Rubriche
tratto dal n.01 - 2010


GNOSI

L’ambasciatore d’Israele e i fedeli di Sabbatai Zevi


Sabbatai Zevi

Sabbatai Zevi

«L’ebraismo si fonda sul riconoscimento dell’unità del genere umano, dell’aderenza ai principi morali e della verità, che regnano supreme sopra ogni uomo, a prescindere dalla razza e dalla religione». Questo l’incipit di un intervento dell’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, pubblicato sul numero di febbraio di Pagine ebraiche, mensile dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, e ripreso il 20 gennaio da L’Osservatore Romano. Così nel testo: «Rabbi Moshe de Coucy nel XIII secolo proibiva “di ingannare sia l’ebreo che il gentile” (Semag, 74) [...] Rabbi Moses Rivkes (1600-1684), autore di un commento sullo Shulchan Aruch, scrisse nella Beer Hagolah che i cristiani “credono nella creazione del mondo, nell’Esodo, nella Rivelazione sul Sinai e pregano per il Creatore” (7, 7). Rabbi Jacob Emdem (1698-1776), in una lettera alla comunità ebraica polacca, si appella ai cristiani per trattare i sabbatiani come apostati, “Poiché è riconosciuto che anche il Nazareno e i suoi discepoli, in particolar modo Paolo, hanno ammonito sulla Torah degli israeliti a cui tutti i circoncisi sono legati. E se sono veri cristiani, essi osservano la loro fede con la verità e non permettono tra i loro confini questo nuovo messia inadatto [...] Sabbatai Zevi [...]. Invero, anche secondo gli scrittori dei Vangeli, a un ebreo non è permesso di lasciare la sua Torah”. Questo passaggio è tratto da un’appendice al Seder Olam Raba di Emdem (Hamburg 1757, p. 33)». Più avanti, Lewy scrive: «Emdem loda la dottrina musulmana e cristiana: “I saggi di Edom e gli ismaeliti parlano in nostro favore [...] grazie al comune insegnamento divino che condividono [...]. Benché alcuni stolti abbiano quasi cercato di annientarci [...]. I saggi tra di loro sono stati forti come leoni contro i malvagi, specialmente i saggi cristiani che seguono sempre la verità [...]. Essi sono stati i nostri protettori e ciò sarà considerata un’azione caritatevole da parte loro”».




CHIESA

Etchegaray: «Il cristiano vive il presente»


Il cardinale Roger Etchegaray e papa Benedetto XVI BR[© Osservatore Romano/Associated Press/LaPresse]

Il cardinale Roger Etchegaray e papa Benedetto XVI BR[© Osservatore Romano/Associated Press/LaPresse]

«Certo non dimenticherò mai l’ultima notte di Natale, una notte per tanti aspetti eccezionale... Ma non parliamo di me, parliamo piuttosto del Papa... Io non ho meritato nulla. Diciamo così: cadendo sono entrato nella storia». Con queste parole il cardinale Roger Etchegaray ha rievocato, sul Corriere della Sera del 30 gennaio, l’incursione di Susanna Maiolo durante la celebrazione natalizia di San Pietro, che ha causato la caduta del Papa. Nell’occasione, urtato da una guardia, era caduto anche il porporato, riportando la frattura del femore. Operato, ha ripreso a camminare e a pensare alle cose della Chiesa, perché, spiega ancora sul Corriere della Sera: «Un cristiano vive il presente nel presente e guarda sempre avanti».




LIBRI

Wojtyla, Luciani e le annotazioni della Poltawska


Papa Luciani e il cardinale Karol Wojtyla

Papa Luciani e il cardinale Karol Wojtyla

A gennaio, per le edizioni San Paolo, è uscito Diario di un’amicizia, nel quale Wanda Poltawska ripercorre il suo lungo legame con Karol Wojtyla. Il 9 gennaio il Corriere della Sera ne ha pubblicato un’anticipazione. Riportiamo l’accenno relativo al settembre del ’78, quando, dopo aver partecipato al conclave che aveva eletto Giovanni Paolo I, Wojtyla ritorna in Polonia: «Seguirono delle settimane di lavoro molto intenso: viaggi, riunioni, con un ritmo ancora più veloce del solito. La notizia della morte di Giovanni Paolo I fu per tutti una sorpresa, e lui mi disse: “Pensavo di avere più tempo”. Mentre partiva per la seconda volta e ci salutavamo, gli chiesi: “Quale nome prenderai da Papa?”. Andrzej, mio marito, rispose tranquillamente: “Come ‘quale’, Giovanni Paolo II, è logico”. Lui non rispose».





San  Tommaso

San Tommaso

Teologia/1
L’attualità di san Tommaso

«Da domenicano sono particolarmente contento che il Papa abbia citato san Tommaso d’Aquino come esempio per l’atteggiamento delle Pontificie Accademie di fronte ai problemi del dialogo con la società e la cultura moderna». È il commento del cardinale Georges Cottier, intervistato su Avvenire del 29 gennaio, al discorso del Santo Padre ai membri delle Pontificie Accademie, incontrati il giorno precedente in occasione della XIV seduta pubblica. Prosegue il porporato: «Il Papa ci ricorda che san Tommaso è un uomo di profondo senso della tradizione, e di dialogo, di apertura ai problemi del suo tempo. Si nutriva della Scrittura e dei Padri della Chiesa e specialmente di sant’Agostino, questo è molto importante, ma allo stesso tempo era molto al corrente della cultura del suo tempo: conosceva la filosofia araba ma anche ebraica – ha citato molte volte Maimonide. Senza contare poi la sintesi che ha saputo fare del pensiero greco antico. Tutto questo rende Tommaso di una grande attualità per affrontare anche l’odierna temperie culturale».


Teologia/2
La rivincita di Maimonide

Con il titolo La rivincita di Maimonide, un articolo di Armando Torno sul Corriere della Sera del 16 gennaio accenna all’attualità del pensiero di Mosè Maimonide (1135-1204), nel contesto di un più ampio dibattito interno al mondo ebraico. Nel dettagliare la vita del filosofo, definito come una sorta di «Tommaso d’Aquino dell’ebraismo» per il suo approccio alla realtà e alla rivelazione, l’articolo si sofferma sull’opera Guida dei perplessi: «In essa si propone di soccorrere quanti sono incerti tra la fede nella rivelazione e gli insegnamenti della filosofia; anzi, desidera risolverne i problemi. Così come i dottori della Scolastica utilizzeranno senza soverchi tormenti gli aiuti della ragione, allo stesso modo Maimonide ricorrerà ad Aristotele per “dimostrare” l’esistenza di Dio. [...] Étienne Gilson, il grande storico del pensiero medievale, chiamerà la Guida “una vera somma di filosofia scolastica giudaica”».


Sacro Collegio
La morte di Razafindratandra. Gli ottant’anni di Ambrozic

Il 9 gennaio è morto il cardinale africano Gaétan Razafindratandra, 85 anni, dal 1994 al 2005 arcivescovo di Antananarivo in Madagascar.
Il 23 gennaio ha compiuto 80 anni il porporato Aloysius Matthew Ambrozic, di origini slovene, arcivescovo di Toronto in Canada dal 1990 al 2006.
A fine gennaio il Sacro Collegio risulta composto quindi di 182 cardinali, di cui 111 elettori in un eventuale conclave.


Nomine
Nuovi arcivescovi a Mechelen-Brussel e a Praga

Il 18 gennaio il Papa ha accettato le dimissioni del cardinale belga Godfried Danneels, 77 anni a giugno, da arcivescovo di Mechelen-Brussel, incarico che ricopriva dal 1979. Al suo posto è stato chiamato monsignor André-Mutien Léonard, 70 anni a maggio, che dal 1991 era vescovo di Namur.
Il 13 febbraio poi il Papa ha accettato le dimissioni del cardinale Miloslav Vlk, 78 anni a maggio, da arcivescovo di Praga, incarico che ricopriva dal 1991. Al suo posto è stato nominato il domenicano Dominik Duka, 67 anni ad aprile, dal 1998 vescovo di Hradec Kralove.


Storia/1
Silvestrini: quando Pio XII tentò di evitare la guerra

«Pio XII fu totalmente antinazista. Sempre. Nell’inverno del 1940, prima dell’attacco tedesco al fronte occidentale, un gruppo di alti ufficiali tedeschi che intendeva detronizzare Hitler chiese al Papa di farsi mediatore presso i governi alleati per sapere quali garanzie avrebbero avuto da loro. Pio XII convocò due volte l’ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Osborne, per comunicargli l’iniziativa. Lo ha fatto direttamente, tenendo fuori la Segreteria di Stato. Infatti non c’è traccia negli archivi vaticani ma nel diario di Osborne e in un libro di Chatwick». Parole del cardinale Achille Silvestrini, in un’intervista su La Stampa del 1° febbraio.


Storia/2
Lévy: l’inventore della leggenda nera di Pio XII era un negazionista

«Quanto alla vicenda molto complessa di Pio XII, ci tornerò, se necessario. Tornerò sul caso di Rolf Hochhuth, autore del famoso Il vicario, che nel 1963 lanciò la polemica sui “silenzi di Pio XII”. In particolare, tornerò sul fatto che questo focoso giustiziere è anche un negazionista patentato, condannato più volte come tale e la cui ultima provocazione, cinque anni fa, fu di prendere le difese, in un’intervista al settimanale di estrema destra Junge Freiheit, di colui che nega l’esistenza delle camere a gas, David Irving». Così Bernard-Henri Lévy sul Corriere della Sera del 20 gennaio.


Medio Oriente
Yehoshua, la pace tra Palestina e Israele e la crisi iraniana

«Un’eventuale pace tra Israele e i palestinesi neutralizzerebbe il veleno dell’odio iraniano e spezzerebbe il fantasioso meccanismo politico che lo porta a identificare Israele come il male totale, o il “piccolo satana” che occorre annientare a ogni costo. Un fronte comune a israeliani e palestinesi potrebbe spingere il popolo iraniano, che in un passato non molto lontano manteneva buone relazioni con lo Stato ebraico, a ribellarsi alla follia che pare essersi diffusa nella sua dirigenza. Un’azione bellica israeliana o americana rischierebbe di provocare un pericoloso peggioramento della situazione, prolungherebbe e intensificherebbe le sofferenze in questa regione tanto sensibile del mondo. Una conclusione pacifica del conflitto israeliano-palestinese, viceversa, sarebbe di gran lunga più efficace di qualunque iniziativa militare». È la conclusione dell’editoriale de La Stampa del 3 febbraio, a firma di Avraham B. Yehoshua.


Curia
Una donna sottosegretario a Giustizia e Pace

Il 21 gennaio la dottoressa Flaminia Giovanelli è stata nominata “sottosegretario” del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Nata a Roma 62 anni fa, era finora aiutante di studio nello stesso dicastero, dove lavora dal 1974.


Italia
Nuovi vescovi a Oria, Modena, Caltagirone e Fiesole. Ausiliare a Napoli

Il 23 gennaio monsignor Vincenzo Pisanello, 51 anni, è stato nominato vescovo di Oria. Ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Otranto nel 1984, dal 2008 era parroco dei Santi Pietro e Paolo apostoli, a Galatina.
Il 27 gennaio Antonio Lanfranchi, 64 anni, originario della provincia di Piacenza, dal 2003 vescovo di Cesena-Sarsina, è stato promosso arcivescovo metropolita di Modena-Nonantola.
Il 30 gennaio il frate cappuccino Calogero Peri, 57 anni, originario di Salemi (provincia di Trapani e diocesi di Mazara del Vallo), è stato nominato vescovo di Caltagirone. Ordinato sacerdote nel 1978, dal 2004 era ministro provinciale dei cappuccini di Palermo e dal 2009 vicepreside della Facoltà teologica di Sicilia.
Il 13 febbraio monsignor Mario Meini, 64 anni a novembre, è stato nominato vescovo di Fiesole. Originario della diocesi di Volterra, ordinato sacerdote nel 1971, dal 1996 era vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Il 9 gennaio il monsignore partenopeo Lucio Lemmo, 64 anni, è stato nominato ausiliare di Napoli. Ordinato sacerdote nel 1973, da ultimo era parroco alla Madonna della Libera, al Vomero.


Diplomazia/1
Nuovi nunzi in Africa

Il 25 gennaio monsignor Piero Pioppo, 50 anni, è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico in Camerun e Guinea equatoriale. Originario di Savona, ordinato sacerdote nel 1985 per la diocesi di Acqui, è entrato nel servizio diplomatico vaticano nel 1991, prestando la propria opera per le rappresentanze pontificie in Corea, Cile e, da ultimo, presso la sezione Affari generali della Segreteria di Stato. Dal luglio 2007 era prelato dell’Istituto per le opere di religione.
Il 2 febbraio l’arcivescovo ugandese Augustine Kasujja, 64 anni, è stato nominato nunzio apostolico in Nigeria. Dal 2004 era rappresentante pontificio in Madagascar.
Il 6 febbraio monsignor Novatus Rugambwa, 53 anni, originario della Tanzania, è stato nominato arcivescovo e nunzio apostolico a São Tomé e Príncipe. Ordinato sacerdote nel 1986, è entrato nella diplomazia pontificia nel 1991 prestando servizio in Panama, Congo, Pakistan, Nuova Zelanda e Indonesia. Dal 2007 era sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Migranti.
Il 13 febbraio l’irlandese Eugene Martin Nugent, 52 anni a ottobre, è stato nominato vescovo e nunzio apostolico in Madagascar, nonché delegato apostolico nelle Isole Comore, con funzioni di delegato apostolico in La Riunione. Ordinato sacerdote nel 1983, nel 1992 è entrato nel servizio diplomatico. Ha prestato la propria opera nelle nunziature di Turchia, Gerusalemme e, da ultimo, nelle Filippine. Come “consigliere culturale” a Manila risiedeva in realtà a Hong Kong dove seguiva ufficiosamente la vita della Chiesa cattolica nella Cina Continentale. In questo incarico è stato sostituito dal monsignore croato Ante Jozic.


Diplomazia/2
Nuovi ambasciatori di Turchia e Guatemala presso la Santa Sede

Il 7 gennaio il Papa ha ricevuto le lettere credenziali del nuovo ambasciatore di Turchia presso la Santa Sede. Si tratta di Kenan Gursoy, 59 anni, accademico, negli ultimi nove anni decano della facoltà di Scienze e Letteratura dell’Università Galatasaray di Istanbul.
Il 6 febbraio è stata la volta del nuovo rappresentante del Guatemala, Alfonso Roberto Matta Fahsen, 64 anni, diplomatico di carriera, già ambasciatore in Colombia, Russia, Paesi Bassi e, da ultimo, Gran Bretagna.


Roma
Un convegno su religioni e sètte nella società cinese

Lo scorso 29 gennaio si è svolto presso l’Hotel Bernini Bristol di Roma un convegno organizzato dall’Associazione Italia-Cina. L’iniziativa ha messo a tema il ruolo delle religioni nella società cinese odierna e l’impatto delle sètte sugli equilibri sociali.
Le relazioni principali del convegno sono state svolte dal professor Lai Yong Hai, presidente dell’Istituto di Studi sulla Cultura cinese dell’Università di Nanchino (che presso il medesimo Ateneo dirige anche il Centro studi su Religione e Cultura), e dal professor Chen Yong Ge, vicepresidente dell’Istituto di Studi filosofici dell’Accademia sociale della provincia dello Zhejiang.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Fides, il professor Lai Yong Hai nel suo intervento ha confermato che «nella Cina odierna si avverte in maniera specifica l’importanza della religione, non solo per la crescita integrale di ogni persona, ma anche per consolidare e sviluppare i risultati ottenuti dalla riforma economica cinese degli ultimi trent’anni». A detta dell’accademico, «le istituzioni si stanno coordinando per individuare il valore e la funzione sociale della religione nel contesto della costruzione di una società armonica».


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