Rubriche
tratto dal n.01 - 2010


Vita di Severino


IEugippio, Vita di Severino/I, Città Nuova, Roma 2007, 128 pp., euro 10,00

IEugippio, Vita di Severino/I, Città Nuova, Roma 2007, 128 pp., euro 10,00

Un sintetico ma efficace inquadramento storico-geografico del Norico (contesto ambientale che corrisponde all’incirca all’attuale Austria, Vienna esclusa, cioè alla regione a sud del Danubio), apre un’interessante traduzione della Vita di Severino, opera di Eugippio, scrittore cristiano della tarda antichità (l’opera è datata al 511), probabilmente romano, del quale si hanno poche notizie. Il volume è pubblicato nella collana “Testi patristici” (il n. 195) promossa dall’editrice Città Nuova con introduzione, traduzione e note a cura di Armando Genovese; una collana che intende riscoprire e far conoscere la letteratura cristiana dei primi sei secoli, in collaborazione e sintonia d’intenti tra università statali e pontificie.
Severino nasce attorno al 410 e muore nel 482; dopo un lungo itinerario spirituale per conoscere sé stesso, diviene «una coscienza critica nei confronti delle comunità dei cristiani che vegetano nelle città fra i relativi vescovi, e si presenta tra loro con un nuovo punto di vista, con opinioni e stili monastici alternativi alle strutturazioni tardoantiche» (l’osservazione è dello storico Lotter). Vero homo evangelicus per tutta la sua vita, Severino mostrò grande tenerezza per i poveri che mancavano di tutto – osserva Genovese (p. 21) – e affrontò con coraggio i capi delle orde barbariche, tra i quali acquistò un enorme prestigio grazie alle virtù cristiane e civiche, all’eroica santità e all’energia vigorosa, insieme a un mirabile senso pratico e una notevole capacità intuitiva.
Il lavoro di Armando Genovese, missionario del Sacro Cuore e apprezzato biblista che insegna Patristica all’Università Urbaniana di Roma, rende piacevole questo «primo approccio alla figura di Severino e al suo biografo Eugippio», con fedeltà al testo originale, con il corredo di un apparato bibliografico essenziale e utile. Genovese sta ora lavorando attorno alla pubblicazione dell’opera omnia di Eugippio, anello di congiunzione per una completa e approfondita conoscenza dell’opera di sant’Agostino.




Una proposta concreta


Dionigi Tettamanzi, INon c’è futuro senza solidarietà/I, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2009, 146 pp., euro 14,00

Dionigi Tettamanzi, INon c’è futuro senza solidarietà/I, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2009, 146 pp., euro 14,00

In un tempo di persistente crisi economica, la voce libera e controcorrente dell’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi rilancia la sfida della solidarietà con una proposta concreta che ha fatto discutere e raccolto adesioni in Italia e all’estero. Oltre cinque milioni di euro raccolti nel “Fondo famiglia-lavoro” istituito dalla diocesi di Milano; contributi provenienti da istituzioni, aziende, ma soprattutto da comunità cristiane e da moltissime persone comuni toccate dal richiamo dell’arcivescovo di Milano che nel Natale del 2008, all’inizio della grave crisi economica, si era chiesto: «Io, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?».
In questo libro, Non c’è futuro senza solidarietà (edizioni San Paolo), Tettamanzi ripercorre l’intuizione del Fondo, il suo annuncio la notte di Natale, le motivazioni che lo animano. Nell’evocare una “nuova primavera della solidarietà”, l’autore traccia un modello che ha ispirato molte analoghe iniziative sorte in diverse diocesi e realtà locali. Nella seconda parte del libro, l’autore analizza gli “spazi” alla portata di tutti per vivere la dimensione della solidarietà: la famiglia, il mondo del lavoro, il mondo economico-finanziario; i nuovi cittadini (il tema dell’immigrazione); la testimonianza delle comunità ecclesiali, gli stili di vita.




Ricordi di guerra e di viaggi


Alberto Spigaroli, IRicordi di guerra e di viaggi/I, Editoriale Libertà, Piacenza 2008, 194 pp., euro 10,00

Alberto Spigaroli, IRicordi di guerra e di viaggi/I, Editoriale Libertà, Piacenza 2008, 194 pp., euro 10,00

Ha fatto bene Alberto Spigaroli a pubblicare i suoi Ricordi di guerra e di viaggi all’interno di un lavoro di riordino delle proprie carte. Tre i viaggi raccontati con dovizia di particolari: in Spagna, in Polonia e in Grecia. A corredo dei reportage, sono riproposti quattro interessanti suoi articoli apparsi sul quotidiano di Piacenza, Libertà, negli anni Ottanta: gli incontri con la Madonna Benois (o col fiore) di Leonardo, all’Ermitage di San Pietroburgo, e con la Madonna Sistina di Raffaello, custodita nella Gemäldegalerie di Dresda; inoltre, la visita alle chiese rupestri della Cappadocia e ad Auschwitz.
L’osservatorio di Spigaroli, e quindi il suo sguardo a volte critico, non è solo quello della persona colta interessata in particolare all’arte (oltre che parlamentare per molte legislature e sottosegretario ai Beni culturali nel ’75, per molto tempo ha fatto parte del Consiglio nazionale per i beni culturali), ma ha il sigillo della testimonianza storica sui Paesi visitati e, di riflesso, su un frammento della storia d’Italia. Spesso il racconto contiene analisi socioeconomiche o offre spunti di riflessione su questioni più specifiche come, ad esempio, il tema dei prestiti e degli scambi di opere d’arte, occasione «di arricchimento culturale di tanta parte dell’umanità irrimediabilmente esclusa […] dalla fruizione delle più alte espressioni delle capacità creative del genio umano».




Il ragazzo dello Splendor


Giuseppe Ghisani, IIl ragazzo dello Splendor/I, 
Il Filo, Roma 2009, 190 pp., euro 16,50

Giuseppe Ghisani, IIl ragazzo dello Splendor/I, Il Filo, Roma 2009, 190 pp., euro 16,50

Siamo al secondo romanzo del giornalista e scrittore cremonese Giuseppe Ghisani (il primo titolava Il cervello di Marlon Brando). Ne Il ragazzo dello Splendor – Splendor è il nome di una storica sala cinematografica di un paese della bassa padana che ha contribuito a scrivere pagine di storia locale fra gli anni Cinquanta e Settanta attirando intere generazioni di giovani – la costruzione e narrazione della vicenda, in sé comune e ordinaria, è condotta da Ghisani su più piani narrativi tra loro abilmente intrecciati. Vi si riscontra una non comune capacità di scavare psicologicamente i personaggi raccontati: Leone, un ragazzo con una enorme passione per il cinema; Tano, figura animata da una intensa passione per le donne, e che da una donna verrà ucciso. L’ambiente della bassa pianura padana, con i ritmi della sua natura e del suo quieto vivere, nutre la vita di Leone. «Il cinema Splendor», scrive l’autore, «era la fucina dei loro sogni di ragazzi di paese. I sogni prendevano corpo non appena si spegnevano le luci e il latteo fascio di polvere luminosa s’infilava nella feritoia della cabina dove c’era il proiettore che lo generava, falciava la sala nella quale il brusìo dell’attesa si smorzava e si posava soffice sullo schermo bianco e magicamente lo animava. L’avventura cominciava […] Lassù (in galleria) dove i posti erano più cari di quelli sotto, qualche volta, la domenica sera, Leone aveva dovuto andarci con suo padre e sua madre, e invece di guardare il film aveva continuato a voltarsi per spiare quello che facevano le coppiette nelle file dietro. Facevano come gli innamorati che si baciavano sullo schermo» (p. 28).
È facile ritrovarsi nel romanzo; recuperare esperienze vissute negli anni dell’adolescenza che conservano spesso ancora il sapore della genuinità e dell’innocenza.


Español English Français Deutsch Português