliani, è approdato al Festival del cinema di Cannes. Uno di quei militari, allora diciannovenne, era Ari Folman, autore di film di animazione su quell’eccidio. Il Corriere della Sera del 16 maggio gli dedica un articolo, che si conclude così: «“Mi sono sentito un nazista” confessa il militare israeliano che ordina il cessate il fuoco quando ormai di vivo non resta che uno sparuto gruppetto: “Quei bambini con le mani alzate mi hanno evocato la celebre foto di un altro piccolo, nel ghetto di Varsavia”. E il finale choc, quando dall’animazione si passa alla realtà, con le donne in carne e ossa a urlare il loro dolore, fa da straziante eco al monito del regista: “Ho fatto questo film per i giovani di oggi, perché dicano di no a ogni guerra, qualunque essa sia”».


Curia Romana/1
Nuovo segretario aggiunto di Propaganda Fide

Il 24 maggio monsignor Piergiuseppe Vacchelli è stato nominato segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie Opere missionarie. Vacchelli, 71 anni, originario di Longardore di Sospiro (Cremona), è sacerdote dal 1961 per la diocesi di Cremona. Dall’ottobre 1996 è sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e presidente del Comitato per gli interventi caritativi per i Paesi in via di sviluppo.
Vacchelli prende il posto dell’arcivescovo polacco Henryk Hoser, pallottino, 66 anni a novembre, segretario aggiunto di Propaganda Fide dal gennaio 2005, che sempre il 24 maggio è stato nominato vescovo di Warszawa-Praha.


Curia Romana/2
Il reggente della Casa pontificia diventa vescovo

Il 24 maggio monsignor Paolo De Nicolò, dal 1994 reggente della Prefettura della Casa pontificia, è stato elevato alla dignità episcopale, e gli è stata assegnata la sede titolare di Mariana in Corsica. De Nicolò, romagnolo di Cattolica, 71 anni, è sacerdote dal 1960.


Italia
Il liturgista Catella vescovo di Casale Monferrato

Il 15 maggio monsignor Alceste Catella, 66 anni, finora vicario generale della diocesi di Biella, è stato nominato vescovo di Casale Monferrato.
Catella, sacerdote dal 1966, dal 1992 al 2000 è stato preside dell’Istituto di Liturgia pastorale Santa Giustina; dal 1998 al 2002 è stato poi vicepreside dell’Associazione professori e cultori di liturgia. Dal 2000 era rettore del Santuario di Oropa e dal 2002 vicario generale di Biella. Ha svolto l’ufficio di segretario regionale della Commissione liturgica del Piemonte e collabora alla Rivista Liturgica.


Diplomazia/1
Nuovi nunzi in Costa d’Avorio, Haiti, Costa Rica, Kazakistan, Bulgaria e Uruguay

L’8 maggio monsignor Ambrose Madtha, indiano, 53 anni a novembre, è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico in Costa d’Avorio. Sacerdote dal 1982, laureato in Diritto canonico, Madtha è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1990 e ha prestato successivamente la propria opera nelle Rappresentanze pontificie in Ghana, El Salvador, Georgia, Albania e, da ultimo, come incaricato d’affari ad interim nella nunziatura apostolica in Cina, con sede a Taiwan. Conosce l’inglese, il tedesco, il francese, l’italiano, lo spagnolo, il russo, l’albanese e il cinese.
A Taiwan è stato inviato monsignor Paul Fitzpatrick Russell, statunitense di Boston, consigliere di nunziatura in Nigeria.
Sempre l’8 maggio monsignor Bernardito C. Auza, filippino, 49 anni, è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico in Haiti. Sacerdote dal 1985, laureato in Teologia, Auza è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1990 e ha prestato successivamente la propria opera nelle Rappresentanze pontificie in Madagascar, Bulgaria, Albania, presso la Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e, da ultimo, nella Rappresentanza pontificia presso l’Onu a New York. Conosce l’italiano, l’inglese, lo spagnolo e il francese.
Il 13 maggio l’arcivescovo vietnamita Pierre Nguyên Van Tot, 59 anni, dal 2005 nunzio apostolico nella Repubblica Centrafricana e in Ciad, è stato nominato rappresentante pontificio in Costa Rica. Dal 2003 al 2005 era stato nunzio in Benin e Togo.
Il 19 maggio monsignor Miguel Maury Buendía, spagnolo di Madrid, 53 anni a novembre, è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico in Kazakistan. Sacerdote dal 1980, laureato in Diritto canonico, Maury è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1987 e ha prestato successivamente la propria opera nelle Rappresentanze pontificie in Ruanda, Uganda, Marocco, Nicaragua, Egitto, Slovenia, Irlanda e infine presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Conosce l’inglese, l’italiano, il francese e lo sloveno.
Il 24 maggio l’arcivescovo polacco Janusz Bolonek, 70 anni a dicembre, dal 1999 nunzio apostolico in Uruguay, è stato nominato rappresentante pontificio in Bulgaria. In precedenza Bolonek era stato nunzio in Africa e poi in Romania.
Sempre il 24 l’arcivescovo lombardo Anselmo Guido Pecorari, 62 anni, è stato nominato nunzio apostolico in Uruguay. Pecorari era stato rappresentante pontificio in Ruanda dal 2004 fino allo scorso gennaio.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Israele e di Guatemala presso la Santa Sede

Il 12 maggio ha presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore di Israele presso la Santa Sede. Si tratta di Mordechay Lewy, diplomatico di carriera, già ministro di ambasciata a Berlino (2000-2004) e consigliere del sindaco di Gerusalemme per le comunità religiose (2004-2008). È autore di molti articoli di carattere storico sui cristiani e Gerusalemme. Parla l’inglese e il tedesco e conosce lo svedese e il latino.
Il 31 maggio ha poi presentato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore di Guatemala. Si tratta di Acisclo Valladares Molina, 62 anni, che aveva già ricoperto il medesimo incarico dal 2000 al 2004.


Diplomazia/3
Nove nuovi ambasciatori non residenti a Roma

Il 29 maggio hanno presentato le lettere credenziali gli ambasciatori, che non risiederanno nell’Urbe perché accreditati anche in altri Stati europei, di nove Paesi. Si tratta dei rappresentanti di Tanzania (Ahmada Rweyemamu Ngemera, ambasciatore residente in Germania), Uganda (Nyine S. Bitahwa, ambasciatore residente in Germania), Liberia (Wesley Momo Johnson, ambasciatore residente in Gran Bretagna), Ciad (Hissein Brahim Taha, ambasciatore residente in Francia), Bangladesh (Debrapiya Bhattacharya, ambasciatore residente nell’ufficio Onu di Ginevra), Bielorussia (Sergei F. Aleinik, ambasciatore residente nell’ufficio Onu di Ginevra), Guinea (Alexandre Cécé Loua, ambasciatore residente in Germania), Sri Lanka (Tikiri Bandara Maduwegedera, ambasciatore residente in Germania), Nigeria (Obed Wadzani, ambasciatore residente in Spagna).


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