Tratto da ne scelse dodici

Sant’Andrea




SANT’ANDREA
Andrea, fratello di Pietro, è l’apostolo dei Greci. Dopo la Pentecoste, la sua predicazione si svolge a Oriente, nella Scizia, regione fra i fiumi Danubio e Don. Riferisce questa notizia Origene (185-225 circa), riportato da Eusebio di Cesarea (Storia ecclesiastica, III, 1): «Quanto agli apostoli e ai discepoli del Salvatore nostro dispersi per tutta la terra, la tradizione riferisce che Tommaso ebbe in sorte la Partia, Andrea la Scizia e Giovanni, vissuto e morto a Efeso, l’Asia». Ma in seguito Andrea dovette passare nella provincia di Acaia, dove in particolare si svolse, come dice Girolamo, la sua predicazione, e divenne vescovo di Patrasso. Gli Atti apocrifi di Andrea (databili tra la fine del II secolo e l’inizio del III, ma rimaneggiati da numerosi rifacimenti posteriori, e che Eusebio di Cesarea respinge con decisione come eretici) gli attribuiscono anche, prima della definitiva permanenza in Acaia, la predicazione nell’Epiro e nella Tracia; qui, secondo una tradizione bizantina, sarebbe stato il primo vescovo di Bisanzio, la città che con Costantino si trasformerà nella nuova capitale dell’Impero romano, Costantinopoli.
La Passione di Andrea, antico racconto degli inizi del VI secolo, narra della morte di Andrea a Patrasso, martire verso l’anno 60 (il martirio in realtà avvenne forse qualche anno più tardi) sotto il proconsole romano Egea, che lo condanna al supplizio della crocifissione. Analogamente al fratello Pietro, Andrea secondo il racconto chiede di essere posto sopra una croce diversa da quella di Gesù: una croce decussata, a forma di “X”, che rimarrà la caratteristica principale nell’iconografia dell’apostolo. Anche in questo caso, come per Pietro, la tradizione mantiene con buona probabilità un reale dato storico: si tratta di una modalità di supplizio non ignota al mondo romano.
La tradizione antica è unanime nel collocare anche la sepoltura di Andrea a Patrasso. Di là, come sappiamo prima da Girolamo (Gli uomini illustri, III, 7, 6) e poi dal Chronicon Paschale della prima metà del VII secolo, nell’anno 357 il corpo di Andrea venne traslato dall’imperatore Costanzo II a Costantinopoli, insieme a quello dell’evangelista Luca, e collocato nell’Apostoleion, la basilica dedicata agli apostoli, dove nell’anno precedente era stato traslato anche il corpo di Timoteo. Da fonti successive sembra doversi dedurre che non tutto il corpo di Andrea sia giunto a Costantinopoli, ma che quasi tutto il capo sia invece rimasto a Patrasso. È a questo momento cronologico che si richiama la notizia leggendaria della traslazione di parte delle reliquie di Andrea in Scozia (la nazione che ne ha fatto il proprio patrono e ha adottato la croce del suo martirio come emblema della propria bandiera), a Kilrymont (ora Saint Andrews), a opera di san Regolo, generatasi probabilmente a seguito dell’evangelizzazione iniziata nel 597, su impulso di papa Gregorio Magno, a opera del monaco Agostino (sant’Agostino di Canterbury). Custodite secondo la tradizione nella Cattedrale di Sant’Andrea a Edimburgo, queste reliquie comunque scomparvero a seguito della distruzione dell’interno dell’edificio, operata il 14 giugno 1559 dai protestanti.
All’inizio del XIII secolo le reliquie di Andrea arrivarono in Italia. Le portò ad Amalfi il cardinale Pietro Capuano, legato pontificio di Innocenzo III a seguito della spedizione della IV Crociata, che, invece di raggiungere la Terra Santa, aveva deviato prima per Zara e poi per Costantinopoli, assalita e saccheggiata nell’aprile del 1204. Pietro Capuano ritornò in Occidente nel 1206 e depositò temporaneamente le reliquie forse a Conca de’ Marini; fece quindi costruire appositamente (come ci dicono le fonti di metà del XIII secolo – in particolare la Translatio Corporis sancti Andree de Constantinopoli in Amalphiam di Matteo de Gariofalo – e come recenti rilevamenti hanno confermato) la cripta della Cattedrale di Amalfi e l’8 maggio 1208 vi depositò con tutti gli onori il corpo di Andrea. Dal nucleo delle reliquie venne probabilmente in questa occasione separata una parte di cranio, che venne ritrovata prima nel 1603, durante lavori di trasformazione della cripta, poi nuovamente nel 1846, quando fu sistemata in un reliquiario tuttora visibile.
Il capo custodito a Patrasso, invece, correndo nel 1460 il pericolo di finire nelle mani dei Turchi che avanzavano nella conquista dell’Acaia, giunse con una solenne cerimonia nel 1462 a Roma, portato su richiesta di papa Pio II da Tommaso Paleologo tiranno di Morea in fuga, ed è stato custodito in San Pietro (nel pilastro detto di Sant’Andrea) fino al giugno del 1964, quando per volontà di Paolo VI è stato restituito in segno di amicizia verso la Chiesa ortodossa al vescovo metropolita di Patrasso, dove ora riposa presso la chiesa dedicata ad Andrea, eretta sul luogo che la tradizione indica come quello del suo martirio. Sempre Paolo VI donò, nel 1969, una reliquia di Andrea alla Cattedrale di Santa Maria a Edimburgo, dove è venerata insieme a un’altra donata dall’arcivescovo di Amalfi nel 1879, a seguito del ripristino della gerarchia cattolica in Scozia.


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