Rubriche
tratto dal n.05 - 2008


L’apostolato dell’insegnamento


Luigia Tincani, ILettere di fondazione/I, Studium,  Roma 2007, 448 pp., euro 33,00

Luigia Tincani, ILettere di fondazione/I, Studium, Roma 2007, 448 pp., euro 33,00

L’Ottocento ha visto il fiorire in Italia di grandi fondazioni religiose femminili, impegnate in diversi settori di intervento caritativo e formativo, pastorale o religioso; penso, ad esempio, alle Canossiane, alle Marcelline, alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Agli inizi del Novecento nuove fondazioni vedevano canonicamente riconosciuto il loro status religioso e venivano in tal modo rigorosamente inquadrate nel modello classico di vita religiosa. Le trasformazioni sociali, coinvolgendo ampie masse di uomini e donne (si pensi a tutta la questione degli emigranti), richiamarono l’attenzione, e l’azione concreta delle congregazioni verso forme nuove di carità e assistenza a favore di quei ceti che la rivoluzione industriale andava marginalizzando: ecco le opere di don Guanella, don Orione, padre Piamarta. È in questo contesto che Luigia Tincani concepì un modello di vita fondato su una effettiva e radicale consacrazione religiosa, con una ben precisa finalità: quella del servizio nel campo della cultura e della scuola pubblica.
Lettere di fondazione raccoglie appunto la storia, della fondazione dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della scuola (si tratta di lettere datate fra il 1917 e il 1924, anno della approvazione diocesana della nuova famiglia religiosa, quando la Tincani aveva appena trent’anni) che nel progetto originale cercava di coniugare spiritualità e cultura; che non partiva dal nulla, ma costituiva in un certo senso lo sbocco naturale di un impegno e di una passione vissuti innanzitutto in famiglia, nella scuola, all’università e nel confronto con sensibilità ed esperienze giovanili, in rapporti amichevoli e di impegno, in organizzazioni culturali e circoli universitari femminili. Determinante per gli orientamenti e per l’indirizzo spirituale della Tincani fu l’incontro con la spiritualità domenicana, che la serva di Dio approfondì e sviluppò nei primi anni del Novecento a Roma, assistita da padre Fanfani, fino alla realizzazione, nel 1917, del primo nucleo dell’Unione di Santa Caterina da Siena fra le terziarie domenicane per l’apostolato dell’insegnamento, base della futura congregazione delle Missionarie della scuola.




La lista di carbone


Cristiana Ruggeri, ILa lista di carbone/I, Mursia, Milano 2008, 262 pp., euro 17,00

Cristiana Ruggeri, ILa lista di carbone/I, Mursia, Milano 2008, 262 pp., euro 17,00

Ne La lista di carbone, romanzo d’esordio di Christiana Ruggeri, giornalista e volto noto della televisione italiana (Tg2, “Costume e società”), Anna è una giovane studentessa senza passato, con un presente difficile e un futuro incerto; Cristina è un’anziana libraia ebrea di origine tedesca che, segnata dalla tragedia dell’Olocausto, ha perso la speranza e la gioia di vivere. Per uno strano caso del destino, le loro vite si incrociano in un comune lavoro in una libreria del Ghetto di Roma. La costruzione della vicenda è avvincente e convince, anche se la frammentazione del discorrere iniziale talvolta rischia di far perdere la visione d’insieme. Al centro della trama un vecchio pacco di lettere che conservano le tracce di un amore perduto: parole intense che un uomo sconosciuto, “H” (Heinrich), ha scritto a una donna mentre il mondo era travolto dalla furia nazista. L’amore che traspare da quelle lettere è la scintilla che porterà Anna fuori dai confini di una vita disimpegnata e superficiale, alla ricerca di qualcosa che possa dare un senso alla sua esistenza. Seguendo le esili tracce delle lettere, Anna affronterà un viaggio in Germania, e poi in Lettonia, in una vera e propria indagine che, passo dopo passo, porterà alla luce, insieme al segreto delle missive, anche i retroscena e le conseguenze del salvataggio di un gruppo di ebrei del campo di Sachsenhausen, i cui nomi erano stati tracciati da un prigioniero in un elenco scritto col carbone su foglie di pannocchia. La “lista di carbone” è il risultato dello scambio tra un prigioniero e il suo aguzzino: per alcuni sarà il lasciapassare verso la salvezza ma, per l’uomo costretto a scriverla, il ricordo di chi non è riuscito a salvare diventerà il simbolo di una colpa insopportabile.
Altre storie si intrecciano nel libro; storie di disperante lacerazione ancorate a un passato pesante e doloroso, che nelle pagine della Ruggeri assume i contorni e le dimensioni di un presente pure ingombrante. Tutte storie che però sembrano dipanarsi, infine, in sentimenti di speranza: «Anna, la morte violenta di chi ami, l’orrore perpetrato ancora e ancora non si possono dimenticare», le dice la vecchia Micha (pp. 183-184). «Ti segnano per sempre e se sopravvivi non sei comunque quello di prima. Tiri avanti e cerchi di rimuovere tutto ciò che puoi. Rimuovere, non cancellare. Tenere all’angolo quei difficili ricordi». Il dovere della memoria, sia individuale che collettiva, impone, dunque, di superare le lacerazioni e gli odi del passato per riconquistare una vita degna di essere vissuta. Credo che, in fondo, sia questo il messaggio del libro di Christiana Ruggeri.




Il pensiero laico della Costituente


Marialuisa-Lucia Sergio, IConfronto con la fede. Religione civile e identità cristiana nella cultura laica della Costituente/I, Studium, Roma 2008, 146 pp., euro 21,00

Marialuisa-Lucia Sergio, IConfronto con la fede. Religione civile e identità cristiana nella cultura laica della Costituente/I, Studium, Roma 2008, 146 pp., euro 21,00

Scrive il cardinale Georges Cottier nella prefazione: «Solo la coscienza della gravità del problema in relazione al servizio del bene comune ha permesso di vincere alcuni pregiudizi e di progredire nella stima reciproca, la quale è un elemento indispensabile dell’ethos democratico. La nobiltà del pensiero, la fiducia nella fecondità di un dialogo esigente e il rispetto delle sue norme etiche sono le condizioni per una vita politico-sociale degna dell’uomo». È ruotata attorno al concetto di dialogo e di confronto nel periodo costituente, finalizzato alla ricerca di un punto di intesa fra le due parti – Partito d’azione e cattolici – la presentazione del libro di Marialuisa-Lucia Sergio, Confronto con la fede. Religione civile e identità cristiana nella cultura della Costituente, avvenuta di recente al Senato.
Nel secondo dopoguerra molti intellettuali e giuristi laici vollero confrontarsi con la concezione cristiana della politica, in riferimento soprattutto ai contenuti del personalismo e del diritto naturale e al concetto di dignità della persona. L’universo politico liberale e azionista del periodo costituente si misurò con la sfida della riscoperta delle radici cristiane dell’identità europea e della rimeditazione dello statuto pubblico della religione come fondamento morale di una società libera e giusta. Il pensiero laico della Liberazione e dell’Assemblea costituente suggerì la proposta di una religione civile (già presente in Rousseau) chiamata a rifondare la democrazia del dopoguerra su orizzonti di senso ultimi e trascendenti. La novità del pensiero laico della Costituente fu dunque quella di andare oltre la semplice riduzione “filosofica” del cristianesimo a simbolismo liturgico, per avviare invece un autentico confronto con la fede.
Dopo aver preso in esame l’antifascismo laico nel suo rapporto con la tradizione cristiana e averlo analizzato comparativamente con il liberalismo di Croce in Italia e di Strauss negli Stati Uniti, il volume della Sergio sottolinea aperture e limiti di una proposta culturale coraggiosa sul piano delle idee, ma spesso incapace, per ragioni storiche e politiche, di oltrepassare la teoria per costruire insieme con i cattolici soluzioni sempre condivise sul fronte della famiglia, dell’educazione e della vita. Nella costruzione della Costituzione le convergenze ci furono, osserva lo storico Piero Craveri, ma eminentemente sul piano politico e soprattutto nella parte che riguarda i diritti civili e sociali.


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