Rubriche
tratto dal n.07 - 2003


AFGHANISTAN

Torna l’oppio


Coltivazione di papaveri destinati alla produzione dell’oppio in Afghanistan

Coltivazione di papaveri destinati alla produzione dell’oppio in Afghanistan



L’Onu: “Torna la minaccia dell’eroina”. Nuovo rapporto: in Afghanistan record di produzione, il traffico verso l’Europa. Questo il titolo di un articolo apparso il 23 giugno su Repubblica, in cui venivano anticipati i contenuti di un rapporto Onu sulla produzione di oppio in Afghanistan, di prossima pubblicazione.




BREVI DAL MONDO



Papa /1
Pubblicata Ecclesia
in Europa

Il 28 giugno il Papa ha firmato Ecclesia in Europa, l’esortazione postsinodale del Sinodo europeo che si è celebrato in Vaticano dal 1� al 23 ottobre 1999 sul tema "Gesù Cristo, vivente nella sua Chiesa, sorgente di speranza per l’Europa".
Papa /2
Un beato
di origine ebraica

Il 22 giugno, durante un viaggio lampo in Bosnia (il 101� all’estero), il Papa ha beatificato il laico Ivan Merz (1896-1928). I mass media hanno evidenziato il fatto che fosse cresciuto in una famiglia borghese e liberale. Il quotidiano cattolico francese La Croix (21 giugno) ha aggiunto che "sua mamma, di origini ebraiche, era ungherese".


Papa /3
Vacanze
a Castel Gandolfo

Il 25 giugno il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls ha dichiarato che per il periodo estivo, a partire dal 10 luglio, il Papa si trasferisce a Castel Gandolfo dove, tra l’altro, "si propone un libro che sta scrivendo sulla sua esperienza pastorale e umana come vescovo". Navarro-Valls nell’occasione ha aggiunto: "Nel suo programma non figura nessun intervento al ginocchio di cui, senza fondamento, si è parlato".


Nomine /1
Mani a Cagliari, Bagnasco ordinario militare

Il 20 giugno Giuseppe Mani, che ha compiuto 67 anni il giorno seguente, è stato nominato arcivescovo di Cagliari. Toscano di Rufina, provincia di Firenze e diocesi di Fiesole, sacerdote dal 1960, Mani è stato vescovo ausiliare di Roma dal 1987 al 1996, quando è stato promosso ordinario militare per l’Italia. In quest’ultimo incarico gli subentra Angelo Bagnasco, 60 anni, originario della provincia di Brescia ma genovese d’adozione, sacerdote dal 1966, vescovo di Pesaro dal 1998 (diocesi che nel 2000 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana). Bagnasco è membro, in qualità di segretario, della Commissione episcopale della Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università; inoltre è presidente del Consiglio di amministrazione di Avvenire.


Nomine / 2
Il cappuccino O’Malley a Boston

Il 1� luglio è stato nominato il successore del cardinale Bernard Francis Law, dimessosi nel dicembre dello scorso anno, alla guida dell’arcidiocesi di Boston. Si tratta del cappuccino Sean P. O’Malley, 59 anni compiuti il 29 giugno, da soli dieci mesi vescovo di Palm Beach in Florida. O’Malley, sacerdote dal 1970, è stato nominato coadiutore nel 1984 e ordinario nel 1985 della diocesi di Saint Thomas nelle Isole Vergini. Nel 1992 è stato trasferito nella diocesi di Fall River nel Massachusetts dove è rimasto fino alla fine dello scorso anno. Sia a Fall River che a Palm Beach O’Malley ha dovuto affrontare problemi inerenti allo scandalo di sacerdoti accusati di pedofilia. La sua capacità nell’affrontare questo tipo di problemi sembra che abbia favorito la sua promozione a soli pochi mesi da un altro trasferimento di diocesi.
La Stampa in un articolo del 1� luglio che anticipava le nomine ha ricordato che O’Malley, nel passato, è stato nominato più volte "visitatore apostolico" in seminari dell’America centrale e dei Caraibi.

Critiche /1
I neoconservatori contro la posizione del Papa nella guerra in Iraq

"Nei passati tre mesi, la Santa Sede ha elevato il livello del discorso morale o aggiunto al dibattito considerazioni che altrimenti sarebbero state trascurate? Non è facile rispondere affermativamente a queste domande. I suoi più devoti ammiratori riconoscono che il Papa ha una certa responsabilità per questa non felice circostanza. […] Riguardo all’offrire chiarezza morale circa la pace e la guerra, deve essere candidamente ammesso che questa non è stata l’ora più bella di questo pontificato. Ma nessuno dovrebbe essere scosso troppo severamente. Flannery O’Connor diceva che a volte soffriamo più a causa della Chiesa che per la Chiesa". Così il padre John Neuhaus, uno dei leader della componente cattolica del movimento neoconservatore, in un suo commento sulla guerra in Iraq (The sounds of religion in a time of war) apparso sul numero di maggio del mensile First Things, da lui diretto.


Critiche / 2
Uno storico considera pericolosa la costituzione apostolica
sul conclave

Sul numero del 24 maggio del settimanale cattolico inglese The Tablet è apparsa una recensione del libro The Conclave: a sometimes secret and occasionally bloody history of papal elections di Michael Walsh. L’articolo, firmato dal professor Eamon Duffy, membro del Pontificio Comitato di scienze storiche, contiene una netta critica della costituzione apostolica Universi Dominici gregis, che dal 1996 detta le regole per l’elezione dei pontefici: "È un documento rivoluzionario e secondo il mio modo di vedere (e quello di Walsh) pericoloso". Per Duffy l’"aspetto pericoloso" delle nuove norme sta nell’aver messo "da parte il requisito millenario che il Papa debba essere eletto da una maggioranza di due terzi" introducendo la possibilità che dopo 30 scrutini sia sufficiente la maggioranza assoluta. "Si tratta di un provvedimento non saggio e non necessario", scrive Duffy. E conclude: "I cardinali di santa romana Chiesa sono ovviamente al di sopra di ogni sospetto: ma se per impossibile un gruppo sufficientemente largo di essi agisse di concerto, potrebbe sistematicamente ostacolare la maggioranza dei due terzi per un candidato a loro non gradito, e alla trentunesima votazione piazzare il proprio uomo con una maggioranza semplice. È una ricetta che favorisce lo spirito di parte ed il venir meno del consenso, senza precedenti nella storia dell’istituzione. Possiamo solo sperare che nessuno lo dica loro".

Religione /1
I cattolici e il Dio relativo

Il Dio relativo degli italiani: Questo il titolo di una grande inchiesta di Repubblica riguardante la religione e gli italiani, i cui risultati sono stati resi pubblici dallo stesso giornale il 22 giugno scorso. Al di là dei commenti del quotidiano, colpiscono alcuni dati. Come quello riguardante la frequenza alla messa settimanale praticata dal 19,5 % degli uomini e dal 38,3% delle donne. Oppure i dati riguardanti la dottrina della fede: a credere nella resurrezione di Gesù Cristo è il 78,1%; nell’esistenza del diavolo il 53,5%; nella resurrezione dei corpi il 31,3%; nell’infallibilità del papa il 41,9%; nell’inferno il 50,1%; nel paradiso il 65,5%. Significativi anche i dati riguardanti quanti credono al malocchio e alle fatture, alla possibilità di comunicazione con i defunti, alla reincarnazione in forma di animale, che oscillano tra il 16% e il 19% degli intervistati. Significativo anche il dato riguardante i cattolici e la politica: solo il 4% degli intervistati ritiene che i cattolici dovrebbero votare un partito di ispirazione cristiana.


Religione / 2
I cattolici e l’indifferenza
alla politica

Sulla Stampa del 25 giugno è apparso un articolo di Leonardo Zega che commentava l’inchiesta sugli italiani e la religione, pubblicata sulla Repubblica del 22 giugno. Ne riportiamo un passaggio: "In una fase di transizione così ingarbugliata, è singolare che il 40% degli interpellati dichiari che i cattolici possono votare per qualsiasi partito, senza porsi particolari problemi di coscienza. Cui si deve aggiungere quel 32% che afferma di poter aderire a qualsiasi schieramento, a prescindere dalla sua ideologia, purché si cerchi di promuovere al suo interno i valori cristiani. Come, non è detto. E dunque, per i due terzi degli intervistati, le scelte politiche sono ormai indifferenti, quasi che la fine del "partito dei cattolici" (che come tale nessuno rimpiange) possa significare il disimpegno da responsabilità civili e morali ancorate alla propria fede religiosa".

Asia
Accordo tra l’India
e il Celeste impero

Accordo sul Tibet, disgelo tra India e Cina. Questo il titolo di un articolo apparso sul Corriere della Sera del 25 giugno, in cui si dava notizia della fine di un lungo contenzioso tra i due giganti asiatici, un terzo della popolazione mondiale, riguardante un passo al confine tra i due Stati. Secondo quanto riportato dal Corriere, l’accordo, siglato in forma solenne a Pechino a seguito di un incontro tra i premier dei due Paesi, scontenterebbe il Dalai Lama.

Brasile
Per un mondo pluralista

"Il Brasile è tra i fondatori del G3 insieme a India e Sudafrica, che pare interessi anche Cina e Russia. L’obiettivo? Gettare le basi di un governo mondiale più democratico e rappresentativo". Così Il Messaggero del 21 giugno, in cui si dava notizia anche del vertice tenutosi negli Stati Uniti, tra il presidente Usa George Bush e il presidente brasiliano Luis Inácio Lula da Silva.

Rota Romana
I prelati uditori diventano emeriti
a 75 anni

I prelati uditori della Rota Romana non diventano più emeriti a 74 anni compiuti, come avveniva dai tempi di san Pio X e come era stato stabilito dalle Norme rotali del 1994, ma a 75, andando così "in pensione" alla stessa età dei segretari e dei prelati superiori del resto della Curia romana. Lo stabilisce un rescritto ex audientia Sanctissimi firmato dal segretario di Stato cardinale Angelo Sodano, datato 8 aprile 2003 e pubblicato sugli Acta Apostolicae Sedis del 3 maggio.


Anglicani
Minaccia di scisma

Il 20 maggio è stata resa nota la nomina del canonico Jeffrey John a vescovo suffraganeo di Reading. John è un omosessuale dichiarato (ha ammesso di avere una relazione con un altro chierico da 27 anni anche se ora non più fisica) e ciò ha provocato numerose proteste da parte della componente "evangelica" anglicana, di ben nove vescovi anglicani in Inghilterra e dei vertici di alcune comunità del Terzo Mondo, che ha addirittura minacciato uno scisma, come ha fatto anche il primate nigeriano Peter Jasper Akinola. Sull’argomento ha detto la sua anche il primate della Comunione anglicana Rowan Williams, con un intervento interlocutorio. La consacrazione di John è prevista per il 9 ottobre a Westminster.


Liturgia
"Liturgista
del secolo"

Il vescovo Piero Marini, 61 anni, maestro delle celebrazioni pontifice, "potrebbe essere chiamato il "liturgista del secolo"". Lo afferma John L. Allen jr intervistando il prelato nella column "The world from Rome" da lui curata per il settimanale progressista Usa National Catholic Reporter (20 giugno). Nel colloquio, Marini, che, giovanissimo, fu segretario personale di Annibale Bugnini, l’architetto della riforma liturgica postconciliare, afferma che la messa tridentina "era una espressione liturgica dei Paesi del Bacino del Mediterraneo. Con la separazione dei protestanti, anche in Francia, quel che rimaneva era la Spagna, l’Italia, l’Austria... la Chiesa era stata ridotta a qualcosa di relativamente piccolo. Ma col nuovo mondo, l’America Latina e le varie missioni in Africa e Asia, era necessario aprire questa liturgia che era stata chiusa ai nuovi popoli. Questo è accaduto col Concilio Vaticano II e con i viaggi del Papa".


Gnosi
La morte
di padre Orbe

L’8 giugno è venuto meno all’età di 86 anni il padre Antonio Orbe, gesuita basco, per quasi mezzo secolo professore alla Pontificia Università Gregoriana, tra i massimi studiosi dello gnosticismo. L’illustre studioso è stato ricordato con un articolo di Gian Maria Vian apparso su Avvenire del 10 giugno col titolo Orbe, il gesuita che prese d’assalto lo gnosticismo.
Francia
Allocuzione di Chirac ai massoni

Il 23 giugno il presidente francese Jacques Chirac ha tenuto un’allocuzione per il 275� anniversario della creazione della prima loggia massonica francese, avvenuta nel 1728. Nel suo discorso Chirac si è dichiarato "orgoglioso di ricevere i rappresentanti di una tradizione filosofica che ha avuto una parte così importante in Francia e nel mondo nell’elaborazione e nella diffusione delle idee repubblicane", e ha salutato il contributo delle logge sui più recenti dibattiti riguardanti la bioetica, l’avvenire della scuola, la costruzione europea, la globalizzazione.


Diplomazia/1
Nuovo osservatore
a Ginevra. Nunzi
in Libia e Timor Est

Il 10 giugno è stata annunciata la nomina del nuovo osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio Onu di Ginevra e presso l’Organizzazione mondiale del Commercio con sede nella stessa città svizzera. Si tratta dell’arcivescovo veneto Silvano Tomasi, scalabriniano, 63 anni ad ottobre, sacerdote dal 1965, dal 1996 nunzio apostolico in Etiopia ed Eritrea e dal 2000 a Gibuti. Tomasi, che era anche rappresentante speciale presso l’Organizzazione dell’unità africana, dal 1989 al 1996 era stato segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti.
Il 24 giugno l’arcivescovo spagnolo Felix del Blanco Prieto, 66 anni, è stato nominato anche nunzio in Libia. Il 5 giugno il presule era stato già nominato rappresentante pontificio a Malta.
Sempre il 24 giugno l’arcivescovo marchigiano Renzo Fratini, 59 anni, dal 1998 nunzio in Indonesia, è stato nominato anche primo nunzio apostolico in Timor Est, neonato Paese asiatico con cui la Santa Sede ha stabilito rapporti diplomatici il 20 maggio dello scorso anno.


Diplomazia/2
Nuovo capo missione libico presso
la Santa Sede

Il 1� luglio ha presentato le lettere credenziali il nuovo capo missione della Jamahiriya libica popolare socialista presso la Santa Sede. Si tratta di Abdulhafed Gaddur, 44 anni, diplomatico di carriera, dal 1990 console generale a Palermo.

Repubblica Ceca
Parlamento
respinge accordo
con la Santa Sede

Il 21 maggio il Parlamento di Praga ha respinto, con 110 voti contrari su 177 deputati presenti, l’accordo tra Santa Sede e Repubblica Ceca che era stato firmato nel luglio dello scorso anno. Non è la prima volta che il Vaticano ha difficoltà di questo tipo con gli Stati dell’ex oltre cortina. Il Concordato con la Polonia, ad esempio, venne ratificato dal Parlamento di Varsavia solo alcuni anni dopo la firma tra le due parti. In Slovenia poi l’accordo con la Santa Sede firmato alla fine del 2001 non è ancora stato ratificato.
Vaticanisti
La "breve, intensa
composizione"
di Politi

"Dall’Oriente viene / un frammento di luce, / come foglia / che scintilla / al sole del mattino. / Non abbiamo paura". Questa breve lirica dedicata a Giovanni Paolo II è stata composta dal vaticanista di Repubblica Marco Politi, che l’ha fatta pervenire al Papa nel corso dell’udienza concessa il 12 giugno a giornalisti e collaboratori per festeggiare il 100� viaggio all’estero. La "breve, intensa composizione" è stata pubblicata dall’Osservatore Romano del 13 giugno.

Libri
La Santa Sede
negli organismi internazionali

Il 30 giugno nella Sala Stampa vaticana è stato presentato il volume Words that matter (Le parole che contano), curato dall’arcivescovo francese André Dupuy, 63 anni, nunzio apostolico in Venezuela. Il testo contiene una raccolta ragionata degli interventi della Santa Sede negli organismi internazionali dal 1970 al 2000, preceduta da una prefazione del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano. Alla presentazione del libro, pubblicato sotto gli auspici del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace e della "The Path to Peace Foundation" di New York, hanno preso parte l’arcivescovo Jean-Louis Tauran, "ministro degli Esteri" vaticano, l’arcivescovo Renato Raffaele Martino, presidente del suddetto Pontificio Consiglio, e monsignor Dupuy. Doveva essere presente anche l’arcivescovo Celestino Migliore che da alcuni mesi ha sostituito monsignor Martino come osservatore permanente presso la sede Onu di New York, ma non è potuto intervenire perché impegnato a Ginevra in una riunione del Consiglio economico e sociale (Ecosoc).

Bruce Springsteen
La chiesa vuota
e le dolci campane della misericordia

Doppio concerto in Italia di Bruce Springsteen. L’operaio del rock, come ama definirsi lui stesso, ha suonato a Firenze e a Milano, rispettivamente l’8 e il 28 giugno, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. Riportiamo un passo della canzone My city of ruins (La mia città di rovine), contenuta nel suo ultimo album: "La porta della chiesa è spalancata. Sento il canto dell’organo, ma i fedeli non ci sono più… E le dolci campane della misericordia si diffondono fra gli alberi della sera". Meraviglia che Springsteen non abbia mai partecipato ad un concerto davanti al Papa.




STATISTICHE

Cattolici in lenta e costante crescita nel mondo. Sviluppo impetuoso in Africa





Il 18 giugno L’Osservatore Romano ha offerto alcune anticipazioni dell’Annuarium statisticum Ecclesiae 2001, con interessanti raffronti con i dati del 1978. In pratica nei 23 anni presi in considerazione i fedeli sono aumentati del 40,22% (da oltre 756 milioni e mezzo a poco più di un miliardo), i vescovi del 25,18% (da 3.714 a 4.649), i seminaristi del 27,71% (da 63.882 a 112.244). Sempre nello stesso lasso di tempo invece i sacerdoti sono diminuiti del 3,78% (da 420.971 a 405.857: questo dato è in realtà la risultante tra un incremento dell’1,51% del clero secolare con il crollo del 12,54% dei religiosi) e sono diminuite le suore del 20,03% (da 990.768 a 792.317). Questi dati complessivi nascondono tendenze divergenti tra i diversi continenti. I fedeli infatti sono in crescita lentissima in Europa (5,34%) ed esponenziale in Africa (147,74%). Lo stesso accade per i seminaristi: +8,33% nel Vecchio Continente, +272,5% in Africa. Per quanto riguarda i sacerdoti si ha una «sostanziale diminuzione» in Europa (-17,46%) e Oceania (-15,26%), mentre si assiste ad un forte incremento in Asia (+60,45%) e in Africa (+65,36%), dove l’aumento del clero secolare viene definito a carattere «esplosivo» (+219,27%). Per le religiose poi, le contrazioni che si sono manifestate in Europa (-34%) in Oceania (-37%) e in America (-23%), sono state solo parzialmente controbilanciate dagli incrementi in Africa (+48,55%) e in Asia (+53,77%).




MARTINO

Dichiarazione su Ogm


Frumento geneticamente modificato

Frumento geneticamente modificato




Dal 23 al 25 giugno si è tenuta a Sacramento in California una Conferenza ministeriale sulla scienza e la tecnologia agricola, promossa dal Ministero statunitense per l’Agricoltura. Si è parlato, ovviamente, anche di Organismi geneticamente modificati (Ogm). All’incontro ha partecipato, per conto della Santa Sede, l’arcivescovo Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Di seguito pubblichiamo stralci della dichiarazione pronunciata da Martino.
«La Santa Sede riconosce il bisogno urgente di procurare la sicurezza alimentare per tutti, specialmente per coloro che soffrono di povertà, di fame e di malnutrizione. La presenza di una delegazione a questo incontro ha fornito alla Santa Sede l’opportunità di osservare, ascoltare le testimonianze di esperti e di avere notizia su vari programmi e progetti che implicano l’uso di Ogm. In questo dibattito la Santa Sede non era presente per dire l’importanza dello sviluppo di una nuova tecnologia. La Santa Sede è ben consapevole dell’esistenza di piante che producono cibo in abbondanza. Alimentare gli affamati è essenziale. Trovare modalità per raggiungere questo obiettivo è un imperativo. Allo stesso tempo la Santa Sede continua a studiare un uso più ampio degli Ogm. […] Le informazioni che sono state raccolte saranno molto utili, permettendo alla Santa Sede di sviluppare una chiara visione riguardo l’uso degli Ogm. […] L’uso degli Ogm necessita di essere discusso apertamente cosicché decisioni informate possano essere prese da coloro che potrebbero ricevere e usare questi prodotti. Ciò metterà in grado queste persone di continuare sulla strada di uno sviluppo sostenibile».




SARAIVA MARTINS

I santi sono uno stupore


José Saraiva Martins

José Saraiva Martins



«È un sondaggio che aiuta a capire il rapporto tra italiani e religione», ha detto il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, intervistato da Repubblica il 23 giugno in merito al sondaggio reso noto dallo stesso quotidiano il giorno precedente. Dopo aver commentato positivamente il fatto che i dati rivelano che il 51 per cento dei cattolici prega ogni giorno, il porporato è stato chiamato a rispondere sull’attualità o meno dei santi. Questa la risposta: «I santi cristiani sono uno stupore che non è venuto mai meno nella vita della Chiesa e che non può essere ignorato anche da un osservatore laico attento. I nuovi santi non dividono, ma uniscono e fanno bene anche all’ecumenismo. Non va dimenticato che una figura prestigiosa come l’ebrea Simone Weil, ex presidente del Parlamento europeo, ha detto che “il mondo ha bisogno di santi”».




ANNIVERSARI

21 i cardinali dei conclavi del 1978


Un momento del conclave dell’agosto 1978; il penultimo 
a sinistra è il cardinale Albino Luciani

Un momento del conclave dell’agosto 1978; il penultimo a sinistra è il cardinale Albino Luciani




Si avvicina il XXV anniversario di quella che si può definire l’estate dei due conclavi. Ma quanti sono oggi i membri dell’attuale Sacro Collegio che presero parte alle due “tornate elettorali pontificie” del 1978?
In quasi un quarto di secolo Giovanni Paolo II ha celebrato otto concistori, creando 201 nuovi cardinali. Attualmente il Sacro Collegio risulta composto da 167 membri e di questi,146 sono quelli che hanno avuto la berretta da papa Wojtyla.
I “reduci” del ’78 sono quindi 21.
Venti sono stati creati da Paolo VI; solo uno, l’arcivescovo emerito di Vienna Franz König, 98 anni, ricevette la porpora da Giovanni XXIII nel lontano 15 dicembre 1958.
Sono cinque i senatori del Papa che parteciparono ai conclavi del ’78 e che sono ancora elettori; tre di questi sono ancora in attività e cioè: il tedesco Joseph Ratzinger, 76 anni, decano del Sacro Collegio e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; il francescano brasiliano Aloísio Lorscheider, 79 anni, arcivescovo di Aparecida; il filippino Jaime Sin, 75 anni il 31 agosto, arcivescovo di Manila; due invece sono già in pensione: lo statunitense William Wakefield Baum, 77 anni, penitenziere maggiore emerito, e il marista asiatico Pio Taofinu’u, arcivescovo emerito di Samoa-Apia, che però compirà 80 anni il prossimo 8 dicembre.
Gli altri sedici sono già ultraottantenni e quindi non potranno partecipare a ulteriori conclavi. Tra essi ci sono gli italiani Corrado Bafile, abruzzese, il più anziano del Sacro Collegio – 100 anni il 4 luglio –, ex prefetto della Congregazione delle cause dei santi; Corrado Ursi, pugliese, 95 anni, emerito di Napoli; Salvatore Pappalardo, siciliano, 85 anni, emerito di Palermo, e Opilio Rossi, nato a New York ma appartenente al clero piacentino, 93 anni, già presidente del Pontificio Consiglio per i laici.
Oltre a König ci sono altri due europei “reduci del ’78” non votanti: l’olandese Johannes Willebrands, 94 anni, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e lo spagnolo Marcelo González Martín, 85 anni, arcivescovo emerito di Toledo.
Numerosa la pattuglia dei “reduci” latinoamericani. Oltre a Lorscheider ci sono altri due brasiliani: Eugênio Sales de Araújo, 83 anni, emerito di São Sebastião do Rio de Janeiro, e il francescano Paulo Evaristo Arns, 82 anni, emerito di São Paulo. A cui si devono aggiungere gli argentini Raúl Francisco Primatesta, 84 anni, emerito di Cordoba, e Juan Carlos Aramburu, 91 anni, emerito di Buenos Aires; nonché il centroamericano Luis Aponte Martínez, 81 anni, emerito di San Juan de Puerto Rico.
Tre i “reduci” africani, tutti già “non votanti”: il keniota Maurice Michael Otunga, 80 anni compiuti a gennaio, emerito di Nairobi; il senegalese Hyacinthe Thiandoum, 82 anni, emerito di Dakar; il beninese Bernardin Gantin, 81 anni, decano emerito del Sacro Collegio e già prefetto della Congregazione per i vescovi.
Infine, per quanto riguarda l’Asia e l’Oceania, oltre ai “votanti” Sin e Taofinu’u, rimane ancora il “non votante” coreano Stephen Kim Sou-hwan, 81 anni, emerito di Seoul.


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