Rubriche
tratto dal n.10 - 2003

Lettere dalle missioni



Sudan


Si è conclusa il 6 ottobre in Kenya la prima giornata dei colloqui di pace tra governo sudanese e ribelli dell’Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla). Un primo segnale che la guerra nel sud Sudan è forse vicina alla fine viene dalla sottoscrizione di un’intesa tra Khartoum e Spla per il ridispiegamento militare nelle regioni meridionali e la composizione di un esercito nazionale. Ora i punti principali da discutere restano la partecipazione dei ribelli al governo e la distribuzione delle royalties sul petrolio. «Ormai si parla di “New Sudan”, è tempo di affrontare le ingiustizie che la divisione nord-sud ha provocato. Siamo ad un punto di svolta dopo questo lungo conflitto che dura da un ventennio». ha dichiarato recentemente monsignor Paulino Lukudu Loro, comboniano, da vent’anni arcivescovo di Juba, nel sud Sudan.




Uganda


«Mi unisco a voi nel condannare ogni atto di spargimento di sangue e distruzione in Uganda… Nel nord la piaga della guerra sta portando indicibili miserie, sofferenze e morte, colpendo persino la Chiesa e avendo per oggetto i suoi rappresentanti e i suoi figli». Con queste parole Giovanni Paolo II si è rivolto il 20 settembre ai vescovi ugandesi al termine della loro visita ad limina. Il Papa ha lanciato un appello urgente alle parti coinvolte nella guerra civile, governo e ribelli del Lra (Lord resistance army), «per costruire un futuro di speranza, giustizia e pace per tutti gli ugandesi». Il giorno prima Misna aveva rilanciato la richiesta di aiuto rivolta al Papa dal padre comboniano Tarcisio Pazzaglia, da quasi quarant’anni in nord Uganda: «Non posso tacere di fronte al dolore della popolazione nord-ugandese… Sono testimone tutti i giorni di uccisioni, saccheggi, brutalità…».





Vescovi africani


Il continente africano vive sotto la minaccia dei “signori della guerra”. È una situazione allarmante che rischia di generalizzarsi e che «dovrebbe inquietare tutte le coscienze cristiane e in primo luogo quelle dei vescovi». È quanto si legge nel documento diffuso il 2 ottobre e firmato dal presidente del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Sceam/Secam), Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kisangani (Repubblica Democratica del Congo). Dal primo ottobre sono riuniti a Dakar in Senegal un centinaio tra vescovi, arcivescovi e cardinali appartenenti allo Sceam per l’assemblea plenaria che si chiude il 12 ottobre prossimo. «Quelli che fanno la geopolitica, dopo la guerra fredda» si legge nel testo «hanno deciso di rimpiazzare l’Africa dei colonnelli con quella dei signori della guerra. Poco a poco in Africa la gestione dei Paesi è finita nelle mani di persone che hanno commesso crimini di sangue».





Anniversario


Il 10 settembre, ad un anno dalla sua scomparsa a Roma dopo una lunga malattia santamente sopportata, Misna ha ricordato il cardinale vietnamita François-Xavier Nguyên Van Thuân, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace: «Un eccezionale testimone della speranza».




Canonizzazioni


Il libretto distribuito a piazza San Pietro in occasione della cerimonia di canonizzazione del 5 ottobre

Il libretto distribuito a piazza San Pietro in occasione della cerimonia di canonizzazione del 5 ottobre

Ricevendo in udienza il 6 ottobre i pellegrini convenuti nell’aula “Paolo VI”, all’indomani della canonizzazione di san Daniele Comboni, sant’Arnold Janssen e san Josef Freinademetz, e ricordando la figura di quest’ultimo santo di origine sudtirolese, missionario in Cina, il Papa ha detto: «Si fece cinese con i cinesi, assumendone la mentalità, gli usi e i costumi. Nutrì sincera stima e affetto per quel caro popolo, sino ad affermare: “Anche in cielo vorrei essere un cinese”».


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