Rubriche
tratto dal n.10 - 2008


STATI UNITI

Obama e Niebuhr


Barack Obama con le figlie e la moglie Michelle [© Associated Press/LaPresse]

Barack Obama con le figlie e la moglie Michelle [© Associated Press/LaPresse]

Su La Stampa del 9 novembre Barbara Spinelli ha auspicato che il nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riscopra «il realismo di Reinhold Niebuhr», teologo protestante (1892- 1971): «Niebuhr era un cristiano nemico del messianesimo politico: dopo anni di ubriacatura fondamentalista, l’America e anche l’Europa hanno bisogno di questa disintossicazione».





Bambini a Gaza  [© Associated Press/LaPresse]

Bambini a Gaza [© Associated Press/LaPresse]

Medio Oriente/1
I bambini di Gaza

«I bambini di Gaza, sette su dieci, hanno pesanti carenze di ferro, vitamine A e D. Mancano cereali, olio, frutta, verdura, zucchero. E le scorte di cibo, scrive la Croce Rossa internazionale nel suo ultimo rapporto, quarantasei pagine di dura denuncia, sono “gravemente insufficienti a garantire un’alimentazione adatta anche nel futuro”. Nella Striscia c’è un’emergenza umanitaria, aggiunge l’Oxfam britannica, e bisogna intervenire subito perché “un milione e mezzo di persone non può resistere a lungo così” e si rischia la catastrofe. Nessuno lavora, le barche non escono a pescare da mesi. L’Onu dice che le scorte sono ormai esaurite». Questo è l’inizio di un articolo apparso sul Corriere della Sera del 16 novembre, in cui è descritta la catastrofe umanitaria che incombe su Gaza sotto la stretta dell’embargo.


Medio Oriente/2
Sconfiggere Hitler

Sul Corriere della Sera del 30 ottobre è apparsa una recensione del libro Sconfiggere Hitler di Avraham Burg, edizioni Neri Pozza. Vi si legge: «Il culto pervasivo e incessante della Shoah ha modificato la cultura politica dello Stato israeliano. È diventato la pubblica giustificazione della durezza poliziesca con cui Israele amministra i territori occupati. Ha militarizzato la società israeliana. Ha generato una estrema destra brutale e fanatica che ricorda all’autore, paradossalmente, il nazismo. Ha creato la convinzione, ormai radicata in larghi settori dell’ebraismo, soprattutto americano e israeliano, che la Shoah sia un avvenimento incomparabile e non possa essere esaminato storicamente come altre tragiche vicende della storia mondiale [...]. Ma il più grave degli effetti provocati dal culto della Shoah, sempre secondo l’autore, è d’ordine morale. Dominato dal ricordo del genocidio, l’ebraismo sembra aver rinunciato al proprio umanesimo, alla propria missione universale, alla propria sensibilità per gli umili e gli oppressi, agli straordinari valori morali del suo pensiero filosofico e religioso». Avraham Burg è un autorevole esponente del movimento pacifista Peace Now, laburista, dal 1999 al 2003 è stato presidente della Knesset (il Parlamento israeliano).


Chiesa/1
Assassinati due gesuiti

«Due preti gesuiti, il russo Otto Messmer e l’ecuadoriano Victor Betancourt, sono stati trovati uccisi martedì sera in un appartamento della Compagnia di Gesù in via Petrovka, nel centro di Mosca [...]. Secondo i gesuiti e i vescovi russi, inoltre, i due preti sono stati uccisi in momenti differenti: la morte di padre Messmer deve essere avvenuta il 25 ottobre, perché il giorno dopo, domenica, non si è presentato a celebrare messa e non ha avvertito. Padre Betancourt, invece, essendo rientrato dall’estero il 27 sera, secondo i confratelli deve essere stato ucciso proprio lunedì». Da la Repubblica del 30 ottobre.


Chiesa/2
La Corea comunista accoglie il primo prete cattolico

«L’agenzia di stampa asiatica Uca e Asia News danno una notizia che rappresenta un’apertura inedita del regime comunista di Pyongyang. Per la prima volta in oltre sessant’anni un prete cattolico potrà vivere in Corea del Nord. Si tratta di padre Paul Kim Kwon-soon, dell’Ordine dei Frati minori, che si trasferirà nella capitale nordcoreana alla fine di novembre per svolgere il suo lavoro pastorale fra i lavoratori di una fabbrica realizzata grazie a un progetto comune fra le due Coree». Così ha scritto il giornalista de La Stampa Marco Tosatti, sulla sua rubrica online, il 3 novembre scorso.


Terrorismo
Strategie preventive e 11 settembre

L’8 novembre, nella rubrica delle lettere, il Corriere della Sera ha pubblicato un’interessante riflessione di Sergio Romano riguardo alla risposta Usa agli attentati subiti l’11 settembre 2001. Nel suo intervento Romano accenna come, agli inizi, la guerra in Afghanistan gli fosse parsa «giustificata». Nei mesi seguenti, invece, «capimmo che la guerra afghana, per i consiglieri neoconservatori della Casa Bianca, era soltanto il prologo di un dramma composto da almeno due atti. Nel primo atto l’America avrebbe conquistato l’Iraq e sostituito il regime di Saddam Hussein con gli emigrati iracheni che si erano insediati a Washington negli anni precedenti. Nel secondo atto, dopo il successo della prima operazione, avrebbe messo l’Iran con le spalle al muro e fatto il necessario per provocare il mutamento di regime nel Paese degli Ayatollah. Qualche neoconservatore pensava addirittura a un terzo atto da recitare nel grande spazio cinese non appena gli Stati Uniti fossero diventati la potenza dominante del Medio Oriente e dell’intera Asia occidentale. Per molti osservatori fu evidente che questa strategia non era più una risposta realistica e proporzionata agli attentati dell’11 settembre. Era l’esecuzione di un disegno che i consiglieri di Bush avevano concepito già da qualche anno e che l’11 settembre aveva reso improvvisamente possibile».


Sacro Collegio
Le dimissioni del cardinale Jaworski

Il 21 ottobre sono state accolte le dimissioni del cardinale Maria Jaworski, 82 anni compiuti ad agosto, da arcivescovo di Lviv (Leopoli) dei Latini. Gli subentra Mieczyslaw Mokrzycki, 47 anni, coadiutore dal luglio 2007, e in precedenza secondo segretario particolare di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.


Diplomazia/1
Rapporti diplomatici tra Botswana e Santa Sede

Il 4 novembre la Sala Stampa vaticana ha annunciato che la Santa Sede ha allacciato i rapporti diplomatici con la Repubblica di Botswana. La Santa Sede, quindi, ha ora rapporti diplomatici pieni con 177 Paesi, cui vanno aggiunti la Federazione Russa e l’Olp con le quali ci sono relazioni diplomatiche di natura speciale. Nel mondo rimangono sedici Stati con cui la Santa Sede non scambia ambasciatori. In nove di questi Paesi non è presente alcun inviato vaticano: Afghanistan, Arabia Saudita, Bhutan, Cina popolare, Corea del Nord, Maldive, Oman, Tuvalu e Viet Nam. Nei restanti sette Paesi sono in carica solo dei delegati apostolici (rappresentanti pontifici presso le comunità cattoliche locali ma non presso i governi): tre in Africa (Comore, Mauritania e Somalia) e quattro in Asia (Brunei, Laos, Malaysia, Myanmar).


Diplomazia/2
Firmato Accordo tra Santa Sede e Brasile

Il 13 novembre in Vaticano è stato sottoscritto un Accordo tra la Santa Sede e il Brasile. Hanno firmato per la Santa Sede l’arcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e per il Brasile il ministro degli Esteri Celso Amorim. Al solenne atto hanno assistito anche il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che in precedenza era stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI.


Diplomazia/3
Nuovi nunzi in Etiopia e Portogallo

Il 24 ottobre è stato nominato nunzio apostolico in Etiopia e delegato apostolico in Somalia l’arcivescovo siro-malabarese indiano George Panikulam, 66 anni, dal 2003 rappresentante pontificio in Mozambico. Sacerdote dal 1967, Panikulam è entrato nel servizio diplomatico nel 1979 e ha prestato servizio in Canada, Venezuela, Germania, Brasile e alla sede Onu di New York. Nel 1999 è stato eletto arcivescovo e nominato nunzio in Honduras, dove è rimasto fino al 2003.
L’8 novembre l’arcivescovo Rino Passigato, 64 anni, originario di Bovolone (Vr), è stato nominato nunzio apostolico in Portogallo. Dal 1999 era rappresentante pontificio in Perù. Sacerdote dal 1968, Passigato è stato in precedenza nunzio in Burundi (1991-1996) e in Bolivia (1996-1999).


Diplomazia/4
Nuovi ambasciatori presso la Santa Sede

Il 27 ottobre ha consegnato le lettere credenziali il nuovo ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede. Si tratta di Cristina Castañer-Ponce Enrile, 70 anni, imprenditrice.
Il 30 ottobre è stata la volta del nuovo rappresentante del Canada. Si tratta di Anne Leahy, 56 anni, diplomatico di carriera, già coordinatrice federale della Giornata mondiale della Gioventù celebrata a Toronto nel 2002, in passato ambasciatore in Camerun, in Polonia, in Russia e nella regione africana dei Grandi Laghi.
Il 6 novembre è toccato al nuovo ambasciatore dell’Egitto: Lamia Aly Hamada Mekhemar, 46 anni, diplomatico di carriera, già terzo segretario dell’ambasciata di Roma presso il Quirinale e già capo del gabinetto della consorte del presidente.
Il 7 novembre ha poi presentato le credenziali il nuovo ambasciatore della Lituania: Vytautas Alisauskas, 51 anni, docente, già rappresentante della Conferenza episcopale lituana nel Consiglio della radiotelevisione pubblica.
L’8 novembre è toccato quindi al nuovo ambasciatore della Cina (Taiwan): Wang Larry Yu-yuan, 61 anni, diplomatico di carriera, già rappresentante in Argentina e Paesi Bassi.
Il 13 novembre è stata la volta del nuovo ambasciatore di San Marino: Sante Carducci, 64 anni, già membro del Consiglio grande, generale della Repubblica e primario all’Ospedale di Stato.
Il 17 novembre ha quindi presentato le credenziali il nuovo ambasciatore del Libano: Georges Chakib El Khoury, 56 anni, finora direttore dell’Ufficio informazione dell’esercito.




BENEDETTO XVI

La risurrezione di Gesù


IIncredulità di Tommaso/I,
Caravaggio

IIncredulità di Tommaso/I, Caravaggio

«“Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede... e voi siete ancora nei vostri peccati” (1Cor 15, 14.17). Con queste forti parole della prima Lettera ai Corinzi, san Paolo fa capire quale decisiva importanza egli attribuisse alla risurrezione di Gesù. In tale evento infatti sta la soluzione del problema posto dal dramma della Croce. Da sola la Croce non potrebbe spiegare la fede cristiana, anzi rimarrebbe una tragedia, indicazione dell’assurdità dell’essere. Il mistero pasquale consiste nel fatto che quel Crocifisso “è risorto il terzo giorno secondo le Scritture” (1Cor 15, 4)». Questo l’incipit della catechesi che il Santo Padre ha tenuto mercoledì 5 novembre.


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